Quei migranti lasciati a morire di freddo

IL COMMENTO - Sedici pakistani allontanati questa sera da piazza della Libertà e costretti a trascorrere la notte non si sa dove con temperature bassissime e qualche coperta per riscaldarsi. C'è qualcosa che non va
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Pakistani accampati questa sera in piazza della Libertà

 

pakistani in piazza macerata 9 dicembre (6)

(Foto di Lucrezia Benfatto)

di Gianluca Ginella

Cinque gradi, una umidità che penetra nelle ossa e la nebbia che avvolge una notte rigida di dicembre. In questa fredda notte sedici pachistani dormiranno in strada. Dove, non lo sanno. In qualche posto al coperto, sperano, in qualche garage se va bene. Fino alle 21,30 sono rimasti accampati di fronte alla questura di Macerata, avvolti nelle coperte si sono coricati per terra, tremanti, in attesa, probabilmente, che passi la notte il più in fretta possibile (leggi l’articolo). Poi sono stati invitati ad allontanarsi da piazza della Libertà, dove passa molta gente, dove si affacciano tante finestre, ma dove nessuno li ha notati. Così la solidarietà e l’accoglienza, quando devono diventare cose reali e non soltanto parole, a Macerata sono naufragate. Magari non importa a nessuno, perché non è gente di qui, non sono nemmeno europei. Eppure hanno una pelle, che trema per il freddo. Da qualche parte stanotte si coricheranno a dormire avvolti in una coperta che li fascia fino sulla testa. Il Belpaese è lontano. C’è solo una nebbia che avvolge tutto stanotte e forse è quella che rende ciechi. O forse no, perché poco più di un anno fa la storia si era ripetuta uguale.

pakistaniEra il 14 novembre e 7 afghani dormivano da due giorni in piazza della Libertà. Ma nessuno se n’era accorto (leggi l’articolo). Ed è successo altre volte, con i tanti migranti accampati in via Prezzolini, davanti all’ufficio immigrazione. Certo è che sono moltissimi i richiedenti asilo arrivati in provincia nel giro di pochi mesi, così tanti da rendere difficile trovare soluzioni per le istituzioni che hanno difficoltà a dargli un posto dove stare. Se questo è vero, lo è altrettanto che non si possono lasciare 16 persone in mezzo ad una strada, quale non si sa, a dormire al freddo. Bisognerebbe provare a prendere una coperta e a cercare un posto dove riposare un po’ in una notte gelata dove le mani e il viso si ghiacciano anche solo facendo una passeggiata. Magari a stomaco vuoto, perché i 16 pakistani, arrivati in città il 4 dicembre, dicono di non avere mangiato nulla da ieri. In questura, prima di invitarli ad allontanarsi dalla piazza, gli hanno detto che «maybe tomorrow (forse domani)» risolveranno la loro situazione. Forse, però. E comunque ci sono molte fredde ore prima di domani. Ore brevi per chi ha un posto caldo dove stare e un letto ma che lo sono un po’ meno per chi queste cose non le ha. Per chi si affaccia dalle finestre sulla piazza c’è il tempo delle inaugurazioni e delle cerimonie, c’è il tempo degli incontri istituzionali ma dovrebbe esserci anche il tempo per non lasciare la gente a morire di freddo. Anche se non sono italiani, anche se non ci dovessero piacere. La cosa più triste non è il freddo di questi 16 pakistani ma che nessuno, o quasi, ci abbia prestato attenzione. E di sicuro, dove stavano accampati stasera prima di essere allontanati, non è piazza della solidarietà.

pakistani in piazza macerata 9 dicembre (3)

(Foto di Lucrezia Benfatto)



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