L’esercito dei disoccupati
Dati mai così allarmanti

Secondo l’indagine Excelsior della Camera di Commercio in 4600 hanno perso il lavoro nel corso dell'anno. Gli effetti della crisi ora si vedono anche nel Maceratese

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di Beatrice Cammertoni

L’indagine Excelsior ricostruisce annualmente la situazione del mondo del lavoro attraverso interviste compiute su un campione di 100.000 imprese individuate nel territorio nazionale. Realizzata da Unioncamere e dal Ministero del Lavoro con il contributo dell’Unione Europea, questa analisi permette di aggiornare il quadro dell’occupazione in Italia ma anche nel dettaglio, di valutare le tendenze provinciali. La Camera di Commercio di Macerata, ha preso in considerazione il sotto-campione delle imprese locali per prendere atto delle condizioni attuali e per valutare i possibili scenari futuri. I dati di quest’anno, va detto immediatamente, sono particolarmente significativi: nel 2009 l’indagine non metteva in evidenza ancora nessun effetto della crisi economica. Il periodo preso in considerazione questa volta invece, racconta di un aumento significativo dei tassi di disoccupazione, della difficoltà di molti giovani di trovare impiego e di molti lavoratori licenziati nel reinserirsi in una nuova realtà lavorativa. Le relazioni delle dottoresse Annalisa Franceschetti e Lorenza Natali dell’area Promozione della Camera di Commercio prendono in considerazione le voci più significative. Sono circa 4600 gli impiegati che nel corso dell’anno hanno perso il lavoro, ma il numero non trova riscontro nei dati relativi al numero di potenziali lavoratori in cerca di un impiego. Molti dunque, hanno scelto di rinunciare anche a cercare una nuova occupazione. Nonostante questo, tuttavia, alcuni macrosettori dimostrano di reggere meglio a Macerata che nel resto d’Italia. Le costruzioni, per esempio, che a livello nazionale hanno subito un crollo, in provincia si rivelano in salute, così come l’aumento dei servizi all’agricoltura ha avuto effetti positivi sull’occupazione.

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I dati relativi all’aumento della disoccupazione, inoltre rendono ancora più inequivocabile e lampante l’impatto della crisi economica: il territorio maceratese, che ha sempre retto molto bene a situazioni problematiche, questa volta presenta dei risultati senza precedenti. La fascia compresa tra i 15 ed i 24 anni ne è l’esempio più evidente (il tasso è aumentato dal 9,9% al 21,45%). Per quanto riguarda la domanda di impiego, le prospettive sono diverse: le imprese intervistate dimostrano di avere fiducia nella ripresa del mercato e vedono le assunzioni come una strategia di competitività. Anche se il saldo licenziamenti-assunzioni è ancora negativo, il dato si sta avviando verso una normalizzazione. Tra le imprese più propense all’acquisizione di nuovo personale quelle riconducibili al settore dei servizi alla persona e ancora una volta, le costruzioni. Tra le ipotesi contemplate dalla Camera di Commercio per spiegare una tale controtendenza, la competenza acquisita con la ricostruzione dopo il terremoto del 1997 oggi spendibile in Abruzzo.

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In generale «Le imprese assumono meno, ma assumono meglio», ha detto la dott.ssa Natali. «Tra le strategie di riposizionamento, dunque, viene ritenuto necessario investire nel capitale umano. Vengono richieste sempre maggiori competenze: i più ricercati sono gli operai altamente specializzati mentre scende significativamente la domanda di quelli non qualificati.» Per quanto riguarda il titolo di studio, Macerata non brilla per la richiesta di laureati, ma cresce esponenzialmente la richiesta di diplomati. La scuola dell’obbligo non è più il minimo ritenuto necessario. Assumere in modo programmato, alzare il livello della professionalità richiesta: la conseguenza diretta di queste scelte si rivela essere il ricorso a più frequenti a rapporti di lavoro a tempo indeterminato. «La flessibilità pretesa dal datore di lavoro è di altro tipo, riguarda piuttosto la capacità di accrescere le proprie conoscenze e la propria creatività per contribuire a far uscire l’impresa dall’incertezza.»

Il presidente della Camera di Commercio Bianchi ha così commentato: «Le imprese stanno cambiando pelle. Chiedono un titolo di studio superiore, prendono personale più qualificato perché ritengono questo il modo migliore di affrontare la globalizzazione e la concorrenza. Speriamo cresca anche il numero delle assunzioni di laureati. Il mio richiamo agli imprenditori è quello di fare il possibile per inserire questi giovani nelle loro aziende. La Camera di Commercio sta per istituire 8 borse di lavoro di 20000 euro per contribuire al raggiungimento di tale obiettivo.»



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