L’incontro al Claudiani moderato da Bruno Mandrelli
Claudio Orazi in videocollegamento da Cagliari
di Maria Stefania Gelsomini
(foto di Andrea Petinari)
Buoni auspici, buone intenzioni, buoni propositi. La sopravvivenza della stagione lirica maceratese nell’era post-glaciale (perché in questi ultimi mesi i tagli ministeriali del Fus e le risorse perdute nel passaggio di competenze Provincia-Regione hanno di fatto gelato gli entusiasmi di un’Associazione Sferisterio in crescita a dispetto delle innumerevoli difficoltà) è legata sostanzialmente ad alcuni fattori su cui si dovrà lavorare senza mollare la presa di un centimetro: a una riforma del regolamento del Fus, possibile però solo dopo il 2017 in quanto triennale, alla ricerca più insistita di sponsor e mecenati privati – tramite anche lo sfruttamento dello strumento ancora perfettibile dell’Art Bonus, che al 15 ottobre 2015 ha già messo in circolo 57 milioni di euro in campo nazionale – e infine, come ha augurato Claudio Orazi in collegamento via skype da Cagliari, a un cambio di visione, di prospettiva, che rilanci l’arena lirica maceratese a livello non solo regionale ma nazionale e internazionale come merita. Di questo si è discusso ieri sera all’hotel Claudiani nella tavola rotonda organizzata dal Circolo Aldo Moro presieduto da Piergiorgio Gualtieri e dal Club della Rosa sul tema “Le eccellenze culturali e dello spettacolo, la diminuzione delle risorse, il ruolo di Macerata Opera Festival nella realtà regionale”. Al tavolo dei relatori, moderati da Bruno Mandrelli, il neo-sovrintendente del Mof Luciano Messi, l’onorevole Irene Manzi (componente della Commissione cultura alla Camera), l’assessore regionale alla cultura Moreno Pieroni, il presidente regionale dell’Arci Massimiliano Bianchini e (video collegato) il sovrintendente dell’ente lirico di Cagliari Claudio Orazi.
Luciano Messi
Ma finché non sarà portata a termine la imprescindibile revisione statutaria dell’Associazione Sferisterio, prevista verso la fine del mese di marzo, e finché non si conoscerà il suo assetto futuro, quelle di ieri sera restano belle parole. Resta un buon segnale il fatto che l’incontro, in cui si è notata l’assenza (giustificata?) del Comune, sia stato molto affollato, con la partecipazione di numerosi politici locali e addetti ai lavori. Seduti in platea c’erano fra gli altri il rettore dell’università di Macerata Luigi Lacchè, Francesco Acquaroli, Angelo Sciapichetti, Alessia Scoccianti, Giulio Silenzi, David Miliozzi, Ninfa Contigiani, Paolo Manzi, Mauro Perugini, Luigi Ricci, Luigino e Rodolfo Craia, Stefano Giustozzi del Gal.
La costituzione dell’Associazione Sferisterio tra Comune e Provincia di Macerata fu allora un esperimento pioneristico e unico in Italia, dovuto a motivi contingenti, come la necessità di rafforzare i rapporti con l’ente Provincia, ma anche una felice intuizione politica, che permise di avere uno strumento che potesse governare in maniera agile. Con la prossima dipartita della Provincia è ovvio che verrà a mancare uno dei due soci e si corre il rischio di tornare all’antico, ovvero a una gestione troppo (o soltanto) municipalistica.
Massimiliano Bianchini
Il vero problema è la diminuzione delle risorse, e allora che fare? Continuare a mantenere i conti in equilibrio sì ma senza ridurre l’offerta, innescando così una spirale asfittica che negli ultimi anni l’Associazione Sferisterio è riuscita a interrompere. Come ha sottolineato Messi “la sfida oggi non è sulla spesa ma sui ricavi. Siamo su un crinale e dobbiamo battere in maniera più efficace strade già battute e ricercare strade nuove”. Quindi, per quanto riguarda il privato, si lavorerà sulla biglietteria, che porta al Mof oltre 1 milione di euro ogni anno su un bilancio di 3,5 milioni, e se finora il teatro si è riempito per il 90 per cento si cercherà di riempirlo al 100 per cento. Si lavorerà ancora sugli sponsor, che hanno portato negli ultimi anni 500mila euro, si lavorerà affinché l’Art Bonus, divenendo strutturale, diventi anche più efficace, si lavorerà sulle attività aggiuntive come l’organizzazione e il noleggio di spettacoli in altri teatri e le tournée.
Irene Manzi
Quanto al pubblico, afferma Messi “è sul Fus la vera battaglia dello Sferisterio, della città e di tutte le istituzioni”, perché il regolamento non tiene alcun conto delle caratteristiche del nostro teatro, all’aperto e stagionale. Insomma, dopo aver scompattato, limato e ottimizzato i costi, voce per voce, ora si rende necessario fare lo stesso per le entrate. Non si può non tener conto del fatto che lo Sferisterio riversa il 70 per cento del proprio bilancio sul territorio (40 per cento fra Comune e Provincia, e il restante 30 per cento in Regione) e che l’indotto turistico nelle Marche è attivato per quasi il 50 per cento dall’attività culturale. Irene Manzi ha puntato l‘attenzione sulle possibilità offerte dall’Art Bonus, non solo per i grandi imprenditori, ma anche per privati cittadini ed eventuali azioni di azionariato per un mecenatismo più diffuso, che ricalchi la tradizione dei cento consorti: “Uno strumento partito in sordina e con margini di ampliamento, che non può di certo sopperire al progressivo calo dei finanziamenti ma che ormai si è stabilizzato e può essere richiesto per progetti specifici”. Quanto al Fus, la Manzi conferma l’impossibilità di intervenire su un regolamento in vigore, ma conferma l’attenzione del Ministero e il tentativo di correttivi in corsa per rimodulare le percentuali che tengano conto delle specificità dello Sferisterio. Di sicuro è stato istituito un tavolo tecnico fra Mibac e Agis per intervenire sul prossimo regolamento triennale.
Per Massimiliano Bianchini il punto cruciale della discussione è la riforma dello statuto, che dovrà modificare sostanzialmente il ruolo dello Sferisterio negli anni a venire, e diventare “il faro del nostro territorio, con un rapporto ampio con gli altri Comuni del territorio provinciale. Negli anni ’80 e ’90 la Provincia a volte prendeva il posto dei Comuni e finanziava tantissime attività, ora la difficoltà è generale, non solo dello Sferisterio”.
Parte all’insegna delle buone intenzioni anche l’intervento dell’assessore Pieroni: “Dobbiamo mettere in campo tutti gli strumenti che permettono di sopperire alle criticità economiche e che a lungo termine posso dare risposte importanti”, il quale rivela poi che la giunta Ceriscioli, per sensibilizzare e diffondere una maggiore conoscenza fra gli imprenditori dell’Art Bonus, ha pensato di organizzare a fine febbraio un incontro con l’ordine dei Commercialisti delle Marche tramite lo strumento operativo ministeriale Arcus (Società per lo Sviluppo della Cultura, dell’Arte e dello Spettacolo): i commercialisti dovranno insomma fare da tramite presso i loro clienti e convincerli ad utilizzare questo strumento ancora poco utilizzato. Rassicurante Pieroni quando afferma che quello di Macerata è un “patrimonio storico, culturale e musicale così forte a cui la Regione Marche non può rinunciare”, e a proposito della necessità di una riforma dello statuto dell’Associazione Sferisterio, che “dovremo ripartire con un progetto che veda coinvolta non solo tutta la città ma l’intera regione”. Tra gli strumenti attualmente a disposizione indica la creazione di fondazioni, in cui magari coinvolgere anche soggetti privati e direttamente le due università di Macerata e Camerino che già siedono nel Cda”. Ma la Regione Marche come può essere coinvolta? “Abbiamo un progetto che sicuramente terrà conto di Mof e Rof, due grandi peculiarità. Siamo vicini allo Sferisterio, che avrà un ruolo importante, e siamo pronti al confronto con l’amministrazione comunale”.
L’intervento di Claudio Orazi si apre con una dichiarazione d’amore: “Il mio cuore è a Macerata e allo Sferisterio, lì ho un ricordo grandioso e di grande affetto”. Ripercorre poi la storia della costruzione di quello che definisce “un teatro vero, non precario, che acquisisse conoscenze, che formasse uomini di spettacolo e grandi professionalità. Se oggi ci sono uffici, tecnici, macchinisti, attrezzerie, laboratori di costumi è perché sono stati creati in un arco di tempo lungo e convinto”. Cita il maestro Lorenzo Bavaj e la sua squadra di maestri collaboratori, cita il coro lirico marchigiano Bellini, l’Orchestra Filarmonica Marchigiana, la banda Salvadei, la Rassegna di Nuova Musica di Stefano Scodanibbio, a cui sono stati assicurati non solo lavoro ma sopravvivenza nel tempo. Riafferma con orgoglio l’utilizzo delle migliori risorse cittadine, formatesi al fianco dei grandi registi, musicisti, scenografi, con la collaborazione di università e Accademia. Perciò, sostiene Orazi “la sfida è sì sulle risorse, ma è soprattutto sulla visione, la visione di un teatro che in sé una dimensione internazionale come pochi altri, sulla vocazione e sul ruolo. Il circuito lirico marchigiano può essere una vetrina e un’opportunità, ma lo Sferisterio dovrebbe avere un’interlocuzione diretta con Regione e Ministero, perché il teatro e la città sono in credito verso il sistema nazionale e devono essere ripagati dell’azione pioneristica svolta in ogni settore, dall’economico al sociale: abbiamo dato tanto al sistema nazionale purtroppo non siamo stati ricambiati. Auspico una riforma integrale, che riguardi tutti i teatri italiani e premi non solo le eccellenze ma anche le grandi realtà non centrali”.
Bruno Mandrelli
Perciò oggi le Marche e Macerata non possono perdere un altro treno (dopo quello, glorioso, della lirica dei cosiddetti anni d’oro): quello del laboratorio del turismo digitale lanciato dal ministro Franceschini. Orazi ci tiene a ribadirlo: “lo Sferisterio, nella sua lunga benemerita storia ultra cinquantennale ha avuto una leadership a livello nazionale internazionale e bene farà la Regione in questo momento di traslazione, ad essergli vicina. Barcamenarsi non basta, ci vuole un colpo d’ala e un urlo: Macerata c’è!”. Questa nuova visione deve essere tradotta, conclude Orazi, in uno statuto che deve essere al passo con l’Italia e soprattutto con l’estero. Messi conferma che “lo statuto verrà aggiornato nel migliore dei modi col massimo profitto per tutti” e che “sarà proiettato a livello nazionale e avrà rapporti diretti col Ministero, con gli altri teatri e le fondazioni lirico-sinfoniche, e lo scenario internazionale”. La chiusura beneaugurante spetta a Pieroni: “le parole di Orazi stimolano tutti noi che abbiamo ruoli istituzionali a far sì che l’Associazione Sferisterio continui ad avere gli stessi risultati avuti sinora. Lo Sferisterio sarà al centro dell’attenzione regionale e nazionale, e noi siamo pronti a condividere qualsiasi percorso si intraprenderà.” Ora la parola passa al nuovo statuto.
***
Una foto che ha scatenato un putiferio, quella postata sul profilo Facebook dell’Associazione Sferisterio, due principi dei cartoni Disney che si baciano nel giorno della manifestazione nazionale per le unioni civili. Il caso ha provocato oltre a molti commenti di lettori anche un’interrogazione comunale (leggi). L’associazione si scusa con una nota:
«In riferimento agli articoli apparsi sulla stampa l’Associazione ribadisce che il proprio sito internet ha lo scopo di promuoverne l’immagine, presentare gli spettacoli dei Festival e favorire la vendita dei biglietti, tenendo una linea editoriale assolutamente istituzionale. Le pagine social hanno anche lo scopo di alimentare il dialogo con il pubblico e in questo senso possono pure toccare argomenti di attualità, ma senza mai sconfinare nella disputa politica. Di conseguenza il post pubblicato sabato sera dall’azienda Esserci comunicazione, responsabile della comunicazione e del marketing, non risulta adeguato perché esula dalla finalità istituzionali dell’Associazione».
Piergiorgio Gualtieri
Angelo Sciapichetti
Luigi Lacchè
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Un’associazione pubblica comunale che prende posizione su un tale tema. Ma tutti la pensano così? Queste strumentalizzazioni sono veramente vergognose. Chi è stato se ne assuma le responsabilità con il nome ed il cognome di fronte alla cittadinanza.
Statuto dello Sferisterio, veste giuridica e risorse da trovare sono questioni urgenti e importanti ma vanno legate ad altre come la qualita’ artistica e musicale, che richiede investimenti ma non si compra alla fiera pur preziosa del Fus e dell’Art Bonus; il rapporto con la citta’, piu’ complicato e teoricamente stimolante di quello con le istituzioni; il nuovo ruolo dei privati, per un mecenatismo del denaro, delle idee e della partecipazione al controllo e alla gestione.