di Gianluca Ginella
e Filippo Ciccarelli
(foto-servizio di Lucrezia Benfatto)
Internet, cellulari, un profilo su Facebook e gli studi all’università: sono i monaci che non ti aspetti, quelli che vivono dal 2009 a Montelupone, nella comunità La sorgente di luce e amore. Spesso si sono trovati al centro di polemiche, per le armi – fucili e una sciabola – che detenevano, per la vicenda di un ragazzo dalla cui madre avrebbero ottenuto denaro per curarlo da una tossicodipendenza ma anche per un tè miracoloso che curerebbe i tumori. Ora hanno voluto parlare loro. E raccontare la propria storia, la propria vita e chiarire, insieme al loro legale, l’avvocato Renato Coltorti, quelle vicende che li hanno portati nell’occhio del ciclone.
Dal centro di Montelupone si scende nel cuore delle campagne che corrono, sotto un cielo d’azzurro scottante, giù fino all’Adriatico, dense di gialli e dei colori secchi dei campi arati. Ed è nel mezzo dei campi che si svolta in uno stradello polveroso, che sale brusco e giunge ad una grande casa bianca, caratterizzata da archi sul davanti. E’ in quella grande casa di tre piani che vivono i 20 monaci shaolin di Montelupone. Monaci e monache, che praticano il kung fu tradizionale, quello legato all’antica Cina. La loro storia non comincia però né dalla Cina (sono tutti italiani) né da Montelupone. Ma da Bolzano. E’ là che il maestro della comunità, Corrado Lazzarini, aveva una palestra.
E’ il 1998 e alcuni ragazzi, che poi costituiranno la comunità, iniziano a frequentarla. “Quello è stato il punto di partenza, poi abbiamo deciso di andare a vivere insieme” racconta Laura Perrone, 32 anni, vice capo della comunità e per diversi anni campione del mondo di kung fu, tai chi, shaolin. “A Bolzano, come associazione, per anni abbiamo praticato il kung fu come arte e come disciplina. Ma con il passare degli anni abbiamo iniziato a vivere insieme. Io sono stata la prima a lasciare la mia famiglia per andare a vivere con il maestro per coltivare questa passione” continua Perrone. Dopo qualche anno si forma un gruppo base, di 13 persone, che inizia a sentire stretta la vita in città, “avevamo bisogno di un maggiore contatto con la natura” dice Perrone.
E’ in quel momento di riflessione sul futuro dell’associazione che il gruppo viene chiamato da una famiglia a Montelupone, per fare una esibizione. “Ci siamo innamorati del posto” dice Perrone. La famiglia li aiuta a cercare casa a Montelupone, e ne trovano una da sistemare. Così si trasferiscono. Con i soldi che hanno da parte, e accendendo un mutuo, la ristrutturano. Oggi la casa si divide in una grande palestra, al piano seminterrato, poi ai piani superiori c’è la cucina in comune, la sala dove lavorano oggetti in legno, poi le camere da letto, fino a salire alla soffitta dove c’è una sala lettura, i computer, e una grande stanza dove sono contenute decine di barattoli di erbe “che usiamo per autoconsumo – chiarisce Alessandro Ponte – Per mantenerci partecipiamo a mercatini di oggetti usati. Poi c’è una società commerciale di cui fanno parte alcuni iscritti, che si occupa di massaggi, di riabilitazione. Non siamo ricchi, ma siamo attenti a qualunque dettaglio”.
La stessa società commerciale “vende un tè biologico, ma non è un tè miracoloso che producono loro. Si tratta di un tè che è realizzato in Cina da un multinazionale canadese e che ha proprietà antiossidanti” spiega l’avvocato Coltorti, rispondendo a chi denuncia che la comunità venda un tè che viene spacciato come un prodotto contro i tumori. E mentre i ragazzi della comunità si allenano in palestra con il maestro Lazzarini, una loro rappresentanza inizia a spiegare il loro punto di vista su alcuni dei casi in cui sono stati chiamati in causa. Per prima cosa chiariscono la vicenda delle telecamere di sorveglianza. “Le abbiamo messe come deterrente, visto anche che a un chilometro da qui sono stati uccisi i due coniugi Marconi” spiegano. Mentre più spinosa è la vicenda legata alla presenza di un giovane con problemi legati alla tossicodipendenza che per alcuni mesi è rimasto a vivere con i monaci. “Noi non siamo una comunità di recupero per tossicodipendenti – chiarisce Perrone – siamo stati cercati dalla madre di questo ragazzo, che non ci ha mai parlato di problemi di droga. Lei era arrivata a noi perché consigliata da un’amica che ci conosceva, e ci ha chiesto di prenderci cura del figlio, perché a casa era violento nei suoi confronti, ma anche della sorella minore e della nonna, e temeva per alcune sue frequentazioni. Quando è arrivato qui pesava 44 chili, mangiava e beveva pochissimo. Quando è andato via pesava 4 chili in più. Abbiamo cercato di dargli uno stile di vita regolare, ha partecipato agli allenamenti di arti marziali e, su sua richiesta, ha svolto qualche lavoretto tra quelli che quotidianamente ci occupano. Nessuno lo ha maltrattato: è stato operato all’ospedale di Macerata a causa di un’appendicite, poi visitato da un medico e da un dentista in altre occasioni, nessuno dei sanitari ha riscontrato segni di maltrattamenti. La madre è sempre stata avvisata da noi ed ha potuto parlarci, ma ha sempre detto di non rivolerlo in casa. Poi lui ha deciso di andarsene a giugno, e così ha fatto”.
“Nessuno ha mai chiesto rette mensili – spiega l’avvocato Renato Coltorti – la madre e la comunità dei monaci si erano accordati su una cifra di 500 euro al mese, per il mantenimento del ragazzo, che viveva 24 ore al giorno nella struttura di Montelupone. Una cifra necessaria perché gli appartenenti all’associazione sono stati truffati da due imprese edili, che dovevano occuparsi della ristrutturazione della casa, per una cifra complessivamente superiore ai 200mila euro, e non riuscivano a sostenere il mantenimento di un’altra persona. La donna ha corrisposto 1.500 euro in anticipo, pagando il resto ogni mese. Questo ragazzo, tra l’altro, ha rotto anche diversi arredi ed oggetti ed ha ammesso le sue responsabilità nei danneggiamenti”. Coltorti poi aggiunge che “l’unico procedimento penale in corso è quello per una spada tradizionale usata per le esibizioni di kung fu, trovata dalla polizia e in seguito dissequestrata. Avevano avuto anche il sequestro amministrativo di alcuni fucili, che avevano acquistato per fare una squadra di tiro, e per i quali è pendente un ricorso al tar. Poi ci sono dei problemi per alcuni abusi edilizi, legati al fatto che le imprese che dovevano ristrutturare la casa non l’hanno fatto e così i miei clienti si sono trovati a dover mettere delle coperture – spiega il legale –, ma si tratta di cose che sono in via di risoluzione”.
Sulla comunità, dove le ragazze che vivono lì ammettono di girare talvolta in topless quando fa molto caldo (comunque la casa più vicina è a oltre 450 metri), Perrone chiarisce che “su di noi ne dicono di cotte e di crude. Ma perché siamo diversi, pratichiamo uno stile di vita diverso ,se volete sapere chi siamo venite a trovarci. Siamo aperti a farci conoscere per estirpare le false congetture fatte su di noi”. L’associazione “ha principi cristiani, ma non impone un credo religioso” prosegue Perrone, che dice di non sentire la mancanza della vita esterna. Così come l’ultima arrivata, Cecilia Grassetti, 31 anni, di Recanati: “Io sono arrivata per cercare qualcuno che mi insegnasse il tai chi, e così li ho conosciuti. Prima venivo per fare gli allenamenti, poi piano piano mi sono iscritta e mi sono avvicinata, ogni tanto vengo e mi fermo qui, altre volte dormo a casa”. Intanto la permanenza della comunità a Montelupone potrebbe essere in dubbio: “Abbiamo un terreno in affitto dove teniamo alcuni animali, se non ce lo rinnoveranno vedremo come fare” dice Perrone. La comunità ha diversi animali: tra questi una mucca, due asini, una cavalla. E poi galline, papere, api, maiali, capre. Oltre ad un orto. Mentre l’energia la ottengono tramite eolico e pannelli solari. Così la comunità riesce a produrre quello che serve. Molti degli shaolin di Montelupone sono laureati, ma c’è anche chi studia ancora. Uno dei monaci, Gabriele, frequenta Giurisprudenza a Macerata, un altro, Raffaello, studia Farmaceutica a Camerino. Monaci, come detto, che usano cellulari e internet. Non hanno solo la televisione. Però “Il sabato sera ci ritroviamo sempre nella palestra e ci mettiamo a guardare un film tutti insieme” dice Perrone.
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Monachesimo
Chi dice la verità bommarito o coltorti ?
Tutto molto bello, molto bucolico, una ricostruzione quasi strappalacrime. A mio avviso, solo fumo negli occhi.
Per quanto posso dire, confermo integralmente il contenuto del mio precedente ariticolo, suffragato anche da ulteriori riscontri testimoniali.
La speranza è che i nostri shaolin tolgano presto il disturbo (come loro stessi hano dichiarato di voler fare) e che nel frattempo la smettano di proporsi anche come comunità terapeutica: facciano solamente i monaci e gli atleti.
La speranza è anche che i cittadini di Montelupone vengano allo scoperto e raccontino anche loro alle autorità quello che sanno e che hanno visto.
Se così è (chiarito il discorso delle armi e del ragazzo tossicodipendente) tanto di cappello!
Non è mio costume commentare vicende in cui in qualche modo sono coinvolto professionalmente, ma il commento del collega e amico Bommarito mi costringe ad intervenire. Bommarito è attualmente il legale del ragazzo e di sua madre e, pertanto, si trova in evidente conflitto di interessi che, a mio avviso gli dovevano far evitare la stesura dell’articolo e del commento di oggi. Nel merito, naturalmente, l’associazione risponderà nelle opportune sedi giudiziarie con i suoi testi e le dichiarazioni scritte del ragazzo che riconosce i danni da lui provocati e il corretto comportamento tenuto nei suoi confronti durante la sua permanenza. Da parte mia posso solo dire che conosco i ragazzi dell’associazione da anni avendoli seguiti nelle questioni relative alle truffe subite dalle ditte edili che dovevano ristrutturare l’ immobile e posso dire che si sono sempre dimostrate brave persone forse troppo fiduciose negli altri e un poco ingenue. L’ avv Bommarito invitato ad incontrarli per verificare di persona ha ritenuto di non farlo. Libero di farlo, ma una verifica sarebbe stata opportuna prima di trarre conclusioni errate.
E quale sarebbe il motivo per cui “se ne devono andare” ?
Ognuno di noi potrebbe avere un motivo ( dal proprio punto di vista valido) per dire che qualcun altro se ne dovrebbe andare. O no?
Sono Ferrara Gennaro, presidente della comunità La Sorgente. Teniamo a precisare che non siamo monaci Shaolin, ma siamo monaci che praticano Kung Fu Shaolin.
Ammesso che la “comunità Shaolin” e’ un associazione sarebbe il caso di sapere che tipo di associazione e’, religiosa, sportiva, culturale, gastronomica….inoltre se in in regola con tutte le disposizioni di legge che regolano tutte le associazioni. In ogni caso non vedo il nesso tra l’associazione e le presunte truffe da questa subite.
trovo stupido tutto questo accanimento verso ciò che non si comprende,neanche fossero degli assassini!no comment.Prendetevela con i delinquenti veri.
Sono Roberto Barchetta, presidente dell’a.s.d. Shaolin Temple Montelupone, e ho seguito come è chiaro tutta la vicenda. Sarei voluto rimanere in silenzio per questi tristi avvenimenti, ma visto che a parlare sono solo gli avvocati, sento il bisogno di rappresentare il mio pensiero. Devo dire che per quanto veritiera, è estremamente semplice e riduttiva la rappresentazione dei ragazzi della comunità così come riportata nell’articolo. Correttezza, educazione, garbo, dedizione, rispetto, altruismo e solidarietà sono valori che possono essere riscontrati solo e soltanto in una costante frequentazione, e i ragazzi della comunità ne hanno da vendere. Questo sicuramente non potrà essere smentito dalla cittadinanza di Montelupone! Giudicare per sentito dire senza avere il coragio di conoscere è forse ciò che più si e fatto di sbagliato a carico di questi ragazzi in tutto questo tempo (ben 4 anni).
Sono la mamma di Fabio e Paolo ed insieme alla mamma di Jacopo, abbiamo deciso anche noi di esprimere la nostra opinione, visto che i nostri figli praticano il Kung fu con l’a.s.d Shaolin Temple di Montelupone da tre anni. Fino ad ora possiamo dire che abbiamo riscontrato solo miglioramenti, non solo dal punto di vista sportivo, ma li abbiamo visti crescere , maturare nei modi e nei comportamenti. In questi ultimi mesi abbiamo sentito di tutto e tutti questi fatti ci rattristano molto. Le persone purtroppo spesso giudicano senza conoscere, noi, che abbiamo avuto l’opportunità possiamo solo dire di aver conosciuto dei ragazzi/e semplici, umili, pieni di vita e con tanta voglia di fare solo del bene e non del male.
Carla e Monia
non è che ce l’abbiamo con voi…è che proprio non ce frega niente da voartri.
C’abbiamo cose piu’ importanti da pensà che lo stupido vostro…
quanto sciapo….
Incredibile che l’avvocato che rappresenta il ragazzo tossicodipendente sia riuscito a scrivere e publicare un articolo “ad personam”..da voltastomaco.
Spero che chi giudichera’ non si sia fatto influenzare da tutta sta pattumiera
Ma che fanno di male? Non mi sembrano assassini, nè drogati, nè estremisti kamikaze. Vivono in pace e in armonia con la natura, hanno la fortuna di poter condurre uno stile di vita probabilmente anche migliore di quello che fanno molti di noi. E’ persino molto probabile che siano persone moralmente superiori a molti di noi (a me sicuramente). Probabilmente il loro stile di vita ha anche un minore impatto ambientale del nostro, poichè loro hanno un orto e allevano animali, mentre noi compriamo carne di mucche allevate in campi sorti dove un tempo c’era la foresta amazzonica..e dubito anche che loro girino con un suv che consuma molta benzina, come magari potrebbe fare un qualsiasi avvocato o dottore.
Premesso ciò, ibadisco sempre, ormai in ogni mio commento, che i signori in giacca e cravatta che siedono in parlamento e idolatriamo in tv, sono sicuramente peggiori dei suddetti monaci.
salve a tutti, non sono una commentatrice frequente, ma solo un’assidua lettrice di CM, e questa volta mi sento in dovere (solo per amore di verità) di esprimere anche il mio parere pubblicamente, solo perchè conosco personalmente una persona che,purtroppo, si è imbattuta nella comunità shaolin e ne è uscita assolutamente provata fisicamente e psicologicamente. Ho visto con i miei occhi le lesioni ed ho letto i referti medici, ho ascoltato con i miei orecchi i suoi racconti in lacrime sulle umiliazioni subite e sulle “stranezze” (x usare un eufemismo) a cui quella persona ha assistito. Nessun moralismo, nessun pregiudizio mi caratterizzano, amo la libertà di tutti,purchè non limiti quella altrui e purchè si esprima nel rispetto della legge. In tempi non sospetti (ossia sin da prima dell’articolo dell’avv. Bommarito) già mi era stato raccontato di uso di armi ecc.
Quando ho letto l’articolo di Bommarito non ho commentato, non serviva (tra l’altro da assidua lettrice di CM ho imparato che l’avv. Bommarito prima di scrivere si documenta in modo molto approfondito, basti pensare alla precisione con cui da sempre articola i suoi interventi), ma ora che di questi “atleti” si sta dando un’immagine di povere vittime di qualche strana forma di razzismo non ci sto. Sono felice che la cosa arriverà presto in Tribunale, sarà solo lì che si vedrà chi tra le due parti (e rispettivi legali) dice la verità.Ora chiaramente ognuno è libero di farsi la sua idea, ma forse l’atteggiamento più saggio (x chi non conosce personalmente la vicenda) sarebbe quello di sospendere il “giudizio” fino alla sentenza, per evitare di restare delusi.
accidenti quanti commenti, non vorrei che come in un noto forum di arti marziali, i membri della comunità sotto vari nickname, si scapicollino a tessere le lodi del loro maestro e della comunità tutta.
le telecamere dovevano essere un deterrente per che cosa?per i sopravvissuti alla fine del mondo del 2012? dicono che la mamma di questo ragazzo non ha mai detto loro che il figlio faceva uso di droghe e che loro non sono una comunità di recupero, è tutto molto strano visto che si vantano di averne salvati molti dalla droga compreso uno di quelli che sotto falso nome tesse le lodi del suo maestro con il quale sta intraprendendo il percorso monarchico.
il loro avvocato dice che le ditte edili, che la comunità accusano di averla truffata, parlano degli appartenenti alla stessa come di persone ingenue, chissà se la pensano allo stesso modo ora che hanno scoperto di essere stati accusati di truffa.
per quanto riguarda il thè “miracoloso” ci sono decine di persone pronte a testimoniare su come veniva presentato e quali erano le sue proprietà.
rimane ancora più strano che si “curi” un ragazzo violento a suon di pugni e schiaffi e insegnandogli tecniche che gli permettono di colpire ancora più forte le proprie congiunte.
le minacce di querela della Perrone & C. non sono una novità già nel 2007 gli stessi soggetti nel forum delle arti marziali minacciavano querela a chiunque non la pensasse come loro, ma ora come allora non fanno alcuna paura a chi come l’avvocato Bommarito è forte della protezione che solo la verità può dare.
per i monaci nessun conflitto di interesse esiste quando chi difende le vittime e si espone la verità non credo che questa volta le sessioni di preghiera bastino.
è inutile gettare fumo sugli occhi con articoli che colorano falsamente di rosa la realtà il nero di tutta questa storia verrà fuori nella sua completezza nelle sedi competenti.
THE WONG
ANTIMATERIA ecc.. ecc..
vi ricordano niente?
Articolo studiato ad arte con taglio bucolico. La realtà è ben diversa. Ha ragione l’avvocato Bommarito
Gli avvocati non intervengono più. Però iniziano ad apparire “le testimonianze spontanee”.
@ Fra Fre mi auguro che la “persona che conosci personalmente” abbia denunciato il tutto alle autorità competenti e non si sia limitato a lamentarsene con lei.
@Sauro Benedetti: assolutamente si, quella persona, come giusto che sia, ha già provveduto a denunciare i fatti già da qualche tempo, altrimenti non mi sarei neppure permessa di scrivere di fatti che non mi hanno riguardato in prima persona con tanta serenità e sicurezza come ho fatto.
Prima di giudicare bisogna conoscere la realtà della comunità. Mi chiamo Monica Grassetti e avendo due figli che da 1 anno frequentano i ragazzi, posso dire che l’articolo rappresenta bene la realtà. Sono brave persone, oneste e a volte ingenue. Dopo aver letto l’articolo ho letto anche i commenti ho notato che tutte le persone che affermano di conoscere i ragazzi e dicono che l’articolo li descrive bene, si sono identificati, dicendo il proprio nome e cognome, mentre chi dice di conoscerli e li critica lo fa nascondendosi dietro falso nome, come se avessero qualcosa da nascondere. Per me, questi ultimi, lasciano il tempo che trovano.
circa un’anno fa una mia amica ha deciso di seguire la comunità… Da un giorno all’altro ha lasciato famiglia, lavoro, ragazzo e amici…. Nel giro di un mese circa ha prosciugato il suo conto corrente con i risparmi di anni, per dividerli con la comunità! noi tutti siamo rimasti a bocca aperta quando lei è’ partita dicendo che sarebbe stata via solo due settimane e invece non è più tornata! Mi metto nei panni dei genitori che si vedoa sperdere una figlia dall’oggi al domani…. Ma nonostante piu volte sia i famigliari e gli amici gli abbiano voluto parlare la sua idea non è cambiata! Da un giorno all’altro ha cancellato mail, profilo facebook e ha spento il cellulare! Se si vuole parlare con lei l’unico modo e’ chiamare il maestro e farsela passare….. Lei non chiama perché dice che chi vuole sentirla la puo chiamare…… Ok, a loro va bene così… ma un domani quando saranno tutti vecchi e non saranno più in grado di lavorare la terra, di fare arti marziali, come si manterranno? Che futuro avranno queste persone? adesso sembra tutto bello e facile perché sono tutti giovani!!! Comunque resta il fatto che da quando se n’è andata ha dovuto passare 6 mesi in quarantena perche doveva disintossicarsi dai germi della gente esterna alla comunità! Spesso veniva o viene a Bolzano ma non si fa vedere perche noi siamo infetti! E’ più di un’anno che non vede genitori sorella e nipoti….. Bella comunità di luce e sopratutto amore! tutti noi sbagliamo! E’ umano…. Ma si può anche perdonare! Sopratutto chi ti ha dato la vita e chi fino al 24 anni ti ha mantenuto e viziato!
ho il sospetto che i non mi piace messi su chi contesta la comunità siano opera dei membri della comunità stessa.
è più giusto togliere il mi sembra
Ciao Veronica e ciao a tutti i lettori.
Il commento di “Nika Chicca” parla di me, ma posso assicurare che non rispecchia la realtà dei fatti.
Io ho il coraggio di mettere il mio nome e cognome. Mi chiamo Violi Alessandra e sono membro e amministratrice della Comunità La Sorgente di Luce e Amore da più di un anno. Sono la ragazza che è presente in diverse foto dell’articolo. Ho deciso di prendere questa strada di mia spontanea volontà e purtroppo i miei genitori non sono stati d’accordo con la mia scelta e l’allontanarsi da loro non è successo dall’oggi al domani come viene scritto (infatti sono andata via di casa più di due mesi prima di entrare in Comunità). Sono stata disposta a perdonare ed ho ammesso i miei errori, ma non ho trovato la voglia di ricostruire. Ora con loro non ho un rapporto. I miei risparmi li ho investiti in quello che serve alla Comunità (facendo la spesa, ecc.) come fa qualsiasi persona che fa parte di una famiglia. Mi dispiace contraddire anche sul fatto del cellulare, anche perché rispondo personalmente al telefono della Comunità, quindi se qualcuno mi vuole cercare mi trova facilmente. Mi fa piacere ci siano persone preoccupate per il nostro futuro, ma non serve esserlo. Ci sono cose più importanti a cui pensare! È stata una mia scelta non farmi vedere a Bolzano e soprattutto voglio sottolineare che sono sempre stata libera di andare dove voglio (e lo sono tuttora). Ora sono felice, vivo serenamente la mia vita e sto cercando di diventare mamma.
Mi dispiace ci siano persone che non capiscano e che giudicano quello che non conoscono.
Per ultima cosa a te Veronica voglio dire che prima di parlare e di emettere una sentenza è il caso di conoscere i fatti e di sentire tutte e due le campane.
A chi vuole conoscere la verità dico di venire a trovarci perché le nostre porte sono aperte e già tante persone sono venute a conoscerci per quello che siamo realmente.
Con questo ultimo commento non risponderemo più a nessuna provocazione e lasceremo parlare i legali.
Pace e bene.
Alessandra Violi
Bradipo, la verità purtroppo tu non la sai, non riesci a vederla e non ci riuscirai al momento. Le cose non sono mai come appaiono. La vita è fatta di confronto con le persone che possono avere una mentalità diversa dalla tua e non per questo ci si comporta fuggendo dal diverso da te. Tu che sei stata sempre la persona che affronta di petto le cose, hai semplicemente scelto di comportarti in modo codardo, accusando chi ti ha voluto bene e che te ne vuole ancora, di falsità. Ti stai condannando da sola ad una vita che non è la vera vita, ma tutto offuscato, nebbioso e di difficile veduta. Ricordati che il confronto fa maturare le persone, il vedere le cose sempre nello stesso modo è una visione sterile, utile solo ad aggregare le persone per un tempo limitato, ma la vita è ben altra che questa. Se fossi veramente convinta della tua verità affronta chi hai lasciato a Bolzano. Così dimostri solo la non verità.
volevo rispondere alla sig.ra Grassetto che forse non mettono nome e cognomr per non ricevere ulteriori minacce diffide o denunce questo per onor del vero
non entro nel merito delle questioni sollevate, non mi piace essere giudicato e tantomeno giudicare, però leggendo il tutto mi vengono spontanee delle domande: a) perchè una comunità che dichiara di “volersi fare conoscere”, durante la visita dei giornalisti di CM si fa assistere da un avvocato? Perchè i fucili che dovevano essere utilizzati, così ho capito, dalla squadra di tiro della comunità a distanza di un anno non sono ancora stati restituiti, nonostante il ricorso al Tar? Inoltre, nell’articolo, si fa riferimento al fatto che l’associazione si ispira a principi cristiani, quali? qual’è la filosofia e/o se esiste una dottrina alla quale si ispirano e i riti che praticano? Non comprendo inoltre la sig.na Violi quando afferma a nome della comunità:” non risponderemo più alle provocazioni e lasceremo parlare i legali”. Quando si decide di esporsi pubblicamente si deve accettare il contraddittorio sempre e comunque. Non si possono eludere le domande che non ci piacciono. Sento parlare di maestri con riferimento al titolo sportivo o altro? Infine avrei una curiosità da soddisfare: a quale federazione appartengono gli atleti della comunità, quanti ne annovera in Italia e quanti nel mondo? Comunque chi vivrà vedrà.
Riassumiamo:
si definiscono monaci e si ispirano a principi cristiani? Cosa significa questo: sono cattolici, protestanti, ortodossi, rastafariani? o hanno fondato una loro setta? su quale credo?
si mantengono con i mercatini ma alcuni di loro (chi? il presidente, il maestro…) hanno una società commerciale, con quale oggetto sociale? chi beneficia degli utili?
non sono una comunità terapeutica ma se hanno acceso un mutuo hanno personalità giuridica. Cosa sono una onlus, un’associazione di fatto o che? sono iscritti in qualche albo regionale comunale ecc.?
sono poi anche associazione sportiva visto che insegnano e organizzano eventi?
hanno subito delle truffe: hanno denunciato le imprese edili che li hanno truffati?
il comune dove abitano come li ha accolti? è vero che ci sono state polemiche anche con il vescovo e con amministratori locali?
Mi sembra che cose da chiarire ce ne siano molte!
Chissà perché la fine delle vicende non fa mai notizia.
Per dovere di cronaca l’ultima parola dei magistrati.
https://guardianideltempo.wixsite.com/webufficiale/sentenze
Francesco Ricci, Monaco dei Guardiani del Tempo