Da un lettore, Gabriele Cipolletta, riceviamo:
Il vostro articolo sulla Maceratese che sfiorò la serie B nel campionato 1966-67 con l’intervista ad Oreste Alessandrini mi ha molto interessato per diversi motivi:
a) Fui spettatore diretto sulle tribune dello Stadio Helvia Recina di molte partite di quel bellissimo torneo che per la Maceratese e la nostra provincia rappresentò il campionato migliore di sempre dopo quello della vittoria della serie C del 1939-40, che portò la società biancorossa a disputare l’unico torneo di serie B della sua storia nel 40-41.
b) Assistetti direttamente anche alla sfida tra la Maceratese ed il Genoa del 2 maggio 1971 con i “nostri” che sconfissero i grifoni, i quali poco tempo dopo avrebbero festeggiato la vittoria del campionato. Ricordo benissimo quella partita (di cui allego il tabellino) in quanto oltre alla straordinaria prestazione dei biancorossi, l’Inter di cui ero tifoso festeggiò
lo scudetto con la vittoria per 5-0 sul Foggia col bellissimo primo gol di Boninsegna in rovesciata. Doppia gioia!
c) Ricerche successive mi hanno permesso di ricostruire bene i campionati della Maceratese serie C 1966-67 e 1970-71 così come quello del 1939-40 e di serie B del 40-41 purtroppo conclusosi con la retrocessione.
d) Nel campionato dilettanti 1976-77 con la Settempeda ebbi modo come compagno di squadra di conoscere ed apprezzare lo straordinario talento calcistico di Oreste Alessandrini (erroneamente chiamato Cesare nell’almanacco 1970) che chiamavamo “O Rey” per le sue funamboliche doti tecniche. Qualcuno lo ha definito “esterno alto di centrocampo”; un’eresia assoluta. Come è possibile usare questa terminologia per definire una ala destra come Oreste, una specie di Garrincha, Best o Matthews della nostra provincia. Con lui tornammo nel massimo campionato
dilettantistico marchigiano che allora era la Promozione. Allenatore di quella squadra era Giovanni Compagnucci, che era stata la stella di quella Maceratese del 1939/40 poi ceduto al Bari in serie A.
Tornando alla problematica su quando la Maceratese abbia perso il campionato, per me non ci sono dubbi, anche guardando il prospetto allegato. La doppia sconfitta con lo Spezia (in casa) e con la Carrarese (fuori) determinarono l’esito negativo del campionato: ricordo molto bene l’attesa della partita con lo Spezia del 23 aprile all’Helvia Recina, dove ero presente, con la Maceratese che aveva appena riacciuffato il Perugia dopo che la domenica precedente i biancorossi avevano battuto l’Anconitana ed il Perugia pareggiato fuori casa proprio con i liguri. L’entusiasmo a Macerata era a mille, ma venne freddato dai gol nel secondo tempo di Guarducci (6 presenze ed 1 solo gol) e da Vallongo, con Turchetto che accorciò su rigore a tempo scaduto. Secondo me in quella partita la Maceratese perse non solo l’imbattibilità casalinga ma anche il campionato. Fu talmente tanta la delusione per i biancorossi che persero anche la domenica successiva a Carrara. Si è parlato erroneamente, secondo me, di uno Spezia demotivato. Gli “aquilotti” avevano disputato un eccellente torneo dopo 4 anni di purgatori in serie D, veleggiando sempre nelle prime posizioni ed il pareggio interno con il Perugia, la domenica precedente aveva di fatto permesso alla squadra di finire imbattuta in casa. A Macerata avevano la possibilità di fare un risultato di prestigio e togliere alla squadra biancorossa l’imbattibilità casalinga; la maggiore tranquillità fece secondo me la differenza. A Prato lo 0-0 dei biancorossi fu una battuta d’arresto con una squadra che terminò al terzo posto, meno influente della gara con lo Spezia in quanto il Perugia si fece battere dal Ravenna, in lotta per non retrocedere, nell’ultima giornata a campionato vinto. E’ vero che la gara precedente, sul neutro di Ancona, aveva riacceso qualche speranza con la vittoria sul Cesena per 2-0, ma realmente le speranze erano ridotte al lumicino. Ero presente sulle gradinate del vecchio Dorico e mi è sempre rimasta impressa una frase di un anziano tifoso cesenate, che evidentemente deluso dall’arbitro il sig Di Tonno di Lecce lo apostrofò con un urlo di rabbia “Di Tonno, sei un baccalà’”. Fu il mio ultimo sorriso di un campionato che speravo finisse in maniera diversa. Le polemiche furono molte, soprattutto alla luce delle cessioni di Turchetto e Dugini al Perugia, anche se io credo non ci fu comportamento antisportivo da parte di nessuno. Certo è che perdere un campionato avvincente come quello lascia molte recriminazioni, ma perderlo per un solo punto, può essere stato deciso da un semplice particolare o piccola differenza. Per quanto riguarda il caso Dugini a Prato credo che sia il giocatore che mister Giammarinaro volessero in campo a tutti i costi l’attaccante di Prato (casualità) consapevoli che la sua assenza sarebbe stata determinante ed il rischio dell’infortunio fosse messa in preventivo. Mi scuso per la lungaggine, ma l’argomento meritava, secondo me, molta attenzione e lo spazio da me utilizzato è poco rispetto a quanto potrei raccontare di quel campionato.
Campionato 1966-67 Ultime 6 giornate
16/4 Maceratese-Anconitana 1-0, Spezia-Perugia 0-0.
Classifica: Perugia e Maceratese punti 40.
23/4 Maceratese-Spezia 1-2 (0-0) Guarducci, Vallongo, e Turchetto (rig). Siena-Perugia 1-1.
Classifica: Perugia 41 Maceratese 40.
07/5 Carrarese-Maceratese 2-0, Perugia-Massese 3-1.
Classifica: Perugia 43, Maceratese 40.
14/5 Maceratese-Cesena 2-0 (Campo neutro di Ancona Stadio Dorico), Pistoiese-Perugia 2-2.
Classifica: Perugia 44, Maceratese 42.
21/5 Prato–Maceratese 0-0, Perugia-Sambenedettese 1-0.
Classifica: Perugia 46, Maceratese 43.
28/5 Maceratese- Vis Pesaro 1-0, Ravenna-Perugia 1-0.
Classifica finale: Perugia 46, Maceratese 45.
Campionato 1970-71
Macerata Stadio Helvia Recina 02 Maggio 1971
Maceratese-Genoa 2- 0 (1-0) Reti: 42° Autorete di Turone, 50° Veracini.
Maceratese: Capponi Ciappelloni Olivieri II Olivieri I Valadè Donatello Tomiet Alessandrini Cittadini Nobili Veracini All. Giammarinaro.
Genoa:Lonardi Rossetti Ferrari Derlin Benini Turone Perotti Maselli Cini Bittolo Corradi. All. Silvestri.
Arbitro Bianchi di Firenze.
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Mi congratulo con il signor Cipolletta per la sua scrupolosa ricerca, che chiarisce come, almeno sul campo, la Maceratese perse quel campionato.
Ora, però, le parole rilasciate da Oreste Alessandrini smarriscono parecchio valore. Alessandrini punta il dito sulla gara di Prato della penultima giornata, sullo “strano” infortunio di Dugini. Enrico Maria Scattolini aggiunge che, in vista del match di Prato, la Maceratese andò in ritiro a Montecatini. Alla luce del prospetto allegato dal signor Cipolletta, la partita di Prato contava poco o nulla: se la Maceratese l’avesse vinta, al Perugia contro il già retrocesso Ravenna, nell’ultimo turno, sarebbe bastato un pari per arrivare primo. In base a quanto pubblicato, il titolo di “cronache maceratesi”, “la Maceratese perse la B contro Spezia e Carrarese”, non fa una grinza.
Alessandrini aggiunge che “verso la fine del campionato, la Maceratese aveva 5 punti di vantaggio”. E pure in tal caso resto perplesso. Il signor Cipolletta ha dimostrato che, dopo la 12esima di ritorno, Maceratese e Perugia erano affiancati. Io, a memoria, ricordo perfettamente che, dopo la settima di ritorno, le due squadre erano già in parità. Nel mezzo rimangono solamente 4 giornate, nelle quali la Maceratese incamerò 4 punti su 8. Insomma, i conti non tornano.
Infine, gioiosamente amo ricordare anche io Maceratese-Genoa. Aggiungerei un aneddoto. Ieri, al Fontescodella, si è assistito ad una standing-ovation in onore di Mirko Corsano. Quel giorno, all’Helvia Recina, la gente di fede biancorossa (c’erano anche tanti genoani), alla stregua, si alzò in piedi a cinque minuti dalla fine ed accompagnò con i propri applausi, sino al triplice fischio, gli uomini di Giammarinaro, capaci di ridicolizzare, o quasi, il Genoa 1893.
Effettivamente,come puntualizza il signor Cipolletta,la Maceratese di Giammarinaro perse la corsa per la serie B con la sconfitta di Carrara.
Ciò non toglie che la trasferta di Prato fosse importantissima,perchè nel calcio i titoli si possono vincere/perdere anche all’ultimo minuto.
Se volete un esempio,al nostro livello,sarebbe sufficiente ricordare come la Sangiustese di Giudici e di Pantanetti,data per spacciata, salì invece in seconda divisione capitalizzando la sua ultima vittoria interna con il pareggio strappato miracolosamente dalla Maceratese sul terreno dell’Angolana,proprio all’ultimo turno di campionato.
Quindi non si può togliere nulla
ai contenuti
della gara di Prato.
D’altra parte,io ricordo ancora l’atmosfera arroventata negli spogliatoi del dopo partita di Carrara,per la fortissima tensione fra i biancorossi,alcuni di quali non erano amati dalla…comunità.
Personalmente fui salvato dalla bagarre per il provvidenziale intervento del povero Franco Stortoni.
Questa è un’ulteriore dimostrazione di come sono andate le cose nel finale di quel pur magnifico campionato che,un giorno o l’altro,come ho già detto, vorrei far rivivere attraverso testimonianze dirette.
Una curiosità…tattica,infine.
Cipolletta critica,giustamente,chi avrebbe definito
Oreste Alessandrini “esterno alto di centrocampo”,riferendoisi agli anni 1976/77.
Ma,a quei tempi,chi usava questa terminologia,divenuta corrente solo diversi anni dopo?
Nel calcio i titoli si possono vincere/perdere anche all’ultimo minuto. E’ vero, per carità. Ma, soprattutto in Italia, capita di rado. Non sarà un caso se l’ultimo scudetto assegnato tramite spareggio risale addirittura al ’64: Bologna-Inter 2-0. E noi, Dottor Scattolini, entrambi nerazzurri, ben lo ricordiamo.
L’esempio della Sangiustese vincitrice del campionato all’ultima giornata, grazie allo 0-0 imposto dalla Maceratese all’Angolana sul proprio campo, non fa una grinza. Ma va necessariamente ricordato che la Maceratese era motivatissima: soltanto grazie a quel pareggio, scampò alla retrocessione.
Insomma, sbaglierò ma in me si è radicata la convinzione che un eventuale successo a Prato non avrebbe mutato nulla. Questa partita di Prato mi ricorda da vicina quella di Padova dell’80-81, anch’essa in calendario alla penultima giornata. Ero presente, nel glorioso “Appiani”. La Maceratese era staccata di 3 punti dal Padova. Per guadagnare la C1, i biancorossi avrebbero dovuto violare l’Appiani e sperare che, all’ultimo turno, il Padova inciampasse sul terreno di un’Anconitana appena reduce dalla salvezza matematica. E figuriamoci se i cugini dorici ci avrebbero fatto tal regalo…Infatti, a Padova, la Maceratese nel primo tempo era sotto 3-0. E soltanto nella seconda parte della ripresa riuscì ad accorciare le distanze. Finì 3-2, ma non si pensi ad una gara rocambolesca. Tutt’altro.
Già che ci sono, auguro un felice 2011 a tutta la gente biancorossa. Con la speranza che la Maceratese attuale ci offra spunti per appassionarci ad essa, perchè se continuiamo ad aggrapparci ai ricordi significa che il presente ed il passato prossimo si sono rivelati miserelli assai.