di Laura Boccanera
Lavoro, formazione specialistica e studio e analisi delle nuove opportunità del terziario legato al turismo. Cgil, Cisl e Uil unite hanno presentato questa mattina a Civitanova la volontà di creare un tavolo permanente di confronto fra sindacati, imprenditori, politica e istituti bancari per valutare e studiare i modi di arginare la crisi. Nelle orecchie ancora rimbomba il dramma dei tre suicidi e i sindacati, alla luce di una situazione di grande difficoltà a livello provinciale (sono 440 le aziende che hanno cessato l’attività tra gennaio e febbraio) , propongono di creare un dibattito su sviluppo e stato sociale. “Siamo in grave ritardo – sottolinea Marsilio Marsili della Cgil di Civitanova – occorre ripensare al ruolo degli enti locali su prospettive di lavoro e sistema provinciale, mettendo al bando i campanilismi”. “Sul lavoro dobbiamo attivare una riflessione seria – ha spiegato Marco Ferracuti della Cisl – trovare nuove vocazioni, incentivando quei settori che possono far rilanciare l’economia come il terziario legato al turismo e alla messa in rete del nostro modello paesaggistico, la cultura e l’enogastronomia – occorre poi superare le specificità dei singoli comuni. Cgil Cisl e Uil hanno firmato sinergicamente un protocollo provinciale a sostegno delle famiglie in difficoltà. Il punto è che ogni piccolo comune può fare poco, ma unendo le forze si possono aiutare più famiglie”. Tutte le cifre sindacali hanno inviato in questi giorni, a tal proposito, una lettera a tutti i comuni della provincia con la richiesta di creazione di un fondo omogeneo con criteri comuni per dare una mano alle nuove povertà. Ma nel progetto di spinta e rilancio del territorio occorre anche ripensare all’utilizzo e alla gestione dei centri per l’impiego: “la questione dell’orientamento è fondamentale, bisogna che l’offerta formativa venga incanalata sulla base delle effettive richieste di mercato, figure che le aziende siano in grado di assorbire”. “Lanciamo un appello agli enti pubblici – ha detto il segretario provinciale della Cgil Aldo Benfatto – non taglino le risorse per i servizi sociali e puntino su investimenti di qualità, senza sprechi, su infrastrutture piccole ma efficaci e accolgano la nostra proposta di creazione di un fondo per le famiglie. Oggi la crisi del manifatturiero si ripercuote anche sul terziario, la cassa integrazione in deroga è aumentata nel 72% nel 2012, in 50 anni la popolazione del distretto è passata da 75mila persone a 140mila, rispetto a questo che risposte dare per il problema occupazione? L’unica via è ragionare insieme su cooperazione e aggregazione”.
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Domani (18 aprile) a Macerata si terrà il dibattito pubblico sul lavoro organizzato da Cronache Maceratesi (leggi l’articolo). Diretta streaming dalle ore 21.
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Per dirla in parole povere…. inutile chiudere la stalla se i buoi sono usciti. La situazione occupazionale oramai a oltrepassato la soglia del non ritorno, quel ritorno che non faranno le aziende scappate oltre confine, quel ritorno che non faranno le aziende chiuse….. troppo tardi. Le problematiche che ora si vuole tardivamente affrontare non porteranno un fico secco!!! le questioni andavano discusse ed affrontate 20 anni fa perche’ cari i miei CAPISCIOTTI a quel tempo i segnali di cosa sarebbe successo c’erano TUTTI. I sindacati si rendevano conto di cosa accadeva???? NOOO!!!!! A tutt’oggi i sindacati hanno mai fatto pressioni alle istituzioni competenti ad effettuare controlli a TAPPETO nei laboratori clandestini CINESI affinche’ venissero chiusi???? NOOO!!!! Lor SIGNORI sanno che lavorano sottoprezzo mettendo in difficolta’ i laboratori artigiani locali???? Noo!!!! Questo e’ uno degli ultimi problemi in ordine di tempo ma nessuno fa ancora niente…..adesso di cosa volete parlare???? Ognuno di voi (sindacati e pubblica amministrazione) e’ colpevole e complice di cio’ che sta accadendo, troppo distaccati da una realta’ completamente a voi sconosciuta, troppo distanti dai problemi reali perche’ troppo ben RETRIBUITI al dila’ dai risultati. Ora cosa sperate di risolvere??? La crisi e’ soltanto all’inizio e non immaginate neanche quali potranno essere le conseguenze, sta’ iniziando un effetto domino con una crisi economica che si avvitera’ su sestessa. La sola cosa che potrete fare e’ quella di ridurvi gli stipendi per cercare di utilizzare tali somme in ammortizzatori sociali e permettere a piu’ gente possibile di vivere DIGNITOSAMENTE, altrimenti preparatevi a vederne delle belle. Sarebbe bastato defiscalizzare (quel tanto necessario) le aziende intenzionate a delocalizzare, incassi meno tasse e’ vero ma almeno nessuno perde il lavoro!!!!!! le tasse le avrebbero continuate a pagare i dipendenti e gli stipendi sarebbero stati spesi mantenendo attiva l’economia, invece adesso gli operai li dobbiamo sostenre con sussidi vari……. e le aziende emigrate -le- tasse-non-le-pagano-piu’- comunque. Eccezzion facendo siete UNA MASSA DI INCAPACI ed e’ un complimento!!!!!
Rivelino giocava come mezzala sinistra, io voglio invece giocare in quella destra. Ma che sbraitate…. Proponete soluzioni ed invece siete una parte del problema. Molti sindacalisti, soprattutto quelli del settore pubblico, con il loro consociativismo si spartono equamente le responsabilità dello sfascio attuale. Vedo la foto del rappresentante della CGIL: mi piacerebbe sapere cosa pensa quando si affaccia o si affaccerà dalla finestra del suo ufficio della sede del suo sindacato situata all’interno di quel simbolo plastico di un fallimento epocale che è la Lottizzazione Valleverde.
la cosa tragica è che i sindacati cominciano a parlare a voce unita adesso che la disoccupazione è ai massimi storici. se ci tengono così tanto ai cassintegrati cominciate a vendere palazzi e a risparmiare per fare un bel fondo di solidarietà per le imprese. consiglio agli interessati di andare a vedere cosa fece il sindacato statunitense dell’auto (UAW) quando dei colossi come Chrysler e GM stavano per fallire. questi smidollati dal posto fisso e lauto stipendio che abbiamo noi non sono nemmeno capaci di mettere due frasi di fila…
Premesso che io sono un dipendente privato, vorrei sottolineare che imprenditori seri ed onesti ce ne sono molti ma purtroppo per una certa corrente politica l’imprenditore e’ ladro a prescindere, se poi e’ riuscito anche ad avere successo Dio ce ne scampi!!!!!! A differenza del settore pubblico, nel privato vige la meritocrazia e non e’ raro che chi merita abbia riconoscimenti economici commisurati ad IMPEGNO e CAPACITA’ e non di rado si trasforma in opportunita per aprire una attivita’ propria. Con questo, voglio dire che l’economia e’ sempre e comunque il privato che la fa girare ed il settore pubblico deve soltanto gestire i servizi fondamentali, quali: SANITA’, ISTRUZIONE, OPERE PUBBLICHE e GIUSTIZIA. Purtroppo cosi’ non e’ ed allora la ricchezza privata lo stato con tutta una serie di leggi ti impone di pagare il 54% di tasse che servira’ soltanto a mantenere UNA PERTE del sistema pubblico assolutamente inutile e che assorbe ricchezza in cambio di DISSERVIZI, BUROCRAZIA, e STIPENDI VERGOGNOSI. Se una volta si poteva essere fieri di essere ITALIANI lo si doveva alla creativita’ e laboriosita’ dell’imprenditoria e manodopera qualificata, non di certo per la CLASSE DIRIGENTE. Da quando lo STATO PARASSITA a deciso che chi crea ricchezza vada spellato vivo ………..sui sindacati poi……. STENDIAMO UN VELO PIETOSO.
Io penso questo e parlo per esperienza personale, il problema non si risolve facendo la caccia alle streghe agli imprenditori, i quali non hanno modo di accedere ai prestiti bancari, non hanno aiuti da parte della politica anzi, forse per la “mafietta locale” vengono pure ostacolati, i sindacati sono a prescindere a favore dei dipendenti, l’ispettorato del lavoro sono dei cani sciolti a cui non importa niente della crisi aziendale, allora sai cosa vi dico: politici, sindacalisti, capisciotti locali, andate tutti a quel paese….senza gli imprenditori voglio vedere a chi rompete i c…… e che lavoro vi mettete a fare, visto che fino ad oggi avete fatto tutto meno che lavorare…