di Alessandra Pierini
Quella che sembrava una normale operazione di riorganizzazione istituzionale con l’abolizione delle Province italiane e la redistribuzione delle loro competenze, con l’introduzione di criteri che le ha invece ridotte di quasi la metà, sta trasformando l’Italia. Un anno dopo i festeggiamenti per il 150mo dell’Unità d’Italia e in una fase storica in cui ritrovare un unitario orgoglio nazionale sarebbe stato vincente, è bastato un articolo della legge, appena approvata dal Parlamento, sullo spending review per riportare la situazione a qualche secolo fa. Il clima che si respira negli ambienti politici ma anche nelle vie di Macerata, una delle province più fortemente penalizzate, visto che a tagliarla è la mancanza di soli miseri 30.000 abitanti, è quello della lotta e della resistenza. Vengono richiamati da più parti valori più alti, quale il bene del Paese ma vengono facilmente sopraffatti dalla consapevolezza che il risparmio procurato dal taglio di 64 province sarebbe significativo ma lo sarebbe molto di più l’intervento del Governo sul numero dei parlamentari o dei consiglieri regionali o ancora sui privilegi di cui godono.
Proprio per evitare che 150 anni di storia e oltre (Macerata è una tra le province originali), la Provincia di Macerata impugnerà davanti al Tar delle Marche la deliberazione del Consiglio dei Ministri del 20 luglio ‘Criteri per il riordino delle Province’. Il documento al quale stanno lavorando gli uffici è volto a contestare i criteri fissati per il riordino come già fatto da alcune Province del Nord Italia. Intanto questo pomeriggio si è riunito il consiglio provinciale e naturalmente il tema all’ordine del giorno era quello della nuova suddivisione delle Province che sta tenendo banco, in un periodo dell’anno in cui, abitualmente, la politica andava in ferie. Le vacanze, invece, quest’anno sembrano lontane, tanto più che la legge sullo spending review, approvata nei giorni scorsi in Parlamento, non sarà pubblicata in Gazzetta Ufficiale prima della prossima settimana.
Mentre i vertici della politica regionale invitano all’unità (leggi l’articolo), la divisione netta tra i territori di Macerata, Ascoli e Fermo si fanno invece sempre più netti e bellicosi.
Non è affatto piaciuta l’operazione per l’affermazione Ascoli capoluogo che vede tra i promotori Amedeo Ciccanti, senatore dell’Udc, il quale in Commissione Bilancio del Senato ha votato l’emendamento che, approvato, ha dato origine al tanto discusso comma sei dell’articolo 17, per il quale il capoluogo della nuova Provincia sarà quello più popoloso. «Fermiamo la lobby ascolana» ha tuonato il sindaco di Macerata Romano Carancini dalle pagine di Cronache Maceratesi (leggi l’articolo). Uno spiraglio per la Provincia di Macerata arriva dall’ordine del giorno dell’onorevole Mario Cavallaro che ha aperto all’accorpamento territoriale (leggi l’articolo) e conduce la battaglia in Parlamento.
Lotta per Macerata anche il neo costituito Comitato per Macerata e per il suo territorio la cui attività non si fermerà neanche per le ferie: «Sono stati distribuiti – fanno sapere – i moduli per l’adesione ( ne sono già ritornati diversi) che possono essere richiesti via mail ([email protected]) o trovati, in cartaceo, nei diversi esercizi commerciali del centro storico.
Ringraziamo i sostenitori e gli attestati di stima di quanti, spronandoci ad andare avanti, comunque vada, hanno capito che non stiamo difendendo un ente o una vuota istituzione, ma l’esistenza stessa della nostra città e del nostro territorio, nonchè la sua identità. Oltre alla raccolta di firme, continua incessantemente l’attività di sensibilizzazione degli organi , anche elettivi, preposti alla salvaguardia del territorio, l’attività di aggiornamento sugli sviluppi legislativi e amministrativi, nonchè l’organizzazione, dopo l’estate, di un incontro pubblico per fare “il punto della situazione”. Abbiamo anche formato un gruppo su Facebook “Macerata capoluogo” che ha già raccolto diverse adesioni».
Nella Marca Fermana, oltre al comitato dei cittadini, hanno partecipato ad un tavolo di confronto, volto a programmare costruttivi interventi alla luce del nuovo assetto delle Province Italiane, quindici autorevoli figure istituzionali che hanno risposto all’appello lanciato dal presidente di Confindustria Fermo Andrea Santori, alla presenza del Cavalier Vitali per tracciare una linea comune sulle prossime iniziative che partiranno tutte da un unico importante comun denominatore: «Alla luce del recente provvedimento del Governo- scrive Confindustria Fermo – accettiamo la macro-provincia del sud. Il Fermano tutto, proprio nell’ottica delle motivazioni che ispirano la spending review, dovrà comunque essere considerata assolutamente strategica per la sua posizione baricentrica e non solo. Per il Fermano parlano le cifre. Il futuro rimodellamento delle provincie dovrà tenere conto della centralità del Fermano per salvaguardare la sua evidente e riconosciuta specificità economica del territorio che ha bisogno di servizi vicini per essere competitiva. Questo tavolo permanente di coordinamento formato anche dalle principali associazioni di categoria provinciali ha testimoniato l’interesse intorno al tale argomento e soprattutto l’ importanza del Fermano nell’equilibro della futura Macro Provincia per cui la partita, è ancora aperta».
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Un’altra occasione per stare zitti. Ricorso la TAR? Le scuse addotte fanno rabbrividire. Questo è solo un altro capitolo della guerra tra “bande” sulla pelle dei cittadini. Basta sprechi. Chi paga gli avvocati? Le provincie sono carrozzoni inutili centri di potere e fabbriche di consenso, quindi di voti. Andate a lavorare.
D’accordo ad eliminare TUTTE le Province italiane!
Nel nostro caso, si tratterebbe, però, di chiudere noi Maceratesi i battenti per fare ridere gli Ascolani, che si stanno comportando con noi secondo il detto sanbenedettese “Asculà, tire lu ciutt e nasconne la ma”.
Adesso tutte le forze politiche locali si stanno sbracciando per salvare la Provincia di Mascerata.
Ma, come hanno votato in Parlamento PD, PdL, UDC, FLI, IdV, e soci vari?
Il mio timore è che sia una battaglia inutile. Siamo considerati fuori del nostro territorio i portavoti del Potere, avendone in cambio briciole per i portaborse e pernacchie sulle cose sostanziose. Basti ricordare le “incompiute” dell’Era Ciaffi-Tambroni, e quelle attuali col centrosinistra guidate dal PD, quale “Valleverde”.
In caso di sconfitta, scenderà nella tomba pure tutta la Casta partitica e amministrativa attuale. Con che faccia si presenteranno all’elettorato nel 2013?
Ovviamente questo inutile, perdente già in partenza, ricorso al TAR Marche lo pagheranno gli attuali amministratori dela Provincia coi loro ricchi emolumenti, vero? Non penseranno di farlo pagare a noi cittadini, per cercare di salvare le loro ricche poltrone senza neanche impegnarci un euro dei loro.
Come si può pensare che un TAR regionale vada ad annullare una legge dello Stato? Vi immaginate che caos si creerebbe in tutte le altre province d’Italia nella stessa situazione? Questa è arroganza, insieme a campanilismo e miopia pura, come se in Italia esistesse solo il problema di salvare la provincia di Macerata.
In tutta questa triste vicenda della chiusura della Provincia di Macerata, che come ho avuto modo di commentare altrove a me pare solo il modo per declassare la nostra città a vantaggio di Ascoli o Ancona, fa veramente pena l’atteggiamento tenuto dal presidente Pettinari, un uomo evidentemente inadeguato a ricoprire una carica istituzionale. Fin quando erano in gioco esclusivamente gli interessi dei vari dipendenti, si è distinto per la “prudenza” nel farsi avanti. Ora che c’è il rischio che anche la sua poltrona scada tra qualche mese, e non tra qualche anno, si muove con la grazia di un elefante presentando un ricorso perdente in partenza. Se uno così riesce ad emergere e diventare un punto di riferimento per la politica marchigiana, c’è poco da stare allegri.
Sscontata reaziò de chi se vede leà lu jocarellu dalle ma
Rizado il 9 agosto 2012 alle 22:36
Un’altra occasione per stare zitti. Ricorso la TAR? Le scuse addotte fanno rabbrividire. Questo è solo un altro capitolo della guerra tra “bande” sulla pelle dei cittadini. Basta sprechi. Chi paga gli avvocati? Le provincie sono carrozzoni inutili centri di potere e fabbriche di consenso, quindi di voti. Andate a lavorare.
VErissimo. Sottoscrivo, ma allora via tutte le province, non sta cagata che penalizza alcuni a beneficio di altri….
Abolite tutte le Province, vi prego! Non ce la facciamo più a mantenere questa vergogna senza fine. Andate a guadagnarvi il pane come la gente normale fa tutti i giorni. Basta stipendifici andate a zappare piuttosto.