Palazzo Buonaccorsi:
per un giorno di promozione
il Comune spende 45mila euro

MACERATA - La comunicazione per l'inaugurazione dei musei civici è stata affidata a tre diversi soggetti che in un mese dovranno sviluppare un piano d'azione per la valorizzazione, anche a livello nazionale, dell'evento. Quali risorse saranno usate per tutto il resto dell'anno?

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La sala Eneide di Palazzo Buonaccorsi

La sala Eneide di Palazzo Buonaccorsi

di Alessandra Pierini

Investire in cultura conviene. Che Macerata investa in cultura è senz’altro un bene per una città che ha tanto da offrire e un grande bisogno di farsi scoprire. Perchè la cultura può produrre reddito. In un momento così difficile per l’economia, però, l’investimento deve essere ponderato e il rapporto costo/benefici deve essere ottimale.

L’amministrazione comunale di Macerata ha deciso di scommettere sulla cultura. Promette di essere il pilastro di questa operazione il nuovo Palazzo Buonaccorsi. Basta guardare il sito internet del Comune di Macerata per capire che la riapertura del 21 marzo è l’evento di punta. In alto campeggia il count down che conta giorni, ore e minuti che mancano al taglio del nastro. La città è stata invasa di manifesti che ricordano la fatidica data. Twitter e Facebook sono un fiorire di aggiornamenti su ogni passo avanti verso la riapertura. Non basta.

Uno dei manifesti della campagna realizzata dalla Ma:design di Pesaro

Uno dei manifesti della campagna realizzata dalla Ma:design di Pesaro

Lo scorso 22 febbraio la Giunta comunale ha deciso di destinare 40 mila euro per sviluppare «un piano di comunicazione per l’evento inaugurale dell’allestimento dei musei civici di Palazzo Buonaccorsi che consenta da un lato di creare un’importante e attesa occasione di dialogo con la città, dall’altro di costruire un evento di rilevanza nazionale in grado di invitare a scoprire e/o riscoprire Macerata attraverso i suoi musei e il suo patrimonio culturale, in una logica mirata a far riverberare gli effetti promozionali di tale campagna informativa nel medio-lungo periodo, costruendo una progettualità comunicativa stabile e duratura». I 40 mila euro sono stati trasferiti all’Istituzione Macerata Cultura che presumibilmente, non occupandosi di comunicazione,  a sua volta affiderà i lavori ad una specifica azienda. Attualmente non è disponibile nessun atto, ma nel sito del Comune di Macerata si legge che la campagna di comunicazione dell’evento è curata dalla Ma:design di Pesaro: «Mentre nel Palazzo Buonaccorsi si intensificano i lavori per la messa a punto delle sale del piano nobile che ospiteranno la collezione di arte antica, la città si prepara all’evento attraverso le prime immagini della campagna di comunicazione che a giorni arricchirà spazi e luoghi di Macerata, della provincia e della regione Marche».

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Uno dei manifesti della riapertura

Ancora. Il 24 febbraio, in due diverse determine, il Comune di Macerata ha affidato alla Federculture di Roma, una delle più importanti aziende culturali del Paese, le attività di ufficio stampa, comunicazione e diffusione notizia sul sito internet della Federazione e sui profili social Facebook e Twitter  e la promozione della notizia e dell’evento tramite newsletter dedicata ai contatti Federculture per un totale di 5mila euro più iva e ad una azienda locale il set-up di canali sociali, la gestione della fase di lancio e advertising e la produzione di videoclip  per un totale di 1750 euro più iva.

Qualche considerazione. Inutile dire che spendere in comunicazione e cultura non equivale ad investire in comunicazione e cultura. Affidare una campagna di comunicazione appena un mese prima dell’evento presuppone una corsa contro il tempo. E’ vero che i moderni mezzi di comunicazione hanno una velocità senza precedenti, ma anche il più professionale e capace degli operatori di comunicazione ha bisogno del tempo per riflettere, per ideare la campagna più adatta e di pianificare quali sono i mezzi migliori per la sua diffusione. Le macchine, indubbiamente, nel tempo, hanno accelerato i tempi di azione, ma la velocità dei cervelli umani è sempre la stessa.

 

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Il manifesto in viale Leopardi

Pur sorvolando su modalità e tempi e sul fatto che il Comune ha già un ufficio stampa,  è inevitabile domandarsi se spendere più di 45 mila euro, budget annuale di molte famiglie maceratesi, per promuovere un solo giorno e un evento al quale, per lo più, parteciperanno esponenti politici di diversa appartenenza, qualche cittadino curioso e molti addetti ai lavori può dare risultati nel medio – lungo periodo? E soprattutto resterà qualcosa in cassa per promuovere Palazzo Buonaccorsi e la città di Macerata per tutto il resto dell’anno?



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