(In alto la galleria fotografica di Lucrezia Benfatto)
di Alessandra Pierini
«Ora parlerà Buonaccorsi»: così il sindaco Romano Carancini, emozionato ma consapevole di essere protagonista di un evento storico per la città (tanto da confessare di non aver dormito la notte scorsa), ha concluso quello che l’assessore alla Cultura Stefania Monteverde ha definito “un discorso pubblico e non semplici parole”. Il primo cittadino tratta il palazzo come uno di famiglia, ne parla come di qualcuno molto caro e si muove al suo interno come uno di casa. Lo ha fatto stamattina durante l’anteprima per la stampa (leggi l’articolo), lo ha rifatto questo pomeriggio guidando al grido di “Avanti popolo” un maxigruppo di centinaia di persone, accorse per assistere allo storico momento. Tra queste l’ex sindaco Giorgio Meschini, rimasto in piedi, gli assessori, i consiglieri comunali di maggioranza e opposizione, il prefetto Pietro Giardina e l’ex prefetto Vittorio Piscitelli, Tiziana Tombesi attualmente vicario nella prefettura di Perugia, il direttore artistico del Macerata Opera Festival Francesco Micheli, il direttore Amat Gilberto Santini, il rettore Luigi Lacchè e poi il presidente dell’Anci Marche, Maurizio Mangialardi, la soprintendente ai Beni culturali Maria Rosaria Valazzi, il consigliere regionale Angelo Sciapichetti, gli assessori provinciali Paola Mariani e Massimiliano Sport Bianchini, il sindaco di Pedaso, Barbara Toce,, il presidente dell’Istituzione Macerata Cultura, Graziano Ciurlanti, l’architetto Luca Schivaoni e tutte le autorità civili e religiose e quanti hanno lavorato (ben 20 aziende, oltre al personale comunale) per completare l’opera.
Non è stato un giorno come un altro per Macerata che ha respirato una primavera briosa e vitale. Proprio i suoni di primavera, i cinguettii e i suoni della natura hanno dato avvio nel teatro Lauro Rossi ad una cerimonia animata da immagini, parole, musica e racconti alla quale ha partecipato l’intera Giunta, compreso il nono assessore Irene Manzi, come l’ha definita il sindaco, ora onorevole parlamentare.
A dare inizio al viaggio e a presentare l’evento è stata l’assessore Stefania Monteverde: «Macerata è una città fondata sulla cultura – ha esordito –che costruisce sulla cultura il suo vivere civile, il suo sviluppo, il suo welfare, una cultura che non sia un lusso e che riduca il deficit di democrazia. Quello che inizia oggi è un incontro con la nostra straordinaria bellezza, un viaggio con una carrozza ideale che ci porterà dentro palazzo Buonaccorsi. Un viaggio che facciamo idealmente insieme a quanti ci hanno preceduto, insieme a tutta la giunta che ha creduto e investito in questa idea di città. Da oggi abbiamo un museo che è un luogo dove vivere, rigenerarsi, aver cura di sé con occhio particolare alle nuove generazioni a cui vogliamo raccontare il bello che abbiamo”». Ha quindi mostrato le immagini della campagna promozionale della Primavera Buonaccorsi per poi lasciare spazio ai discorsi pubblici.
Il sindaco Romano Carancini con l’onorevole Irene Manzi (ex assessore alla cultura) e Stefania Monteverde, attuale assessore alla cultura
Il primo è stato il sindaco Carancini che ha iniziato citando Giorgio La Pira, noto a Firenze come “sindaco santo”: «”Una città non può essere amministrata e basta. Non è niente amministrare una città, bisogna darle un compito, altrimenti muore” diceva La Pira. Una delle forme che abbiamo scelto per amministrare è il sociale, non come peloso assistenzialismo ma come ricerca di valore in ogni persona. Poi la cultura, la convinzione che la città avesse energia inespressa e repressa che mortificava, non tanto e non solo i simboli culturali in sé considerati fisicamente, ma soprattutto i maceratesi e la straordinaria energia positiva, moltiplicativa, contagiosa, virale che, attraverso quei luoghi, la storia culturale di questa città ci ha donato. E che abbiamo il compito di preservare e semmai arricchire. Sulla cultura posso fare due esempi, lo Sferisterio che la città non recepiva e di cui oggi è innamorata grazie a Francesco Micheli, e la torre civica che entro 400 giorni riavrà il suo orologio. Decidere di investire nel Buonaccorsi non è stato semplice, nè scontato, potevamo guardare altrove, ma siamo certi che Palazzo Buonaccorsi vi parlerà. Io posso solo dire che non è mai stato così bello, così capace di dialogare. Non un luogo silenzioso, polveroso e visitato, ma vissuto, gioioso e frequentato».
Carancini ha poi richiamato il tema della restituzione, già utilizzato per palazzo Legato Filati, per la copia dell’orologio dei Ranieri e diventato a quanto pare il suo cavallo di battaglia: «Servire la città attraverso la politica per noi vuol dire restituzione e apertura agli altri, vuol dire accoglienza sincera a chi arriva». Il primo cittadino ha concluso citando Futura di Lucio Dalla e minacciando di cantarla, ma quando dal pubblico qualcuno ha detto “Per carità” ha proseguito «nel domani del Buonaccorsi c’è una montagna da scalare ma noi ci metteremo a pedalare per farlo. L’obiettivo è quello di restituire l’8 dicembre 2014 anche la collezione di arte contemporanea. Chiedo alla Fondazione Carima che per chiudere il cerchio con un favoloso abbraccio tra palazzo Ricci e Buonaccorsi alcuni dei loro tesori per l’inaugurazione».
Clicca sull’immagine per guardare il video con le interviste e il tour vituale tra le nuove opere di arte antica
Da sinistra l’assessore Marcolini, il sindaco Carancini, la Sfrappini, direttore di Macerata Cultura e Barucca della sovrintendenza
Altro discorso pubblico è stato quello dell’assessore regionale Pietro Marcolini: «Le Marche hanno ricevuto 580 milioni di euro per il recupero dei beni culturali, palazzo Buonaccorsi beneficia di 10 milioni ed è uno dei pochi che risponde a tutti gli standard europei. La cultura non può sostituire le industrie in crisi e l’agricoltura in declino ma può contribuire ad uno sviluppo armonioso del nostro territorio».
Grande apprezzamento quello manifestato da Roberto Grossi, presidente di Federculture (associazione nazionale dei soggetti operanti nella cultura ndr): «Questo è un pezzo di Italia che insegna a non inseguire le emergenze come accaduto a Pompei ma ad avere una visione strategica. Create lavoro, fate un’operazione di educazione e di rilancio del territorio, fate il bene pubblico e create un ponte tra passato e futuro. Con una buona gestione e la creazione di reti, Macerata può dare coraggio ad altri. E’ un’operazione di contemporaneità».
Gabriele Barucca della sovrintendenza ha ripercorso la storia della pinacoteca e ha spiegato la logica seguita nell’allestimento: «Sono certo che palazzo Buonaccorsi – ha concluso – diverrà la porta di accesso alla bellezza della città e di tutto il territorio, una delle provincie più belle d’Italia». Ha analizzato il lavoro fatto e le prospettive future la dirigente comunale e direttore di Macerata Cultura: «Il palazzo avrà futuro fino a quando coinvolgerà la città, non deve banalizzare il proprio ruolo e i propri temi. Il sindaco in questi mesi – ha concluso scherzando – è stato un assillo terrificante, ripetere tutto questo l’8 dicembre non mi rende particolarmente lieta».
Conclusa la cerimonia gli intervenuti si sono diretti a Palazzo Buonaccorsi per il taglio del nastro cui è seguita l’inaugurazione della mostra fotografica “Il lungo lavoro che ha fatto rinascere la bellezza” di Romano Folicaldi con testi di Giancarlo Liuti. E’ iniziata così la primavera del Buonaccorsi che continuerà con grande intensità nei prossimi due giorni, ma che soprattutto ha l’ardito compito di diventare il Buonaccorsi di tutte le stagioni.
(VIAGGIO IN ANTEPRIMA NEL PIANO NOBILE DI PALAZZO BUONACCORSI, GUARDA IL TOUR)
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È vero! Il Palazzo parla! Sono passato lì vicino e mi ha detto: “….ma qui, non fadiga gnisciuùú?”
Vedo poche foto delle opere che sono nel palazzo che sembra molto bello, ma perchè tutte queste foto a persone sconosciute, mettere più in evidenza esclusivamente la BELLEZZA DEL PALAZZO per attirare visitatori.
Furio, effettivamente il quesito si ode distintamente nelle vie adiacenti e riecheggia in tutta la Polis maceratese..! Nel leggere alcune espressioni, come “sviluppo armonico del territorio”, ci si chiede fino a quando potremo sopportare questa retorica. Inviterei sommessamente ad una minore enfasi: non si tratta del Musée d’Orsay ma di un’operazione culturale, certamente importante, ma che in una città come Macerata dovrebbe essere considerata di routine, peraltro sorretta da una comunicazione debole, anonima e illeggibile (e non autoctona).
Infine mi permetto di ricordare alle Signorie intervenute, nonché ai parvenu e alle parvenue della Cultura, che in questa stessa Città ci sono organizzazioni sociali che distribuiscono, giornalmente, pasti ai numerosi disagiati e capita che qualche famiglia telefoni per avere un pacco giornaliero di cibo e poi non passa a ritirarlo perché prova vergogna. Allora da utente di questa città e della Nazione, chiedo un atteggiamento e un profilo un po’ più basso e, soprattutto, un’attenta analisi delle PRIORITA’ del territorio, come faceva REALMENTE il siculo Giorgio La Pira (citato da Carancini) da sindaco di quella Firenze che è divenuta, più tardi, pista di decollo per il nostro Premier …
Taglio del nastro sì, ma preferibilmente anche di nuove attività artigianali, commerciali e industriali, invece di cancelli chiusi e saracinesche abbassate per sempre. Ah già, questo è populismo, pardon!
cordialmente
Credo che il recupero del palazzo Bionaccorsi sia stata una grande avventura amministrativa iniziata con la Amministrazione del Sindaco Maulo e proseguita sino ad oggi con successo . Il palazzo meritava l’intervento per le sue preziosità e per la capacità di divenire un fulcro culturale di non secondaria importanza per la città di Macerata . Bene quindi quanto è stato realizzato che rappresenta il naturale sviluppo di un progetto culturale più ampio che già ha visto le sue prime mosse con il recupero ad opera di privati della Specula e poi della biblioteca civica . Quando si nota che l’azione amministrativa non si muove a caso ma nella prospettiva segnata da un progetto non può che far piacere : significa che ci si muove con intelligenza : Adesso bisogna far si che quel progetto si leghi ed articoli con qualcosa che vada oltre ; è necessario che si faccia strada l’idea di un progetto per la rivitalizzazione del centro storico come centro non solamente turistico -culturale ma come centro di sviluppo di nuovi interessi economici ed urbanistici . Il che non mi sembra facile specie in questo periodo di pericolosa involuzione economica più che di recessione .
@ Giuseppe Pignotti – Nell’articolo precedente trova un tour nelle stanze del piano nobile con foto. Ecco il link: https://www.cronachemaceratesi.it/2014/03/21/larte-antica-rinnova-palazzo-buonaccorsi-in-anteprima-le-sale-del-piano-nobile/443159/
La giornata inaugurale si è conclusa in serata con lo spettacolo di architectural mapping in 3D. Guarda le foto e leggi l’articolo:
https://www.cronachemaceratesi.it/2014/03/22/architectural-mapping-per-la-primaverabuonaccorsi/443522/
@Spalvieri
eh si, ha ragione il suo intervento sembra essere un po’ populista, nel senso che appunto, in maniera fra l’altro confusa, fa riferimento ad argomenti di legittima presa popolare (il disagio sociale) per criticare una operazione, che evidentemente non apprezza a prescindere, senza entrare nel merito. Quale è il problema? Il Buonaccorsi non è il Museo D’Orsay? Senza dubbio, come d’altronde Macerata non è Parigi . Dovrebbero essere iniziative di routine? E come la mettiamo poi con la lista delle priorità a cui si rifà nella seconda parte del suo intervento ? Quelle sarebbero ancora più (se mai lo sono) spostate verso il basso. La verità è che le amministrazioni pubbliche possono difficilmente investire in nuove attività produttive e commerciali ma possono farlo (meglio ancora se con il contributo di terzi) in attività culturali che, come recenti ricerche hanno dimostrato, determinano una rilevante ricaduta positiva sul resto dell’economia (per gli effetti sul turismo, sull’industria creativa etc). D’altronde, almeno per quel che ci dicono i dati, il Comune di Macerata continua ad avere chiaramente in mente la priorità determinata dalla crisi economica e sociale visto che la spesa per i servizi sociali è ben superiore a quella degli investimenti culturali. Quindi ? Io direi che il vernissage di ieri dura un giorno e serve da che mondo è mondo a suonare la grancassa, quel che resta poi è un investimento che può rendere realmente più ricca ed attrattiva la nostra città passando dalla mondanità di una sera al lavoro serio e preparato di tutti i giorni. Ed è su quello, credo, e sui suoi risultati che è più giusto misurare chi ci amministra e gli addetti ai lavori. Nel frattempo, se ancora non l’ha fatto , vada a visitare le nuove sale che ne vale veramente la pena. saluti
E’ sicuramente un’ottima iniziativa, di cui il Comune di Macerata e la sua Amministrazione possono andare orgogliosi. Il palazzo, già magnifico in sè, attirerà sempre più turisti grazie anche alle sue mostre. Occorerà però un ragionevole ed equilibrato lancio promozionale, ben integrato nella complessiva offerta culturale della città di Macerata, della provincia e della regione.
Eh eh, si sono svegliati alla solita ora tarda i leccafondi e scorciatoisti commentatori negativi. Buongiorno!
Appropriatissima la citazione del La Pira (che del resto anche il nostro attuale premier nazionale non manca mai di annoverare tra le fonti principali della propria ispirazione messianica): le città che vengono amministrate e basta lasciamole dove sono – nei paesi civili – il regno dei nostri sindaci non è di questo mondo.
Nel nominare il grande sindaco di Firenze Prof. Giorgio LA PIRA, sia Renzi che il nostro sindaco Carancini, si dimenticano sempre di dire che era un convinto DEMOCRISTIANO.molti D.C. di quel periodo sono in fase di beatificazione. Per dirne solo alcuni: Lo stesso La Pira, Alcide De Gasperi, Enrico Mattei (si può essere santi in tanti modi) Moro, Marcora, Zaccagnini, P.E. Taviani, Tina Anselmi. I quattro mascalzoni che rovinarono questo partito sono bene individuabili.
Ha ragione Tacconi, questi comunisti adesso riciclano pure le foglie di fico democristiane. Sui “quattro mascalzoni” attendiamo ulteriori rivelazioni.