di Gabriele Censi
Energia che viene dal mare, pulita ed economica. Un brevetto marchigiano, premiato in Italia ma pronto a partire per la Scozia. Protagonista di questa storia il team di ricerca “WaveArt” composto da: Artemio Luciani, di Civitanova, inventore e direttore tecnico; Emilio Montevidoni, di Civitanova, business e commercial manager e Christian Carestia, di Porto Potenza Picena, ingegnere, direttore R&D e CEO della costituenda società. Il gruppo ieri ha ricevuto complimenti e auguri nella trasferta romana per la cerimonia di premiazione delle idee vincitrici del concorso “La tua idea per il paese. Alla Presidenza del Consiglio c’erano, Gianni Letta, che rappresentava il nipote Enrico, il viceministro Antonio Catricalà, il presidente Enit, Pierluigi Celli e il presidente di ItaliaCamp che ha indetto il concorso, Fabrizio Sammarco. In platea le maggiori societá ed investitori italiani, tra cui Enel Green Power, Trenitalia, Telecom, Poste Italiane, ENI e Terna.
Oggi il progetto è stato presentato a Urbisaglia nella sede della Dafram, azienda leader nella produzione di valvole a sfera che ha deciso di collaborare allo sviluppo dell’iniziativa. La illustra Emilio Montevidoni che esordisce con l’amara constatazione che a un anno dall’assegnazione del premio (la cerimonia di ieri si riferisce al concorso chiuso nel dicembre 2012) con i complimenti non sono arrivati finanziamenti.
“Tanto che siamo dovuti andare in Scozia – dice Montevidoni – per dare avvio alla ricerca. La Scozia infatti, oltre a voler diventare entro il 2020 il paese leader nel campo delle rinnovabili marine, attraverso lo Scottish Development International funge da network commerciale per 50 paesi al mondo, tra cui Stati Uniti, Brasile, Canada e Australia. Ad Edimburgo abbiamo stretto accordi con l’università che ha la disponibilità della famosa vasca, FloWave TT, unica al mondo, la quale riesce a simulare in scala onde fino ad altezze di 28m. Dallo Scottish Enterprise abbiamo ottenuto il , finanziamento di 100.000 sterline a fondo perduto, stanziato dal governo.
Il brevetto industriale risolve vantaggiosamente il problema della produzione di energia dal moto ondoso in condizione di onde basse. Il dispositivo converte le energie rinnovabili (del vento e del moto ondoso del mare) in energia meccanica, disponibile sull’asse del dispositivo stesso, che, con ulteriori applicazioni, può essere trasformata in energia elettrica per un più ampio utilizzo. Caratteristica dell’impianto è che l’inversione del flusso dei fluidi non comporta l’inversione del senso di rotazione delle pale della turbina, offrendo così notevoli vantaggi nelle applicazioni pratiche. Il movimento delle onde che costantemente si infrangono sulla costa, debitamente convogliata all’interno di una camera, genera una naturale compressione e una conseguente decompressione dell’aria”.
Accanto a Montevidoni, Aldo Chiavari, presidente, e Paolo de Angelis, general manager, di Dafram Spa: “Crediamo sia un’idea innovativa e promettente – dice Chiavari – soprattutto perchè si inserisce in un settore, quello delle energie rinnovabili e non inquinanti, di grande attualità. Dopo i primi contatti abbiamo deciso di partecipare al progetto che al momento si concretizzerà, dopo un prima verifica tecnica di circa due mesi, nella realizzazione di un prototipo che sarà operativo presumibilmente entro un anno”. Un impianto installato in mare per l’inizio del 2015 è la sfida che l’azienda si è posta, forte di un grande spirito innovativo che l’ha portata al successo nei mercati mondiali del gas e degli idrocarburi. “Facciamo valvole a sfera da ½ pollice a 48 pollici e vendiamo per il 90% in paese extraeuropei -dice De Angelis – . Abbiamo chiuso il 2013 con 50 milioni di fatturato (27 nel 2011) e occupiamo 150 persone. Tutti lavoratori di elevata specializzazione. Recentemente abbiamo acquisito la Tre P Engineering di Chiaravalle e siamo più competitivi grazie alla possibilità di fare analisi e prove internamente. Un nuovo laboratorio ha sostituito nella nostra sede parte del magazzino, ormai produciamo solo su ordini ottimizzando al massimo le fasi della lavorazione”
Sorprende scoprire realtà così vicine e così poco conosciute, che vincono la concorrenza sui mercati mondiali. Tecnologia e senso pratico che si sposano, è questa l’impressione che si trae visitando l’azienda. Fondata nel 1956, Dafram è stata la prima ditta a costruire valvole a sfera flottante in Italia e nel 2010 ha aperto un ufficio di rappresentanza in Cina. “Ci autofinanziamo gli investimenti – continua il general manager – vista la situazione del credito. Velocità e unicità del prodotto sono le chiavi per non soccombere sul basso prezzo dei concorrenti asiatici”
La nota dolente è che sembra trattarsi di un’altra storia di fuga dall’Italia, questa volta per “illuminare la Scozia” (il progetto degli scozzesi è di coprire il fabbisogno nazionale con lo sviluppo dell’energia del mare). Ma nuove opportunità si possono aprire dopo che il brevetto sarà validato dalla sperimentazione reale e l’installazione del prototipo. Ci sono in essere importanti contatti con alcune autorità portuali italiane di rilievo, interessate ad adottare il sistema WaveArt, affinchè le dighe foranee, costruite fin d’ora con l’unico scopo di contenere le onde, nel prossimo futuro potranno incamerare la forza del mare per produrre energia.
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Vorrei sentire queste news al tg, invece di ascoltare le solite sciocchezze!
complimenti a tutti.
A nome della WaveArt e della Dafram SPA, grazie del bellissimo servizio e della disponibilità.
La sapete la favola del “LAVORO” e della crescita. Il lavoro comporta la crescita ma la crescita toglie il lavoro in quanto fa arricchire solo pochi che tendono a far diminuire il lavoro per arricchirsi sempre di più. Di persone come questi bravissimi marchigiani in Italia ce ne sono molti ma non bisogna troppo pubblicizzare le cose e le invenzioni altrimenti i ricchi ( e nulla-facenti) potrebbero impoverirsi. Nel nostro paese non c’è bisogno di stabilità ma di una “FORTE DOSE DI SERIETA'”. Speriamo che nel 2014 qualcosa cambi davvero. Salute e fortuna a tutti gli inventori del progetto. Aldo