di Mario Monachesi
Alle tante definizioni che il prossimo Festival di Sanremo (edizione 2012) già reca su di sé, se ne aggiunge una inaspettata ma ben accetta, che tocca Macerata ed un suo importante figlio. Essa, senz’altro involontaria e comunque più che azzeccata, arriva ad omaggiare o quanto meno a riconoscere, qualora ce ne fosse ancora bisogno, la superlativa carriera, mai sgomitante, di un artista del calibro di Jimmy Fontana.
Infatti, nella serata del giovedì (quella dei duetti), quest’anno dal titolo “Viva l’Italia del mondo” e dedicata alle canzoni italiane in versione internazionale, ben due sue canzoni figurano in scaletta. Francesco Renga e lo spagnolo Sergio Dalma interpretano “El mundo” (Il mondo) e Arisa con Josè Feliciano “Que serà” (Che sarà). Due successi internazionali appunto, nati dall’ispirazione di Jimmy, rispettivamente nel 1965 e nel 1970. “Il mondo”, quinta ad “Un disco per l’estate” ma ancor prima e per ben dieci settimane nelle vendite, diviene addirittura il disco più venduto del 1965. Ad oggi, nell’intero pianeta, se ne contano più di centocinquanta versioni. La sua melodia finisce anche come colonna sonora in diversi film, “L’ombrellone” di Dino Risi ( 1965), “Sapore di Mare 2” di Carlo Vanzina (1983) e “L’altra metà”, un corto di Pippo Mezzapesa, con Piera Degli Esposti (2006). Nel corso degli anni, in Italia viene incisa anche da Franco Simone, Ivana Spagna e Claudio Baglioni. Nel 2005 il suo successo riesplode prepotente in Inghilterra grazie all’incisione di Patrizio Buanne con la London Simphony Orchestra. Contemporaneamente ritorna in classifica anche in Olanda e Danimarca. Nel 2006 titolati critici la definiscono una tra le canzoni più belle degli ultimi cinquant’anni.
“Che sarà”, cantata da Josè Feliciano e i Ricchi e Poveri, si classificò invece seconda al Festival di Sanremo del 1971, attestandosi anch’essa immediatamente prima nelle vendite. Il successo nella versione di Feliciano varca l’Europa, sconfinando nei Paesi dell’Est, in Medio Oriente, in America latina e persino in Giappone. A Cuba, poiché il testo “incitava” all’emigrazione, viene bandita da Fidel Castro e con essa, tutta la musica di Feliciano. C’è chi racconta come l’ex donna forte delle Filippine, la vedova del dittatore Ferdinando, Imelda Marcos, l’avesse cantata per anni in un locale di Manila. A Macerata c’è ancora chi pensa che l’attacco “Paese mio che stai sulla collina….” sia stato scritto pensando proprio alla città tra il Chienti ed il Potenza o al massimo a Camerino dove Jimmy Fontana è nato. In realtà non è così. La verità vuole che Franco Migliacci, autore di parte del testo, traesse l’ispirazione dalla sua partenza da Cortona (AR) per cercare successo a Roma mentre Jimmy, a sua volta dedica tali parole a Bernalda (MT), paese natale di sua moglie Leda. Anche per questo brano, i critici si sbracciano definendolo di straordinaria bellezza.
Queste due canzoni “Il Mondo” e “Che sarà”, inserite nell’importante scaletta sanremese, costituiscono la meritata rivincita di un artista preparato, come pochi e mai sopra le righe, tra i tanti cui spesso la serrata competizione dell’ambiente musicale ha negato la manifestazione del proprio valore. Anche in occasione dei “Sanremi” a cui ha partecipato (per ben quattro edizioni) la fortuna non sempre lo aveva assistito. Nel 1961, in coppia con Miranda Martino canta “Lady Luna”, ed è eliminato; nel 1967, con Edoardo Vianello esegue “Nasce una vita”, ugualmente eliminato; nel 1982 presenta “Beguine”, finalmente quarto. Nel 1994, quale componente di Squadra Italia interpreta “Una vecchia canzone italiana” (è penultimo). Possiamo quindi concludere, sentenziando: “meglio acclamato un giovedì sera a Sanremo che mai”.
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pensa tu come sta messo il festival de San Remo
A proposito di Jimmy Fontana, consiglio l’ascolto della bellissima e quasi sconosciuta “L’amore è bestia, l’amore è poeta” scritta per Mina e contenuta nell’album “Kyrie” del 1980.
sanremo sicuramente male ma un omaggio a jimmy come maceratese lo dobbiamo.
grazie jimmy
@Matteo Smorlesi
Penso che ti potevi risparmiare una battuta del genere. Jimmy è stato un grande professionista che ha venduto milioni di dischi in tutto il mondo e dovremmo essere fieri che abbia questo riconoscimento. Grazie Enrico!!!!
@Filippo Davoli Sono andato ad ascoltare il motivo che citi, è veramente bello e Mina è sempre super. Non lo conoscevo.Grazie.
Matteo scusa non se di che anno sei, penso giovane, noi, per lo meno io ed i miei amici del 52 le canzoni ci bastavano per cantare insieme, per ballare con il giradischi nelle case ed eravamo felici! senti le parole sono ancora attualissime. La musica unisce tutti.
se quando siamo tristi cominciamo a cantare le nostre canzoni preferite, piangeremo, rideremo, ma qualcosa cambierà.
Scusa io dico la mia esprerienza, quando ero piccola, mi svegliavo e sentivo la mamma che canticchiava mi bastava per essere tranquilla,ancora oggi canticchio le sue antiche canzoni.
Penso che quest’anno vedrò sanremo non per sentire monologhi ma per sentire musica. Oggi sono triste per la perdita della Houston ma ho sentito i suoi dischi e la sua voce e veramente ho pianto e gioito allo stesso tempo.
Buona notte a tutti e scusami di nuovo Matteo forse ho voluto scaricare un pò di tristezza.
Conosco personalmente Jimmy Fontana, e non solo per le sue qualità “canore”, ma per il suo “amore” per la nostra città, e per il tennis, quello di via Dante, come certamente ricorderà Valentini. Persona “modesta” e seria, ha saputo con il suo stile “imprimere” e “dare”, durante la sua fase “attiva”, un colore classico-moderno al panorama di quegli anni. Insieme ad altri,tra i quali mi piace ricordare l’architetto Capici, “fondò” una Radio libera a Macerata ( mi sfugge il nome). Mi congratulo con Monachesi perchè è bene e giusto che si ricordino i nostri concittadini, anzichè diventare ( cfr. Stagione Lirica) “servi” e iperprovinciali rispetto a Direttori di turno. Aveva ragione il buon Calise quando sosteneva che il nostro difetto ( e lo diceva per la “lirica”) è quello di mettersi sempre e novanta gradi. ( e anche di più…).
Penso che il pensiero di Matteo, forse espresso male, sia più giusto di quel che sembri.
Riconoscere in Fontana un grande artista è giustamente doveroso, non credo che il primo commentatore abbia voluto “offendere” il cantautore, della cui bravura nessuno dubita.
Quello su cui si deve dubitare è riguardo al fascino che il Festival riesce a trasmettere, pari a zero da almeno un decennio.
Si trascina lentamente verso la sua inesorabile fine grazie a quelli che oggi potremmo definire dei classici della musica italiana (Morandi, Celentano e Fontana, giusto per citarne qualcuno “a caso”), classici perché datati ma belli e perché non esiste oggi modo e maniera di invertire la tendenza al ribasso qualitativo: se non ci fossero questi personaggi il Festival era da un pezzo che aveva chiuso!
Di bello c’è che grazie al bassissimo livello dei nuovi brani eseguiti, questi ammorbano le nostre orecchie soltanto fino a giugno, ultimo periodo in cui alcune coraggiose radio osano trasmetterle.
Jimmy Fontana cantava negli anni ’60 e oggi tutti se lo ricordano, quanti “cantanti” e, soprattutto “canzoni”, dello scorso Festival ricordate?
Oggi è finito tutto, non lo dico né felice né triste, semmai indifferente, la musica di livello planetario viene fatta altrove, non qui (anche perché qui non è stata mai fatta fino a quei livelli); quando i miei genitori si esaltavano con i Ricchi e Poveri, Loretta Goggi e Toto Cutugno, il resto del mondo lo faceva con i Led Zeppelin, i Pink Floyd, i Queen, gli U2, poi si finisce per spiegargli che la sigla di CSI è una canzone dei The Who del ’78!