di Laura Boccanera
Sono tornati in anticipo, dopo che l’ambasciata ha invitato tutti i cittadini stranieri a tornare nel paese d’origine per scongiurare rischi ulteriori dovuti allo scoppio delle centrali nucleari Anna Chiara Mandozzi e Marco Monterubbianesi. La giovane coppia di sposi oggi ha riabbracciato parenti, amici e familiari. Un viaggio lungo, iniziato con una notte all’aeroporto per evitare il black out dei trasporti, e la paura incontrollata per il disastro nucleare, poi Milano, Ancona e nel pomeriggio sono arrivati a Civitanova. Provati, stanchi e con ancora il dramma di ciò che hanno visto in questi terribili giorni di permanenza a Tokyo Anna Chiara e Marco raccontano le sensazioni di quello che doveva essere il loro viaggio di nozze e che si è trasformato in una lezione di vita come racconta Anna Chiara: <<Un’esperienza che mi ha cambiato, ho avuto prova di un senso civico mai esperito prima, di un rispetto per la dignità umana e per la collettività commovente. Sebbene a noi trentenni questa coscienza non ci appartenga, dovremmo sforzarci ad imparare dalla gente di Tokyo e a rendelo “norma”, insegnarlo a nostri figli. Perchè è presupposto di una società sana.
Al di là del sisma e del panico, il popolo giapponese ci ha fatto dono di un rispetto per le emozioni che è troppo distante dalla nostra cultura per poter essere capito. Nella paura più totale ci siamo comunque sempre sentiti al sicuro. Chiunque si prodigava per dare una mano e aiutare se ne avevi bisogno: avevamo perso la cartina e ci trovavamo a 10 chilometri di distanza dall’albergo, ma la gente per strada, mentre il terreno sembrava aprirsi e buttarti in aria, si fermava per indicarci la strada, per connettersi a internet e darci informazioni con il loro telefonino>>. Che cosa avete provato nei giorni del terremoto? <<E’ stato stancante mentalmente, qualcosa a cui non siamo abituati. Ci sono state scosse continue ogni 12 minuti per tre giorni, la strada ti faceva saltare, era come un’onda che ti travolgeva. Ho visto altre ragazze accanto a me essere sbalzate via e cadere a terra perchè incapaci di reggersi. Per un attimo ho avuto anche una crisi di panico perchè temo la folla e non conoscevo ancora la compostezza dei giapponesi, per cui ho iniziato a pensare il peggio. Ed è stato ancora più terribile quando abbiamo alzato gli occhi al cielo durante la scossa: sopra di noi i cartelloni dei grattacieli si spostavano di diversi metri e in quel momento pensi che può caderti addosso, il cielo era diventato nero, faceva freddo, sembrava l’Apocalisse>>. Ora per la giovane coppia ancora qualche giorno di riposo a casa, sereni, lontano da quel dramma che ha piegato una delle nazioni più forti al mondo, ma Anna Chiara è sicura: <<Torneremo a Tokyo, ci sono ancora così tante cose che dobbiamo imparare da loro, sono vicina al popolo giapponese in questo momento>>.
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prima di questa tragedia avevo il piu’ alto rispetto per il Giappone,tanto da metterli in cima alle mie simpatie insieme agli indiani d’america per esempio,figuriamoci ora.
un popolo a cui non e’ stato regalato nulla dalla storia e geografia.
non ci fu nessun piano Marshall per loro dopo la seconda guerra mondiale…anzi pagarono di tutto e di piu’.
tutto quello che si sono guadagnato se lo sono sudato e meritato.
a tanti non piace il loro modo di vivere con il lavoro che fa da colonna portante della loro vita(record mondiale di suicidi anche per questo),ma noi non siamo uguali?con la differenza che li’ un ministro si dimette per 440 euro di una presunta mazzetta,qua Dio ce ne scampi.
una societa’ quasi perfetta dove la poverta’ non esiste e dove l’unione fa la forza(vero cara italia?).
auguro tutto il bene possibile ai giapponesi,sono sicuro che si riprenderanno anche per il bene del resto del mondo.in questo saranno anche facilitati dal momento che il loro capo della protezione civile non assomigliera’ di sicuro al nostro bertolaso e compagnia bella.
forse non è il momento e il luogo…ma sul popolo giapponese c’è da dirne più di una in quanto a caparbietà che sfocia in cocciutaggine, in coraggio che si trasforma in arroganza e in orgoglio che è razzismo (e neanche tanto malcelato). ma rimanendo al tema nucleare: io dovrei imparare dall’unico popolo-nazione che ha vissuto l’olocausto della bomba atomica e che continua imperterrito a basare la sua economia sulle centrali nucleari? alla tokyo superpotenza mondiale preferisco il terzo mondo della napoli della monnezza dove si dice: cane cuotto l’acqua fredda fuje
Sul Corriere c’è una bella lettera di Adriano Celentano.Vi prego di leggerla.
http://www.corriere.it/cronache/11_marzo_16/celentano_trappola_radiattiva_e30fc2d6-4fb0-11e0-acff-d18cea4068c4.shtml
grande Adriano Celentano…come sempre!!!