Esortazioni e nuovi scenari in Arena
Carancini: “Uniti per lo Sferisterio”
Matrimonio con Ancona e Jesi?

Unione dei teatri con Alessio Vlad direttore artistico? Intanto il sindaco risponde all'interrogazione di Garufi
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di Matteo Zallocco

e Alessandra Pierini

Stanno decidendo da Ancona il futuro dello Sferisterio? Qualcosa dietro le quinte si sta muovendo e a dirlo è anche il critico musicale Enrico Stinchelli che nel suo blog scrive: “Avevamo anticipato le ricorrenti voci attorno al nome di Claudio Orazi, ed ecco spuntare un nuovo “papabile” …: Alessio Vlad. Possibile mai che il direttore artistico dell’Opera di Roma, delle Muse di Ancona, consulente a Spoleto abbia il tempo di occuparsi anche dello Sferisterio? Il progetto, benedetto da un assessore solerte, è ancora più ambizioso: riunire in un unico circuito i teatri di Ancona, Macerata e Jesi. Tutti sotto l’egida grandiosa di Alessio Vlad l’Instancabile. In tempi di crisi, è evidente, le unioni sono sempre ben accette e le mire espansionistiche sono proprie dell’Uomo dai tempi di Caino e Abele: tuttavia ci domandiamo perchè mai lo Sferisterio e Macerata con esso dovrebbero alla fine soggiacere a una realtà come quella di Ancona e, peggio ancora, a quella di Jesi. Ci sembra un’alleanza un po’ troppo simile a quella del Terzo Polo , tanto carina e tanto “sfigata”, e molto molto provinciale. Stiamo  a vedere….c’è  un proverbio  che  potrebbe  essere  così  parafrasato:  “Ferragosto….Pizzi  mio non ti  conosco.”

 

Sì perchè – aggiungiamo noi – se da una parte l’addio di Pizzi (almeno nelle vesti di direttore artistico) sembra ormai certo è anche vero che a dicembre scadrà il mandato di Alessio Vlad all’Opera di Roma.

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Alessio Vlad

Ma come mai in questa unione tra teatri, tutt’altro che improbabile, non c’è anche il ROF di Pesaro? E chi lo ha deciso? E perchè a Macerata non sa niente nessuno? O qualcuno sa qualcosa e non dice? La verità è che nelle Marche il ROF continua a fare la parte del Papa e gli altri teatri restano …i sacrestani. E peggio ancora il SOF (quanto sarebbe bello poter tornare a chiamarlo Macerata Opera!) ora sembra accodarsi ad Ancona e Jesi. La discussione è politica e vede come protagonista anche il Partito Democratico che, con il suo segretario regionale Palmiro Ucchielli, ha pensato tanto a Pesaro e poco a Macerata.
Ma adesso non si decida ad Ancona il futuro dello Sferisterio, il teatro è della città, il sindaco Carancini e il presidente della Provincia Pettinari dovranno sbattere i pugni su qualche tavolo.

***

Intanto  poco più di 10 giorni dall’inizio dello Sferisterio Opera Festival, il primo atto è andato in scena in consiglio comunale dove Guido Garufi, consigliere dell’Idv,  che già la scorsa settimana aveva chiesto dei chiarimenti sulla stagione che sta per avere inizio (leggi l’articolo), ha presentato la sua interrogazione. «Temo che anche per la prossima stagione l’orientamento sia quello di ripetere il buco avuto lo scorso anno. Mi risulta inoltre che l’associazione Sferisterio abbia regalato i diritti di ripresa e le registrazioni sono vendibili in tutto il mondo, anche su internet. Per 3 anni Pizzi ha tenuto il budget nei 5 milioni di euro ma bisogna anche valutare se è stato capace di generare un indotto».
Ha risposto a Garufi il presidente dell’associazione Sferisterio Romano Carancini che ha espresso l’auspicio che le energie ed il contributo di ciascuno siano indirizzati, in questo momento di intenso lavoro, al sostegno e alla buona riuscita della Stagione attualmente in preparazione. «Proprio in quest’ottica di gestione imprenditoriale e di riduzione dei costi – ha spiegato –  dovuta al momento di crisi che lo spettacolo vive oggi, il CdA dell’Associazione Sferisterio sull’impulso del direttore artistico Pier Luigi Pizzi, ha fatto negli anni delle scelte ben precise: l’assoluto rigore qualitativo, il controllo di gestione, la formula del Festival che ha intercettato una fetta di turismo nazionale e internazionale legato alla lirica e alla cultura, lo sviluppo delle  collaborazioni con altri teatri. Quest’anno due opere sono in coproduzione. Così fan tutte con la Fondazione Teatro delle Muse di Ancona con riduzione dei costi per la parte degli allestimenti e dei costumi, ripartiti al 50% (importo complessivo 80 mila euro). Il costo complessivo dell’opera ammonta a 345 mila euro (200 mila per cast e oneri, 60 mila per orchestra e coro, 85 mila per personale, allestimento e varie). Rigoletto è in coproduzione con la Fondazione  Pergolesi Spontini  di Jesi e il Circuito Lirico Lombardo.

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Il sindaco Romano Carancini in Consiglio comunale

E’ riduttivo parlare di allestimenti “ridottissimi” – va avanti, facendo riferimento al termine usato per descrivere le scene utilizzate – le scenografie degli ultimi anni rispondono ad una scelta stilistica ben precisa e inoltre hanno consentito la circuitazione in altri spazi anche al chiuso, e consentito risparmi consistenti nella rotazione degli spettacoli».
carancini ha poi continuato, punto punto, a rispondere alle questioni poste dal consigliere Garufi: «Aida, Tosca, Norma, Turandot, Traviata, prodotte negli ultimi cinque anni, hanno toccato teatri italiani e stranieri, dall’Europa al Giappone passando per la Corea, con un ritorno di immagine ed economico per lo Sferisterio (80 mila euro è il guadagno per la circuitazione di questi allestimenti al netto di tutte le spese comprese le necessarie manutenzioni). Allestire opere anche al Lauro Rossi significa valorizzare gli spazi teatrali della città rispondendo ad un’esigenza culturale, pur nella consapevolezza che le dimensioni del teatro consentono incassi modesti, la spesa della Stagione Lirica viene gestita in un’ottica che bilancia lo Sferisterio e gli altri spazi, senza prescindere dalla qualità e molteplicità delle proposte.  Le riprese video della Stagione 2010 sono state realizzate senza alcun costo per l’Associazione che ne detiene tutti i diritti.  Per la replica in scala ridotta della Traviata di Svoboda c’è un accordo tra Sferisterio e Fondazione Pergolesi Spontini che ne ha regolato l’uso fino al 2010 e al cui rinnovo si sta lavorando.Il nostro compito di amministratori – ha concluso  Carancini – è quello di rendere sempre più efficiente l’impresa Sferisterio, anche per la città ed il territorio che beneficiano di una ricaduta economica diretta e di un indotto considerevoli. Il 73% dei costi sostenuti per le forniture della stagione 2010 sono ricaduti in ambito regionale, ovvero ne hanno beneficiato aziende locali. Di questi, il 35% sono aziende maceratesi, l’8% della provincia  e il 30% della regione.

Lo Sferisterio è un gioiello che tutti ci invidiano, vorrei che ogni maceratese sentisse come proprio questo patrimonio della città. Quest’anno è particolarmente vivace l’apporto dato dalle realtà culturali con iniziative collaterali, che danno prestigio e vivacizzano le giornate del Festival. Sono gli Aperitivi Culturali dell’Associazione Sferisterio Cultura, le mostra al Buonaccorsi e gli appuntamenti di Pomeridiana promossi dall’Adam e OperAperta dell’associazione DiVini Versi. Ora è il momento di lavorare sodo per offrire il meglio, per accogliere il pubblico e i turisti, per mettere sotto i riflettori nazionali e internazionali la nostra città, le sue bellezze, il suo teatro che la stampa specializzata guarda sempre con maggior interesse. Tra le altre, la rivista Class di questo mese dedica un ampio servizio allo Sferisterio di Macerata insieme all’Arena di Verona e alle Terme di Caracalla come i maggiori teatri lirici italiani all’aperto.»



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