di Matteo Zallocco
“Bisogna nobilitare la politica a Macerata”. Sembra essere questo lo slogan del nuovo gruppo consiliare Lista Ballesi-Macerata è nel cuore, presentato oggi in conferenza stampa. “Uniamo le forze per lanciare un segnale forte” hanno sottolineato i consiglieri Giorgio Ballesi, Fabrizio Nascimbeni e Francesca D’Alessandro. “Riteniamo che in questo momento sia indispensabile riunire tutte le persone che sono in grado di portare un aiuto concreto a Macerata, al di là degli steccati ideologici”.
La posizione del gruppo è molto critica nei confronti dell’Amministrazione e del Partito Democratico ma traspare anche un certo malumore verso il Pdl.
“Siamo disposti al confronto e alla possibilità di un allargamento ad altre forze civiche ma solo con chi intende fare politica come servizio e non come mestiere”. In quest’ottica non è passata inosservata la presenza del consigliere Fabio Massimo Conti della lista “Conti-Macerata Vince”: “Con lui non c’è stato ancora nessun discorso – ha detto Ballesi – ma apprezziamo molto la sua presenza, è venuto ad ascoltare le nostre proposte ed è sicuramente un buon punto di partenza”.
E’ stato poi chiarito che la “Lista Ballesi” è e resta una formazione di centro, mentre “Macerata è nel cuore” è e resta una formazione di centro destra. Ma dopo aver sostenuto Pistarelli alle elezioni ora prendete le distanze dal Pdl? Risponde Nascimbeni: “Noi nasciamo civici e tali rimaniamo, ci guardiamo intorno per confrontarci con altre liste. Abbiamo preso le distanze sul modo di fare politica del Pdl in alcune situazioni come il recente caso Apm, ma non vedo uno strappo”.
Francesca D’Alessandro aggiunge che “quello che vogliamo dare è un segnale di unità con le altre forze civiche in un momento in cui tutti sono contro tutti, sia a livello nazionale che nel nostro Consiglio comunale”.
Ballesi, dal canto suo, non ha certo abbandonato l’idea del Terzo Polo di cui tanto si era parlato in vista delle elezioni del 2010: “Guardo alla formazione di un Polo centrista, è importante iniziare a lavorare per trovare una comunione di intenti”.
Un giudizio fortemente critico nei confronti dell’Amministrazione e della maggioranza accomuna i tre consiglieri: “La verifica ha rivelato soltanto l’incapacità di chiarire contrasti ormai insanabili. Bisogna lottare contro quella difesa delle poltrone che per il centrosinistra continua ad essere il problema maggiore – attacca Giorgio Ballesi – . A questa città manca uno spessore politico-culturale, se ci fosse stato non sarebbe mai nata la polemica sull’Apm per la quale anche il Pdl ha dimostrato pochezza di idee. Macerata è piena di gente che sa fare e sarebbe pronta a fare”.
Come vi ponete di fronte alla mozione di censura del Pdl che accusa il sindaco per incarichi ricevuti dall’Apm? “Trovo assurdo – risponde Ballesi – che nonostante la chiarezza delle cose qualche consigliere insiste a dire che Carancini ha difeso l’Apm. Noi abbiamo chiesto di cambiare la mozione e se non sarà fatto lunedì presenteremo un emendamento perchè, come ho già detto, va distinto l’aspetto giuridico (non vi è nulla di penalmente rilevante) da quello politico (il comportamento di Carancini è comunque inopportuno). A chi sostiene che intervengo solo in modo giuridico rispondo che sono stufo di sentire strafalcioni, vorrei vedere più serietà altrimenti risulta difficile fare politica. Un altro problema – aggiunge Ballesi – è che Amministrazione e maggioranza non fanno nulla e resta difficile criticare sempre e solo il nulla. Bisogna avere qualcosa di concreto da giudicare e noi saremo sempre onesti, apprezzando ciò che sarà fatto bene e criticando ciò che sarà fatto male. Ma la verifica ha dimostrato che la cosiddetta nuova storia di Carancini non esiste, hanno bloccato la città per quattro mesi senza concludere niente, facendoci assistere al solito spettacolo vecchio e logoro. Comunisti e Idv non sono stati in grado di fare niente perché la vecchia nomenclatura del Pd a Macerata ha occupato tutto. E’ l’ennesima prova di come sindaco, giunta e maggioranza considerino Macerata ed i maceratesi niente di più che un palcoscenico dove recitare continue farse”.
(foto di Guido Picchio)
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Scusate, ma il nuovo gruppo si chiamerà “Ballesi è nel cuore”?
Mi piace questa iniziativa e le persone che la compongono. Andate avanti come avete fatto finora, con onestà intellettuale e competenza sui vari argomenti che avete trattato. Cercate di ridare una visione ad ampio raggio a questa città dominata dai palazzinari, una visione a lunga scadenza, un progetto articolato che dia luce alla città; cercate i migliori maceratesi, in ogni campo e coinvolgeteli in scelte importanti.
Adè Ballesi “il niovo?” Melgio Carancì allora. Me sa che vole fa lu capitto ma sè scordato c’ha pjato solu lu 3% alle eleziò? Me fa specie l’altri due che glj sta de retro.
Questa è pura matematica.
– 2 consiglieri in quota PdCI
+ 2 Macerata è nel cuore
+ 1 Lista Ballesi
= + 1 per il sindaco
Attenzione! C’è ancora qualcuno che non è stato conteggiato.
Peccato che mi ricordi qualcuno al governo!
L’intuizione TERZO POLO delle elezioni del 2010: non andare dietro alla politica ma farsi trovare già al proprio posto quando questa arriva.” Mi lasciarono solo come una cane”, solo Maurizio MOSCA aveva intuito che quello era il momento giusto. E’ stato il più intelligente a mandare politicamente a quel paese tutti. Oggi il Terzo Polo poteva essere una realtà con amministratori giovani e bravi. Ora l’insoferenza e la delusione dei medesimi è evidente, peccato che Macerata ne subisce le conseguenze. Questo Capoluogo non ha più maggioranza ne minoranza. Amico Zallocco, commenta pure questa home page. Non voglio essere certo il giapponese che ancora combatte speduto nella foresta, le proposte in consiglio comunale di questi nuovi gruppi già sono state discusse su mie interpellanze 20 anni fa. In città c’è un consiglio comunale esterno a quello istituzionale che funziona perfettamente. In consiglio Camunale, sono riusciti a dividere la politica in ben tredici gruppi e in altrettanti movimenti di tutti i colori all’esterno. Potevano farmi fare il Terzo Polo? Potevano far governare la città alla Dott.ssa Anna Menghi?
@ alex stecca,
il suo modo di commentare in dialetto con spirito burlesco, rievoca in qualche maniera paradossalmente gli ultimi versi di “Macerata de li vrugnulò'” di Mario Affede:
Anzi, tand’anni fa ce statì un tale
che, co’ ‘n òssu de vrugna mezzanenéllu,
ce pòrze mette sù un confiscionale!
E fò tar quale
che, co’ lo ligno che je ce vvanzò,
ce fece quattro sédie e un credenzò’!
@ alex stecca,
“stavolta non ti salva neanche Garavani!”
Si potrebbe esordire con una semplice frase: “niente di nuovo sotto il sole”.
Perché quello che sta avvenendo nella nostra città rispecchia perfettamente lo stato di crisi in cui versa la democrazia rappresentativa.
Molti hanno posto il loro accento sulla frattura sempre più insanabile che da tempo vive il Partito Democratico.
Questo tipo di analisi sarebbe interessante se realmente ci fosse uno scontro all’interno del PD tra due anime che hanno una visione opposta di modello di sviluppo della città.
Ma questo purtroppo non avviene perché viene a mancare una delle basi fondamentali per realizzare una vera contrapposizione tra due idee di società: il Partito stesso.
Da tempo ormai assistiamo alla completa assenza dei partiti nella nostra città che fungono ormai da contenitori privi di idee e progettualità, incapaci di costruire innovativi percorsi di democrazia, ma usati da soggetti interessati solo per farsi eleggere a cariche istituzionali e possibilmente ben retribuite.
I Partiti si sfaldano, incapaci e riluttanti a “selezionare” una classe politica all’altezza e quindi ben lieti di affidarsi a faccendieri pronti a qualsiasi compromesso pur di farsi eleggere.
Questo processo non avviene solo all’interno del Partito Democratico ma attraversa indistintamente tutti i Partiti sia di centro-destra che di centro-sinistra, che all’indomani di qualsiasi elezione perdono qualsiasi agibilità politica, diventata un attimo dopo prerogativa esclusiva degli eletti.
Infatti ci troviamo governati non più da quei soggetti politici deputati a farlo in base ai dettami costituzionali e cioè i partiti, ma da lobby affaristiche e clientelari prive di qualsiasi legittimità politica.
Questa situazione non fa altro che accentuare la crisi della democrazia rappresentativa priva ormai di qualsiasi strumento per rappresentare realmente i bisogni e le istanze che emergono dalla società.
Ed è in questo scenario di completa assenza dei soggetti politici preposti che emergono i vecchi “capi bastone”, privi di qualsiasi progetto politico, pronti a farsi la guerra per garantirsi fette sempre più consistenti di potere.
Tutto ciò dimostra, se ancora c’è ne fosse bisogno, che è urgente intraprendere una “nuova storia” che porti alla costruzione di nuove forme di partecipazione e di consultazione diretta dei cittadini alle scelte amministrative basate sul principio della democrazia diretta e dell’autorganizzazione.
Questo processo è reso oggi più necessario anche per cercare di dare delle risposte convincenti e possibilmente condivise ad una crisi economica e finanziaria che nei prossimi anni sarà drammatica la quale rischia di provocare non solo la distruzione dello stato sociale, ma anche la contrazione dei diritti dei cittadini.
perchè ballesi è nuovo della Politica? mahh
Bravi e convincenti Ballesi, Nascimbeni, D’Alessandro! Un bel cocktail di esperienza e entusiasmo!!!
@ Tacconi
Caro Ivano,
evidentemente hai la memoria molto ma molto corta (di proposito?). E allora, forse gioverà che qualche passaggio te lo rinfreschi io: il tuo UdC, alle scorse Comunali, scese in campo dopo una girandola inenarrabile di opzioni (mentre tutti sapevano-sapevamo che eravate già con le liste pronte a scendere a fianco del PdL ma purtroppo la linea politica nazionale vi aveva messo le mordacchie e non potevate muovervi).
Parlo dell’UdC perché tu, sebbene per un periodo ne sia fuoriuscito per passare armi e bagagli con il Comitato Menghi, eri poi alla fine tornato all’ovile (già: l’ovile in cui avevi militato per decenni a fianco di Tambroni, ma anche di Ciaffi, come ami spesso ricordare).
Tornando alle elezioni comunali recenti, nonostante i tentativi per un abbrivio, proprio voi avete posto un veto alla candidatura di Giorgio Ballesi che pure, sia per storia familiare che per formazione personale, era invece potenzialmente un candidato naturale per voi.
E proprio tu, caro amico, mentre il partito temporeggiava in maniera estenuante, continuavi (a titolo personale? Come messaggero della segreteria cittadina?) a caldeggiare un candidato sindaco diverso per il Terzo Polo: probabilmente proprio Anna Menghi, su cui alla fine confluirono con esiti risibili (a fronte delle premesse ventilate) altre formazioni civiche di fuoriusciti. Tu nel frattempo rimanevi, lancia in resta, nell’amato UdC, sceso alla fine al fianco di Pistarelli.
Giorgio Ballesi, con le sue poche forze, riusciva a portare in consiglio solo il capolista; ma – voti alla mano – alcuni suoi candidati avevano preso almeno tre volte tanto dei voti di alcuni consiglieri della maggioranza e dell’opposizione, che pure oggi alzano la voce quasi avessero ottenuto un plebiscito elettorale.
Vuoi fare il Terzo Polo, dunque, caro Ivano? Bene: devi cominciare il tuo ragionamento capendo anzitutto che vuol fare il tuo partito. Perché, mentre il Laboratorio marchigiano ha portato alla conquista della Provincia, Casini amoreggia a distanza con Angiolino Alfano.
E la prossima volta, oltre ai sogni mirabili di una bandiera bianca che torna a sventolare nel nome del tempo che fu, ti consiglio di guardare con un filino in più di concretezza a quello che passa il convento. Anche perché – e in questo sei davvero stato terribilmente intempestivo – quel giro lì il convento passava proprio un cavallo di razza.
Tacconi-Davoli: la questione sollevata dagli amici Tacconi e Davoli, le dichiarazioni di Ballesi, insomma, la questione del potenziale Terzo Polo mi affascina. Parlerò a ruota libera, tentando qualche considerazione.Sono convinto che da molti anni, troppi, il Bipolarismo( se si può chiamare così l’attuale aborto) sia autorizzato o, meglio, si sostenga e viva e resista attraverso una sottile ( neppure tanto) “tecnica” pubblicitaria e\o di persuasine di massa. Tale tecnica si sostanzia nella affabulazione popolare “colpendo” vorrei chiamarlo il “riflesso” automatico “interno” ad ognuno di noi. Questo “riflesso” sul quale esiste una sterminata bibliografia ( ci sono praterie di saggi sulle “reazioni” e sulla psicologia di massa) è già ampiamente codificato. Nel mondo frammentario dove tramontano le “ideologie”, queste stesse ( ideologie e le afferenti “mitologie”) l’uomo ( l’elettore) non le dimentica, anzi, le “ritrova” nelle vesti ben “costruite” dalla logica binaria. Insomma, la passione, la memoria, l’emozione, l’ira, il rancore, la stessa utopia, “dirigono” verso due ( non tre canali). O rosso o nero, o bionda o mora, o magra a grassa, o destra o sinistra, il buono e il cattivo, il colpevole e l’innocente e via sbadigliando. Perchè sono solo ( purtroppo) due i canali di “drenaggio” emozionale, ovviamente per grandi numeri. Barabba o Cristo, due sono le Verità che vengono “costruite”, e proprio e solo il numero due riesce a svolgere fisiologicamente questa funzione. La Politica abidica al suo ruolo e diventa tele\visiva, il leader deve essere un Personaggio ( come in un telefilm).Nel Palcoscenico della Politica il Bipolarismo è l’applicazione di tale esigenza. Se il Bipolarismo non funziona, allora, come è noto, tale Bipolarismo sarà “costruito” ( proprio come in Astronomia) da due stelle fisse ( PD e PDL) con dei satelliti rotanti ( sia a destra che a sinistra). Il Bipolarismo si autogantisce la “longevità” grazie a due motivi: il primo, farsesco e pretestuoso e che corrisponde allo spot” dobbiamo essere come in Europa” o anche “dobbiamo semplificare perchè il popolo non comprende”, il secondo, di ordine “meccanico” che corrisponde al teorema generale della fisica, quello relativo alla forza centrifuga, che, come è noto, spinge o a destra o sinistra. La creazione di un Terzo Polo implicherebbe la presenza di una forza centripeta( non centrifuga) consistente, capace di spostare al Centro molti voti. Attualmente l’UDC non ha questa forza. Vorrei dire, a suo favore, che è “costretto” alla alleanza o a destra o a sinistra, pena la scomparsa. Spostando tale dinamica a livello comunale, livello “basso”, ritengo certamente probabile la creazione di un Terzo Polo. Tenere pulite la strade è di destra o sinistra? Costruire una Scuola o una grande arteria di comunicazione è di destra o sinistra? Non sprecare troppi soldi per lo Sferisterio è di destra o sinistra? Tutelare con servizi sociali adeguati i poveri, è di destra o sinistra? Fare o no un parcheggio è di destra o sinistra? E così via. Ci sono tante cose totalmente condivisibili a destra come a sinistra, così come ci sono tante cose non condivisibili sia a destra come a sinistra. Ci sono lotte e dinamiche a destra come a sinistra. E’ ovvio che una lista cittadina è ancora più libera, o liberata dai lacciuoli delle Segreterie e delle Gerarchie e questo le offre uno spazio di manovra più autentico e propositivo.
Davoli – Garufi, dialogare con Voi per me è un vero onore. Quello delle ultime amministrative dove feci da solo la mia battaglia per il TERZO POLO era il momento giusto. Anna Menghi, Giorgio Ballesi, Fabrizio Nasciambeni e Maurizio Mosca potevano insieme portare il nuovo vero quello che ha tanto bisogno la Città. Si Davoli, come tu ricordi ci provai anche con la Menghi,ci spazzarono via come fruscelli (destra e sinistra). Certo che sono ritornato all’Ovile. Sono un Democristiano nato e voglio terminare da Democristiano. L’ultimo Tambroniano che guarda a Ciaffi con la scuola politica di Enrico Mattei. Credimi, a Macerata questo sogno è impossibile.
Ecco, ora che ero contento, vedo che ci sono degli scambi amorosi con Tacconi e mi passa la voglia….
Non me ne abbia a male, Tacconi, però Lei non è proprio nuovo e la politica ambigua e ondivaga del suo partito non mi è mai piaciuta.
Auspico invece una unione con altre liste civiche, svincolate dai partiti e libere di muoversi per il bene dei cittadini.
Non c’è dubbio che Tacconi sia ormai un vero e proprio statista in grado di testimoniare un retroscena metapolitico e disegnare futuri scenari con l’umiltà del Tacciaf .
Pertanto suggerisco a CM di intervistare , prima che sia troppo tardi, quest’ultimo democristiano svezzato alla scuola Mattei per avere informazioni sul Piano Marschall, sulle Sette sorelle, sulla fine del modello Macerata, su concetti criptici quali “il nuovo vero” e per conoscere i nomi degli artefici di quel complotto (antisindacale) che spazzò via come fruscelli quella mezza dozzina di sindaci mai nati.
@ Tacconi
Carissimo Ivano,
sono idealmente dalla tua parte quanto agli ideali. Meno, molto meno, quanto agli esempi politici (no: non mi riferisco a Mattei).
Scrivi che nelle scorse amministrative ci provasti con Mosca, Menghi, Ballesi e Nascimbeni. Di Nascimbeni non lo sapevo, ma so per certo che con Mosca e Menghi ci provasti davvero. Su Ballesi, però, non eri per niente d’accordo: anche questo me lo ricordo benissimo. Ed è un peccato, perché Giorgio aveva un cognome pesante, per la vostra tradizione, pur essendo l’unico di famiglia che non aveva mai fatto politica attiva, pur avendola respirata fin dalla giovinezza. Era cioè un riferimento certo quanto ai valori e contemporaneamente un volto nuovo quanto alla militanza. Della sua moralità non credo sia necessario dire nulla, perché è sotto gli occhi di tutti. Eppure il democristianissimo Tacconi su chi va a mettere il proprio veto? Proprio su Ballesi! La si direbbe una decisione incredibile, se non fosse stata la realtà. Ti sento incoraggiare l’amministrazione di Carancini, ti ho visto stringere la mano a D’Alema col sorriso delle migliori circostanze, ti ho visto indaffararti senza posa per la costruzione di quel famoso grande centro nei termini che ho già detto, ma su Giorgio Ballesi no: su quel nome “non passa lo straniero. Zum zum” (La leggenda del Piave).
Davoli, l’Avv.to Giorgio Ballesi per il Grande Centro, fece con l’Udc e le altre liste civiche più riunioni purtroppo non si fece nulla. Naturalmente, il mio obbiettivo era quello di candidarlo Sindaco, su questo ci credevo veramente, avendo anche buonissimi ricordi del Padre Elio e del fratello Carlo. Qet’ultimo fu proposto da noi Udc anche nella prima coalizione di Centro Destra a Macerata, non si fece nulla, preferirono Meriggi. Ma quale veto per Giorgio? i fatti sono questi. Mi dici che incoraggio il Sindaco Caranci, noi ex DC siamo per la governabilità, a me personalmente da fastidio i Commissari, abbiamo molte cose da fare per questa Città e non possiamo permetterci di perdere altro tempo, dopo finita la legislatura dei cinque anni, l’elettorato farà giustizia. Ho stretto la mano al Presidente D’Alema perchè lo conosco da molti anni e lo ritengo un ottimo politico, anche se ci troviamo su ideologie diverse.
niente di nuovo la solita storia democristiana di chi cerca a Macerata di far perdere ancora una volta il centro destra. Ma l’aria questa volta è diversa non è il 2010 quindi, il giochetto di Ballesi, a cui hanno abboccato i due neo consiglieri, si è palesato troppo presto, avvantaggiando il PDL che ora può dirvi solo grazie!
“C’è qualcosa di nuovo, oggi, nell’aria; anzi, d’antico…”
Questi signori insieme contro la vecchia politica?
Se fanno un provino a Zelig li prendono di sicuro…
Il professor Garufi nella sua analisi sulla crisi del bipolarismo in Italia, in buona parte condivisibile, ha omesso di dire una cosa fondamentale e cioè che solo in Italia questo sistema non riesce a dare quei benefici in termini di governabilità effettiva, non anagrafica, che in tutte le altre democrazie evolute riesce a dare.
E’ sotto gli occhi di tutti la staticità del nostro governo nazionale di fronte ad una crisi epocale denunciata a più riprese dal mondo del lavoro, dal mondo dell’imprenditoria e dalla società civile.
Quindi evidentemente l’anomalia siamo noi e il nostro modo di fare e intendere la politica.
La politica non è finalizzata al bene comune, alla corretta gestione della cosa pubblica, alla costruzione di un modello sociale ed economico, paradossalmente anche ispirato a principi ideoligici, ma che ha come ultimo scopo la crescita della persona e dello Stato.
Oggi guardare la politica è come guardare un acquario in cui nuotano squali di ogni tipo, da quelli più innocui a quelli pericolosi a quelli mortali per l’uomo / cittadino, che cacciano da soli o in branco, che fagocitano tutto e tutti e che sanno muoversi perfettamente in un fluido che si chiama TRASFORMISMO.
Ora vedere due giovani consiglieri comunali che anzichè guardare al futuro, magari con una sana e vitale dose di spregiudicatezza, si prestano a recitare il più antico e bieco rituale della politica italiana, mi avvilisce, vi avvilisce, e avvilisce la nostra amata Italia.
Ivano Tacconi, come tutti, non sempre le ha azzeccate le sue mosse in politica. Però è una persona che ha sempre fatto politica dal basso e con sincerità d’intenti, amando la sua città di adozione (Macerata).