di Giuseppe Bommarito
Ha fatto notevole scalpore la recente sentenza del Tribunale penale di Macerata con la quale, a fronte di un traffico internazionale di eroina purissima riguardante la nostra provincia (con purezza che arrivava anche al settanta percento), i dieci imputati, otto originari del Pakistan e due di nazionalità italiana, sono stati complessivamente condannati ad oltre sessanta anni di carcere, con l’aggiunta di multe per oltre duecentomila euro (leggi l’articolo). Una pronunzia molto severa, tenendo pure conto del fatto che il processo si è svolto con il rito abbreviato, che, come è noto, comporta in caso di condanna la riduzione di un terzo della pena.
Le indagini, brillantemente e pazientemente condotte dalla Squadra antidroga della Mobile di Macerata (un ufficio dalle piccole dimensioni, ma dotato di grandi intuizioni investigative) e dal Gico della Guardia di finanza, avevano infatti consentito di ricostruire l’arrivo in pochi mesi nel Maceratese di circa venticinque chilogrammi di eroina proveniente direttamente dal Pakistan e sapientemente nascosta in borse etniche di tela e con i brillantini colorati, fatte pervenire a destinatari apparentemente insospettabili, anche italiani, presso gli uffici postali di Corridonia e Civitanova. Un affare enorme, insomma, pari a diversi milioni di euro, considerato l’utile illecito che la banda pakistana organizzatrice del traffico, e da tempo radicata nelle nostre zone (il capo dell’organizzazione era residente proprio a Macerata, gli altri sulla costa), avrebbe potuto realizzare, soldi sporchi che in molti casi analoghi rientrano in patria anche per finanziare gruppi terroristici.
La notizia, affiancata a decine di altre vicende di cronaca giudiziaria accadute negli ultimi tempi e riguardanti soggetti di nazionalità pakistana coinvolti in traffici di eroina, non fa che confermare il ruolo ormai egemone in questo particolare settore delle sostanze stupefacenti di extracomunitari provenienti da quel lontano paese asiatico, direttamente confinante con l’Afghanistan, il maggior paese produttore della pianta base per l’eroina, il papavero da oppio. E conferma senza ombra di dubbio, purtroppo anche dalle nostre parti, il sempre più evidente ritorno dell’eroina, ormai consumata pure da adolescenti.
Come è da tempo risaputo, vastissime piantagioni illegali di papavero da oppio (da cui si ricava poi l’eroina) sono situate in Afghanistan, paese nel quale si colloca oltre il novanta per cento della produzione mondiale di questa pianta maledetta. Ebbene, a partire dal 2011 la produzione in quelle zone di papaveri da oppio, ormai gestita direttamente dalle organizzazioni talebane afghane e pakistane che ne hanno fatto la quasi esclusiva fonte di finanziamento per la guerra civile che stanno sostenendo da anni contro il governo al potere, ha avuto un’impennata che è tuttora in corso e che sta superando la domanda a livello mondiale, con l’inevitabile conseguenza di una altrettanto forte riduzione del prezzo. A spingere verso una produzione sempre maggiore sussistono fortissime ragioni di carattere economico ed anche, seppure in minima parte, motivazioni malamente intese di tipo ideologico-religioso, finalizzate a sfiancare nel corpo e nell’anima le giovani generazioni dei paesi occidentali.
Il problema ci riguarda ampiamente, considerata la sempre più massiccia immigrazione pakistana arrivata in Italia (benchè il Pakistan non sia un paese con conflitti in corso) ed anche dalle nostre parti, ove esistono infatti colonie numerose e ben radicate di pakistani, alcuni con una lunga barba e con la camicia bianca lunga fino il ginocchio. Facile pensare, quindi, viste le cronache giudiziarie e comunque senza generalizzare, che una frangia di immigrati provenienti dal Pakistan, quella frangia che ha visto nel traffico di droga l’affare criminale dalle maggiori potenzialità, stia sfruttando gli stretti contatti con il paese di origine e con i gruppi familiari e tribali rimasti “in loco” per ricevere direttamente con espedienti vari quantitativi enormi di eroina già raffinata, generalmente “bianca” e quindi di buona qualità e a prezzi estremamente bassi, da immettere poi nel mercato locale degli stupefacenti, ricavandone profitti illeciti enormi.
Ecco pertanto che in breve tempo i gruppi pakistani stabilizzati nelle Marche e in provincia di Macerata, forti di questi canali privilegiati di approvvigionamento, hanno egemonizzato il traffico di eroina, sottomettendo e riducendo a ruoli ausiliari e di manovalanza, quali lo spaccio minuto o la mansione di “ovulatore” (chi funge da corriere ingerendo nel proprio corpo la droga contenuta in ovuli di plastica), i maghrebini della Tunisia, dell’Algeria, del Marocco, ed anche piccoli malavitosi italiani non appartenenti alla criminalità organizzata. Molto intelligenti, astuti, altamente tecnologici ed informatici, caratterizzati da inossidabili legami di tipo familiare e tribale, non dediti a loro volta al consumo (come invece avviene quasi sempre per i maghrebini), difficili da individuare per uno stile di vita dal profilo estremamente basso, generalmente con un’attività lavorativa subordinata di copertura e quindi in regola con il permesso di soggiorno, quei pakistani alla ricerca del guadagno facile portato dalla droga sono quasi tutti trafficanti di eroina, e non semplici spacciatori, e giocano quindi ormai in grande, raggiungendo spesso impunemente per i loro infami guadagni le strade, le piazze e le case site nel territorio regionale e provinciale (non va infatti dimenticato che la percentuale di sequestri di sostanze stupefacenti è pari a non più del dieci per cento delle varie droghe immesse nel mercato italiano, e che pertanto il residuo novanta per cento arriva a segno e semina morte e distruzione fisica e morale).
La seconda considerazione da sviluppare a partire dalle pesanti condanne del Tribunale di Macerata è relativa – come sopra detto – alla forte ripresa della diffusione dell’eroina nella nostra provincia. Intendiamoci, l’eroina non è mai sparita e non ha mai smesso di distruggere vite, solo che da qualche tempo in modo subdolo e strisciante ha ricominciato a diffondersi in grande stile, sostenuta dalla maggiore disponibilità derivante da una produzione arrivata a livelli elevatissimi, dai prezzi più bassi delle singole dosi, dalle condizioni per molti aspetti drammatiche in cui versano le giovani generazioni e da nuove modalità di assunzione. Il riferimento è, in particolare, alla pratica dell’eroina fumata con il metodo della stagnola, che almeno per i primi periodi di uso libera dalla necessità della siringa, con tutte le implicazioni emotive e pratiche che essa comporta, e che sembra coinvolgere soprattutto consumatori giovanissimi, ancora adolescenti, erroneamente convinti da chi spaccia, inizialmente pure a prezzi stracciati, che assumere l’eroina senza la siringa in vena non dia dipendenza.
E così accade in diversi casi che il consumo di eroina fumata avvenga per la prima volta intorno ai quattordici anni, in alcune situazioni prima ancora dell’approccio con gli spinelli. Un gioco molto pericoloso, anche perché prima o poi la situazione è inevitabilmente destinata ad evolversi verso la siringa, verso l’assunzione in vena, verso il flash che solo l’endovena garantisce, verso il tunnel buio della tossicodipendenza da eroina dalla quale è molto difficile uscire. D’altra parte, conferme inequivocabili in questo senso vengono non solo dal Dipartimento Dipendenze Patologiche, ma pure dai sempre più numerosi e sempre più diffusi ritrovamenti di stagnole bruciacchiate e di siringhe in varie zone, anche non periferiche, della città di Macerata
* Giuseppe Bommarito, presidente associazione “Con Nicola, oltre il deserto di indifferenza”
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L’eroina è già da molti anni che è tornata sopratutto tra gli adolescenti e di sicuro il mercato della droga rende soldi non solo ai pakistani basta pensare al traffico da parte della mafia
“Una pronunzia molto severa” che tuttavia è sempre una pronunzia troppo poco severa, considerati i danni provocati da una tale scellerata attività.
Grazie Giuseppe per questo quadro che ci fai della reale situazione del commercio di eroina.La percezione di tutti è quella di un ‘inarrestabile avanzare della tossicodipendenza e del commercio di sostanze stupefacenti.Ogni giorno la cronaca locale ci racconta di sequestri,arresti,che purtroppo come tu dici sono una goccia nel mare dello spaccio.Ho l’impressione che poco a poco tutto questo non farà più notizia è ci sarà assuefazione generale nei confronti del problema.Gravissima la sottovalutazione da parte dei giovani delle conseguenze del consumo di eroina.Ho avuto modo,per motivi professionali,di parlare con una ragazza tossicodipendente la quale era convinta dell’esistenza di due modalità di essere “tossici”,quelli che fumano senza bucarsi sono considerati una categoria superiore,di furbi che non cadranno nel tunnel della tossicodipendenza.È necessario incontrare i ragazzi,dare informazione,battersi contro la normalizzazione e l’assuefazione generale.Difendiamo la vita dei nostri figli.
Io dico solo una cosa. L’integrazione non ci sarà mai ma nn perché noi siamo intolleranti. Xchè loro nn vogliono per motivi religiosi e culturali e quindi nn si sentiranno mai parte di questo paese. Semplice e nn fa una piega.
Macerata…..Corridonia……politica debole e corrotta con facile accoglienza e quindi terreno fertile per barbari che vanno a colpire il lato piu’ debole della nostra societa’: i giovani con la droga
I buonisti che tanto li difendono che dicono??
Si stanno integrando.. Nn siate razzisti.. Sono una risorsa per noi italiani che tra poco crepiamo di fame!
o poverini scappano dalla guerra che volete che sia. Oltretutto adesso dobbiamo anche mantenerli. Mi sembra che venivano a Macerata non solo perchè si era sparsa la voce che si otteneva facilmente i documenti ma anche per la facilità di metter su una attivita commercile
Ringraziamo i nostri cari politici che li accolgono a spese nostre
Nn ciò parole….tanto ki ce guadagna è sempre lo stato!!Io cio paura pe li figli nostri….!!
Chiedo scusa ai commentatori, ma l’articolo non concerne il problema dell’integrazione dei pakistani nel nostro sistema economico e sociale, che è un argomento molto più vasto e meritevole di specifica analisi. L’articolo riguarda solo quella frangia minoritaria di pakistani che vendono la morte trafficando con l’eroina.
gli imprenditori stranieri pagheranno le future pensioni? forse si!!!!
Poche polemiche e basta populismo. Le leggi ci sono e vanno fatte rispettare. In galera. Punto.
certi parroci continuano a dire che bisogna ospitarli, questi pakistanti…
All’era della giustizia misericordiosa seguirà l’era delle giustizia vendicativa.
I principi coranici sono incompatibili con quelli della civiltà occidentale; perciò, non è possibile alcuna integrazione.
Avv: Bommarito, i pollicioni al suo commento n.4 evidenziano che le persone sul binomio eroina/pachistani, una analisi se la sono già fatta. Del resto stiamo attraversando momenti particolarmente infelici sotto tanti aspetti, quelli politici soprattutto, alla cui incredibile follia ( vedi le menzogne renziane, le trasformazioni insensate e sospette di Cerisciuoli appoggiate sfacciatamente da medici collaborazionisti e manager arrivisti ecc. ecc. ecc. ecc. ecc. continua: ecc. ecc. ecc…..) si da giustamente la causa di tutto. E’ assolutamente impossibile sostenere le idee di ognuno che prende le redini di un partito alquanto malato se non per necessità comuni per i politici attivi quali stipendi faraonici e tutti gli intrallazzi connessi. Quindi l’ipocrisia degli attuali governanti capi e capetti non necessita di tante spiegazioni per essere dimostrata vista la chiara evidenza con cui viene espressa. Tornando all’eroina, che sembrava quasi scomparsa e comunque surclassata dalla cocaina sta riprendendo piede anche per la facilità con cui comincia a trovarsi. Riguardo alla sua pericolosità posso dire che quasi tutti i miei amici e moltissimi conoscenti sono morti per annessi e connessi all’uso dell’eroina. Lasciamo perdere i motivi per cui si inizia a fare uso dell’eroina, sennò bisogna scrivere un trattato già scritto e riscritto. Volevo solo sottolineare quello che lei ha già scritto nell’articolo e l’ingenuità di credersi furbi come indicato dalla Signora M.G. Pierluca nel commento n. 1. Molti, anche per paura dell’ago cominciano con lo sniffarla e fumarla. Ma dopo un po’ l’effetto diminuisce, quindi o si hanno molti soldi o si ricorre alla ” spada ” che sembra essere tutt’altra cosa per gustarne l’effetto. A questo punto, la storia è già stata scritta ed è pronta per essere riscritta tale e quale. E lei Avv. Bommarito ha vissuto in prima persona l’orrore di vivere come genitore la convivenza con l’eroina e visto il degrado fisico, psichico e soprattutto morale a cui porta l’uso della stessa in quelli che ne fanno uso. Questo commento l’ho scritto per dire che sono perfettamente d’accordo con lei per l’articolo e che capisco benissimo i timori di chi ha figli e vede che tra chi fa settemila kilometri per venire in Italia non per cercare un lavoro sempre più improbabile nonostante le menzogne a cui facevo riferimento sopra, ma per spacciare eroina a cui poi chiaramente si possono aggiungere anche quelli che trovandosi in difficoltà economiche vedono nel mercato della droga un redditizio rifugio.
Se si mandano 25 chili di eroina perfino in un piccolo centro come Macerata è verosimile che le motivazioni non siano solo economiche ma anche ideologico-religiose, soprattutto ideologico-religiose… nessuna azione militare, nessun attentato terroristico ha gli effetti devastanti della droga su una popolazione nemica e l’Islam è guerra santa, è nato come guerra santa, è costretto a pensarsi come guerra santa altrimenti scomparirebbe, non avrebbe nessuna ragione di esistere.
Ma non si potrebbero distruggere queste piantagioni, gradualmente ma nel giro di poco tempo? Va detto anche che non solo i fornitori sono insospettabili, ma anche parte dei clienti.
Più di una volta sono stati visti trafficare in gruppi numerosi mesti e guardinghi per i campi nella zona di corridonia, chiamate le forze dell’ordine ma non si è mossa una foglia..
In passato si è constatato che il Napalm o Agent Oange possono esser usati per eliminare dall’alto (e con pochi rischi) della vegetazione.
Con i satelliti non dovrebbe essere così difficile individuare qusti grossi “giacimenti” di droga: senza impiegare truppe sul campo si potrebbero benissimo eliminare, queste coltivazioni, impedendo così il commercio….
Quindi la domanda è: ma si vuole impedire veramente questo commercio???
Non muri, ma ponti…….Allah è sempre più grande….
Per Cerasi. La clientela in questo settore è rappresentata anche da gente come professionisti, imprenditori, politici, dirigenti pubblici, parvenus, malfattori. Quindi il mercato lato domanda non è proprio di basso profilo e quindi sollecita l’offerta. E l’offerta prospera.
Se le vastissime piantagioni illegali di papavero da oppio situate in Afghanistan potessero esser distrutte a suon di chiacchiere Macerata e provincia potrebbero senz’altro candidarsi per un ruolo guida nelle operazioni che segnerebbero gloriosamente il passaggio dall’era della giustizia misericordiosa all’era della giustizia vendicativa.