Macerata capitale europea della cultura come fulcro del territorio che la circonda? Via, si dirà, non scherziamo. E invece non è impossibile che nel 2019 essa riesca a conquistare questo prestigiosissimo titolo voluto quasi trent’anni fa da Melina Mercouri, perché le carte da giocare le ha. E ancor meno impossibile è che essa rientri fra le candidature italiane da presentare al parlamento di Strasburgo entro il 2015. Ed è certamente possibile che le sue credenziali risultino meritevoli di considerazione se questa città e l’area vasta che le sta intorno crederanno in se stesse e avranno costanza, intelligenza, spirito collaborativo e tempestività nel riempirle di contenuti. L’impegno coinvolge il Comune capoluogo, la Provincia, gli altri Comuni, le due Università, le Diocesi, l’Accademia di belle arti, la Camera di commercio, la Fondazione Carima, lo Sferisterio, i Musei, la Confindustria, i Sindacati, i Partiti, la gente nel suo insieme. Il principale criterio del “bando” – chiamiamolo così – parla di “Città e cittadini”, ossia la loro storia, le loro chiese, i loro palazzi, il loro paesaggio, il loro modo d’intendere la vita, i loro costumi, lo sguardo europeo nella loro visione del mondo. E allora ci siamo: questa, per noi, non è una “mission impossible”.
Il professor Francesco Adornato, preside della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Macerata
Si obietterà che nel corso degli anni questo titolo è toccato ad Atene, Firenze, Berlino, Parigi, Madrid. Non è quindi velleitario e illusorio competere con realtà di tali dimensioni? No. Lo scettro l’hanno avuto e l’avranno anche città paragonabili alla nostra come Mons del Belgio, Guimares del Portogallo e Umea della Svezia. Tutto sta, insomma, nell’autorevolezza e nella plausibilità delle credenziali. Le carte da mettere sul tavolo, ripeto, non mancano. Raccogliamole in un mazzo corposo e ricco di dati statistici, vicende storiche, linguaggi, narrazioni, riprese video, figli illustri (padre Matteo Ricci, ad esempio, straordinaria figura di religioso e scienziato che valicò estremi confini), testimonianze di modernità nell’innovazione produttiva, i non pochi esempi, dalla costa all’entroterra, di lungimiranza nell’affrontare le sfide della globalizzazione, l’accoglienza, l’integrazione, l’enogastronomia. Un mazzo di carte da cui risulti una “qualità della vita” che proviene dal passato ma regge il confronto col futuro e sia pure nel doversi misurare coi problemi anche gravi dell’epoca attuale – non siamo un’isola felice – è fatta di equilibrio sociale, rispetto del prossimo, solidarietà, tolleranza, moderazione degli eccessi, riduzione delle disuguaglianze. Una “qualità della vita” che forse non ci rendiamo conto di avere ma che altrove è rara e invidiata. Una “qualità della vita” che oggigiorno le menti illuminate non solo d’Italia e non solo d’Europa indicano come l’unico approdo a un domani migliore.
Questa idea l’ha lanciata il professor Francesco Adornato, direttore del dipartimento di scienze politiche, comunicazione e relazioni internazionali del nostro ateneo. Di carte in regola, lui, ne ha parecchie. Figlio di un padre contadino e di una madre raccoglitrice di olive che si è tenacemente battuta per garantirgli un destino diverso, ha frequentato il liceo, l’università a Roma, si è formato nei più avanzati ambienti culturali degli anni Sessanta e Settanta, ha accumulato esperienze di livello nazionale e internazionale. Nello studio del diritto, certo, ma anche nell’arte, nel cinema, nella letteratura, nella politica. Gliene manca solo una, di carte: non è maceratese. Nato in Aspromonte (si pensi all’asprezza dei personaggi descritti da Corrado Alvaro in “Gente di Aspromonte”) lui è giunto qui, titolare di cattedra, nel 1993. Ma da allora lo lega a Macerata un amore difficile e tuttavia tenacissimo. E questo suo appello è, per Macerata, un autentico atto d’amore.
“Quando mi allontano”, dice, “non vedo l’ora di tornare, sono affascinato dalla vostra mescolanza tra oscurità e luminosità, una mescolanza che non trovo in altri luoghi e si traduce in un equilibrio dove prevale quel rispetto delle regole della convivenza che si chiama civismo”. Gli chiedo di simboleggiare tutto questo in qualcosa di preciso, una veduta, un incontro, un fatto. Sorride: “Arrivai in treno, una sera d’ottobre, pioveva a dirotto, avevo una grossa valigia, feci, ansimante, la salita di Piaggia della Torre e alla fine mi si spalancò davanti agli occhi la piazza centrale con la Loggia dei Mercanti, il Palazzo della Prefettura, quello del Comune. Per me fu come il premio dopo la fatica, l’insegnamento che l’oscurità, se vissuta pazientemente, prelude infine alla luminosità. Poi mi accorsi di aver bisogno di questa severa educazione culturale e morale in cui si rifletteva un senso profondo e giusto del vivere. Non è facile per me adattarmi alla vostra ritrosia, al vostro ritegno, perfino, talvolta, alle vostre nascoste gelosie. Ma non ci rinuncio, sono quasi vent’anni che non ci rinuncio”. Parafrasando Leopardi, insomma, il naufragar gli è dolce in questo mare. L’unica carta che gli mancava, dunque, se l’è conquistata. E sarebbe imperdonabile, per Macerata, non far tesoro del contributo di vitalità giuntole ora da questo maceratese tardivo che pone la propria formazione di intellettuale a tutto campo al servizio di una causa stimolante e rigeneratrice di energie dimenticate e sopite.
Com’era da prevedere a cagione di quella “oscurità”, di quella ritrosia e di quel diffidare delle imprese ardite, l’appello di Adornato a “stringersi a coorte” e procedere uniti verso un traguardo europeo è stato accolto con vago scetticismo. La storia, si sente dire, le nostre glorie antiche, le nostre bellezze e le nostre eccellenze culturali contano fino a un certo punto, la vita è il presente, ed è dura. Ma davvero si crede che la parola “cultura” alluda solo al passato, si limiti alla contemplazione del passato, quello che sta nei libri, nelle biblioteche, nei musei, nelle aule magne, nei monumenti? Adornato risponde con due citazioni. Una risale al 1905 e appartiene al grande poeta Rainer Maria Rilke: “Il passato è ancora di là da venire”. L’altra è della poetessa russa Marina Svetaeva che negli anni quaranta scriveva a Boris Pasternak: “Il nostro futuro è il passato che arriva”.
“Cultura è tutto”, dice, “ libri, biblioteche, musei, aule magne e monumenti, ma anche innovazione nel fare impresa, mentalità aperta al mercato mondiale, a una più moderna idea di sviluppo, alla coesistenza sociale, al progresso civile. Non bisogna restare indifferenti a questo nostro reale rapporto tra passato e futuro. Nessuno chiede a Macerata di rifugiarsi nelle proprie memorie – non si è europei se ci si chiude nel passato – ma di convincersi che in noi è presente questo nuovo respiro, questo soffio che può dar vita anche alle attività economiche e commerciali, al turismo colto e curioso. Mostrare all’Europa una città che resta fedele ai suoi valori ma con essi affronta il terzo millennio, ecco il punto. Perciò, prima ancora di pensare all’accoglimento della candidatura a capitale, ritengo che sia importante impegnarsi nel costruirla, questa candidatura, nel proporla anzitutto a noi stessi lungo un percorso che parta dal basso e coinvolga ogni nostra energia. Credetemi, Macerata non ha nulla di meno delle altre città che punteranno al titolo del 2019, una delle quali, alla fine, sarà italiana e un’altra bulgara. Mi risulta che Matera, Assisi, Ravenna, Urbino e Terni si stiano già attivando. Muoviamoci, il mio dipartimento, forte dei legami con la rete universitaria europea, farà da volano ”.
Vedete? Macerata è riuscita a far diventare maceratese anche questo signore dell’Aspromonte la cui saggezza può servire, adesso, a scuoterci , per una volta, da quel torpore e da quel disamore di noi che accanto alle molte virtù della nostra “qualità della vita” ne segnalano, ahimè, uno dei vizi.
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Un’ottima opportunità per valorizzare la nostra bella città’ che, mi auguro, le nostre istituzioni ed i maceratesi tutti, sappiano cogliere al volo
Grazie Giancarlo Liuti di questo articolo che mette in luce le grandi potenzialità di Macerata e del territorio che rappresenta. Sono anch’io dell’avviso che possiamo competere a questo titolo prestigioso a livello europeo. Già riviste specializzate americane ed europee hanno messo in luce come il nostro territorio rappresenti un’eccellenza a livello mondiale per storia, cultura, ambiente, qualità della vita, imprenditoria e tipicità.
Per poi non ricordare i figli illustri della nostra terra patrimonio dell’umanità: Tucci, Leopardi, Gigli, …..
Primo tra tutti padre Matteo Ricci che la rivista americana Life ha considerato tra i 100 personaggi più importanti dell’umanità del secondo millennio.
Facciamo squadra tutti insieme per raggiungere questo prestigioso riconoscimento alla nostra portata.
Mi sembra che si faccia un pochino di confusione, come aveva già fatto in precedenza il Sindaco quando il Prof. Adornato aveva avanzato la proposta.
Non necessariamente, come ricorda Liuti, la Capitale Europea della Cultura deve essere una grande o importante città…. Ma alla fine verranno scelte 2 città.
Non verranno scelte 2 province e nemmeno 2 territori, ma 2 città
Quindi sarà Macerata, eventualmente, ad essere scelta…Non Macerata e Camerino, non Macerata e Civitanova oppure Macerata e Recanati.
La candidatura riguarda esclusivamente la città, non il territorio circostante, pertanto la ricaduta (pubblicità, turismo, cultura, ecc.) sarebbero limitate a Macerata
@ Cerasi
Se il cuore batte tutto il corpo
vive .
Grazie Dott. Liuti, grazie Prof. Adornato. Io nato a Matelica sentivo dire da ragazzo che Macerata era colta e la chiamavano Atene delle Marche, inoltre diplomarsi in un qualsiasi Istitito scolastico della città èra un vero prestigio. Dal 1965 ci abito e come molti mi sono innamorato di Macerata. L’Università di Macerata – Camerino sono il vero cuore pulsante del comprensorio, stringiamoci tutti attorno ai suoi 57 stupendi comuni che insieme al capoluogo possono ereditare quel passato che arriva assicurandoci un futuro europeo tanto necessario alle nuove generazioni.
Per come l’aveva messa Carancini mi sembrava un po’ come la candidatura di Meschini a diventare premier!! Ma leggendo questo bellissimo articolo è tutto più convincente!!! Perchè non sognare ogni tanto???
HAHAHAHA ma parlate per partito preso? Mi spiegate cosa ha di bello Macerata culturale?
Lo Sferiserio delle stagioni in rosso?
Le associazioni culturali che non fanno nulla oltre prendere soldi?
L’università che crea disoccupati?
L’accademia delle merendine?
Secondo me dovete uscire di casa ogni tanto, e fatevi giri in altre città, così per dire, che sono tutte messe meglio di noi, e di molto, senza piscina, senza un palazzetto a norma, senza una stagione teatrale decente, senza cinema all’altezza… pensateci, evitiamo figuracce!!!!!!!
Ecco, bravo Travaglio….dici bene, dovete uscire di casa. Infatti ti consigliamo, e siamo tanti, di uscire non solo di casa ma dall’Italia e magari prendici la residenza, che so in Kenia o inMadagascar, cosìalmeno non leggiamo più le tue immense puttanatevacche scrivii dalla mattina alla sera, notte compresa, su ogni argomento, senza unminimo diinformazione, proprio da perfetto ignorante….. E vattene a rompe da qalche altra parte. Vorrebbe parlare di cultura….ma de che?
alain knessi e la sua ignoranza, aricoli, vediamo se riesci a fare un discorso di senso compiuto che non sia altro”Vattene dall’Italia” o “Smetta di commentare” che limiti la libertà di espressione altrui…
Si sa che voi di sinistra non rispettare nulla delle opinioni altrui, è consolidato…
E poi una volta fatta città della cultura la gente viene a Macerata e si aspetta almeno uno spettacolo per sera… che gli mostrate? La statua della massoneria???
Io propongo, così su due piedi “Macerata capitale europea del mattone” così, su due piedi, mi sembra possiamo concorrere e vincere sul serio…
La bellissima idea del prof. Francesco Adornato e il pregevole (come sempre) articolo di Giancarlo Liuti meritano sicuramente consenso e impegno da parte di tutte le istituzioni e le componenti sociali della città e della provincia di Macerata. Quanto meno, invece di mettere in campo la solita sterile lamentazione e il solito disfattismo tipici del maceratese medio, a volte anche profondamente autolesionistici (si veda il dibattito sugli assurdi criteri per il riassetto delle province), è il caso di rimboccarsi le maniche e di aggrapparsi a tutte le iniziative che possono aiutarci a riemergere da decenni di caduta di peso politico, culturale, economico.
In questo ambito la coraggiosa proposta del prof. Francesco Adornato (che qui saluto con crescente stima per il prestigio che da anni sta dando alla nostra città) si presta a pennello per un risveglio cittadino, che magari non porterà al risultato perseguito, ma sicuramente sarà utile a ridestare in qualche modo le coscienze e tante energie sopite e rassegnate.
Bommarito – giusto – Hai ragione –
diceva Confucio
Ogni tiro non tirato non raggiunge
mai il bersaglio –
Sento il bisogno come cittadino di
Macerata di sentirmi apprezzato proprio
per il fatto di esserne cittadino .
Stamattina mi sono alzato presto per
andare a comprare due paste –
Be’ vedere davanti allo Sferisterio
scendere da due corriere – un centinaio
di persone che iniziavano a far foto
alla facciata dei Cento consorti posero –
mi ha inorgoglito –
Lo Sferisterio come per incanto
mi e’ sembrato il Colosseo ..
Come dice Adornato Saremo pure chiusi e critici su tutto e
su tutti ( siamo gelosi – e’ il perfetto identikit dei coniugi
maceratesi – sempre litigarelli L uno verso l altro – ” il piu delle
volte a ragione ” ma poi guai a chi tocca l uno
oppure l altro – chi ci prova rischia sempre
tanto ) ma alla fine dei conti se il gioco vale
la candela , morale, culturale , etica e di condivisione comune
dei risultati finali – nessuno come noi
Pistacoppi , riesce ad avere emuli nel
prodigarsi per il raggiungimento
del risultato finale.
Ultimamente checche’ ne possano
dire i vari detrattori , questo concetto
e’ stato capito e messo in atto
da un perfetto sconosciuto purtroppo non di
Macerata ( ma Adornato gli indica la strada )
Tale Direttore Artistico Di Macerata
Opera Festival – qualcuno mi aiuta
a ricordarne il nome ?
Fiducia amici – di giganti in giro
non ne vedo ……
Sì ma mettiamoci al lavoro subito se no va a finire che si fa il 2019 e l’avvocato Bommarito dovrà scrivere un’inchiesta sull’occasione persa della candidatura a città della cultura mentre il dottor Liuti scriverà una domenica del villaggio su come Macerata è riuscita a trasformarsi con la direzione artistica di Marco Travaglio de Macerata in capitale europea del mattone…
Brava Veronica. Hai colto nel segno ma finche ci saranno disfattisti del calibro di tale incolto Travaglio (deessere non ci sarà mai la volontà di costruire….. pre pomposità di mattone , Travaglio, il mattone te lo darei in testa……..perchécon te e impossibile ragionare, a causa della tuamancanza di intelletto
Ma vogliamo competere con Assisi, Ravenna, Urbino????
lo sferisterio come il colosseo?
Ma quei turisti, poi, dove vanno a dormire con il loro torpedone? All’hotel Grassetti, nella zona industriale di Corridonia (luogo ameno), mica a Macerata.
Va be’ che MACERATA E’ GRANNE, ma cerchiamo di non farci troppe idee di grandezza. Non abbiamo le strade per arrivare in centro storico, non abbiamo una strada di scorrimento che eviti il transito nei budelli di Corso Cairoli e Corso Cavour, bastano i libri per diventare capitale della cultura?
In altri tempo e con altri linguaggi, qualcuno avrebbe consigliato: CALATE JO’ DA ‘SSU PAGLIA’.
Se qualcuno non riesce a leggere il dialetto maceratese, si facci un altro po’ di cultura.
Be’ che dire –
Se uno puo’ arbitrariamente
ritenersi ” Filosofo ”
magari con millantato credito
penalmente perseguibile – 🙂
perche’ mai un povero Cristo come me
non può magari “sognando”
pensare che il Colosseo assomiglia
allo Sferisterio ?
Ops – ho invertito l ordine dei
Fattori ??????
Sempre per chi
millanta credito ” filosofo ”
e suggerisce ai pistacoppi
di farsi un altro po’ di cultura –
Con Riferimento al suo commento che recitava
” se qualcuno non capisce il dialetto-
si < FACCI > un po’ di cultura
Rispondo –
non e’ conveniente consigliare
cultura quando se ne e’ privi ..
Cordialità
Non litigate, almeno voi che avete un pò di sale sulla zucca e tornate a dialogare. Con calma.
Quel “facci” è troppo evidente che è stato privato della “a” o dalla tastiera o da un crampo alla mano e non al cervello, perché uno che scrive come scrive spesso filosofo, non commette simili errori.
Secondo il mio modestissimo parere di non maceratese avete ragione tutti, ma rimmarrete dalla parte del torto fino a quando ve ne starete comodamente seduti a casa vostra, invece di uscire e cominciare a fare qualcosa per una Città che merita.
Già in passato ho dettto che tutto sono meno che FILOSOFO. Sono polemico, questo sì. Il “si facci” è dovuto ad un refuso, che spesso mi capita quando scrivo troppo velocemente. Del resto, a leggere troppo i libri di Fantozzi, si finisce per parlare come lui. Questi sono gli unici libri che ho letto in vita mia, che ci vuole fare, caro Sellone? Buon per Lei che è STUDIATO.
I sogni sono belli, uno può sognare che lo sferisterio sia come il colosseo. Poi la realtà ci piomba addosso ben diversa. Macerata non è Roma, non solo, ma non è neppure Urbino o Assisi etc.
Macerata è Macerata, non ha il colosseo, non ha nulla che possa farla diventare capitale della cultura. Ha un’antica Università, ma ce l’hanno in Italia moltissime altre città. Ha un teatro all’aperto, ma Verona è meglio. Ha un teatro al chiuso, ma Fermo ce l’ha migliore. Ha una biblioteca molto importante, ma moltissime altre città ce l’hanno. SI SVEGLI. Cos’ha di speciale Macerata?
CHE LE CHIACCHIERE FA’ SEMPRE LI PEDOCCHI!
Ed a Macerata si chiacchiera tanto.
Io ammetto la mia ignoranza. Infatti so leggere e scrivere meglio in dialetto che in italiano (sono nato negli USA e per questo, ogni tanto, commetto errori di italiano).
Se non sbaglio, un VERO filosofo, tale Socrate ammetteva la sua ignoranza, dicendo “so di non sapere”.
Io non ho studiato come Lei, e di questo me ne rammarico, perché non riuscirei mai a sostenere una disputa dialettica con lei, ma sono realista. Vedo la realtà, non sogno ad occhi aperti. Se vedo un muro dove si gicoava a palla al bracciale, non lo confondo con l’anfiteatro Flavio. Se vedo la piazza del comune di Macerata, non la confondo con la piazza disegnata da raffaello nella “città ideale”, se vedo la stazione di Macerata, non la confondo con Milano Centrale.
Un grande capo pellerossa disse al Presidente americano: “voi ci chiamate selvaggi, ma noi siamo solo LIBERI”.
Tutto dipende dai punti di vista.
Ammetto la mia ignoranza, SO DI NON SAPERE.
La vostra gente mostra di stimare gli uomini quando sono ricchi,
perchè hanno molte case, molta terra, molte squaw.
Non è così?
Bene, diciamo che il mio popolo mi stima perchè sono povero.
E’ questa la differenza “.
TORO SEDUTO ( Sioux ) Quanto è attuale questo discorso.
QUESTA E’ FILOSOFIA ALLO STATO PURO!!!!!!!!
Filosofo – filosofo
Non parli di chi non conosce –
Lei si autoincensa e autocensura .
Tipico esempio di chi non riesce n’è a sognare
e n’è ad esser desto !!!
Si dia una dimensione e ancor
prima di pensare a bastare agli
altri basti a stesso !!!!
Ps.
Valeriana e camomilla bastano – butti via
il Valium .
Filosofo ha pienamente ragione quando dice che, complessivamente, Macerata non ha grandi eccellenze, soprattutto se la nostra città viene paragonata ad altre…
Dove invece filosofo non coglie l’opportunità è nel non vedere che invece, complessivamente, i punti deboli maceratesi possono -tutti assieme- trasformarsi in altrettanti punti di forza.
Ogni città ha qualcosa di speciale, unico, fortemente legato alla sua storia e alla sua popolazione….
Urbino e bella, Ascoli ha una stupenda Piazza, Assisi ha una basilica che è un gioiello… E mille altre città hanno “qualcosa” di unico…
Noi non avremo probabilmente monumenti meravigliosi, piazze architettonicamente stupende e biblioteche da far invidia a quella di Alessandria…
Ma, nel nostro piccolo, quello che abbiamo è complessivamente superiore a molte altre città che potrebbero candidarsi per essere Capitale della Cultura.
Certo lo Sferisterio non è l’Arena, ma la qualità della vita di Verona non èsicuramente superiore a quella Maceratese….
Certo Urbino è un piccolo gioiello, ma la sua Università per tradizione e storia e assai lontana alla nostra.
Di sicuro Roma ha una biblioteca comunale più grande della nostra, ma non sono così sicuro che la nostra biblioteca per libri antichi e rari e archivi sia così tanto lontana dalle grandi biblioteche italian ed europee…
E così via….
Noi non abbiamo eccellenze, ma tante cose belle: molte altre città che si candideranno a Capitale Europea hanno solo un’eccellenza e nulla d’altro.
Pertanto tante cose belle, alla fine, rendono la nostra Macerata mgliore complessivamente (sotto il profilo culturale, sociale, storico ed architettonico) di un’altra che ha solo un eccellenza, ma poi tutto il resto è mediocrità…
Caro Sellone, sinceramente non capisco il senso del suo messaggio.
Basto a me stesso, e anche tanto.
Per sua consocenza non uso né valium nè valeriana nè camomilla.
A proposito: “nè” si scrive come l’ho scritto io e non come l’ha scritto lei (n’é con l’apostrofo !!!!)
Fantozzi ha fatto scuola, ma non solo a me ( o si scrive “m’é”?).
@ Cerasi: tutto il resto è mediocrità?
Nel libro dell’Ecclesiaste è scritto anche che “tutto è vanità“.
Io sarei contento che Macerata diventasse capitale europea della cultura, ma ho paura che rimanga un altro sogno per troppi.
Forse cìè qualcuno che abusa di tranquillanti, e non si sveglia mai.
un buon caffé, ogni tanto, ci vuole.
Buonasera a tutti, sono un maceratese emigrato da tre anni a Mons, città citata nell’articolo e prossima capitale europea nel 2015. Intervengo nel dibattito proprio perché mi rendo conto, pur amando la mia città natale, dell’abisso che esiste tra Macerata e una città eletta come Mons.
Francamente l’unica similitudine che trovo adesso tra le due città é la grandezza in termini di abitanti; Mons ha tre patrimoni mondiali UNESCO, é una città giovane, viva, ha una piazza che vale da sola la visita alla città, un centro storico abitato e vissuto tutto il giorno e tutti i giorni dell’anno. Vi si sta costruendo una stazione per il tgv su progetto di Calatrava e un centro congressi di Libeskind (ci sono i soldi, insomma, altro che piscine), non c’é una settimana in cui non ci sia un evento culturale di interesse nazionale. Non vi rendete conto di quanto Macerata mi manchi, nonostante i suoi difetti, ma posso dire che per diventare capitale europea della cultura bisognerà lavorare molto, iniziando già a valorizzare davvero quello che già c’é. Lo sferisterio é un gioiello, ma quante altre bellezze sono lasciate a sé stesse (la chiesa di san Filippo ad esempio, unica nel suo tipo delle Marche)?
Quindi penso che Macerata non possa essere scelta finché non si cambierà il rispetto per quelle cose (stupende) che il signor Cerasi intende sotto i profili che ha elencato.
Che ne pensate?
iPhone Filosofo
Iphone se la prenda con lddo .
Ahahahah –
Pero’ debbo dire che sono stato
un po’ figlio di ntrocchia –
lo avevo notato e non l ho corretto
apposta – mi son detto
vuoi vedere che qualche filosofo per mettersi
al pari
me lo fara’ notare ????
Non mi sono sbagliato sul filosofo
ne’ ora e ne’ prima ….
🙂 🙂
@ Lucabe:
finalmente un maceratese che, essendo uscito dai cancelli, si rende conto che il mondo non finisce alle Vergini, e che la sua città, se paragonata a migliaglia di altre simili, non eccelle di sicuro.
@ Filosofo
Ora torniamo seri se vuole –
Mi spiega cos’e’ in lei che le impedisce
di sognare ??
Eppure dovrebbe sapere che Aristotele diceva ” La speranza e’ un sogno ad occhi aperti ”
E perche’ non dovrebbe esserlo pure per noi ??
Le sembra sciocco vivere il presente
sognando il futuro imparando dal passato ????
Dai nutriamoci di speranze – e facciamolo anche per chi verra’ ad abitare questo meraviglioso
territorio dopo di noi ..
A loro almeno lo dobbiamo …
E mi creda – ho girato abbastanza per dire che non dobbiamo invidiare
niente a nessuno- anzi !!!!!
Cordialità !!!!
Ha ragione caro Sellone, non dobbiamo invidiare niente a nessuno. Anche io ho girato abbastanza ed in certi posti mi hanno mostrato “meraviglie” che se fossero a casa nostra neppure le guarderemmo (per dire che le nsotre sono di molto migliori). Io sono un sognatore, ma sono anche realista. Imparando dal passato vedo solamente cose negative. MA non per questo dispero per il futuro. Come dice lei lo dobbiamo a chi verrà dopo di noi. Questo sì, ma da questo a candidare Macerata a capitale della cultura… ce ne passa.
Io non sono Aristotele, e dico che “chi vive di speranza, muore disperato”, o con tono tra lo scherzoso e il volgare potrei dire ” chi visse SPERANDO morì cacando”