“In riferimento alla richiesta di accesso pervenuta… si comunica che presso questo Comune non esiste un piano di eliminazione delle barriere architettoniche”. Firmato il dirigente dei Servizi Tecnici del Comune di Macerata, Dott.Ing Cesare Spuri. Questa la secca risposta ricevuta da Renato Biondini, il segretario della cellula di Ancona dell’Associazione Luca Coscioni che ha scritto ai comuni capoluogo per conoscere la stato di attuazione delle normative in materia. Meno scarne e più articolate le altre risposte che trovate riprodotte sotto, ma nella sostanza nessun Comune ha adempiuto all’obbligo. Ancona, Ascoli Piceno, Fermo, Macerata, Pesaro, Urbino ammettono la propria latitanza in tema di adozione dei Piani Eliminazione delle Barriere Architettoniche, i Peba, obbligatori per legge da ben 25 anni. Tra i tanti interventi normativi che lo stato italiano ha adottato in questi decenni a tutela dei disabili, la Legge 41 del 1986 obbliga infatti tutte le pubbliche amministrazioni ad adottare il PEBA (piano di eliminazione delle barriere architettoniche) e anche la Regione Marche ha recepito questi precetti con la legge 52 del 1990. E non sono ovviamente carenti solo le amministrazioni dei capoluoghi, ricorderete che dell’argomento ce ne siamo occupati anche nelle scorse settimane raccogliendo la testimonianza di una cittadina di Sarnano (guarda il video).
La lettera spedita dall’associazione risale allo scorso settembre e i Comuni hanno risposto dopo diversi solleciti nella maniera che abbiamo detto, ora la campagna diventa ancora più impegnativa e dalla “Luca Coscioni” dicono: “Noi pretendiamo che i comuni della Regione Marche adottino i PEBA in base alle due seguenti motivazioni: La prima motivazione è di ordine generale e di rispetto della legge, poiché in uno stato moderno e civile, deve esserci uno stato di diritto, dove lo Stato in primis inteso in senso lato comprendendo anche gli enti locali, deve rispettare la legge e le regole che egli stesso ha emanato, noi riteniamo che il rispetto di questa regola sia fondamentale per uno Stato democratico. Se non c’è, uno stato di diritto non ci sono diritti ma sopraffazioni, favori e privilegi.
La seconda motivazione riguarda specificatamente la difesa e il rispetto dei diritti delle persone diversamente abili, come prescritto innanzitutto dalla nostra Carta Costituzionale. Art. 2: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica,economica e sociale”; Art. 3 “Tutti i cittadini hanno pari dignita’ sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. Noi crediamo che in un paese civile, come l’Italia si ritiene di essere, i diritti dei disabili oltre che essere difesi e sanciti dalle norme legislative devono essere tradotti in pratica e materialmente applicati attraverso politiche che attuino i dettami previsti dalla legge. Il rispetto di queste norme per la difesa dei diritti dei disabili, deve essere un obbligo morale per tutti, tanto più uno stato si occupa dei diritti dei più “deboli” tanto più sarà un paese civile, democratico e rispettoso dei diritti di tutti. La mancata applicazione dei diritti dei disabili lede la loro dignità, offende la loro persona e li fa sentire realmente diversi, emarginati e cittadini di serie B, questo è inaccettabile!”
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Parlando di noi residenti nel Comune di Macerata lo trovo sconcertante.
Abbiamo letto di consiglieri di opposizione che stracciandosi le vesti rimanevano disarmati dalla pochezza delle interpellanze cui andavano a discutere nei coinsigli comunali, e di maggioranza che riteneva di saper fare bene per tutta la cittadinanza.
Più volte ho scritto che io che non ho disabilità , vivo in una città a misura di macchine.
Cammino su marciapiedi praticamente disastrati, salto ostacoli che qualunque persona che porti a passeggio con carrozzine bambini trova difficili da superare, figuriamoci chi è su sedie a rotelle o anziani con difficoltà a deambulare.
Però la giunta si loda di un asfaltatura dei giardini Diaz nuova effettuata per poche manifestazioni, mentre la passeggiata delle mura di tramontana è un vero attentato alla salute pubblica per come l’asfalto del marciapiede è ridotto.
Altri prima di me e meglio di me, hanno posto il problema di un accesso dei sottopassi utile per chi ne ha strettamente più bisogno e cioè le categorie sopra esposte e altre non menzionate , ma da noi la commissione urbanistica sembrerebbe molto impegnata a far costruire nuovi supermercati e/o palazzi.
L’ufficio tecnico ben si guarda da essere propositivo arroccato ai ritmi dei propri funzionari.
Speriamo che finalmente si possa con questa nuova proposta politica scuotere qualche mente ottenebrata dal “Lei non sa chi sono io”
Complimenti al “dirigente dei servizi tecnici”… 3 (TRE) righe…!!! Neanche i telegrammi erano così corti…!!!
Saranno secoli che diciamo, ad esempio, che il semaforo – anziché in prossimità del cimitero – si poteva mettere in Piazza Garibaldi; ne avevo parlato, incontrandola di recente, anche con l’assessoressa Curzi e, appena insediata la Giunta, con l’assessore Valentini. Niente di che, né prima né poi. Ci rendiamo conto che non c’è un solo sottopasso a norma, fatta eccezione per quello in prossimità del Tribunale in collegamento con Via Ancona? Ci rendiamo conto che, se un poveraccio in carrozzina volesse raggiungere da Corso Cavour Via de’ Velini, non c’è trippa per gatti per farcelo arrivare? E questa sarebbe una città a misura d’uomo? Il mio prossimo corsivo sarà tutto su quest’argomento, con dovizia di particolari fotografati e filmati.
A Macerata anche le opere di ristrutturazione non hanno previsto l’abbattimento delle barriere architettoniche: a cominciare dalla Galleria del Commercio (dove è impossibile a chi non cammina con le sue gambe raggiungere il piano intermedio), per proseguire con tanti altri edifici di cui parlerò in Davoli a merenda tra qualche giorno.
…come sempre l’Amm.ne di Macerata molto chiara, esplicita ma sopratutto telegrafico Ing. Spuri che figura di M…A.
Se esiste un obbligo di legge, esistono anche sanzioni per chi non lo rispetta?
Se l’adozione di questo PEBA è OBBLIGATORIA, cosa succede a chi non li adotta?
Sempre più motivi per non recarsi a macerata
Nulla da dire.
Sottoscrivo in pieno la considerazione di renzo1953.
Ma è possibile che, la puzza, i nostri amministratori non la sentono?
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Un ipotesi di lavoro potrebbe essere quella di trovare, apredo a casaccio l’elenco telefonico, nuovi dirigenti per i vari uffici e, alcontempo, ricollocare gli attuali dirigenti in altri servizi terra-terra (spalare neve, attappare buche stradali, pulire bagni pubblici, ecc.)….
I novelli dirigenti, presi a casaccio, MALE CHE VADA farebbero lo stesso identico-uguale lavoro degli attuali… ma avremmo assai molte di più probabilità che lo svolgerebbero MEGLIO
Che tristezza infinita… a giorni, grazie alla raccolta fondi di CM e alla generosità di tanta gente, mi arriverà la carrozzina elettronica per poter uscire finalmente da sola, ma come potrò raggiungere il centro di Sforzacosta o il supermercato di Casette Verdini, senza rischiare di essere investita da auto e tir? Carissimi amministratori, gentilissima giunta comunale, vorrei tanto sapere CHE FINE HA FATTO LA DELIBERA N° 105 DEL 24-25 NOVEMBRE DEL 2003-N.36031 APPROVATA BEN 10 ANNI FA ALL’UNANIMITÀ E MAI ATTUATA? Neanche i servizi sociali del comune sono accessibili ai disabili… Non vi vergognate neanche un pochino?