Nell’anno 2012 le ore complessive di cassa integrazione autorizzate nelle Marche sono aumentate del 38,2% rispetto all’anno precedente passando da 27,6 milioni del 2011 a 38,2 milioni del 2012. In aumento sono risultati sia gli interventi ordinari (+76,6%), sia gli interventi straordinari (+41,1%) che quelli in deroga (+19,9%). Dall’analisi dei dati per ramo di attività emerge un aumento delle ore complessive autorizzate nell’industria (+33,6%), nell’edilizia (+82,2%), nell’artigianato (+23,5%), nel commercio (+73,6%) e nei settori vari (+75,2%).
Questi dati sono tratti dal ventesimo rapporto annuale di Confindustria Marche, elaborato con la collaborazione di Banca Marche (LEGGI L’ARTICOLO).
Sempre nel 2012, il settore dei servizi nella Marche è l’unico ad aver garantito nel un pur lieve incremento di occupazione. Tutti i comparti produttivi, invece, hanno perso forza lavoro. Il rapporto di Confindustria Marche riferisce: “Per quanto riguarda i settori produttivi, la contrazione ha interessato tutti i comparti, ad eccezione di quello dei servizi. Le costruzioni hanno registrato una diminuzione di 4.000 unità (- 9%), l’agricoltura una contrazione dell’8,9%, pari a 1.600 unità, l’industria in senso stretto una flessione di 1.300 unità (-0,7%), Il comparto dei servizi ha invece registrato un aumento del 2,3% pari a 9.000 unità. Si modifica, quindi – sottolinea il rapporto – la composizione settoriale dell’occupazione nella regione: scende la quota di lavoratori occupati nell’industria in senso stretto (dal 29,8% del 2011 al 29,5% del 2012), nelle costruzioni (dal 7,1% del 2011 al 6,4% del 2012) e in agricoltura (dal 2,8% del 2011 al 2,5% del 2012) mentre sale quella nei servizi (dal 60,4% del 2011 al 61,6% del 2012).
La contrazione degli occupati registrata dall’industria in senso stretto (-1.300 unità) è la sintesi della flessione dei lavoratori dipendenti (-4.500 unità, -2,7%) e della crescita dei lavoratori indipendenti (+3.200 unità, +13,3%). Scende all’85,7% la quota della componente alle dipendenze sul totale degli occupati (87,5% nel 2011), mentre sale al 14,3% quella dei lavoratori indipendenti (12,5% nel 2011). Nel settore delle costruzioni, la contrazione degli occupati è attribuibile sia alla componente dipendente (-600 unità, -2,4%), il cui peso sul totale sale al 57,9%, sia, soprattutto, alla componente indipendente (-3.500 unità, -16,8%) il cui peso sul totale, invece, scende dal 46% del 2011 al 42,1% del 2012.
Nel settore agricolo, resta preponderante la presenza di lavoratori indipendenti, anche se il loro peso sul totale continua a scendere drasticamente e si attesta al 54,2% (era al 76,8% nel 2010), mentre sale la quota dei lavoratori dipendenti dal 37,8% del 2011 al 45,8%. La variazione nella composizione è attribuibile alla contrazione della componente indipendente (-2.300 unità circa, -20,6%) a fronte dell’aumento di quella alle dipendenze (+700 unità, +10,3%).
L’indagine registra anche una diminuzione del peso della componente femminile sul totale delle forze di lavoro (dal 44,1% del 2011 al 43,9% del 2012), mentre aumentaquello della componente maschile (dal 55,9% del 2011 al 56,1% del 2012).
In forte crescita sono risultate le persone in cerca di lavoro nelle Marche (+39,7% pari ad oltre 18.000 unità) con il conseguente innalzamento del tasso di disoccupazione passato dal 6,7% del 2011 al 9,1% del 2012.Tra le persone in cerca di occupazione nelle Marche, la componente femminile rappresenta circa il 51,2% ed il tasso di disoccupazione tra le donne raggiunge il 10,6% a fronte del 7,9% dei maschi. Rispetto alla media italiana, il tasso di disoccupazione complessivo nelle Marche risulta inferiore di circa 1,6 punti percentuali (9,1% rispetto al 10,7%).
Altra nota dolente il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) che nelle Marche si attesta al 28,6% (35,3% in Italia), mostrando un ulteriore incremento rispetto al 23,8% del 2011.
(a. f.)
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Pochi giorni fa un articolo ha detto che l’edilizia l’occupazione è in crescita, adesso e l’inverso guardate cosa dice l’Ansa Ma la verità è che il lavoro è calato del 60% a tutti lo dico io senza essere un esperto e senza recepire i soldi per i sondaggi fatevi un giro per la città poi vedete la realtà.
JAVIER, LA TUA E-MAIL NON MI FUZIONA. ME LA RIMANDI A: [email protected] ?
Per il tuo intervento sono d’accordo con te… E chi non è d’accordo con te, peste lo colga!
L’Assessorato per il Reddito di Cittadinanza
Per quanto riguarda le modalità con le quali si dovranno articolare esperimenti come quello di Guardiagrele, lo stesso Auriti ha posto in evidenza come il progetto debba essere realizzato in due fasi:
• la prima, che si può denominare “dell’avviamento”, è servito perché il SIMEC a far conseguire “quel VALORE INDOTTO che lo oggettivizza come un bene reale, oggetto di PROPRIETÀ DEL PORTATORE”, e che lo distinguerà dalla moneta corrente non più soltanto formalmente, ma anche sostanzialmente;
• la seconda fase dovrebbe consentire ai Comuni di “beneficiare” del servizio econometrico, mediante un Assessorato per il REDDITO DI CITTADINANZA, che prima della stampa dei SIMboli EConometrici e della loro assegnazione tramite un CODICE DEI REDDITI SOCIALI, avrebbe il compito di promuovere in modo adeguato, anche culturalmente, in modo da attuare l’iniziativa, e distribuire i SIMEC tra i cittadini”.
http://www.scribd.com/doc/103273320/13-Moneta-e-Reddito-e-Linee-Di-Intervento
@ Domenico: di ciò che dici non ho capito nulla. Che significare reddito di cittadinanza? Che lo Stato deve dare soldi a chi non ha reddito? Ma, se i soldi stanno per finire per la Cassa Integrazione, come è possibile reperirli per il il Reddito di Cittadinanza?