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Macerata, verso l’abbattimento degli oneri per le ristrutturazioni

CONSIGLIO COMUNALE - Crescono però i costi per il nuovo. Le tabelle saranno riviste ogni sei mesi. Tartabini (Sel): "Una scelta poltica." Critica l'opposizione, Pistarelli: "Il momento è sbagliato." Domani il voto. Approvato un ordine del giorno sull'Inail e l'ingresso dei piccoli comuni montani nell'acquedotto del Nera. Tra 24 ore si deciderà anche sulla statua del Risorgimento

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ediliziadi Marco Ricci

Costi per le ristrutturazioni quasi quattro volte meno cari rispetto ad oggi e più equità tra chi paga gli oneri di urbanizzazione e chi invece costruisce direttamente le opere. Questa l’intenzione della Giunta Comunale nel rivedere gli oneri di urbanizzazione – fermi alla fine degli anni 70 – e i costi di costruzione. E’ stato questo l’argomento principale di cui si è parlato oggi in Consiglio comunale, posticipando a domani la votazione finale. Una materia complessa, distribuita su due differenti delibere illustrate tecnicamente dall’assessore Pantanetti prima e dal consigliere Pd Luigi Carelli poi. Un indirizzo della Giunta di cui, prima di entrare nel merito specifico, si possono valutare gli indirizzi politici dalle parole di Pierpaolo Tartabini di Sel e della replica, piuttosto critica, della Consigliera Anna Menghi.

Il Consigliere di Sel, Pierpaolo Tartabini.

Il Consigliere di Sel, Pierpaolo Tartabini.

“Noi abbiamo il calcolo dei costi di realizzazione delle opere di urbanizzazione – marciapiedi, strade, scuole, fermi al 1977 – ha detto il consigliere Pierpaolo Tartabini (Sel) – Ciò vuol dire che la differenza la devono mettere i comuni, spendendo quattro o cinque volte di più di quanto hanno incassato. Allora chiedo ai consiglieri di opposizione, dove li prende i soldi il Comune? Dalla collettività cioè dalle tasche dei cittadini.” Tartabini ha poi proseguito spiegando come le due delibere si basino su una “scelta politica fondamentale, andando a correggere una stortura che fa pagare costi esorbitanti per le ristrutturazioni rispetto alle nuove costruzioni. Quello che portiamo avanti”, ha concluso, “è un altro passaggio importante anche per la questione del centro storico. Andando ad abbassare gli oneri sulle ristrutturazioni ai quali, per il centro, già si aggiunge un ulteriore sconto del 20%.”

La consigliera Anna Menghi.

La consigliera Anna Menghi.

Anna Menghi invece, molto critica nel suo intervento, ha attaccato la maggioranza riassumendo grosso modo i punti più importanti degli interventi ugualmente critici di Fabio Pistarelli, Deborah Pantana e Giorgio Ballesi. Con un centro-sinistra a parere della Consigliera reo “in tredici anni di non aver mai accettato le nostre proposte in materia di contenimento del consumo di suolo. Sugli oneri di urbanizzazione”, ha aggiunto, “siamo da un anno in una sorta di limbo a causa della Regione Marche. La vostra”, ha proseguito, “è una scelta politica corredata solo da belle parole”, arrivando  a parlare di “ipocrisia”  poiché le riduzioni vanno ad interessare non solo le ristrutturazioni in senso classico ma anche le “demolizioni e le ricostruzioni.” Infine, ha attaccato Anna Menghi, la Giunta andrebbe a spalmare su dieci anni gli aumenti degli oneri sulle nuove edificazioni “senza assumersi la responsabilità amministrativa di farlo ora.” Alle contestazioni di Anna Menghi, come detto, si sono aggiunte tra le altre quelle di Fabio Pistarelli del Pdl. Che, senza fare del contenuto delle due delibere una questione ideologica, ha tenuto a precisare come “in questo momento di crisi non sia proprio opportuno rivedere tabelle e numeri fermi da più di vent’anni.” Finendo il suo intervento con un appello alla maggioranza perché abbia il coraggio di fermarsi.

L'assessore Luciano Pantanetti

L’assessore Luciano Pantanetti

L’assessore Pantanetti, nel suo intervento di replica, ha ribattuto a molte delle critiche mosse. Spiegando ad esempio come la scelta di inserire tra le ristrutturazioni anche la demolizione e la ricostruzione non sia di fatto una scelta. Il Comune sarebbe vincolato sia da una sentenza della corte costituzionale oltre che da un recente interventi del legislatore nazionale che equiparano i due tipi di intervento. “In oltre”, ha spiegato, “questa è una questione di equità.” Dal punto di vista dell’amministrazione infatti i  vulnus sono due. Non solo il calcolo del valore delle opere di urbanizzazione su parametri di oltre trent’anni, con la differenza conseguente di costo accollato al comune. Ma anche la disparità di trattamento tra quegli imprenditori edili che si accollano la realizzazione delle opere e coloro che invece pagano il corrispettivo in denaro. Rispondendo a Fabio Pistarelli l’assessore ha spiegato anche come proprio la scelta di “spalmare” su dieci anni gli aumenti, rivedendo ogni sei mesi l’applicazione delle nuove normative per verificarne gli effetti, tenga conto proprio del momento storico e del contesto di crisi economica e sociale attuale.

Entriamo adesso velocemente nel merito delle due delibere. Per quantificare gli oneri di urbanizzazione primari e secondari, il Comune di Macerata ha fino ad ora utilizzato un regolamento regionale e tabelle di calcolo che risalgono al 1977. Nel frattempo, oltre al vuoto normativo dovuto all’inadempienza della Regione Marche nel fissare nuovi criteri è intevenuto anche uno studio di Anci Marche che ha fatto notare come il calcolo degli oneri “reali” sia molto più alto di quelli effettivamente pagati dalle imprese. Ad esempio, per un tratto di strada da un milione di euro potrebbe venir corrisposto solo un terzo del costo effettivo che si accollerebbero i comuni. Oltre ad aggiornare i costi, con le nuove tabelle gli oneri non verranno inoltre più calcolati a computo ma a mq, agevolando così il lavoro degli uffici.  I coefficienti per il calcolo dei  costi  passeranno da circa 8 a 20 euro a metro quadro per le opere primarie e da 7.24 a quasi 23 euro per le opere secondarie, andando però quasi interamente ad incidere sulle nuove costruzioni. Un aumento in ogni caso “notevole” anche per l’assessore Pantanetti. Che ha  proposto che tale incremento dei costi possa essere spalmato ed entrare completamente a regime in un lasso temporale di 10 anni, “in modo da avere una crescita degli oneri del 20% su base annua.”

ediliziaOltre ad introdurre con le delibere il precetto normativo che offre la possibilità di rateizzare su quattro rate il pagamento degli oneri stessi – “un’agevolazione”, ha affermato Pantanetti, “in un momento di grave crisi economica e di gravissima crisi per l’edilizia” – con l’ulteriore rivisitazione dei costi di costruzioni si andrebbero ad abbassare di quattro volte i costi per le ristrutturazione. Quindi, sempre per usare le parole dell’Assessore, “un aumento dovuto agli effetti prima delibera ma “temperato” per le ristrutturazioni con le scelte della seconda delibera, con un costo per queste ultime progressivamente in attenuazione. Una abbassamento molto consistente nel 2013, poi sempre meno marcato fino al 2022. Il rovescio della medaglia, ovviamente, la crescita dei costi di urbanizzazione per il nuovo costruito.

Al di là della materia urbanistica, su cui si voterà domani, il Consiglio  si è  interessato tra l’altro all’ipotesi ventilata ad inizio estate di un possibile declassamento della sede Inail di Macerata a vantaggio di Ascoli Piceno. Una prospettiva che Narciso Ricotta, nella sua risposta all’ordine del giorno presentato da Riccardo Sacchi del Pdl, ha verificato recentemente con la dirigenza Inail. Le parole dell’assessore hanno prospettato  un’evoluzione positiva della questione, con la firma del 3 agosto da parte del Presidente Inail di un provvedimento che, andando ad accorpare a Macerata la sede di Fermo, dovrebbe allontanare la prospettiva di un declassamento della sede maceratese. Allo stesso tempo però sembra che Ascoli, tramite un tavolo istituzionale, si sia attivata per scongiurare un’operazione che inevitabilmente sarebbe contraria al capoluogo piceno. Dal Consiglio comunale dunque un invito collettivo a non abbassare la guardia e seguire con attenzione l’evolvere della situazione.

Deborah Pantana (Pdl)

Deborah Pantana (Pdl)

Il Comune ha anche rinunciato al diritto di opzione di nuove azioni che verranno emesse dell’Acquedotto del Nera per consentire l’ingresso di piccoli comuni montani nella compagine sociale. Una scelta che ridurrebbe in maniera irrisoria la partecipazione maceratese che ad oggi – per complessivi 3 milioni 300mila euro di capitale sociale – possiede il 22.4% delle quote di Acquedotto del Nera.  Al momento è dato per certo l’ingresso di cinque comuni montani mentre altri nove sono ancora in via di decisione. Il loro ingresso consentirà tra l’altro di attingere da nuove sorgenti presenti nei territori dei comuni che entreranno a far parte della società. Astenuto, assieme a Fabio Massimo Conti e a Macerata nel Cuore, il Pdl. Che con le parole della consigliera Deborah Pantana ha tra le altre cose puntato il dito sulle tariffe per gli utenti più deboli che non sono state riviste al ribasso, come si chiedeva con un ordine del giorno vecchio di due anni. E’ stato allora l’assessore Blunno a spiegare come il regime tariffario non sia più in capo né all’Ato né all’Apm, che dunque non possono più intervenire nella calmierazione dei costi del servizio. “Il Comune di Macerata”, sempre spiegato Blunno, “ha in ongi caso predisposto un fondo per quelle famiglie morose che, anche per il perdurare della crisi economica, rischiano il distacco dell’utenza.”

Domani si continua. Con il voto sugli oneri di urbanizzazione e con la statua di Ermenegildo Pannocchia dedicata al Risorgimento. Una questione senza dubbio meno complessa dell’urbanistica ma che farà ugualmente discutere.



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