L’ aumento dell’Imu su immobili a destinazione commerciale, artigianale ed industriale rischia di esser lo strumento per dare il colpo di grazia ad un’economia già duramente provata dalla crisi economico finanziaria presente.
E’ in questi termini che le associazioni rappresentanti delle micro, piccole e medie imprese della provincia, vogliono portare all’attenzione la propria preoccupazione per il preannunciato aumento da parte del Comune di Civitanova Marche dell’imposta Imu, tassa sugli immobili in riferimento alla quale hanno già provveduto ad inviare tramite lettera le proprie ragioni, come avevano già fatto alla fine di aprile, lanciando un appello ai singoli Comuni della Provincia, affinchè, almeno, nella discrezionalità concessa loro dalla legge, le amministrazioni comunali avessero ad applicare l’aliquota più bassa possibile per tutti i beni strumentali delle imprese.
Dopo aver appreso infatti che il Comune di Civitanova Marche, e quindi con molta probabilità anche altri comuni della nostra provincia, pur lasciando invariata l’aliquota sulla prima casa e sulle sue pertinenze, intendono elevare al tetto massimo quella sulla seconda casa e quindi anche su immobili a destinazione commerciale, artigianale ed industriale, le Associazioni esprimono il loro profondo dissenso contro una scelta che inciderebbe in modo estremamente negativo sull’artigianato, sul commercio ed anche sul turismo.
<Se già lo scorso giugno – fanno sapere le Associazioni – la tassa in oggetto ha costituito per tutti i contribuenti un odioso balzello, ed un vero incubo per artigiani, commercianti e piccoli imprenditori, per i quali è stata più onerosa rispetto all’ICI che veniva pagata gli anni precedenti sui laboratori, sui magazzini e depositi, sui negozi, sugli opifici ed immobili industriali, ora, in considerazione dell’aggravarsi della crisi economica già presente, con questo ulteriore aumento, l’Imu rischia di esser lo strumento per dare il colpo di grazia ad un’economia già duramente provata. Di fatto, l’IMU viene infatti a configurarsi come una vera e propria “patrimoniale” su chi produce, su chi mantiene l’occupazione, su chi cerca disperatamente di sopravvivere alla crisi, ed in un periodo di crisi quale è quello attuale si rischia seriamente che questa possa esser la goccia che fa traboccare il vaso. Ritoccare ulteriormente l’imposta sugli immobili comporterebbe quindi pesanti ripercussioni sulla stabilità economica di tutto il territorio>.
Alla luce di tutto ciò, le Associazioni di Categoria chiedono che il Comune di Civitanova Marche ritorni sui suoi passi applicando, su tutti gli immobili produttivi, un’aliquota ridotta (l’aliquota base può esser abbassata per legge fino al 4 per mille) o, qualora ciò non potesse esser proprio possibile, mantenere, almeno, l’aliquota base del 7,6 per mille, non prendendo quindi nemmeno in considerazione l’innalzamento della stessa, di cui è stata ventilata di recente l’ipotesi, fino ad un massimo del 10,6 per mille.
Le Associazioni vogliono infatti ricordare ai Sindaci, alle Giunte ed ai Consigli Comunali che < Un’impresa rappresenta un valore non solo per l’imprenditore, ma per tutto il territorio. Pur comprendendo quindi le difficoltà di ogni singolo Comune nel costruire il proprio “bilancio” con risorse sempre più ridotte, le Associazioni sono a rinnovare la richiesta di non dimenticare l’interesse comune a sostenere il livello occupazionale sul territorio, in relazione a cui il ruolo dell’artigianato, del commercio e della piccola impresa, come sempre nel passato, è sicuramente di primo piano>.
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