Masino Ercoli: “Città della Pace
è una definizione ridicola”

I commenti dopo la proposta di CM di cambiare il nome in "Città di Matteo Ricci". Prosegue anche il dibattito sulla statua, Conti plaude il sindaco per la risposta al Vescovo
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pace

di Matteo Zallocco

Prime reazioni dopo la proposta di Cronache Maceratesi di cambiare la definizione di Macerata da “Città della Pace” a “Città di Matteo Ricci”. <<La definizione Città della Pace è semplicemente ridicola – sbotta il professor Masino Ercoli, uno dei punti di riferimento nel nostro territorio sotto l’aspetto culturale-  e non c’entra niente con Macerata. Toglierla significherebbe anche cancellare dieci anni di ‘marconismo” in cui l’ex vicensindaco Lorenzo Marconi ci ha fatto assistere a scene disgustose come le marce della pace reclutando i bambini dell’asilo. Un cartello come quello è pura retorica, chi è a favore della guerra? Sono d’accordo, va cambiato in Città di Matteo Ricci>>.

Primi commenti anche da parte dei consiglieri comunali:.

<<A me non dispiace affatto l’idea – ha scritto Guido Garufi (Idv) -. In qualche modo, mentre il termine “pace” è inflazionato, il nome Matteo Ricci, che non tutti conoscono, spingerebbe, almeno, a porsi una domanda. Non Manzoniana : ” Carneade? Chi era costui”. Sarei dunque in pieno accordo. Ma come “togliere” la precedente pace? Non so>>.

<<Ho sempre sostenuto – dice Fabio Massimo Conti della Lista d’opposizione Macerata Vince – che sia inutile sia l’assessorato alla pace (già quello attuale alla nonviolenza potrebbe avere un senso) che la definizione Città della Pace. Quest’ultima non ha proprio alcun senso, Macerata può essere la città della lirica, di Matteo Ricci, dell’Università, ma non certo della Pace. In qualsiasi sondaggio tra i cittadini nessuno si esprimerebbe mai a favore della guerra e contro la pace. Un periodo questa definizione  fu anche strumentalizzata politicamente con le bandiere arcobaleno affiancate ai cartelli. Cose del genere mi fanno ridere così come vedere i cartelli di Comuni vicini al nostro con scritto ‘città denuclearizzata’.
Un ‘iniziativa come questa a costa zero credo sia pregevole e molto utile per la promozione della figura di Matteo Ricci, credo che la stragrande maggioranza dei consiglieri sarà favorevole e spero vivamente in un’iniziativa trasversale in Consiglio che porti all’unanimità per accogliere questa proposta>>.
Secondo Luciano Borgiani, consigliere della Federazione della Sinistra <<Non è giusto togliere la definizione Città della Pace che però potrebbe essere legata alla figura di Matteo Ricci trovando una soluzione lessicalmente idonea, i due messaggi non sono certo in conflitto tra loro. Assistiamo ancora alle occupazioni guerrafondaie in Afghanistan ed è ipocrita piangerci addosso senza fare niente. Il messaggio della pace resta sempre attuale>>.
Per Pierpaolo Tartabini di Sinistra per Macerata “le due definizioni hanno sensi e obiettivi diversi. Da una parte tutti dobbiamo essere coinvolti a costruire la pace e per questo il messaggio resta importante, dall’altra dovremmo tenere in considerazione qualsiasi proposta che serva per valorizzare la figura di Padre Matteo Ricci per non rischiare di farla ricadere nel dimenticatoio dopo quest’anno di celebrazioni. Bisognerà mettersi a tavolino per costruire un percorso di valorizzazone considerando che in questa fase ci sono altre priorità rispetto al monumento. E in ogni caso non saranno singole iniziative a rendere il giusto omaggio a Padre Matteo Ricci>>.

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proposta-Castelli

La rappresentazione del monumento in piazza Vittorio Veneto

 

Il monumento della discordia

L’architetto Paolo Castelli si dice sostanzialmente favorevole al monumento  per Matteo Ricci: <<Ma per realizzarlo è necessario fare un concorso. Un altro problema è che non ci si può ancora esprimere sulla validità dell’opera e sui costi perchè non sono giudicabili, non c’è ancora il progetto di cui ha parlato il Vescovo ma solo un bozzetto che peraltro si vede male; inoltre un’opera del genere va rappresentata in un contesto altrimenti è impossibile giudicarla. Ho fatto eseguire dal mio studio questa rappresentazioni virtuale (nella foto) e ho potuto riscontrare che la dimensione dell’opera non è affatto eccessiva (è alta tre metri con la base) ma che, al contrario, rischierebbe di perdersi se non si scegliesse l’adatta ubicazione. Dopo vari tentativi ho ritenuto che la posizione migliore potrebbe essere all’estremità della piazza, sul  lato opposto della chiesa. In qualunque altra posizione la scultura mancherebbe di qualsiasi “appoggio” e al centro (come nella seconda rappresentazione) sparirebbe.
Piazza Vittorio Veneto le sembra il luogo più adatto? “Sì, anche perché senza un monumento resterebbe vuota e quindi inutile”.

Il consigliere Fabio Massimo Conti interviene anche sulla statua: “Non mi è piaciuto il metodo, questa ingerenza da parte del Vescovo l’ho trovata del tutto fuori luogo e l’ho vista come una mancanza di rispetto nei confronti delle isttuzioni, ritengo che lui poteva rapportarsi in una maniera differente con la città, penso che nessun  maceratese possa dirsi contrario ad iniziative per pubblicizzare il concittadino più importante di tutti i tempi, ma questo suo modo di porsi ha suscitato un sentimento di negatività. Il fatto che il Vescovo si sia impuntato anche sotto l’aspetto economico, decidendo lui il costo e parlando di sconti come se stessimo supermercato. Poi mi domando per quale motivo la Chiesa non ci dovrebbe mettere niente per la realizzazione di quest’opera.  Io sono favorevole ma non capisco perchè debba essere per forza quella indicata dal Vescovo.
La risposta migliore l’ha data il sindaco nell’intervista che avete pubblicato:  la statua si farà nei modi, nei tempi e nelle modalità che verrano decise in Consiglio comunale. Poi che i maceratesi siano miopi e autolesionisti come ha detto il Vescovo non lo penso proprio, avranno pregi e difetti come tutti e come qualunque cittadino italiano hanno pensato che in questo momento di crisi, soprattutto occupazionale, non si possono spendere i soldi così, senza avere nemmeno un criterio. In questo modo l’iniziativa è normale che sia diventata impopolare.  Perchè non pensare a un concorso di idee?”



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