di Alessandro Trevisani
Il mare attenua la sua furia ma i danni al Lido delle Nazioni restano gravi (leggi l’articolo) e incombono pericoli che potrebbero portarne di molto più pesanti. Si avvicina infatti un’altra forte mareggiata, prevista tra martedì e mercoledì, con la possibilità che oltre agli chalet posti più a sud, cioè Masaya, la Rotonda e soprattutto Mauro, già lesionato e staccato dalla strada per la forza delle onde, venga distrutta anche parte del sistema fognario del sud di Porto Recanati, in un punto, quello adiacente la ferrovia Adriatica, in cui le tubature ricevono liquidi pompati ad altissima pressione. In caso di rotture provocate dal mare lo scenario sarebbe quindi quello di un geyser di liquami aperto e gettante come una sorgente di petrolio, con tutti i crismi dell’emergenza sanitaria e infrastrutturale. Il sindaco Sabrina Montali ha trascorso al Lido delle Nazioni buona parte di giovedì e venerdì notte. «Tuteleremo fogne e ferrovia – spiega il primo cittadino – se possibile applicando altri massi di concerto con le Ferrovie dello Stato».
Scopo preminente dell’amministrazione appare quindi la protezione delle strutture pubbliche, mentre gli operatori lamentano un abbandono a 360 gradi, dopo che dal 2010 sono stati concordati e poi stanziati i famosi 4,2 milioni per il ripascimento, bloccati dalla controversia in cui la ditta aggiudicataria dell’appalto, Dicearco Srl, non ha mai iniziato i lavori dalla firma del contratto 11 giugno scorso, mentre Comune e Regione si rimpallano le responsabilità politiche. In questi giorni non si poteva fare nulla di più? «Ho allertato personalmente la Protezione civile regionale – dice la Montali – il presidente della giunta regionale e il dirigente responsabile Principi». Ma non si è visto un sacchetto di sabbia. «Il Comune non si può fare carico di proteggere le proprietà private – prosegue il sindaco – così stanno le cose e tutti lo sanno molto bene». Via quindi all’intervento d’urgenza di concerto con le Ferrovie, a partire dalle prossime ore.
Interviene anche l’ingegner Salvatore La Galia della Dicearco: «Ciò che predichiamo da giugno si sta puntualmente verificando. Il mutato stato dei luoghi e la realizzazione della barriera radente delle ferrovie stanno provocando il crollo della strada e tra non molto salterà la fognatura in pressione. Non capisco perché non si vuol prendere atto che quel progetto non risponde alle esigenze di quel luogo. Possibile che tutto si deve fermare per la negligenza di un burocrate ? I ripascimenti per essere efficaci si eseguono in zone ridossate e prive di erosione. Ci vogliono le barriere rigide per proteggere la costa, se occorre solo dopo si mette la sabbia». Della situazione sono perfettamente al corrente i politici che si recano in “pellegrinaggio” alle strutture, dopo che da 4 anni esatti si protrae l’odissea di un ripascimento previsto addirittura dal ministro Prestigiacomo (ultimo governo Berlusconi) e che a questo punto, a spiaggia del tutto divorata e col mare che sbatte sulle scogliere radenti delle Ferrovie, apparirebbe favolistico e oltraggioso riproporre. Il consigliere regionale forzista Enzo Marangoni ricorda in una nota che dopo l’adozione della variante al Piano della costa, lo scorso 21 luglio (per Fano, Montemarciano, Potenza Picena, Civitanova, Fermo, oltre che Porto Recanati) sono scaduti i termini entro cui la Regione doveva studiare le osservazioni pervenute e dare il suo parere tecnico. Marangoni ricorda di aver presentato «9 osservazioni per far realizzare scogliere sommerse ed emerse a tutela delle fasce di arenile dove ancora mancano e dove si sono verificati i danni maggiori. Altre osservazioni sono volte alla tutela della strada litoranea che collega Porto Recanati a Numana». Nei prossimi giorni Marangoni farà pressing sulla giunta regionale, per impegnarla a mettere nel più breve tempo possibile all’ordine del giorno dell’assemblea regionale la variante al Piano delle Coste. «Occorre agire subito per evitare che arrivi una nuova stagione balneare già compromessa dall’assenza di spiagge – dice il consigliere – e con danni rilevanti alle strutture commerciali e turistiche del litorale».
Al Lido delle Nazioni ha fatto un sopralluogo in mattinata anche David Favia, segretario regionale del Centro Democratico. «Necessità di monitorare con attenzione in Regione una rapida approvazione della variante al Piano della costa – dice Favia – e di procedere quanto prima alla sua attuazione anche attraverso un accordo di programma con le Ferrovie e con finanziamenti europei e regionali». Nell’immediato Favia raccomanda «L’improcrastinabile necessità che venga dichiarato lo stato di emergenza, anche attraverso ordinanza urgente del sindaco, col quale ho avuto un colloquio telefonico, affinché la Regione e le Ferrovie possano proteggere la costa con scogli da poi utilizzare successivamente per la realizzazione delle scogliere. Centro Democratico – chiude Favia – si attiverà, anche colloquiando con la rappresentanza locale e istituzionale dell’Udc, per un incontro con il ministero dell’Ambiente, affinché sia autorizzato l’utilizzo dei finanziamenti esistenti per l’ormai secondario ripascimento, per la realizzazione principalmente di scogliere e parzialmente del ripascimento». Intanto è aspra la polemica sui social. Su Facebook amici e parenti degli operatori danno la loro solidarietà e sfogano la propria rabbia contro i politici. E Pasquale Telera, che dirige i volontari di Protezione civile del New Social Group, molto apprezzato dalla Montali, discute coi balneari che contestano una sua presunta latitanza, accennando a una situazione generale di conflittualità politica anche nel suo settore. Scrive Telera sulla bacheca della sindaco: «Sigor sindaco, vice sindaco, associazioni di Protezione civile e consiglieri tutti, in qualità di presidente dell’Associazione New Social Group, in qualità di consigliere regionale del volontariato, in base alle continue offese e discriminazioni che si ricevono spesso e volentieri, e che saranno oggetto di attenzione di organi competenti, vi invito a mettere a conoscenza della cittadinanza tutte le problematiche che ci sono state e che ci sono a tutt’oggi nel settore di Protezione civile comunale». Interviene sulla questione anche Marino Camilletti, della Protezione civile comunale: «In queste ore siamo stati ripetutamente presenti su chiamata dei privati che ci hanno sollecitato, mentre giovedì notte ho avuto incarico dall’assessore Dezi di intervenire sul sottopasso sud, durante la bomba d’acqua. Siamo e saremo sul posto ogni volta che il sindaco ci vorrà interpellare».
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ma se costruisci, sulla sabbia, a 2 passi dal mare non ti viene in mente che una mareggiata può portare via tutto??
Tante parole da parte fi tutti ma niente di concreto. Spero che i componenti della Protezione Civile Comunale non avranno da fare i prossimi giorni.