di Alessandra Pierini
Gli stranieri si ribellano al fotovoltaico e scelgono di affidare la loro protesta ad una lettera alle autorità e a un gruppo su Facebook che nel giro di pochi giorni ha già raccolto più di 700 membri.
Luigi Verdecchia, cittadino di Mogliano, spesso in contatto con i residenti stranieri del nostro territorio, ha raccolto i loro timori: «Il nostro panorama e le colline sono le spinte che hanno fatto decidere gli stranieri a trovare casa nelle Marche. Ora temono che gli impianti fotovoltaici a terra sorgano in maniera incontrollata, corrompendo il paesaggio e che, tornando nel nostro territorio per le vacanze o dopo un viaggio in patria, possano trovarsi i pannelli fin sulla porta di casa. Proprio ieri parlavo con un signore inglese il quale mi diceva che era intenzionato ad investire in un’impresa a valenza turistica ma è incerto sul da farsi perché teme che i pannelli, incompatibili con questo tipo di attività, lo danneggino.»
Proprio in questi giorni stanno arrivando al presidente della Regione, al commissario prefettizio della provincia di Macerata ed ai sindaci di vari comuni dell’entroterra maceratese una serie di email inviate da vari paesi esteri da parte di proprietari stranieri di seconde case.
Si chiamano Wilkinson, Edward, Anderson, Mitchell, Korn, provengono dall’Inghilterra, dalla Svezia, dal Belgio, dalla Germania, dall’Olanda e sono accomunati dal fatto di aver scelto la provincia di Macerata per costruire una seconda casa dove passano le vacanze in vari periodi dell’anno.
«In queste settimane – si legge nel modello di lettera inviata – i comuni marchigiani sono chiamati a individuare le aree non idonee alla installazione degli impianti fotovoltaici a terra. Io sono un cittadino inglese che, come molti altri stranieri, ha scoperto la bellezza di questa regione e ha deciso di restaurare un casolare dove, in vari periodi dell’anno, passo le mie vacanze. Devo dire che quando sono venuto la scorsa estate, il vedere spuntare qua e là per la campagna le distese di pannelli fotovoltaici mi ha inquietato molto e solo quando sono finalmente arrivato a casa ho potuto tirare un sospiro di sollievo; ma questo fino a quando? La possibilità che in una delle mie prossime venute trovi vicino a casa mia o nella collina di fronte una distesa di strutture metalliche sormontate di pannelli mi allarma e mi preoccupa. E’ innegabile che uno degli elementi, forse il più importante, che mi ha fatto scegliere questa regione è stato il suo panorama, la bellezza della campagna, l’ordine e la pace che vi regnano, la calma e l’armonia, condizioni rare e preziose ai giorni nostri che rendono la vostra, e anche un poco nostra, regione assolutamente unica. La tutela dell’unicità di questo territorio è pertanto fondamentale per garantire uno sviluppo anche turistico che negli anni a venire, ne sono certo, darà le giuste soddisfazioni. Posso garantire che tutti gli amici che hanno soggiornato a casa mia sono rimasti estremamente colpiti dalle tante qualità nascoste di questo angolo di mondo tanto da farli decidere a tornare; occorre pertanto un grande sforzo di tutti per conservare gelosamente le bellezze di questa terra e resistere alle tentazioni del momento, ragionando più sul lungo periodo.»
Intanto sulla pagina di Facebook aumentano le testimonianze e le segnalazioni.
Chiede aiuto per fermare chi vuole rovinare la campagna marchigiana David Wilkinson che scrive «Aiutateci a fermare chi sta rovinando la campagna delle Marche, ci sono molti posti per piazzare i pannelli solari ma per favore non in campagna. » Ancora più allarmante il messaggio di Vicky Bennison: «Le Marche stanno diventando un gigante parcheggio di pannelli solari, la velocità alla quale stanno apparendo è allarmante. Gli agricoltori non sono interessati a salvare il pianeta, quindi se ci sono sovvenzioni, chi può biasimarli se vogliono trarne vantaggio? Chi rilascia queste autorizzazioni e a quali condizioni? C’è una strategia regionale? Se sì, i politici hanno preso in considerazione l’aspetto turistico e ambientale quando hanno valutato l’impatto ambientale dei pannelli solari?»
Anche cittadini della nostra provincia segnalano casi nel gruppo, ad esempio Roberto Spinelli di Monte San Giusto:«L’8 di Novembre il Comune di Monte San Giusto ha concesso il permesso ad una multinazionale per la costruzione di un enorme impianto fotovoltaico in una delle più belle colline sangiustesi (subito dopo la curva del concessionaro GLF a sinistra) per 160.000 metri quadrati, con una potenza di 5 mega e con una rendita plurimilionaria (di euro). Il tutto senza che la comunità ne abbia alcun beneficio in termini economici, di forza lavoro e di opere pubbliche (come invece hanno fatto tantissimi comuni della nostra provincia). Il tutto nel silenzio più totale, senza che il consiglio comunale ne sapesse qualcosa, senza che la cittadinanza ne sapesse qualcosa. Una storia brutta e grave che qualcuno dovrà chiarire. Spero che tutta la cittadinanza si attivi affinché anche un’energia pulita come quella del fotovoltaico dia benefici concreti alla comunità e non sia la solita occasione di business senza alcun l’interesse della gente comune.»
Intanto anche il Comune di Monte San Giusto come quello di Corridonia, si è dotato di un regolamento e comunica in una nota: «Senza dubbio un intervento di grande rilevanza che mette parzialmente fine ad impianti invasivi autorizzati dalla Provincia e dalla Regione e subiti dai Comuni che erano chiamati ad esprimere il solo parere urbanistico praticamente inutile. Parzialmente perché la stessa norma regionale salvaguarda purtroppo non solo i progetti già autorizzati ma anche quelli in fase istruttoria con notevole pregiudizio per le aree interessate.In attesa delle linee guida della regione, nel settore del fotovoltaico ognuno ha fatto quello che ha voluto ed i Comuni che hanno tentato di approntare regolamenti per contenere lo scempio delle zone agricole, si sono visti vanificare gli sforzi se non addirittura chiamati di fronte al TAR. Nel caso di Monte San Giusto è stato autorizzato un impianto della potenza di 5,36 MWp con determinazione del Dirigente del XII settore della Provincia di Macerata; un secondo di minore potenza è in fase istruttoria. Per le deroghe previste dalla normativa regionale sopra richiamata i due impianti non rientrano nei limiti e nei vincoli imposti dalla normativa stessa.»
In questi giorni anche altri Comuni stanno approvando le delibere volte a recepire le direttive regionali. Luigi Verdecchia precisa: «Non basta che il Comune macchi il piano regolatore indicando le aree vietate. Il regolamento dà già un’indicazione di tutela più forte ad esempio verso crinali e versanti. Sono azioni importanti come è bene agire per tutelare gli stranieri che riparano case che noi non compreremmo mai, le riparano impiegando i nostri tecnici e facendo lavorare la nostra industria edile e in più riversano ricchezza sul nostro territorio in cambio del nostro paesaggio e della nostra tranquillità che dobbiamo garantirgli.»
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gli stranieri dovrebbero pensare di più ai cavoli di casa loro… Qualsiasi cosa sia…
vanno bene dappertutto ma non vicino casa mia!
Per la produzione di energia sarà forse meglio una bella centrale nucleare lungo la costa?
In merito interviene anche il Comune di Potenza Picena.
No ai pannelli fotovoltaici nelle aree agricole
Il Sindaco: “Deturpano il paesaggio”
“Siamo contrari all’installazione di pannelli fotovoltaici a terra nelle zone agricole perché li riteniamo deturpanti per il paesaggio che è una delle grandi ricchezze e bellezze del nostro territorio”.
Il Sindaco Sergio Paolucci si esprime con toni decisi circa la questione di stretta attualità dell’installazione dei pannelli fotovoltaici.
“Abbiamo recepito la Legge Regionale – continua il Sindaco – che disciplina la presenza di queste strutture nel territorio comunale e la Giunta, con apposita delibera, ha individuato le zone nelle quali è proibita o limitata l’installazione dei pannelli fotovoltaici. Gran parte del territorio, tutto quello sottoposto al vincolo paesaggistico, è precluso a queste installazioni e nelle zone rimanenti è riservato solo a piccoli impianti, salvo che per un tratto nella piana del Potenza dove è libero.
In totale l’area dove è esclusa l’installazione dei pannelli è pari a circa il 90% dell’intero territorio comunale.
Già nei mesi scorsi il Comune di Potenza Picena era intervenuto sull’argomento ed aveva approvato un regolamento comunale con il quale erano stati disposti limiti agli interventi e provvedimenti di mitigazione dell’impatto ambientale degli impianti fotovoltaici.
Con il provvedimento dei giorni scorsi si riduce drasticamente la possibilità di installazione di nuovi impianti.
“Siamo molto preoccupati per il proliferare di questo tipo di installazione. Siamo favorevoli all’utilizzo di energie rinnovabili e vorremo che su tutte le case fossero impiantati pannelli solari. Pensiamo tuttavia che quelli fotovoltaici non possono occupare terreno vergine poiché si penalizza l’agricoltura e si trasforma irrimediabilmente il territorio naturale deturpando le bellezze del paesaggio agricolo”.
La giusta soluzione è quella di dotare di pannelli solari tutte le superfici adatte ad ospitarli, quindi:
Capannoni, parcheggi, pensiline, case private, stadi, edifici industriali o commerciali in genere e similari.
In questo modo non si va a ‘pesare’ sul paesaggio, così bello come quello delle colline marchigiane.
Penso che sia ormai chiaro a tutti come il fotovoltaico sia l’ investimento speculativo per eccellenza di questo inizio millennio.
…e’ in atto un vero scempio del paesaggio.
CARO FULVIO, COME AL SOLITO HAI RAGIONE.
POTREMMO DESTINARE PER SALVARLI DALL’EROSIONE,I TERRENI AGRICOLI MARGINALI CON ELEVATE PENDENZE,ANDANDO AD INVESTIRLI CON COLTURE DI COPERTURA QUALI QUELLE USATE PER LE BIOENERGIE E PER LE BIOMASSE, AL FINE DI PROTEGGERLI DALLE PIOGGIE DEI MESI INVERNALI.
A MACERATA,INVESTENDO SUI TETTI DEI TANTI CAPANNONI COSTRUITI E POI ABBANDONATI A SE STESSI, POTREMMO NON SOLO PRODURRE ENERGIA PULITA MA…..ADDIRITTURA ESPORTARLA VISTA L’INCIDENZA DELL’EDIFICATO…
Alla redazione: è possibile sapere il nome di questo gruppo che è contro (giustamente) il fotovoltaico selvaggio??
Grazie
Concordo con il signor Rossi, ho letto l’articolo e non mi pare di aver letto il nome di questo gruppo.
E’ possibile saperlo ?ù
Grazie
Leggendo molti dei commenti mi viene in mente quel detto “attenti a non buttare via il bambino con l’acqua sporca”. Ci sono senz’altro esempi di impianti e progetti fotovoltaici a terra di eccessivo impatto ambientale e con modalità speculative (a causa di incentivazioni elevate che sono progressivamente destinate a ridursi). Da qui però a considerare tutto il settore come una minaccia ambientale ce ne corre..vale la pena ricordare che in tutto il mondo dalla Germania alla Cina si sta puntando anche sulle energie rinnovabili e sul fotovoltaico per provare a risolvere un problema enormemente più minaccioso come quello del cambiamento climatico. Quindi andiamoci piano , chiediamo regole chiare , piani energetici che definiscono le esigenze (e quindi quanto fotovoltaico serve ) però stiamo attenti a creare un clima culturale contrario al fotovoltaico . Altrimenti succede che i politici che non brillano per capacità di visione e progettualità seguono gli interessi elettorali di breve e poi magari ci troviamo in ritardo rispetto a tutto . Se poi ci interessa la tutela del territorio e dell’ambiente naturale ce ne sono molte altre , forse più importanti, di battaglie da combattere (mi riferisco a capannoni, centro commerciali , zone residenziali) .
concordo pienamente con fulvio ventrone e nicola prenna.
si e con entusiasmo alle energie rinnovabili ma con criterio perbacco.
non vorrei essere il solito guastafeste che parla male della sua terra,ma ultimamente sono stato nel chianti senese e l’ho girato un po’ tutto diciamo.
perche’ non prendere spunto dai nostri cugini toscani che fanno della tutela del proprio ambiente la loro forza?
ho visto capannoni anche li ovviamente,ma ben “nascosti”,cosi come i pannelli fotovoltaici.
se siamo simili alla toscana come ci dicono tutti fortunatamente perche’ non iniziare un percorso serio prima di rovinare tutto?
Attenzione tra impianti autorizzati e da autorizzare nella provincia di Macerata ci sono qualcosa come 170 Mw di fotovoltaico a TERRA.
1 non ci serve tutta questa energia
2 è solo speculazione
3 non salviamo l’agricoltura dalla rovina (forse solo qualche ex agricoltore)!!!
verificate pure
http://via.sinp.net/qpresenter/home.action
20 Mwp potrebbero sorgere a Boschetto Ricci su una superfice di appena 42 ettari!!!!
Che il fotovoltaico sia solo una grande speculazione ormai è chiaro.Con incentivi così elevati era necessario stabilire prima delle regole chiare per proteggere il nostro bel paesaggio agrario, purtroppo la politica arriva sempre tardi e così questi pseudo imprenditori agricoli possono tranquillamente saccheggiare il nostro territorio in nome di una falsa sostenibilità ambientale.Apprendere che abitanti di altre nazioni, lancino l’allarme per ricordarci quello che stiamo perdendo , mette solo una grande tristezza e pone una domanda : ma noi vogliamo veramente bene alla nostra terra?
Partendo dal presupposto che anch’io posso essere daccordo su quello già detto dai precedenti commentatori, vorrei porre una domanda: chi ha fatto sacrifici per comprarsi un pezzo di terreno e oggi qualsiasi coltura faccia è una rimessa (senza parlare delle tasse da pagare per essere proprietario del terreno),perchè, mi chiedo,non si incentiva chi lo coltiva il terreno magari aumentando il prezzo del grano ( è un esempio) o altre colture affinchè il terreno dia un reddito? il fotovoltaico? …no…e allora cosa?? per quanto riguarda gli stranieri che criticano…penso che possano anche pensare per casa loro……
Il gruppo su facebook si chiama “No agli impianti fotovoltaici a terra!”
Per capire con quale superficialità a tutti i livelli si sia trattata la questione basta ragionare sul fatto che al momento ci sono diversi proprietari di fabbricati industriali che non riescono ad ottenere l’autorizzazione all’allaccio alla rete elettrica e quindi non possono realizzare impianti meno impattanti rispetto quelli a terra perchè ci sono difficoltà tecniche. Sembra che la “centrale” enel di villa san filippo al momento non sia adeguata. Al contempo però stanno per iniziare i lavori all’impianto da 5,6 MWp su una estensione di 8 ettari a M.S.Giusto afferente alla stessa centrale. Se ci fosse stato un coordinamento superiore si sarebbe poturo prevedere di realizzare prima tutti gli impianti sui tetti e solo eventualmente dopo autorizzare gli impanti a terra.
…il territorio agricolo ha la Sua vocazione di consentire l’agricoltura e farci deliziare lo sguardo per gli aspetti paesaggistici; esso è modellato dagli eventi cimatologici che interagiscono con l’orografia.
Tutt’altra cosa sono gli interventi umani che tendono unicamente alla valorizzazione del reddito connesso con la proprietà.
In questo caso l’azione umana in genere è dissennata e resa possibile da regole di amministrazione del territorio che derivano da compromessi e poca cultura dei Governanti.
Chiunque è in grado di capire che la maggiore attività economica è o può essere il turismo…ma il turismo è legato alla bellezza del paesaggio!!
Il ricorso al solare fotovoltaico in territorio agricolo E’AMMISSIBILE solo se non sottrae spazi alla buona pratica agricola della quale non possiamo fare a meno.
DEVE ESSERE RESA OBBLIGATORIA l’istallazione di pannelli fotovoltaici sui tetti dei milioni di mq di capannoni che già hanno deturpato il ns paesaggio senza produrre il reddito e l’occupazione per cui sono stati edificati!!
… cordialità …
non si può replicareil modello delle grandi centrali, altrimenti si ritorna di nuovo al metodo di oligopolio dell’energia, ma bisogna spingere verso un modello ditribuito e dffuso di rete che produce e scambia energia.
le nostre campagne fanno davvero cagare… invece di vedere i campi con i loro colori vedi pannelli solari dappertutto… è prorpio vero con i soldi si compra tutto!
Concordo con tutti i firmatari contrari ad impianti FOTOVOLTAICI a TERRA
usiamo i tetti delle cattedrali nelle Z.Industriali oramai deserte.
Approvato il decreto sulle fonti rinnovabili: ecco cosa prevede. Stop alle speculazioni o allo sviluppo del fotovoltaico?
….fonte notizia….ecco il link….
http://www.greenme.it/informarsi/energie-rinnovabili/3611-approvato-il-decreto-sulle-fonti-rinnovabili-ecco-cosa-prevede-stop-alle-speculazioni-o-allo-sviluppo-del-fotovoltaico
purtroppo quando si arriva al dibattito sul brutto o bello non ci può essere una soluzione univoca, o condivisa.
sono belli i pannelli fotovoltaici tra le campagne di sarrocciano? e le pale eoliche tra i campi di grano del gargano? e le distese di plastica delle serre di vittoria in sicilia?
il paesaggio (quello agrario, non quello della montagna irraggiungibile) riporta sempre i segni dell’azione dell’uomo, che inevitabilmente cambiano nel tempo a seconda delle mutate condizioni economiche e sociali.
per chi è interessato consiglio la lettura del classico di emilio sereni “storia del paesaggio agrario italiano” o più rapidamente la visione di alcune foto di mario giacomelli (con note a margine) al seguente link: http://digilander.libero.it/marcphoto/giacomelli/ (quasi a fondo pagina, il legame con la terra).
se poi vogliamo parlare dell’arretratezza culturale della nostra regione marche (intesa come istituzione, quella che sta ad ancona, per intenderci) nei confronti dei cugini toscani per quanto riguarda gli studi, la conservazione e la promozione della risorsa-paesaggio si può dare un’occhiata qui: http://www.unifi.it/ri-vista/00ri/00r_baldeschi.html
complimenti a tutti per i contributi; sarebbe bello poter sviluppare questi discorsi anche con interlocutori politici: a me frega poco se ci sarà capponi o silenzi alle prossime elezioni ma mi interesserebbe che questi argomenti (così come altri) fossero nell’agenda di programma di qualsiasi concorrente
Si è conclusa recentemente -con buoni risultati- la sperimentazione di un brevetto italiano nato in Puglia, che prevede una tecnologia di pannelli galleggianti da installare sulla superficie del mare. Si è dimostrato che in ragione di una maggiore “luminosità” dell’aria, anche la resa dei pannelli è notevolmente maggiore, come la durata dei pannelli stessi. Il fotovoltaico a terra, in particolare nel paesaggio collinare, deve essere immediatamente bloccato per evitare danni irreparabili all’unica vera risorsa del nostro territorio; il turismo.