Per Bianchini doppio lavoro
“In Comune manca la fiducia”
“Entrate insufficienti per lo Sferisterio”

L'INTERVISTA - L'unico maceratese dell'amministrazione guidata da Pettinari propone le sue idee per cultura e turismo
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Bianchini-Massimiliano

Massimiliano Bianchini

di Alessandra Pierini

I giochi sono fatti e le deleghe, seppur dopo lunga attesa, sono state assegnate senza troppe sorprese. Massimiliano Sport Bianchini, unico rappresentante in provincia del capoluogo, come ci si aspettava, è il nuovo assessore ai Beni e alle Attività Culturali e al Turismo. La notizia, pur abbastanza scontata, ha invece entusiasmato il leader di La nostra Provincia che è già un vulcano di idee per il futuro del territorio.  Se può sembrare naturale parlare di continuità con il suo passato politico,  Bianchini si affretta a precisare che così non è: «In realtà non ho mai avuto la delega ai Beni culturali che era stata assegnata a Mauro Compagnucci nè al Turismo, associato alle Attività produttive. Pettinari ha fatto molto bene a riunire le tre deleghe, specie in una provincia come la nostra le cui peculiarità richiedono un complesso discorso d’insieme».

E’ soddisfatto delle deleghe assegnate dal Presidente Pettinari?

«Sono molto contento della sua scelta che parte da un dato elettorale. La lista La nostra Provincia ha ottenuto un grande risultato  alle provinciali. Per di più io personalmente sono l’unico maceratese del capoluogo eletto. Sono anche soddisfatto del percorso di collegialità che abbiamo sperimentato in questa prima fase di governo provinciale e al quale non sono del tutto nuovo, visto che anche con il primo Meschini era accaduto lo stesso. Questa modalità operativa è stata molto utile, soprattutto per un ente come la Provincia, in cui il rapporto con cittadini e istituzioni è diverso rispetto a quello in Comune. Le deleghe che mi sono state assegnate coronano per alcuni versi un mio piccolo sogno».


bianchini2-300x224Quali saranno i suoi primi impegni?

«Per prima cosa verificherò lo stato dell’arte. Questa è una provincia caratterizzata da grandi eventi come la stagione di opera allo Sferisterio, Musicultura, Civitanova Danza, Camerino Festival, Biennale dell’Umorismo che non devono però far dimenticare le moltissime attività culturali e gli spettacoli più piccoli ma fondamentali. In primo luogo bisognerà fare una riflessione chiara sui finanziamenti e sulle risorse disponibili, e in questo campo sarà importante avere un referente come Pietro Marcolini, assessore regionale. D’altra parte sarà fondamentale il rapporto con i Comuni, anche i più piccoli, che rappresentano la forza del territorio e vanno difesi, messi in sinergia e non eliminati. Conosco molti  sindaci che superano mille difficoltà perchè sono innamorati del loro territorio. Oltre a potenziare la relazione tra i Comuni, lavorerò per coinvolgere  in un progetto più ampio le istituzioni quali la Camera di Commercio, Confindustria e Fondazione Carima che sono già molto attive e collaborano tra di loro. Strumento importante per fare rete sarà il Sistema Museale della Provincia che è un patrimonio enorme».

A proposito di eventi, ha parlato di Sferisterio. Quale sarà il suo futuro?

«Lo Sferisterio è uno spazio incredibile che richiede una profonda riflessione. Ho molto apprezzato l’ultimo intervento di Antonio Pettinari che mi vede completamente d’accordo. Le entrate dello Sferisterio sono insufficienti e i maceratesi ne sono ben coscienti. In un momento di difficoltà della lirica in Italia e nel mondo e con gli enti locali strozzati da tagli su tagli, Comune e Provincia devono trovare una sintesi e fare un ragionamento complessivo sul suo futuro e sul rapporto con il territorio».

Quindi il SOF 2012 è a rischio?

«Il SOF è un’invenzione di Pier Luigi Pizzi che ha avuto il grande merito, in un momento di difficoltà, di prendere le redini della situazione e di risollevarne le sorti. Io non posso parlare del SOF ma della stagione lirica che non è a rischio ma ha bisogno di condivisione da parte di tutto il territorio».

Accanto alle esperienze già consolidate, quali attività saranno valorizzate?

«Ritengo che noi maceratesi stiamo perdendo da sempre un’occasione con Giacomo Leopardi. E’ il letterato italiano più conosciuto al mondo ma ancora non siamo stati in  grado di farne un traino per l’intera provincia. In un punto del programma amministrativo ci siamo impegnati per farlo e credo che sia indispensabile. Non dimenticheremo naturalmente il teatro di ricerca e la cultura giovanile perché  dobbiamo aprire le porte ai giovani. Tra l’altro sono l’unico nelle Marche a far parte del cda della Form (Orchestra Filarmonica Marchigiana) e dell’esecutivo dell’Amat. Sono due assi importanti con i quali ho intenzione di realizzare progetti ambiziosi».

Si parla tanto di costi della politica e proprio in questi giorni è tornato di attualità il discorso sui doppi incarichi. Lei è consigliere comunale e assessore provinciale. Cosa può dire a proposito?

«Intanto voglio precisare che doppio incarico non corrisponde a doppia indennità visto che dal momento in cui sono diventato assessore, non ricevo gettoni di presenza né per il consiglio comunale per le commissioni alle quali partecipo. Ho sempre detto che sono disposto a lasciare il posto da consigliere ad altri ma questo non è il momento adatto per lasciare il Comune  di Macerata. La mia lista e i miei elettori mi chiedono di restare in consiglio e io ritengo di dover dare in questa fase, molto delicata, il mio contributo anche perché sarei scorretto e parziale ad andarmene».

Cosa intende con fase delicata?

«Nella maggioranza c’è bisogno di scrivere un nuovo patto politico, non parlerei di verifica ma piuttosto di una fase in cui manca la fiducia tra consiglio, giunta e forze politiche. Le motivazioni che ci hanno tenuto insieme nel 2010, scricchiolano e dobbiamo esserne consapevoli. La città in questo momento non ha bisogno  di ritmi lenti ma di attività e di interventi. Ne ho già parlato col sindaco, con le forze politiche e con la mia lista. Spero che riusciremo ad uscire da questo momento in maniera forte e consapevole».

 

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