di Claudio Ricci
Batosta elettorale per il Pd al secondo turno di amministrative. All’indomani della debacle dei ballottaggi arrivano i commenti dei vertici regionali. Una tornata devastante anche nelle Marche dove oltre ai centri già persi nel primo turno di amministrative i democrat si sono visti strappare anche San Benedetto e Castelfidardo, quest’ultima andata al M5S che oltre alla conquista di Roma e Torino ha spuntato anche 19 ballottaggi su 20. «La lettura dei risultati delle elezioni amministrative in tutto il Paese suggerisce al Pd un momento di riflessione – è il commento del segretario regionale Francesco Comi – È indubbio il valore anche politico e non solo locale dei dati. Il risultato di Torino, dove Fassino ha ben governato, è evocativo. L’analisi non può essere troppo semplificata o strumentale a logiche particolari. Deve essere seria». Mercoledì riunione della segreteria regionale (mentre il direttivo è fissato per la prossima settimana) in vista del direttivo nazionale convocato per venerdì da Renzi a cui Comi parteciperà. «Esamineremo i dati restituiti dalle urne – continua Comi – Se il Pd vuole continuare ad essere il primo punto di riferimento politico del Paese, come ha fatto finora, deve ripartire da questa tappa delle amministrative con il piede giusto, parlando nei luoghi deputati e non sui social network, tenendo lo sguardo rivolto agli interessi generali e non individuali, con meno protagonismo e più pragmatismo, inseguendo le reali esigenze e opinioni dei cittadini e non le suggestioni della piazza».
Una linea assecondata anche dal senatore Mario Morgoni: «Concordo su un agire più orientato sui problemi. Ma rispetto a questi intendimenti siamo lontani dal profilo tracciato dal segretario. Oggi non vedo un problema tra renziani e anti renziani. Ci sono problemi più profondi e lo dimostra l’esperienza di Torino dove aldilà della qualità del singolo personaggio (Fassino ha governato bene) il contesto viene giudicato abbastanza detestabile. Tutto questo richiede una forte discontinuità rispetto al passato. Abbiamo perso perché non abbiamo cambiato niente dentro al partito. Ora c’è un appuntamento, quello del referendum. Se noi non siamo in grado di di serrare le file tutto quello che possiamo fare nel partito oggi rischia di essere completamente vanificato. Il Pd deve ritrovare l’iniziativa sulla riforma costituzionale che non è una sfida solo per il Pd ma per tutto il Paese. Se cominciamo una guerra clandestina, screditandoci l’un l’altro, arriveremo impreparati al referendum e non ci sarà un girone di ritorno. Verremmo eliminati. Se gli antirenziani pensano che l’abbattimento di Renzi possa portare a nuove speranze per il centro sinistra si sbagliano. Allo stesso modo non si può pensare di rimanere con un direttivo di soli renziani. Il sì’ al referendum potrà essere un dialettica nel partito riaprendo il congresso.
Sulla disfatta delle comunali interviene anche l’assessore regionale Angelo Sciapichetti: «Quando si perde la tentazione più grande è quella di ricercare subito i responsabili, rimpallando colpe a destra e a manca per liberare la coscienza di ognuno. Ma la reazione a caldo non aiuta a risolvere i problemi che invece ci sono e andrebbero affrontati con maggior lucidità e a bocce ferme. Forse sbaglio, ma ognuno di noi dovrebbe cambiare atteggiamento partendo magari da cose semplici: meno Facebook e Whatsapp e più contatto reale con le persone in carne ed ossa, meno “allenatori della nazionale e più portatori di palla”, meno delegittimazione reciproca e più rispetto tra le parti, meno arroganza da parte di tutti e più umiltà. Per il resto è la legge della democrazia. Non ci si deprime nelle sconfitte (anche se al sottoscritto fanno male più delle coliche renali) e non ci si esalta nelle vittorie. Ogni voto è una lezione dei cittadini. Bisogna accettarla per quello che è e saperla apprendere».
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La politica deve essere democratica: partecipazione e rinnovamento. Giustizia sociale, senza clientele e lobby. Finito il tempo dei professionisti della politica, Basta alla politica autoreferenziale.
Non solo la lunga detenzione di un mariuolo, ma anche lo stare parecchi anni all’opposizione per un politico ha una funzione rieducativa. I ‘mea culpa’ tardivi lasciano il tempo che trovano.
Ho commentato 15 giorni fa il risultato del voto amministrativo dicendo che non era un voto di protesta e che sul PD si sarebbe scaricato un bel terremoto.
Bene il risultato del ballottaggio parla chiaro: il PD non riesce più a bucare lo schermo ed ammaliare l’elettore, compreso quello di sinistra che privilegia un voto anti Renzi che si rende insopportabile con il suo atteggiamento da piccolo ras.
Renzi ha liquidato il partito ed ogni opposizione interna, ha stravolto le leggi sul lavoro, ha annientato ogni opposizione interna, ha introdotto una legge elettorale peggiore della legge truffa degli anni ’50,ha regalato 80 euro ad una parte di cittadini alcuni dei quali dovranno restituirli, ha, infine, modificato in modo gravissimo la Costituzione.
Insomma Renzi è riuscito a combinare tutti gli elementi utili perché ad Ottobre prossimo tutti saranno contro di lui pronti a scatenere la tempesta perfetta.
Al referendum sarà inesorabilmente travolto con tutta la sua corte dei miracoli!
Renzi oggi è parso sereno, ha spiegato ai giornalisti che il voto non è stato di protesta ma per il cambiamento; e siccome il cambiamento è lui ha fatto chiaramente intendere, con l’incomparabile mimica facciale, di sentirsene molto lusingato.
Egregio Morgoni, il referendum Costituzionale non è una occasione per il pd ( come ha serenamente appena detto lei, qui sopra) , o perlomeno mon dovrebbe esserlo. Dovrebbe essere un passo in avanti per l’ Italia, ma dalle sue parole parrebbe, in effetti, essere solo un affare di partito.
Renzi, stai sereno. Ottobre è vicino r voteremo tutti No. Non si riforma la Costituzione più bella del mondo con indagati e condannati.
speriamo che il colpo di grazia al PD arrivi ad ottobre
Comunque, se è per significare una guerra interna, si dice “guerra intestina”, non “guerra clandestina”, sennò l’altro Matteo chissà cosa capisce e magari interviene con la ruspa (lanciafiamme e ruspa insieme sarebbero troppo).
Giorgi, sì però se uno ha in mente una guerra di clan… viene spontaneo dire clandestina… ad alcuni può venire spontaneo…
Per Giorgi. Vedendo gli errori che appaiono negli articoli delle cronache mi viene da esclamare: “Beata gioventù!”.
Ma lasciamoli affogare nel mare dell’indifferenza. Non ti danno neanche il piacere di commentarli.
Un pollicione verde al commento sopra.
Tutta la faccenda ricorda il dramma di Pirandello ‘Sei personaggi in cerca d’autore’. Ma forse questi politici cercano un padre spirituale, un guru.
@ Giorgi: il virgolettato del Senatore oltre che riportare “clandestina” invece di “intestina”, riporta pure “le file” invece che “le fila”….
Al saggio monito n.5 di Marina Santucci rivolto al Sen. Morgoni, aggiungo ” Renzi passa, la Costituzione resta”.
Circa l’espressione “serrare le file” c’è da stare attenti prima di affermare che essa non sia corretta , vedi http://unaparolaalgiorno.it/significato/F/fila .
E a Renzi bisogna riconoscere almeno il merito di essere riuscito a rottamare il PD.
Il sig. Comi se incontra Renzi come ha detto, dovrebbe dirgli di andare a casa lui la Boldrini e tutte le altre facce toste che stanno li senza essere nemmeno eletti.Noi dobbiamo subire tutto quello che ci combinano a pensare che siamo quasi tutti contro la dittatura.
STATE SERENI,
Riguardo al referendum mi auguro che D’Alema entri nel comitato per il NO, ricordo che voto contro il referendum Berlusconiano, dice oggi, era più democratico di quello di Renzi che risulta pasticciato.
CREDIBILITA’ è ciò che vi manca per svolgere le vostre mansioni.
Quando non si ha più la fiducia della gente bisognerebbe togliersi dalle pa…e e ……………………………………………..
ricominciare UMILMENTE dal “basso”!!!!!