Una cinquantina di poltrone da ufficio, rosse e blu, lungo la provinciale Santa Sperandia a San Severino. Non si tratta di una originale forma di arredo ma di quello che il nostro lettore Simone Marchegiani, autore del ritrovamento, definisce atto di inciviltà; «Pedalando in mountain bike lungo la strada provinciale Santa Sperandia, a San Severino – scrive – mi sono imbattuto in qualcosa che credevo ormai propria solo di certe zone dell’Italia, un cumulo di una cinquantina di poltrone da ufficio gettate sotto un ponte poco dopo la chiesetta di Santa Maria dell’Ospedale, lungo la strada. Non si tratta del solito lancio di un sacchetto fuori dal finestrino dell’auto, ma di una cinquantina di poltroncine da ufficio probabilmente alle quali è stato accuratamente tolta l’armatura in ferro o in plastica, poltroncine in ottimo stato oltretutto.
E’ come se qualcuno avesse gettato la parte che non gli serviva della poltroncina ovvero quella che vedete in foto ed abbia tenuto la parte metallica per poi rivenderla. Dubito che un’azienda che rinnovi il parco sedie, le getti in un torrente, di solito sono oggetti che rientrano nell’ambito dei cespiti ammortizzabili e quindi non smaltibili in questa maniera, magari provengono da un furto e sono state cannibalizzate per ricavarne del ferro da rivendere. Speriamo che le autorità facciano rimuovere al più presto questo sudiciume e che là in mezzo ci sia una qualche traccia ce possa far risalire almeno al proprietario.
L’Italia non risorgerà certo dalle proprie ceneri finchè ci sono cittadini come questi».
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Più che di incivili parlerei di delinquenti
Se sono davvero rubate dev’essere successo da poco. E il ladro non può abitare tanto lontano… quanto può ricavare dal ferraccio di un pò di sedie? Non vale la pena spostarsi per buttare il resto.
Abbandono rifiuti arresto immediato.
…o qualche fabbrica che ha voluto smaltire alla “propria maniera” prodotti fallati (vedi cuciture sotto seduta). I braccioli e le gambe possono sempre esser riutilizzate…
Spero che trovino e ingabbino questo/a/i/e Figlio d.p.
napuleee mille culureeee….
Vorrei precisare che la zona del rinvenimento non è SSeverino Marche ma a confine tra Cingoli e Treia. Infatti la strada Provinciale S Sperandia ed il torrente Rudielle che la interseca ripetutamente fanno da confini amministrativi tra 3 comuni, Cingoli, Treia e S Severino, e in quella zona il confine è Cingoli/Treia, solo la Polizia Municipale saprà derimere la cosa, ma non è importante a chi appartiene il territorio, quanto il gesto incivile che ora verrà riparato a spese dei cittadini che pagano le tasse.
Su chi sia stato non è facile dirsi, ma credo che un lavoro di indagine scrupolosa potrebbe anche riservare qualche sorpresa.
Difficile che una azienda smaltisca i propri mobili e arredi gettandoli nei fossi, sono cose inventariate,cespiti ammortizzabili e quando se ne disfanno perchè ne comperano di nuovi, li danno indietro a chi glieli vende. Questi ultimi potrebbero invece averli dati come inutilizzabili a qualche rigattiere extracomunitario o anche italiano e nel cingolano ce ne sono diversi soprattutto extracomunitari che vanno in giro con camion e furgoni scassati raccogliendo tutto quanto assomigli a ferro e rame per rivenderlo a 4 spiccioli. Infatti dalle poltroncine mancano proprio le intelaiature in ferro guarda caso. Preciso che non solo gli extracomunitari (nordafricani) fanno questo, ci sono anche italiani e gente dell’est europa. Ma purtroppo su questo fronte li vediamo andare in giro con questi furgoni stracarichi a tutte le ore del giorno e della notte, mezzi con scarsa sicurezza stradale, mezzi che se usati da noi italiani, ci ficcano in galera. E non si nascondono nemmeno, basta passare nella frazione di Grottaccia e tenere d’occhio il parcheggio lungo la provinciale, ogni tanto si radunano e da li partono di notte o all’alba, alcuni ducato o affini.
Ai tanti SuperPeriti e SuperInvestigatori chiedo se è possibile rilevare le impronte culitali…..