di Laura Boccanera
La pioggia non rovina la festa a Popsophia. Nonostante l’imprevisto piovasco che attorno alle 22.30 ha interrotto la performance di Platinette ieri sera in piazza della Libertà la kermesse dedicata al contemporaneo è proseguita seppur con alcuni piccoli inconvenienti. La piazza era piena, affascinata dall’ultima delle dive, e tale è rimasta anche quando sono iniziate a venir giù le prime gocce. E pensare che il pomeriggio era iniziato nel segno dell’ottimismo (anche se con i dovuti rituali scaramantici anti pioggia del direttore Alfredo Di Lupidio) con il taglio del nastro della mostra di Bengt Wanselius alla presenza dell’autore. All’interno del giardino della pinacoteca anche il coreografo e ballerino Saburo Teshigawara. Ad illustrare le immagini del corpo e della danza Gilberto Santini. Piazza gremita invece per Platinette: Sempre in bilico fra Mauro Coruzzi e Platinette, l’opinionista ha raccontato gli inizi della propria carriera quando si faceva chiamare “Oscar Selvaggia”, un tributo ad Oscar Wilde e segno evidente che nel suo trasformismo era già ben radicata una profonda cultura umanistica. Quindi ha parlato di realtà e finzione, di “persona e maschera” e dell’elaborazione del doppio e dell’identità. Poi le prime gocce e l’assedio dei fan che hanno consegnato regali, gadget e lettere. Visto l’imprevisto si è consumato anche un curioso fuori programma: Platinette infatti è stata condotta presso il Chiostro di San Francesco, nella postazione di Vitality’s dove fra hair stylist e consulenti trionfa l’apparenza e la cura di sé. Qui la discussione è proseguita e Platinette ha continuato a raccontarsi. Dagli esordi con Maurizio Costanzo alla piena consapevolezza di un sé che è doppio “peso molto – ha scherzato – perché sono due persone in una”, alternando ironia e leggerezza ad assunti filosofici di matrice classica.
La serata è poi proseguita con i tutto esaurito in teatro, per lo spettacolo su D’annunzio di e con Sergio Carlacchiani e al caffè letterario, per “Le maschere di Eros” di Marco Vozza e “Il corpo di Diotima” di Patrizia Caporossi.
La conclusione a sorpresa è stata lo spettacolo dei Jang Senato, i quali dopo aver smontato tutti gli strumenti per la pioggia, hanno ricomposto un piccolo palco unplugged davanti all’american bar di Stefano Renzetti, nel cortile dell’ex liceo, dove una folla di ragazzi è restata fino alle due del mattino per ascoltare i vincitori di Musicultura e finalisti del premio Tenco. Oggi giornata con lo sguardo all’insù per capire se confermare gli spettacoli all’aperto o se spostare nella palestra dell’ITC gli eventi previsti in Piazza e in quella di palazzo Ciccolini, il Chiostro di Sant’Agostino. Alle 18.30 è attesa Franca Leosini e le sue storie maledette.
(foto di Luigi Gasparroni)
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non mi aspettavo di certo di vedere platinette come ospite in una manifestazione…”CULTURALE”. Nonostante si parli di maschere e doppie personalità penso che si poteva fare di meglio a livello di ospiti
Gli organizzatori di Popsophia sono in grado di spiegarci cosa c’entra Platinette in questa manifestazione?