Graziano Pambianchi a ruota libera
“Rinunciamo a piscine e palas
e sospendiamo la Stagione lirica”

Il noto esponente politico del centrosinistra parla della verifica ed è critico con il sindaco, elenca alcune rinunce "doverose per la morsa della crisi economica", indica come priorità delle priorità "un'operazione verità sul bilancio comunale" oltre agli interventi nei servizi sociali. Due le opere strategicamente necessarie: "Strada via Mattei-La Pieve e riqualificazione del Centro Fiere"
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pambianchi

di Matteo Zallocco

Nei giorni scorsi l’avvocato Graziano Pambianchi è intervenuto nei commenti di Cronache Maceratesi (leggi l’articolo) portando all’attenzione dei lettori diverse tematiche di indubbio interesse tra cui il suo pensiero sulla verifica politico-amministrativa, la proposta di sospendere la Stagione lirica, di rinunciare al polo natatorio, all’ampliamento del Palas e al nuovo campo sportivo di Collevario e di puntare su interventi strategici come la strada via Mattei-La Pieve e la riqualificazione del Centro Fiere di Villa Potenza. All’avvocato Pambianchi, volto noto della politica maceratese come esponente del Partito Repubblicano prima e del Pd ora, abbiamo chiesto di approfondire queste tematiche.

Avvocato Pambianchi, come vede la verifica politico-amministrativa in corso all’interno della maggioranza? Qual è la sua posizione in proposito?
«Sulla verifica ho poco da dire, oltre quello che ha dichiarato il segretario Mandrelli. Già nell’autunno 2010 dovemmo rilevare le prime difficoltà nei rapporti tra le istituzioni elettive della nostra città: il Sindaco e la sua Giunta da una parte, i gruppi di maggioranza in Consiglio, tra cui il Gruppo del Pd, perno della coalizione politico-amministrativa dall’altra; spettatore il Partito Democratico, che ha dato il suo apporto determinante all’elezione del Sindaco e senza il quale la città non si governa. Ma la città si governa se i problemi vengono affrontati e dibattuti in un positivo confronto tra tutti i soggetti che dovrebbero concorrere alla formazione delle decisioni. Il Gruppo del Pd (e non solo) lamentava di essere stato spesso costretto a votare provvedimenti che non aveva avuto modo di esaminare o che erano cambiati in itinere dopo una sommaria informazione; di non poter avanzare alcuna proposta costruttiva, senza che ciò venisse bollato dal marchio infamante dell’attentato al Sindaco ed alla sua Giunta. Il Partito constatava di non aver quasi mai discusso di un sia pur importante problema amministrativo, di aver avuto al massimo qualche comunicazione veloce in riunioni per così dire generaliste (comunicazioni peraltro spesso rivelatosi monche, prove di supporti documentali e talvolta infondate). Se i dirigenti politici di un Partito non conoscono i problemi ai quali l’Esecutivo attende e non sono coinvolti nella conoscenza prima e nella decisione poi, come possono assolvere il compito di raccordo con i cittadini-elettori e di promozione del consenso? L’attività dell’Amministrazione comunale non può essere intralciata, ma il Direttivo non può essere informato a cose fatte e così dicasi dei Gruppi consiliari».

pambianchi-graziano-1-238x300Di tutto questo si era discusso nell’assemblea del Pd a Pollenza…
«A Pollenza si registrò un clima più gelido che freddo, ma fu facile far cadere la colpa sulla temperatura esterna, pur trovandoci in un locale ben riscaldato. Ci fu chi si illuse che l’incontro avrebbe dato qualche frutto positivo, ma ciò che è accaduto nei mesi successivi ha spazzato via l’incauto ottimismo. La “verifica” è stata chiesta per le ragioni e nel clima che pur velocemente ho ricordato. La questione dell’irrobustimento della squadra di Giunta è senz’altro secondaria, ma certamente non irrilevante. A me non importa con quale aggettivo verrà ora qualificata la verifica (finita, interrotta, soffocata, rimandata): certo è che il sindaco ha assicurato l’effettiva messa in pratica del metodo dell’informazione (chi altro potrebbe garantirla se non lui, che ha tutti i dati dei diversi problemi, condizione necessaria per poter esprimere una qualsiasi doverosa opinione) e della collegialità. Sempre per dirla con il segretario Mandrelli “…la palla passa al Sindaco”, che dovrà passare dalle assicurazioni ai fatti, sapendo che l’effettiva messa in pratica del metodo dell’informazione della collegialità verrà monitorato (verificato?) tutti i giorni. Posso comprendere le preoccupazioni che hanno motivato l’azione dell’amico Sciapichetti, da me francamente e fraternamente criticata, ma definire quel che è accaduto “frutto di alcuni mal di pancia” e di “una serie di incomprensioni”, rappresenta una sottovalutazione dei fatti occorsi e del quadro politico-amministrativo che non gli può appartenere».

 

Quali sono le priorità per la città di Macerata?

«La priorità delle priorità è una “operazione verità” sul bilancio comunale, nel senso che occorre verificare la reale possibilità di operare investimenti sulla base di cespiti sicuramente realizzabili. Soltanto quando il quadro sarà certo e perfettamente intellegibile, si potranno operare scelte praticabili (altrimenti ci sarà il solito “elenco della spesa” e quel che non si potrà fare, pur avendolo promesso, sarà sempre colpa di qualcun altro e/o della mancanza di soldi “scoperta al momento”). La mia impressione è che di quanto è stato promesso in campagna elettorale ben poco sarà possibile realizzare, né ci si può illudere che l’uscita dal “tunnel” della crisi sia prossima:  con ogni probabilità la “stretta” vera, che coinvolgerà anche chi finora se l’è cavata, ha ancora da venire. Io ho sempre creduto che sia sempre meglio dire la verità o, quanto meno, quel che si pensa. Comincia a sentirsi l’urlo della miseria, non è più una questione di generico disagio o di qualche stato di necessità.
Sulla necessità di intervenire nel settore dei servizi alla persona (vecchi soli, sempre più numerosi) ed in quello dei servizi sociali (mense, asili e quant’altro), credo tutti concordino: la priorità dovrebbe essere riconosciuta a tutti. Il problema è quello di conoscere approfonditamente i dati di una realtà che di giorno in giorno va peggiorando, coordinando l’azione del pubblico con quella meritoria dei privati ed impegnando tutte le risorse possibili togliendole al superfluo e quegli interventi che, seppure auspicabili, non attengono all’esistenza stessa ed alla dignità dell’essere umano. In questo quadro occorre fare particolare attenzione agli immigrati che vivono nella nostra città (io ho la sensazione che nessuno sappia neppure approssimativamente quanti sono). Certamente sono giovani, sempre più numerosi, li vediamo – questo sì – senza un lavoro, disoccupati come e più dei nostri. C’è un detonatore che non possiamo ignorare: non è lecito attendere l’esplosione, che ha molte più probabilità di verificarsi quando monta la disperazione. Anche in questo caso c’è necessità di conoscenza e di coordinamento delle iniziative dell’Amministrazione e delle numerose associazioni che si occupano a diverso titolo degli immigrati (talvolta sembra se li contendano). Occorre prefissarsi un obiettivo preciso e concreto. Sempre più spesso i nuclei familiari (chiamiamoli così, nel rispetto di tutte le situazioni) degli immigrati non riescono a pagare l’affitto; sono sempre più numerosi i casi  in cui 3-4 persone hanno perduto anche l’unico reddito da lavoro o, comunque, nessuno di loro riesce a trovare un lavoro. Cerchiamo di fare in modo che in ogni famiglia ci sia almeno un reddito da lavoro: capisco che non è facile, ma potremmo cercare di realizzare una “gestione unica” del problema o qualcosa di simile. Laddove non si riesca a raggiungere l’obiettivo di un lavoro per ogni famiglia, dovremmo comunque garantire che tutte le famiglie  (naturalmente anche quelle dei cittadini italiani che si trovassero nelle stesse condizioni) abbiano almeno la possibilità di pagare il canone d’affitto. Non possiamo limitarci a guardare che le file di giovani che chiedono l’elemosina davanti ai supermercati e per le strade si allunghino, perché il rischio che molti di loro alla fine si affidino a scorciatoie pericolose o degradanti aumenta di giorno in giorno. Forse straparlo e dico fesserie , malgrado ciò continuo a poensare che questi sono i problemi reali che abbiamo intorno a noi e che quelli degli immigrati non si risolvono con il diritto di voto, che talvolta per noi rappresenta un’altra occasione di “usarli”».

pambianchi-grazianoCapitolo Sferisterio. A quanto ammonta, complessivamente, la passività delle ultime due stagioni liriche?

«C’è chi parla di circa 1 milione di euro, chi di un po’ di meno, chi di più. Come sempre c’è bisogno di dati certi. Quali sono poi le intenzioni della Regione e della Provincia, che mi sembra non se la passino proprio bene (mi pare di ricordare che la Provincia sta ammortizzando un debito milionario relativo al passato, o no?). Cert’è che io non credo possibile che i due Enti possano aumentare il loro contributo, anzi! Allora non è possibile che in un periodo di vacche magre, anzi moribonde, si possa pensare che esistano spese “intoccabili”. Ritengo quindi che la Stagione lirica possa essere sospesa, per un anno e se necessario anche più, senza che qualcuno ne muoia. Non nascondo che l’ipotesi che avanzo è frutto di una travagliata e dolorosa riflessione, perchè c’ero anch’io, forse il più giovane, tra quel gruppo di scriterati innamorati della città che negli anni ’60-’70 “riesumarono” la Stagione lirica contro fieri oppositori poi convertitisi».

 

Secondo lei bisognerà rinunciare anche a qualche altro progetto presente nel programma elettorale?

«Ritengo che non avverrebbe nulla di tragico se si rinunciasse a perseguire l’obiettivo della realizzazione del polo natatorio che, per quel che ne so (poco in verità, ma non credo di essere una eccezione) dovrebbe comportare l’esborso da parte del Comune di una ingente somma (1 milione e 500mila euro più o meno?). Sul punto, comunque, sarebbe il caso che chi può spiegasse quale soluzione del problema viene ipotizzata e perché, specie se è vero che le casse comunali dovranno essere cospicuamente alleggerite. Lo stesso dicasi, più o meno, dell’ampliamento del palazzetto dello sport. Se a mio avviso la Stagione lirica può essere sospesa, non vedo perché il Comune debba sborsare soldi per una opera che in altri paesi europei viene sempre più spesso posta a carico della società che esclusivamente o prioritariamente la utilizza. Certamente una società sportiva può mobilitare masse di “aficionados” più di quanto possa la lirica. Ma questi sono i tempi, di scelte coraggiose e dolorose, altrimenti non sono scelte e non aiutano minimamente ad attraversare il “tunnel”. Quanto al Campo sportivo di Collevario, approfittiamo del fatto che i lavori sono appena cominciati; la rinuncia sarà meno dolorosa. Nel frattempo, anche per evitare figure barbine come quella per i “giochi d’artificio” di San Giuliano, dobbiamo affermare e praticare immediatamente il principio che il Comune non è Babbo Natale, nè l’Apm la Befana. Da oggi in poi chi vuole organizzare un convegno sulla salute dell’ornitorinco o sulla fine del mondo nel 2012, una marcia per la pace o per la guerra, una sagra del maiale in salmì o del passero in porchetta, uno studio sulla tradizione italiana della birra o del sidro, se la paga, senza eccezione alcuna, dal momento che in questo nostro paese l’eccezione tende a diventare regola. Anche in questo campo è necessaria una ricognizione: se nel passato si è sbagliato, questo non significa dover continuare a sbagliare: è una occasione unica per cominciare una nuova storia».

 

Quali sono allora le opere davvero  necessarie?

«Penso al raccordo strategico tra via Mattei e La Pieve: se c’è un saldo per interventi strutturali è lì che andrebbe utilizzato. Non capisco poi perché non viene ripreso il progetto di riqualificazione del Centro Fiere di Villa Potenza. Non costerebbe un soldo, anzi, con ogni probabilità consentirebbe al Comune di lucrare  (non dimentichiamo che quando fu fatto il primo bando, ci fu la manifestazione di interesse di 5 gruppi imprenditoriali ed una società del nord prospettò un intervento per oltre 90 milioni di euro). Se dovessi fare un appunto alla passata Amministrazione è di non aver insistito nella strada intrapresa. Peraltro la Provincia ha realizzato una strada perfettamente funzionale al progetto.

Ringrazio per l’occasione che mi è stata data di precisare alcune cose che mi stanno a cuore: so di non dire cose popolari, sicchè non attendo plausi ma insulti e magari ancora una volta uno “Sparisci, vecchio!”».

 



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