di Alessandra Pierini e Matteo Zallocco
La notizia del “comando” concesso dall’amministrazione provinciale di Macerata al proprio dipendente Francesco Comi, funzionario della Provincia e segretario regionale del Pd, per consentirgli di lavorare in Regione Marche, come dallo stesso desiderato ed in accoglimento di una richiesta dell’ente guidato dal presidente Luca Ceriscioli, ha innescato una dura replica dello stesso ex consigliere regionale e dirigente di partito (leggi), ma pur confermando l’uso tecnicamente improprio che abbiamo fatto nel titolo del termine “ricollocato” non possiamo che continuare il nostro lavoro di informare raccontando fatti. Il primo resta, Comi vola in Regione, non è il primo? Sicuramente il più noto e influente essendo il segretario del Pd. Il partito che governa i due enti, la Provincia e la Regione. A volte i fatti sono anche politici e i politici si difendono minacciando querele. Fare un giornale è difficile senza urtare la politica e avendo solo i cittadini come potere forte. Il caso che ha fatto arrabbiare Comi, e anche il segretario generale della Provincia, Silvano Marchegiani, racconta di un dipendente provinciale che si trasferisce in questi giorni da un Palazzo all’altro dopo che lo scorso 28 settembre si erano creati i presupposti per il via libera: lo spostamento dal servizio risorse umane ai servizi sociali per mobilità interna. Questo si trova scritto nella delibera da cui abbiamo attinto nella prima notizia e che trovate qui allegata (Delibera di Giunta n. 228/2015). Poi il suo disappunto si riferisce anche ai tanti commenti dei lettori definiti offensivi dal Renzi marchigiano, chissà se quello fiorentino ne riceve di diverso tenore. Fare il politico di questi tempi non è facile, l’astio della gente è tale che anche se il nostro Francesco, non Bergoglio ma Comi, avesse vinto il Nobel per la Pace, sotto la notizia alcuni avrebbero manifestato il loro dissenso.
La replica dell’interessato non si è limitata a questo aspetto tecnico, inserendo altri elementi che non chiariscono completamente la vicenda. Per rispetto dei nostri lettori cerchiamo ora di ricostruire i fatti come avvenuti.
Francesco Comi dal 2002 è dipendente della Provincia di Macerata, quale vincitore di un concorso pubblico per funzionario amministrativo. Quando assunto viene collocato ai servizi generali, nella segretaria della Provincia e vi rimane formalmente assegnato dal 2002 al 2004 quando ha ricoperto il ruolo di vice sindaco del Comune di Tolentino e tutti gli 11 anni in cui lo stesso, rivestendo l’incarico elettivo di consigliere regionale (è entrato in assemblea legislativa nel 2004 in coda di legislatura per poi restare in carica per due mandati), viene collocato in aspettativa. Scaduto dal mandato di consigliere regionale, Comi l’estate scorsa torna a lavorare in Provincia nel posto per lui doverosamente conservato in organico e viene assegnato alle Risorse umane.
La Regione Marche, con due diverse lettere, invia alla Provincia una richiesta di “comando” per Comi e per un altro dipendente provinciale Paolo Pinciaroli. La pratica però inizialmente non prende il rapido avvio desiderato. Mentre per l’altro dipendente provinciale non ci sarebbero problemi sul piano formale a concedere il “comando” in Regione, essendo egli addetto ad un ufficio che svolge funzioni non fondamentali secondo quando previsto dalla cosiddetta riforma Del Rio sul riordino delle Province, per Comi è la stessa Regione a porre indirettamente un ostacolo. Una delibera della Giunta regionale (la numero 485/2015), consente, infatti, i “comandi” del personale delle Province solo per i dipendenti “non adibiti alle funzioni fondamentali” di cui alla legge Del Rio.
Essendo Comi addetto a funzioni fondamentali dovrebbe quindi rimanere a lavorare in Provincia.
Il 28 settembre scorso però l’ostacolo è superato. In quella data con ordine di servizio il segretario generale della Provincia, Silvano Marchegiani, trasferisce Comi ai servizi sociali, cioè in un ufficio che svolge funzioni non più fondamentali per la Provincia e il cui personale diventa automaticamente “ricollocabile” in Regione o altri enti. Questo ordine di servizio è stato reso possibile da una procedura di mobilità interna stabilita preventivamente dalla Giunta provinciale il 15 settembre con delibera n. 212 (fino a ieri non ancora consultabile sul sito e all’Albo pretorio dell’ente) a cui Comi ha aderito con una domanda. Con lui sono stati spostati nei servizi non fondamentali altri 11 dipendenti ma Comi è il solo ad essere stato richiesto per un ruolo di comando, inteso come istituto amministrativo e non come “comandare” secondo l’interpretazione data alle nostre parole dal segretario regionale tramite il suo avvocato.
La delibera della Giunta provinciale del 6 ottobre scorso non spiega di più, limitandosi a dare atto che a seguito dell’ordine di servizio del 28 settembre Comi “……è addetto prevalentemente ad una funzione non fondamentale; quindi si può ritenere la figura passibile di comando…”.
Di conseguenza, con la stessa delibera del 6 ottobre, pubblicata sul sito e all’Albo pretorio due giorni dopo, la Giunta composta dal presidente della Provincia Antonio Pettinari, dalla vice presidente Paola Mariani e dagli assessori Giorgio Palombini, Leonardo Lippi e Giovanni Torresi, “concede l’assenso al comando presso la Regione del dipendente Francesco Comi”.
E per l’altro dipendente richiesto contestualmente in “comando” dalla stessa Regione? La Giunta provinciale il 6 ottobre soprassiede alla richiesta. Lo fa non perché lo stesso dipendente non gradisca il comando, come lascerebbe invece intendere la nota scritta dall’avvocato Vallesi per conto di Comi, bensì perché “non ritiene di assentire alla richiesta di attivazione del comando” poiché – da quanto si legge nella delibera della Giunta provinciale n. 228 – “… lo stesso è impegnato nello svolgimento e completamento di importanti procedimenti quali la Raci 2015, la liquidazione della società Rinascita e Sviluppo Srl e il completamento di progetti di educazione alimentare…”.
Questi i fatti che per dovere nei confronti dei lettori CM ha voluto cronologicamente ricostruire, senza alcun intento di colpire personalmente Francesco Comi e il Partito Democratico. Come già in precedenza, in casi diversi da questo ma accomunati dall’appartenenza politica, abbiamo sottolineato le procedure pur legittime ma di dubbia opportunità relative agli incarichi assegnati in Regione ad esponenti democrat quali Sara Giannini e Daniele Salvi (leggi l’articolo). Quello di Comi – che da domani inzierà il suo lavoro ad Ancona – invece non è un incarico ma resta comunque un fatto di pubblica rilevanza.
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Commenta la vicenda di quello che definisce “l’irresistibile Comi” l’esponente del M5S Daniela Diomedi: «In Provincia qualche dipendente è più uguale degli altri, tanto da riuscire, unico tra cento e più persone, ad ottenere un comando in Regione, unico tra almeno una dozzina di suoi colleghi in analoga situazione.
Ci risulta che per il dipendente in questione sia stata messa a punto una mobilità interna per poterlo inserire in una funzione che potesse garantirgli agevolmente il transito tanto da risultare primo e, per ora, unico a riuscire nell’approdo “provvisorio” in Regione. Ovviamente in ragione della provvisorietà sono state aggirate tutte le norme sulla mobilità che, per i dipendenti “normali”, debbono rispettare l’evidenza pubblica. Forse non si sentirà la sua mancanza tra i ranghi che lascia, visto che, con tutta probabilità, in considerazione del suo impegno politico, la produttività di impiegato non sarà stata certo “irresistibile”. Al di là delle polemiche viene il dubbio che a questo signore sia garantita la possibilità di continuare a lavorare per il partito a spese della collettività. A pensar male si fa peccato ma – come diceva quel Tale – qualche volta ci si azzecca. Aspettiamo “un colpo” dai sindacati».
La risposta dei sindacati arriva attraverso il segretario generale Fp Cisl Marche Luca Talevi: «Non importa a questo punto del confronto chi parte per primo ma solo che si definisca e vada in porto nei tempi stabiliti con l’assessore Fabrizio Cesetti e lo stesso presidente Upi Marche Antonio Pettinari l’allocazione dei lavoratori che seguono le funzioni che non rimarranno in Provincia.
La Cisl ha piuttosto espresso molti dubbi sulle capacità economiche delle Province dal 2016 a poter garantire le funzioni fondamentali in materie come strade , ambiente e scuole se permarranno gli attuali pesanti tagli, chiedendo alla Regione una attento confronto sul tema con i cinque presidenti provinciali.
Ecco perchè nella fase avanzata delle trattative in cui ci si trova e con le liste predisposte, è importante non la “classifica” di chi transita prima ma bensì che entro il mese di ottobre ogni lavoratore delle cinque province marchigiane sappia con esattezza il proprio futuro occupazionale».
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Alla luce della perfetta ricostruzione dei fatti effettuata da Cronache Maceratesi, non c’è dubbio che Francesco Comi abbia realizzato uno splendido autogol, intervenendo maldestramente e pesantemente contro coloro che, ponendo in essere il reato di lesa maestà, hanno osato attribuire a privilegi e favoritismi il suo rapidissimo volo verso Ancona, per lui indispensabile ai fine di poter meglio gestire il proprio incarico di segretario regionale del PD (per essere più precisi e aderenti alla realtà, per consentirgli di proseguire nella sua serie continua di giochetti e di alchimie finalizzati a mantenere il più a lungo possibile la guida di del sempre più sconcertato PD regionale, almeno sino a quando, per i suoi “meriti”, non gli sarà garantito un seggio nelle prossime elezioni politiche).
E’ evidente, infatti, che il comando di Comi su Ancona è stato reso possibile, complice la Provincia, dal suo passaggio a funzioni non fondamentali, graziosamente concesso in tempo record dall’ente provinciale, rimuovendo così l’ostacolo che sino ad oggi aveva impedito il raggiungimento dell’obiettivo tenacemente perseguito dal giovane “leader” (che da tempo ci stava provando, e pure senza sprezzo del ridicolo, come quando, appena ritornato in servizio, provò a sostenere la tesi secondo cui, nei dieci anni di consigliatura regionale, aveva maturato oltre 400 giorni di ferie e permessi), e consentendogli di bypassare i tempi lunghi della ricollocazione di tutti gli altri dipendenti provinciali, buona parte dei quali ancora nemmeno conosce il proprio prossimo destino..
Insomma, se non è zuppa è pan bagnato e Comi può essere quindi senz’altro annoverato a pieno titolo nell’elenco dei grandi favoriti e privilegiati del PD (insieme alla Sara Giannini, pagata a peso d’oro quale consulente economico del Presidente Ceriscioli), che nelle Marche si fanno beffa dei grandiosi ed altisonanti principi di buon governo proclamati a voce, ai danni di migliaia di giovani disoccupati o al massimo impiegati in lavori precari e sottopagati.
La cosa strana è che nessuno nel PD regionale e provinciale dica a Comi che questi atteggiamenti nuocciono fortemente al ruolo ed all’immagine del partito e lo ridicolizzano agli occhi della gente, tanto più che condotte così sfrontate vengono proprio dal suo massimo esponente regionale.
Per finire, un’annotazione comica. Francesco Comi, tramite il suo legale, attribuisce i giusti attacchi ai privilegi di cui sopra al tentativo di alcuni criticoni brutti e cattivi che vorrebbero in tal modo mettere in difficoltà l’esperienza di governo del Presidente Ceriscioli, proprio quel Ceriscioli che Comi (colpevole nelle Marche di un vero e proprio renzicidio) ha combattuto in lungo ed in largo, che con tutti i mezzi ha contrastato al momento di formare la giunta regionale (con il bel risultato di una pesante penalizzazione del PD maceratese) e che non vede l’ora di togliersi dai piedi un segretario regionale sempre più imbarazzante.
se si deve far addirittura difendere dal legale….ah ah ah
magari non brillo nella comprensione dei fatti…di certo tra gli interventi di Comi, quello del suo legale e le precisazioni della redazione ho realizzato due cose. La prima è che mentre in provincia ci sono circa 200 dipendenti che non hanno idea di cosa li aspetti Comi invece saltellando con nonchalance da un incarico all’altro, tra una mansione e l’altra, tra una lista degli addetti alle funzioni fondamentali a quelli che non servono a secondo dell’opportunità si è ritagliato un posto sicuro in Regione. La seconda è che sollevare dubbi, porsi domande e pretendere chiarezza e trasparenza equivale ad insultare, infangare e correre il rischio pure di essere querelati….forse questo PD tanto democratico non è e neppure i suoi più importanti esponenti a quanto pare!
sacrosante parole signora Domizi…purtroppo questo modus operandi et vivendi e’ da estendere alla quasi totalita’ di soggetti delle piu’ svariate forze politiche che calcano i palcoscenici da anni..basta farsi un giro nei post su cronache per capirlo…..buon lavoro a lei ed ai suoi colleghi.
Una cosa è certa: Comi da questa vicenda nn ne esce “benissimo”… (termine eufemistico…)
Oggi, la certezza del posto di lavoro ce l’hai solo se occupi un posto con funzioni non fondamentali e se appartieni al partito del sempre più grasso leader. Crozza lo imitava con la faccia da coniglio, adesso chissà a quale animale dovrà fare riferimento, visto l’abbondanza dei ganascioni da ambo le parti del naso.
Comunque incuriosito di sapere quali sono le funzioni non fondamentali, ho trovato che per le Marche sono queste: MARCHE Legge regionale 3 aprile 2015, n. 13 “Disposizioni per il riordino delle funzioni amministrative esercitate dalle Province “. Trasferimento delle funzioni prima esercitate dalle Province alla Regione in materia di: turismo, informazione e accoglienza turistica; beni e attività culturali; trasporto pubblico locale; protezione civile; difesa del suolo; caccia; pesca nelle acque interne; formazione professionale; servizi sociali; farmacie; artiginato. Polizia provinciale e polizia locale fino ad emanazione di norme statali in materia, inclusi i compiti di vigilanza nell’ambito delle funzioni oggetto di riordino. Chissà di quante unità lavorative non fondamentali si avrà bisogno per adempiere a queste ciclopiche funzioni?
Da troppo tempo, in troppi, stanno abusando della pazienza dei cittadini
Per come è ridotto il PD, credo invece che Comi abbia guadagnato un sacco di punto, mostrandosi “più furbo” degli altri. È il nuovo corso della nostra regione, un posto in cui un tempo si considerava fondamentale ed onorevole l’onestà.
Avete votato PD? Allora, di che ti lamenti, o gregge impotente.
Un tempo veniva chiamato “Soccorso Rosso”
Oggi: col regime Renzi stai sempre a galla…
Compagno, tu fatichi e io magno.
Sempre e comunque. Guarda la Giannini…
L’unico ad aver ricevuto due pollicioni rossi. Forse perché chi lavora per la provincia esclusi chiaramente gli operai, crede di avere diritti speciali? A casa come tutti dovresti andare. E quanti altri enti in giro per Macerata e Provincia, hanno al loro interno parassiti per cui non esistono medicine. Anzi le medicine per questi tipi di parassiti, non servono ad espellerli ma a mantenerli al loro posto.
Alle ultime elezioni regionali mi sono preso la libertà di non votare PD.
Non ne sono affatto pentito anzi mi sento molto sollevato di non aver prestato il fianco a certa nuova classe dirigente che ha trasformato il partito in un enorme tubo digerente che ingoia, digerisce ed espelle tutto senza alcuna apparente difficoltà.
Questa sarebbe la nuova classe dirigente che avrebbe dovuto rottamare i vecchi “attrezzi” della politica!?
Hanno solo eliminati i coerenti della vecchia classe politica per sedersi comodamente alla tavola ben apparecchiata ed imbandita.
I vecchi “attrezzi” pur con tutti i loro difetti, errori e talvolta malafede avevano pur sempre un riferimento anche se flebile verso certi principi e comportamenti indiscutibili.
Questi nuovi amministratori rampanti, voraci e figli del ben noto ventennio trascorso in cui tutti i valori positivi sono stati sapientemente vaporizzati saltano sui carri dei temporanei vincitori con la massima tranquillità e convinzione prezzolata.
Prima o poi i conti si pagano e mi auguro proprio che alla prima prova elettorale il “renzismo” che, a livello locale non ha alcuna stratificazione ed aggregazione, si sciolga come neve al sole.
Ma la mia consolazione sarà purtroppo magra perché dovrò assistere allo spettacolo dei “rampanti” che nel frattempo saranno saltati sul nuovo carro vincente con un tempismo olimpionico!
Caro Sperandini, ho sempre votato a Sinistra, poi M5S, ed oggi Lega. Se vogliamo che si faccia alba occorre ridimensionare il PD come è stato fatto con Sel e Berlusconi. Tutta la Casta sta su di una polveriera e aspetta che “ha da passà a nuttata”.
Parlavo all’ospedale con un giovane di 33 anni e la sua mamma. Da due anni non lavora. Fu licenziato per fare posto ad un albanese che veniva pagato la metà di ciò che percepiva. L’albanese non sapeva lavorare. Quindi, dopo un po’, il datore di lavoro lo richiamò al posto dell’albanese, ma alle stesse condizioni di salario dell’albanese. No, lui per 400 euro al mese non ci stava. Anche altre ditte dicono la stessa cosa, tanto se non accetti lo strozzinaggio, fuori della porta ce ne sono decine che chiedono lavoro.
Siamo alla disperazione…
Caro Sperandini, come credi che finirà con questa disperazione e con tutti questi clandestini che arrivano?
Io penso che finirà a schioppettate. A meno che non riusciamo a drogare e a ubriacare tutti quelli che sono alla disperazione, italiani e clandestini che siano…
Caro Compagno Peppe Bommarito, quel partito in cui abbiamo creduto e per cui abbiamo combattuto – il PCI – è finito. Senza più una ideologia, un’etica politica, una prospettiva ideale, lacchè dei potentati statunitensi, silente puntello delle semidittatura di Napolitano, che ha imposto premier senza il consenso elettorale, chi fa politica nel PD pensa solo a mangiare con una mascella allenata. Si tratta solo di farsene una ragione e di mandarli a casa. Magari votando gli oppositori, reali, come Lega e FdI, o fasulli, come M5S, che ormai è il vaso comunicante col PD (vedi legge Scalfarotto e battaglie pro-omosessuali) .
Però se perfino papa francesco ha sostituito all’adulatorio sia lodato gesucristo il più eccitante buonpranzo come formula di saluto, è evidente che stiamo assistendo a una transvalutazione non solo di tutti i valori ma anche di tutti i desideri, i bisogni, le necessità, i significati simbolici. Ormai il mangiare rappresenta nel nostro immaginario rimbambito e rincoglionito l’amore, il paradiso, la grazia dionisiaca. Ormai anche il denaro è diventato cibo. Credo nell’innocenza dei potenti piddioti, non credo nella loro intelligenza, nel loro autocontrollo, nel loro essere mentalmente adulti.
Come film: Mi (co)manda Picone.
Come storica frase: Un uomo (quasi) solo è al… comando.