di Alessandro Trevisani
Anche le Iene si stanno interessando alla situazione del litorale sud di Porto Recanati. L’inviato Matteo Viviani è tornato in città per concludere il servizio dedicato al truffatore recanatese recentemente “incastrato” grazie all’ausilio di un giovane del posto (leggi l’articolo). E volentieri ha accettato l’invito a constatare coi suoi occhi i danni procurati dalla mareggiata di giovedì notte, che ha ingoiato nell’acqua il deposito dello Chalet Mauro. (leggi l’articolo). “Questa è una cosa da fare cotta e mangiata”, è stato il commento di Viviani di fronte agli operatori dei balneari, che lo hanno tempestato di input, documentazione e fotografie. Ce lo riferisce Mauro Antognini, il titolare dello Chalet, che insieme al fratello Marco ha deciso di aprire anzitempo, quest’anno, la stagione, anche e proprio per far fronte economicamente ai gravissimi danni infertigli dal maltempo.
Ma soprattutto è la burocrazia a scatenare la rabbia del comitato L’Unione fa la costa, che raduna gli operatori del litorale, i camping e le abitazioni circostanti. “Sono dieci anni che ci dicono che occorrono due anni per rifare il piano di spiaggia e poterci così dotare delle difese più adatte”, dice Antognini, che manda “un enorme grazie” ai Vigili del Fuoco, che intervenendo sul posto gli hanno permesso di recuperare il 90 per cento del materiale che teneva nel deposito. Addirittura, e lo riferiscono diversi testimoni, venerdì scorso i tecnici mandati dalla Regione avrebbero descritto la situazione come “un problema politico”, indugiando persino in valutazioni sulle preferenze di voto degli operatori balneari.
Sta di fatto che l’accordo di programma Governo-Regione, che destinava alla zona 4,5 milioni per interventi già all’epoca definiti “urgenti e prioritari”, risale al 2010. Di quei soldi circa 3 mlioni e 300 mila euro saranno destinati al più presto al ripascimento della spiaggia gestito dal comune di Porto Recanati, con un bando pubblico il cui appalto è stato aggiudicato, ma fatica a decollare per alcune lacune burocratiche, stavolta pare da parte della ditta assegnataria. La data buona potrebbe essere il 20 aprile, quando tonnellate e tonnellate di sabbia dovrebbero arrivare addirittura dalla Croazia.
Intanto quelli dello Chalet Mauro rispondono all’emergenza rimboccandosi le maniche: domenica 6 aprile alle 20,30 serviranno una cena di solidarietà, indetta da alcuni cittadini di Porto Recanati. Cento posti a tavola per 15 euro, da prenotare su Facebook sulla pagina-evento “Cena di solidarietà per lo Chalet Mauro”. Il menù prevede chitarrine al ragù, pizza al metro, patate fritte, bevande e caffè . Il balneare, che non è in concessione, essendo il tratto di spiaggia su cui è costruito, come gli altri del litorale sud, di proprietà dei titolari, è stato letteralmente mangiato dall’acqua, che negli anni ha divorato la sabbia fin sotto al locale, il quale attualmente si regge grazie ai pilastri.
“Avevamo 50 metri di spiaggia davanti a noi nel 2004, non è rimasto più niente: oggi il mare sbatte con violenza sul cemento armato e sull’asfalto”, racconta Antognini, prendendo a riferimento l’anno in cui fu costruito, all’altezza del Babaloo, il Molo delle Cinque Vele. Il lunghissimo profilo della struttura (circa cento metri infilati nell’Adriatico) è servito a proteggere le imbarcazioni all’ormeggio, ma avrebbe anche creato dei vortici che hanno impedito al mare di sfogare a sud, particolarmente quando il vento tira da nord est. In sostanza le correnti più impetuose, rimbalzando sul molo, hanno, negli anni, mangiato progressivamente la spiaggia da sud a nord, in un modo che è ben visibile dalle nostre foto. E lo chalet, con la sabbia rimasta immediatamente a sud del medesimo, sta fungendo da baluardo per la strada adiacente e per la ferrovia.
Inutilmente alcuni, come il consigliere regionale Luca Marconi (Udc), hanno fatto notare in questi giorni che i soli tratti di spiaggia a resistere all’assalto del mare sono quelli in cui, negli anni ’80, furono collocate le Ferran, le cosiddette Stelle di Ferruccio (dal nome del maestro di scuola recanatese che le inventò): barriere semipermeabili che arrestano l’urto delle onde e filtrano l’acqua, scaricandola a velocità molto rallentata verso la battigia. All’altezza del Lido delle Nazioni i pilastri in pietra trattengono tutt’ora il mare a diverse decine di metri dall’inizio della spiaggia. Non solo: hanno la virtù di essere molto più economici delle scogliere (che costano ben 2750 euro al metro lineare) e più resistenti di qualsiasi ripascimento. Saranno forse le Iene a rispolverare il frutto dell’ingegno locale, e a strappare impegni concreti alle istituzioni?
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A forza di costruire a 10 metri dall’acqua sulla sabbia il mare, piano piano si riprende tutto…
Passano gli anni ma la storia non cambia, continuate a prendere soldi dallo stato per costruire a 5 mt dal mare, secondo me è un gioco che vi conviene e ci guadagnate!!! La colpa è di chi vi finanzia, vi deve pagare i danni e togliervi il permesso di ricostruirci di nuovo.
Prima di parlare e’ meglio che ti informi !!! Se non sai come stanno le cose ,conviene non commentare !!!!!!!!!!!!!!!!!