di Gabriele Censi
(foto-servizio di Guido Picchio)
“Mi piange il cuore nel vedere un azienda che ha quasi 40 anni e di cui io ne ho fatto parte per trentadue finire così. E’ un dispiacere enorme…” Lo dice Fabrizio Tacconi, un impiegato della Sielpa Srl. E’ una delle più importanti realtà nel settore edile in tutto il centro Italia e la principale della provincia che ha avuto un picco di 175 dipendenti durante i recenti lavori per la terza corsia autostradale. L’azienda con sede a Cingoli, di proprietà della famiglia Calamante, titolare anche del gruppo di cui fa parte la società omonima, è ora in mano ad un curatore fallimentare, nella persona di Renzo Telloni, ragioniere commercialista di Macerata. Così ha deciso il tribunale di Macerata sull’istanza presentata dai lavoratori in credito di stipendi arretrati per circa un milione di euro sommando anche il trattamento di fine rapporto (leggi l’articolo).
“Un fallimento è una sconfitta per tutti – dice, nella conferenza stampa convocata dai sindacati stamattina alla presenza degli stessi lavoratori, Massimo De Luca della Fillea-Cgil – ma speriamo che in questo caso, avendo toccato il punto più basso, da domani si possa tutti insieme, con le istituzione, sindaci e rappresentanti regionali, ridare un futuro a questo sito produttivo. Uno dei pochi siti che ha ancora mercato e può dare lavoro nel rispetto delle regole”.
“Un giorno triste, ma la responsabilità – interviene Sergio Campanari della Feneal Uil – non è dei sindacati , in 20 mesi di questa lunga vertenza la proprietà non ha rispettato gli accordi sottoscritti e ora chiederemo un incontro urgente al curatore. La prima necessita è richiedere la cassa integrazione straordinaria e verificare la ripresa dell’attività coinvolgendo anche Comuni e Provincia e eventuali altri imprenditori che credono in questo sito”. Stesse condizioni di precarietà anche per l’altra azienda del gruppo, la Calamante Srl,. Un’altra istanza di fallimento presentata ad inizio anno è in attesa di pronuncia. “Per la Calamante non abbiamo – prosegue Campanari – firmato la richiesta di cassa ordinaria fatta dalla proprietà perche non subordinata ad una ripresa produttiva come è doveroso in questi casi”.
Primo Antonelli della Filca Cisl ringrazia l’autorità giudiziaria “per la sensibilità dimostrata nell’accogliere la sollecitazione ad una celere decisione”. Giovedì scorso i lavoratori avevano presidiato il tribunale per riportare l’attenzione sul caso. Sono circa 60 i dipendenti fermi senza stipendio e, dallo scorso 19 novembre, anche senza ammortizzatori sociali. Alcuni sono riusciti a ricollocarsi usufruendo della mobilità volontaria e solo 5 o 6 hanno lavorato nella cava negli ultimi mesi. “Senza tener conto delle norme di sicurezza – precisa Antonelli – sia nei siti, in cui si usa esplosivo, sia sui mezzi utilizzati. Chiederemo al curatore, che troverà una situazione certamente complicata, di verificare quindi anche la sicurezza e lo informeremo su tutte le vicende accadute perché conosca la inaffidabilità totale della proprietà”.
Il termine fissato, per tutti i lavoratori e i creditori vari, per inserirsi nello stato passivo è stato fissato al 2 dicembre 2014. Più a breve scadenza si terrà un tavolo istituzionale su richiesta delle sigle sindacali per affrontare complessivamente la crisi del settore che ha toccato quest’anno il punto più critico. Dimezzata la massa salari dal 2008 e, solo nel 2013, 1000 posti di lavoro persi. Oltre al milione di euro di debiti verso i lavoratori la Sielpa ne avrebbe accumulati anche altri verso i fornitori non ancora quantificati ma sempre in termini di milioni di euro. Tra i crediti i rappresentanti dei sindacati ne citano alcuni sempre in cifre milionarie dichiarati da Enrico Calamante verso la Società Autostrade: “Anche su questo la credibilità dell’interlocutore è poca visto che abbiamo sollecitato invano e più volte di andare insieme a chiederne conto.
Il valore principale in capo all’azienda sono le concessioni decennali per l’attività cavatoria. Un’attività che avrebbe ancora mercato con ad esempio il carbonato di calcio usato nella farmaceutica e in altri settori meno colpiti dalla crisi. Poi altra nota positiva può arrivare dalla ripresa del cantiere della Fabriano-Perugia. Il crono programma rispettato sulla Civitanova-Foligno apre la possibilità di avviare, sempre per la Quadrilatero, i cantieri della Sforzacosta- Sarnano e della intervalliva Tolentino- San Severino. “Ci sono dunque delle possibilità – ribadisce De Luca – per dare un futuro ad un’azienda che insiste tra l’altro su uno dei territori più colpiti che è l’Alto Maceratese. La difficoltà per i lavoratori è però, anche in caso di cassa straordinaria, affrontare almeno altri 7/8 mesi di attesa prima di percepire i primi compensi. I tempi sono dettati dall’iter ministeriale e sono scaduti anche gli accordi di anticipazione con gli istituti di credito previsti proprio per questa casistica” .
In chiusura di conferenza stampa i rappresentanti sindacali hanno fatto un riferimento generico al pericolo di infiltrazione della criminalità nel settore edile, come aveva detto appena qualche giorno fa il procuratore generale Vincenzo Macrì, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario: “Nelle Marche non c’è criminalità organizzata in forma strutturata ma gli investigatori segnalano teste di ponte collegate a ‘ndrangheta e camorra e aggregati associativi simili a mafia” . Il procuratore riferì anche di segnalazioni per quanto riguarda “imprese impegnate in lavori sulla Quadrilatero e per l’allargamento dell’A14, facenti capo a personaggi campani collegati con la criminalità”
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Ma siete sicuri che sia fallita? A me sembra che continuino a lavorare tranquillamente come se niente fosse…