«Sebastian Capparucci ha forti disturbi della personalità ma non era incapace di intendere e di volere al momento dell’omicidio di Andrea Cristina Marin»: è quanto risulta dalla perizia propedeutica al giudizio del giovane, uno degli imputati per il terribile delitto, assistito dall’avvocato Federico Valori. Il processo per il terribile omicidio sta andando avanti e si aggiungono, di testimonianza in testimonianza, agghiaccianti dettagli che rendono la vicenda ancor più dolorosa e inaccettabile (leggi l’articolo).
Capparucci si è avvalso della facoltà di non rispondere nel processo parallelo che vede a giudizio in Corte d’Assise, Valentino Carelli, l’altro giovane imputato per lo stesso reato, figlio del presunto mandante Sandro carelli. Il suo legale ha chiesto e ottenuto dal Tribunale di Macerata una perizia, che effettuata dal professore Giovanni Camerini dell’Università La Sapienza, nega che il giovane fosse incapace di intendere e di volere.
«La perizia – spiega l’avvocato Valori – dà ampio conto dell’anamnesi esistenziale del mio cliente. Il ragazzo non è cresciuto di certo con un quadro etico morale sicuro. Lo stesso perito riconosce tre tipologie di disturbi della personalità, narcisistico, border line e antisociale, salvo poi negare che questi possano avere una gravità tale da escludere o scemare la capacità di intendere e di volere. La discrasia contenuta nella perizia non è facilmente comprensibile e sarà da approfondire. Tra l’altro il perito richiama sentenze legate a teorie tradizionali, oggetto di forti critiche e non tiene conto della sentenza Raso, secondo la quale le infermità di mente non sono solo quelle a base organica clinicamente accertabili, ma possono essere anche i disturbi della personalità». Il perito di parte Pierluigi Pianesi presenterà a questo punto la sua controrelazione.
(a. p.)
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