di Laura Barbato
Il giorno dopo la seconda di campionato, lo 0-0 contro l’Astrea, se è possibile, fa ancora più male. C’è rammarico in casa rossoblu per non aver portato a casa quei tre punti che avrebbero consentito a Mandorino e soci di affrontare la settimana che porta allo scontro con la Maceratese, in modo senz’altro più sereno. Nella gara di ieri sono emersi tutti i limiti di una squadra nuova, che sulla carta può battersela con tutte ma sul campo fatica ancora a trovare i meccanismi giusti. La Civitanovese di ieri parte subito forte, costringendo l’Astrea a giocare in contropiede e il rientro di Mandorino da quella qualità necessaria al centrocampo con le azioni migliori che avvengono sul versante di sinistra, quando a dare una mano in fase offensiva scende anche Savini, non altrettanto lucido in difesa. Primi venti minuti di fuoco, in cui i rossoblu hanno la smania del gol e vanno alla continua ricerca di una rete che non arriva: il nervosismo sale ed ecco che si concedono occasioni pericolose che l’avversario non riesce a capitalizzare. Nella ripresa con l’ingresso di La Vista, il migliore dei suoi, arrivano le occasioni migliori, ma Galli è in giornata no. La pressione e il nervosismo la fanno da padrona con la squadra che fatica a costruire, ed ecco spiegato il pari a reti inviolate. Dopo il match di ieri tanti sono gli interrogativi, primo su tutti perché la squadra ha faticato così tanto a giocare con la palla a terra e il perché di così tanti passaggi e cambi di gioco, da una parte all’altra del campo, sbagliati. Siamo sicuri che è solo una questioni di meccanismi ancora da trovare? Perché la squadra vista ieri è sembrata non funzionare più nella testa che nelle gambe; tanta, forse troppa fretta del gol. Nella settimana che porta alla sfida contro i rivali di sempre, sono tanti i nodi che Cornacchini dovrà sciogliere, ma sappiamo anche che in queste gare così sentite, quello che si è fatto in precedenza lascia il tempo che trova.
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