Con una lettera aperta, indirizzata al presidente della Regione Marche, Gianmario Spacca, all’assessore regionale alla Sanità, Almerino Mezzolani, a quello ai Trasporti, Luigi Viventi, ed al presidente della Commissione regionale Sanità, Francesco Comi, e a quello della commissione Trasporti, Enzo Giancarli, il sindaco di San Severino, Cesare Martini, ed il vice sindaco ed assessore alla Salute, Vincenzo Felicioli, intervengono sulla questione del riordino sanitario.
“Apprendiamo sbigottiti di una probabile nuova sforbiciata con conseguenze pesantissime per l’ospedale “Bartolomeo Eustachio”. Il rischio, infatti, pare essere quello della immediata chiusura del nostro punto nascita. Quella che viene spacciata come una scelta tecnica, ma che in realtà a nostro giudizio è esclusivamente politica, non poggia su solide basi. Pur condividendo la necessità di un riordino, le decisioni che si stanno prendendo vanno nella direzione di eliminare i servizi in alcuni territori e di mantenerli in altri. Gli amministratori ed i cittadini non sono degli sprovveduti. I primi, ancora più dei secondi, non possono stare a guardare mentre qualcuno sta cercando di massacrare il proprio territorio. Di certe scelte sicuramente ci si ricorderà nell’urna al momento del voto. Come amministratori – scrivono nella lettera aperta il sindaco Martini e l’assessore Felicioli –, siamo sempre più indignati. E’ da tempo che chiediamo di essere coinvolti, che sia ascoltata la voce della nostra gente. Lo chiediamo per la sanità, per il trasporto pubblico locale, per le case di riposo. Si continuano a fare orecchie da mercante, si continuano ad imporre decisioni senza un mimino di confronto. Per la gestione delle case di riposo non vogliamo essere costretti a finire davanti ad un giudice. Vi chiediamo di mantenere gli impegni assunti perché non si può chiedere di eseguire una prestazione promettendo il pagamento di una cifra e poi, a prestazione eseguita, diminuire la cifra stabilita. I patti vanno rispettati fino in fondo. Noi il nostro impegno con gli elettori lo abbiamo preso e ad esso terremo fede. Venendo all’ipotesi di riordino, vorremo che qualcuno ci spieghi perché l’ospedale di San Severino, che ha un numero di parti elevato, superiore a quanto previsto dalla normativa, dovrebbe chiudere il proprio punto nascite quando a Fabriano, per fare un esempio, il servizio sembra essere mantenuto pur avendo un numero di prestazioni inferiore. Con San Severino chiuderebbero strutture di prestigio come Civitanova, Pesaro, Jesi e San Benedetto del Tronto. Ci rivolgiamo a voi, in qualità di amministratori, chiedendo risposte precise, e in tempi rapidi, in merito a tali questioni”.
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Dal gruppo consiliare al comune di San Severino “Una città da vivere” riceviamo:
“Il reparto materno infantile dell’Ospedale di San Severino “B. Eustachio” non si tocca! Dopo aver ampiamente dato al sistema sanitario ragionale, ora basta, non siamo più disposti a fare sconti a nessuno e soprattutto non può essere che qualcuno un giorno sì e l’altro pure, avanza ipotesi di chiusura strampalate e dettate solo da ragioni numeriche ed empiriche. Il reparto materno infantile di San Severino, garantisce un servizio di assoluta eccellenza, come eccellenti sono i medici e gli infermieri che vi operano, con risultati ampi e fuori discussione. Basti infatti analizzare i numeri che raccolgono un evidente favore, con oltre 450 parti e oltre 500 prestazioni ginecologiche.
Inoltre, si sottolinea che nel piano di riorganizzazione aziendale presentato non più di qualche mese fa dal direttore Bordoni in Consiglio Comunale, non si parlava affatto di chiusura del materno infantile, che rimaneva per le sue alte prestazioni professionali. A distanza di pochi mesi, ciò viene smentito e proposto esattamente il contrario. Questo è assolutamente intollerabile come intollerabile è l’assenza di una guida forte, capace di contrastare con determinazione questi cosiddetti rumors, che altro non fanno, se non destabilizzare scientificamente un sistema funzionante.
La situazione è quanto mai grave per il nostro nosocomio, dopo aver perduto importanti macchinari nel reparto di oculistica, all’insaputa del Sindaco, dopo aver riconvertito malvolentieri il reparto di chirurgia, dopo aver dequalificato il pronto soccorso, nonostante gli importanti investimenti eseguito, ora si rischia anche di perdere un’altra eccellenza come il reparto materno infantile. È ora di dire basta e denunciare queste scelte scellerate ed insensate anche con forme eclatanti di protesta, come i Comuni vicini ci hanno ben insegnato”.
Meglio nascere in un ospedale dove ci sono la Pediatria e la Neonatologia , a garanzia del nascituro, e la Rianimazione , a garanzia della madre.
Quando una cosa funziona bum si decide d chiudere…. L’ospedale d San Severino reparto ostetricia nn s tocca! Una futura mamma…..
Sulla vicenda è intervenuto anche il comitato per la tutela e difesa dell’ospedale “Bartolomeo Eustachio”:
“Frustazione e sgomento ha destato nei cittadini settempedani la notizia della immediata chiusura dei reparti di ostetricia e ginecologia degli ospedali di San Severino Marche ed Osimo. Il locale comitato cittadino (unitamente ad un gran numero di cittadini) interviene a tale proposito facendo notare che, appena tre mesi or sono, in una sede istituzionale pubblica (consiglio comunale aperto), il direttore dell’area vasta, dott. Enrico Bordoni, rassicurava le istituzioni e i cittadini affermando che “a San Severino Marche non cambierà nulla”.
Come è possibile che a distanza di qualche mese siano cambiate già le decisioni su una materia così delicata, modificando totalmente il piano regionale delle aree vaste?
Si è pensato alla fine che faranno gli utenti settempedani e dell’alto maceratese che si vedranno costretti a partorire in una struttura, quella di Macerata, già satura?
E dove sarà destinato il personale – medico e infermieristico – dei reparti che veranno soppressi?
Quale sarà la sorte che toccherà al nostro ospedale, un tempo fiore all’occhiello della sanità regionale??
Il locale comitato cittadino manifesta il suo sdegno per decisioni prese in contrasto con quanto di recente affermato e, come al solito, passando sopra la testa degli utenti e dei lavoratori che non vengono mai coinvolti in tali fondamentali scelte che penalizzano tutto l’entroterra, originando un forte squilibrio di servizi tra costa e montagna.
Per tali ragioni il Comitato di San Severino manifesta il proprio netto dissenso nei confronti delle decisioni assunte dal Presidente Spacca e dalla sua giunta regionale che appaiono irresponsabili e che porteranno alla “desertificazione” di tutto l’entroterra.Qualora si dovesse continuare a smembrare, pezzo per pezzo, il nostro ospedale cittadino, vanificando così le eccellenze e il diritto alla salute dei cittadini, il locale comitato (e la cittadinanza) si farà promotore di iniziative di forte protesta al fine di tutelare i diritti fondamentali da altri ingiustamente calpestati.“
Una decisione imbecille, cioè politica….
ma perché quando una cosa funziona la si chiude? ho avuto modo di frequentare questo reparto, con una significativa assiduità … vi sono professionalità, etica e rapporto umano molto elevati, qualità vere, quanto rare; in circa tre giorni vi sono nati circa 10 bambini, tutti monitorati da vicino con amore e competenza; nel reparto regna l’ordine e la condivisione del rapporto umano, anche con le persone che fanno assistenza!!!! il cibo è buono ed emana odore di sano, segno che la cucina è fatta da persone locali e qualificate e ben lontane da cooperative esterne che preparano quantità di alimenti industriali ed insipidi! anche questo può essere considerato è un fiore all’occhiello! questa struttura va difesa con tutta la nostra forza, deve essere incentivata e non mortificata da tagli sconsiderati, tanto più presi a tavolino da “un fare” politico che nulla ha a che vedere con l’aspetto umano!