De Simone: “Lascio il Pdl,
un partito vecchio e ingessato”

L'ormai ex presidente regionale di Giovane Italia tuona: "A livello locale si pensa solo a mantenere lo status quo e distribuire poltrone"
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Michele De Simone

Michele De Simone lascia il Pdl e la presidenza regionale di Giovane Italia (incarico che ricopriva sin dalla costituzione nel 2009, dopo esser stato per tre anni presidente regionale di Azione Giovani.  Iscritto al Pdl sin dalla nascita del partito è stato anche candidato alle scorse elezioni comunali di Macerata, città dove risiede da diversi anni. De Simone ha comunicato la sua decisione attraverso una lettera inviata ai ministri Gasparri e Meloni oltre che al vice-coordinatore regionale del Pdl Ciccioli, al vice-coordinatore provinciale Pistarelli, al consigliere regionale Acquaroli e al presidente nazionale di Azione Universitaria Giovanni Donzelli.

De Simone, 34enne avvocato maceratese, annuncia anche che si avvicinerà alla lista civica Macerata è nel cuore “indipendente dai giochi di potere”.

Abbiamo chiesto a Michele De Simone un intervento per spiegare come è maturata questa sua decisione.

“Prima o poi – scrive –  tutto finisce, questa è la vita. Francamente pensavo però che la mia esperienza giovanile potesse finire in modo differente. Avevo confermato,  da tempo la mia volontà di fare un passo indietro per farne fare qualcuno in avanti alla mia comunità politica e umana. Sperando che questo potesse creare un effetto domino e risolvere tutti i problemi in tutte le province. Invece il tutto si è trasformato in accordi sottobanco, compromessi, strategie, tratative per prendere la carichetta, senza avere una visione politica e culturale di ampio respiro, emulando nel peggiore dei modi la politica dei “grandi” del partito. Anzi la classe dirigente del Pdl ci ha messo del suo a minare l’armonia del movimento giovanile. Purtroppo il PDL a livello locale vive di una fase di perenne ingessamento volto a mantere lo status quo, volto a distribuire poltrone e poltrincine, e che vive in una torre d’avorio in cui regna una incontrastata autoreferenzialità.  La politica deve essere anche strategia, accordi e incarichi ma non è solo questo. Non è un lavoro ma un servizio. Invece al momento nel Popolo della Libertà prevale la materia sullo spirito, e lo dico senza volere essere ipocrita e demagogico. Prova concreta la volontà di mettere bocca nelle scelte giovanile, facendo nominare un Coordinatore Regionale romano e volendo scegliere il Presidente Regionale preferendo ad un militante serio e preparato forse qualche portaborse o qualcuno che deve essere bandierina di qualche componente. Per cui oltre che lasciare il movimento giovanile lascio anche il Partito, anzi il “Non Parito” che è oggi il Popolo della Libertà.. Cosa farò non lo so. La passione politica o ce l’hai o non ce l’hai, per cui  prima o poi qualche cosa uscirà fuori.  Di sicuro qualcuno sarà triste di questa mia scelta ma molti invece saranno felici ,e staranno forse anche festeggiando.  Ma di questi ultimi non mi curo, o non mi curo più.

Ovviamente non è tutto da buttare. Ci sono luoghi, date e persone che resteranno sempre “protagonisti” dei miei ricordi. Fabio Pistarelli, nonostante qualche incomprensione, inevitabile in 12 anni di percorso comune, resterà per sempre un fratello maggiore e avrà il mio sostegno incondizionato in ogni competizione elettorale, così come sarò attivo fino da ora per sostenere la candidature di Franco Capponi, che resta uno dei migliori amministratori della Regione, e per dare una mano concreta ad alcuni consiglieri provinciali uscenti in primis Mariagrazia Vignati, Isabella Parrucci e Umberto Marcucci ai quali resto fortemente legato. Non aderisco a FLI, perchè non ne condivido il sistema valoriale e le modalità operative pur avendo lì grandi amici (Veronica Fortuna di cui sono stato testimone di nozze). Nel PDL ci sono bravi politici dal sen. Saltamartini, ai consiglieri regionali Massi, Bugaro e D’Anna ma purtroppo sono anche loro sono spesso vittime di un “sistma- partito” vecchio, logoro e ormai in cancrena.

Ma ovviamente il mio ricordo più forte sarà sempre legato al mio nucleo giovanile, ad Azione Universitaria di Macerata,e al fratello politico Giovanni Donzelli con cui ho condiviso un percorso politico vero, chiaro e leale oltre che alla mia Comunità politica “Genarazione Protagonista”. A loro, e solo a loro, dico ciao e non addio.

Non potevo non fare questa scelta. E forse avrei dovuto farla molto prima, ma spesso i sentimenti prevalgono sulla ragione. Tutto ha una fine, dicevo all’inizio. E quando qualcosa finisce c’è sempre un pò di rammarico per qualche cosa che poteva essere fatto meglio o per qualcosa che non andava fatto, ma ormai è andata così. Descrivere in poche righe 18 anni di militanza giovanile non è semplice ma, solo, questo posso fare. Basta rimpianti, basta polemiche. Si chiude una fase e se ne apriranno altre e in quelle altre continuerò a metterci sempre tutto quello che ho: me stesso.



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