Simone Riccioni e Maria Paola Rosini
Il regista Alessandro Valori
di Federica Nardi
Una telefonata che arriva a sconvolgere la vita di una famiglia, poi un viaggio che ha il sapore del romanzo di formazione alla scoperta di un passato inaspettato, con il dolce profilo delle Marche a fare da sfondo. Ci sono tutti gli ingredienti del successo annunciato nel nuovo film del regista Alessandro Valori, maceratese, che firma insieme al giovane attore Simone Riccioni il soggetto di “Come saltano i pesci”. Una storia inedita con un cast d’eccezione.
Accanto a Riccioni (di Corridonia, al suo primo film da protagonista) anche un’altra marchigiana, Maria Paola Rosini. Diciottenne di Pollenza, Maria Paola ha la sindrome di Down, come il personaggio che interpreta nel film, Giulia. Carisma da vendere e una bravura sul set che aggiunge un valore in più a un film che nasce per raccontare con occhi nuovi la famiglia e la diversità. Con i due giovani attori marchigiani figurano Brenno Placido (Bella addormentata, Tutti pazzi per amore), Marianna Di Martino (Un fantastico via vai, Operazione Uncle), un inedito Biagio Izzo per la prima volta in un ruolo drammatico, Giorgio Colangeli e Maria Amelia Monti. Tradotta in sceneggiatura da Serena De Angelis e Paola Boschi, la pellicola sarà presentata in anteprima nazionale il 30 marzo a Fermo e il 31 marzo al Multiplex di Macerata, per poi essere distribuita in tutta Italia da Multivideo e Mariposa. Per i curiosi invece il 18 marzo alle 18 l’Inner Wheel ha organizzato un incontro a ingresso libero con il regista e con il protagonista Simone Riccioni, nell’aula magna dell’università di Macerata. Domani il film sarà presentato al Comune di Macerata. Il 24 marzo invece è in arrivo in libreria il romanzo omonimo tratto dal film, a firma del protagonista Simone Riccioni e dello scrittore maceratese Jonathan Arpetti.
Un momento sul set
Come nasce l’idea del film? «Da una bella amicizia con Simone Riccioni – racconta il regista Valori – L’ho incontrato la prima volta durante un casting a Roma per un altro film e abbiamo scoperto di essere entrambi delle Marche (Riccioni è di Corridonia, ndr). Insieme abbiamo realizzato il book trailer per il suo romanzo autobiografico “Eccomi”, poi l’idea di scrivere un soggetto insieme. “Come saltano i pesci” è un film che pensa al pubblico, godibile – spiega Valori – e che allo stesso tempo affronta temi importanti come la famiglia, la diversità e il rapporto tra generazioni».
Il trailer del film lascia un grande punto interrogativo sulla trama, la suspence è voluta? «Assolutamente sì. Il film è strutturato come un thriller in cui i protagonisti scoprono se stessi e la loro storia. È anche una riflessione sul tema della famiglia, al centro del dibattito attuale. La famiglia non è solo una forma istituzionale, ma è il posto dove c’è l’amore».
Si è molto parlato del film anche per la giovane scoperta Maria Paola Rosini, che interpreta Giulia, una ragazza affetta dalla sindrome di Down. «Il personaggio di Giulia era un’incognita, poi durante i provini Maria Paola ha spiccato per spontaneità e brillantezza. E per professionalità, data la sua precedente esperienza teatrale. Sono rimasto colpito dalla sua sensibilità, dal suo modo di vedere le cose in modo diretto, spontaneo, mentre noi spesso ci facciamo tanti problemi inutili».
Una prova importante anche per Simone Riccioni. «Simone è un bravissimo interprete ed è stato capace di trasformare grazie al suo entusiasmo l’idea del film in fatti concreti».
Tutte le scene sono girate nelle Marche, come mai questa scelta? «Io dico: diamo un futuro al cinema italiano marchigiano. Questa è la prima volta che lavoravo nelle Marche e mi sono trovato molto bene. La nostra regione ha i set, i professionisti, il tessuto sociale e industriale. Ed è ormai chiara a tutti l’importanza di investire in cultura e territorio. Un film ambientato qui vale più di uno spot, è una grande promozione e fa lavorare tante persone. Ad esempio per “Come saltano i pesci” tutte le scene sono state girate tra Amandola e Porto San Giorgio, tutto con finanziamenti privati e con le risorse umane del luogo (solo il direttore della fotografia non è marchigiano)».
Piani futuri per altri film girati nelle Marche? «Ci sto pensando. L’idea è di lavorare per raccontare storie universali che abbiano comunque un legame con il nostro territorio. Del resto il 90 percento del mondo è provincia. Quello che è interessante in un mondo globale dove siamo sommersi da informazioni è di trovare storie che siano particolari e abbiano in sé le specifiche di un luogo».
Guarda anche la video intervista a Simone Riccioni
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