Nuovo attacco dei lupi nel Maceratese, con un cavallo ucciso nella zona di Visso. Ad annunciarlo è la Coldiretti Macerata, dopo la denuncia effettuata da un allevatore della zona di località Rio Freddo, Pomponio Caraffa.
Il cavallo, un giovane puledro, si trovava nei prati a poca distanza dalla stalla quando è stato assalito e sbranato.
“Un ennesimo episodio che dimostra come l’allarme selvatici vada affrontato immediatamente – spiega il presidente di Coldiretti Macerata, Francesco Fucili -, poiché nelle nostre campagne si inizia ad aver paura, non solo per il danno economico ma, a questo punto, anche per la sicurezza delle persone. E la questione rischia di creare seri problemi di ordine pubblico”.
Non a caso la Prefettura, dopo la lettera inviata nei giorni scorsi dalla Coldiretti, ha chiesto un incontro urgente con i vertici dell’organizzazione per discutere della faccenda.
Dell’allarme lupi si è parlato anche nel corso di un incontro tra il presidente della Provincia di Macerata, Franco Capponi, Fucili e il direttore di Coldiretti Macerata, Assuero Zampini, e i vicepresidenti Francesco Guzzini e Ariano Scagnetti, svoltosi questa mattina a Palazzo Bonaccorsi.
La Coldiretti ha chiesto di promuovere un incontro tra tutte le amministrazioni e le realtà coinvolte dal problema, così da arrivare a una soluzione in tempi rapidi, ricevendo l’assenso della Provincia, con Capponi che si è riservato di esaminare in maniera più approfondita la questione per elaborare alcune proposte.
“Gli allevatori non possono essere abbandonati o peggio sacrificati, come non è possibile pensare che i risarcimenti, sempre parziali e tardivi, possano risolvere ogni problema, certamente non coprono i costi di sorveglianza e soprattutto il disagio provocato alle mandrie da continui e ripetuti attacchi – hanno spiegato i due esponenti della Coldiretti -. Riteniamo sia possibile giungere, attraverso una azione comune, ad individuare soluzioni che garantiscano l’evoluzione nel territorio delle biodiversità ma mettano anche gli allevatori nella condizione oggettiva di poter svolgere il proprio lavoro”.
La maggior parte delle volte che si verificano questi episodi è per colpa dei cani inselvatichiti e non dei lupi. La popolazione dei lupi in Italia si stima sia intorno ai 5-600 individui, mentre quella dei cani inselvatichiti, di alcune decine di migliaia. Non sono nemmeno rari i casi di gente aggredita nei boschi da cani di questo tipo.
Di seguito allego un breve resoconto di uno studio sul fenomeno.
Brevi note su RANDAGISMO E CANI VAGANTI / INSELVATICHITI
In Italia, negli ultimi decenni:
stop controllo sui randagi (stop profilassi antirabica, perché scomparsa la forma urbana)
aumento delle risorse trofiche sul territorio (rifiuti)
esplosione demografica della popolazione canina, da compagnia e vagante
Il randagismo e la presenza di cani vaganti sono un fenomeno recente, rapidamente divenuto un rilevante problema ecologico, sanitario e sociale.
E’ dimostrato il ruolo dei cani non controllati:
• nella trasmissione di zoonosi (rabbia, echinococcosi/idatidosi, leptospirosi, sindrome da larva migrans,
febbre bottonosa)
• nel causare danni al bestiame domestico ed alla fauna
• nell’aggressione verso l’uomo
• nella competizione alimentare con il lupo
• nel rischio di inquinamento genetico nel lupo.
Le popolazioni canine sono suddivise in tre sottopopolazioni, interagenti ed intercambiali nel tempo:
1) cani con proprietario sempre sotto controllo
2) cani con proprietario liberi di vagare, sempre o sporadicamente
3) cani senza proprietario, distinta in due tipologie:
a) randagi – privi di proprietario, vagano nei pressi degli insediamenti umani, in qualche
forma dipendenti dall’uomo per l’alimentazione o perché ne ricercano attivamente la
presenza e compagnia;
b) inselvatichiti – indipendenti pressoché completamente dall’uomo, da cui rifuggono
come animali selvatici, pur avvicinandosi spesso ai paesi e case alla ricerca del cibo,
evitano l’incontro con l’uomo, si spostano di notte, vivono in branchi e sono in grado di
uccidere animali domestici e selvatici, mostrando caratteristiche eco-etologiche in parte
simili a quelle del lupo.
NB: Le categorie 2, 3a e 3b sono unite nella definizione di cani vaganti, ossia:
• cani potenzialmente in grado di muoversi sul territorio,
• senza controllo dell’eventuale proprietario,
• che possono rappresentare un fattore di impatto sulle zoocenosi.
In varie parti del mondo, quasi tutte le risorse di cibo e di rifugio dei cani vaganti hanno origine dalla
popolazione umana.
I cani vaganti senza proprietario e quelli inselvatichiti sono presenti soprattutto in aree a bassa densità abitativa e difficilmente hanno un buon successo riproduttivo senza l’aiuto diretto dell’uomo.
I cani vaganti rinfoltiscono man mano i branchi di cani inselvatichiti (sostituendone i deceduti) e si riproducono con essi.
Quali strategie adottare?
1) Bloccare il reclutamento di cani liberi di proprietà (applicazione dell’anagrafe canina).
2) Lottare contro la rabbia, vaccinando e controllando i cani vaganti ed inselvatichiti.
3) Avviare prima un’indagine conoscitiva sulla popolazione canina vagante nel territorio, per valutarne l’entità numerica, le caratteristiche, le zone di insediamento (collaborazione fra ASL e Comuni; questionari ai proprietari e ricerche in campo).
4) Attuare poi opportuni piani di controllo.
Perché procedere con ordine?
Perché ci sono punti critici e vincoli:
• è difficile identificare il vero colpevole fra lupo e cani vaganti (ove coesistono)
• non è noto il numero reale di cani nel territorio
• non è nota la proporzione esatta fra cani vaganti senza un padrone e cani di proprietà
• la legge tutela i diritti ed il benessere di tutti gli animali (cani vaganti ed inselvatichiti, lupo)
• i programmi di indennizzo sono complicati da definire: devono essere efficienti
Rimborso eventuale dei danni?
I danni provocati al patrimonio zootecnico da cani vaganti e inselvatichiti sono risarcibili, come i danni provocati da altri animali predatori (Lupo, Orso) secondo quanto stabilito dalla legge vigente.
Riferimenti normativi
In Italia
Legge 14 agosto 1991, n. 281, (attuazione e modifiche)
Legge 20 luglio 2004 n. 189
Non conosco bene la materia ma sono d’accordo col sig. Ventrone; alcuni anni fa in Sicilia un gruppo di cani inselvatichiti (un branco di almeno 5-6 cani) si lanciò addosso alla macchina dove eravamo e ricordo che fummo costretti ad alzare i finestrini ed ad andarcene via molto velocemente. Tra l’altro era a Scicli, dove mi pare una bambina venne azzannata, non ricordo se mortalmente, da uno di questi branchi.
Credo che ci siano gli strumenti legislativi per risarcire il proprietario del cavallo, com’è giustissimo che sia. Tuttavia la notizia di lupi nelle nostre montagne non può che farmi piacere; una volta ne incrociai uno sopra Serravale del Chienti, alla vista dei fari si ributtò subito nella macchia. Credo che siano molto schivi come animali e di certo un patrimonio per le nostre montagne e per l’ambiente in generale!
Come ha scritto Fulvio penso anche io che siano stati cani inselvatichiti piuttosto che lupi che difficilmente si avvicinano alle zone abitate: al limite questo potrebbe succedere durante l’inverno se c’è abbondanza di neve e se i lupi hanno difficoltà ha trovare prede nel loro habitat naturale. Pur essendo un assiduo frequentatore dei nostri Sibillini non sono mai riuscito ad avvistare lupi ne di giorno ne di notte in nessuna stagione: invece sono stato spesso avvicinato da branchi di cani inselvatichiti alla ricerca di cibo. Cani che sono abituati al contatto con l’uomo e alle incursioni in zone antropizzate. Però gridare “al lupo al lupo!!!” fa più effetto.
Il lupo, come l’orso, è fondamentale nella catena alimentare; entrambi sono grandi predatori che hanno il compito di tenere sotto un certo limite il numero delle prede.
Purtroppo l’equilibrio si è rotto e i pochi lupi vengono accusati quasi sempre ingiustamente di questi fenomeni dovuti perlopiù ai cani che, per fame e per maggiore dimestichezza con l’uomo, attaccano gli indifesi animali domestici.
Sono d’accordo con Fulvio Ventrone. La campagna di allarmismo avviata da Coldiretti contro il lupo è tecnicamente ingiustificata e molto pericolosa per una specie non solo protetta dalla normativa nazionale e comunitaria, ma anche simbolo di un ambiente integro e in grado di valorizzare il territorio dal punto di vista turistico. Il discorso della sicurezza pubblica è addirittura ridicolo: la Coldiretti è in grado di citare almeno un caso documentato di persona aggredita da lupi in Italia? Naturalmente, anche gli allevatori vanno tutelati, mediante indennizzi equi e rapidi e incentivi per la protezione degli animali (es. recinzioni elettrificate). Certo, ben poco si può fare per chi sceglie di allevare il proprio bestiame allo stato brado: è un metodo che riduce i costi di gestione, ma proprio per questo in Appennino, dove il lupo c’è da sempre, deve mettere in conto dei maggiori rischi di perdite per predazione. In ogni caso, il fenomeno del randagismo (o vagantismo) canino è ben più serio e grave, anche nei confronti della sicurezza pubblica: questo è il vero problema che le istituzioni (ASUR, Prefettura e Comuni) dovrebbero affrontare.
Ironia:
Non v`e` nome migliore del presidente della coldiretti per fermare questi attacchi selvatici come li avete chiamati
Si che si adoperi lui in persona.
Il nome gia` spaventa. FRANCESCO FUCILI.
Si Si che fucili pure tutti i selvatici.
AHHAHAHAAH
Sorry
Per non dire poi dell`amico POMPONIO
Senza dimenticare il sigor CARAFFA che se cadrebbe nel RIOFREDDO una volta riempitosi potrebbere annegare o prendere un`indigestione.
Questo articolo e` troppo simpatico.
Scusate ma non potevo tralasciare di scherzarci sopra.
Sono d’accordo con Ventrone ed inoltre la prova è nella foto.
Il lupo porta via la preda, non la lascia sul posto. La porta nella tana dove, sicuramente ci sono anche gli altri elementi del branco che possono sfamarsi.
Il cane rinselvatichito (che gira in branchi di gran lunga più feroci dei lupi) uccide per uccidere e non solo per mangiare.
Dalla foto si vede che il puledro è stato solo sgozzato e non mangiato…pertanto è chiaro che sono stati i cani rinselvatichiti e non i lupi.
La maggior parte delle volte che si verificano questi episodi è per colpa dei cani inselvatichiti e non dei lupi. La popolazione dei lupi in Italia si stima sia intorno ai 5-600 individui, mentre quella dei cani inselvatichiti, di alcune decine di migliaia. Non sono nemmeno rari i casi di gente aggredita nei boschi da cani di questo tipo.
Di seguito allego un breve resoconto di uno studio sul fenomeno.
Brevi note su RANDAGISMO E CANI VAGANTI / INSELVATICHITI
In Italia, negli ultimi decenni:
stop controllo sui randagi (stop profilassi antirabica, perché scomparsa la forma urbana)
aumento delle risorse trofiche sul territorio (rifiuti)
esplosione demografica della popolazione canina, da compagnia e vagante
Il randagismo e la presenza di cani vaganti sono un fenomeno recente, rapidamente divenuto un rilevante problema ecologico, sanitario e sociale.
E’ dimostrato il ruolo dei cani non controllati:
• nella trasmissione di zoonosi (rabbia, echinococcosi/idatidosi, leptospirosi, sindrome da larva migrans,
febbre bottonosa)
• nel causare danni al bestiame domestico ed alla fauna
• nell’aggressione verso l’uomo
• nella competizione alimentare con il lupo
• nel rischio di inquinamento genetico nel lupo.
Le popolazioni canine sono suddivise in tre sottopopolazioni, interagenti ed intercambiali nel tempo:
1) cani con proprietario sempre sotto controllo
2) cani con proprietario liberi di vagare, sempre o sporadicamente
3) cani senza proprietario, distinta in due tipologie:
a) randagi – privi di proprietario, vagano nei pressi degli insediamenti umani, in qualche
forma dipendenti dall’uomo per l’alimentazione o perché ne ricercano attivamente la
presenza e compagnia;
b) inselvatichiti – indipendenti pressoché completamente dall’uomo, da cui rifuggono
come animali selvatici, pur avvicinandosi spesso ai paesi e case alla ricerca del cibo,
evitano l’incontro con l’uomo, si spostano di notte, vivono in branchi e sono in grado di
uccidere animali domestici e selvatici, mostrando caratteristiche eco-etologiche in parte
simili a quelle del lupo.
NB: Le categorie 2, 3a e 3b sono unite nella definizione di cani vaganti, ossia:
• cani potenzialmente in grado di muoversi sul territorio,
• senza controllo dell’eventuale proprietario,
• che possono rappresentare un fattore di impatto sulle zoocenosi.
In varie parti del mondo, quasi tutte le risorse di cibo e di rifugio dei cani vaganti hanno origine dalla
popolazione umana.
I cani vaganti senza proprietario e quelli inselvatichiti sono presenti soprattutto in aree a bassa densità abitativa e difficilmente hanno un buon successo riproduttivo senza l’aiuto diretto dell’uomo.
I cani vaganti rinfoltiscono man mano i branchi di cani inselvatichiti (sostituendone i deceduti) e si riproducono con essi.
Quali strategie adottare?
1) Bloccare il reclutamento di cani liberi di proprietà (applicazione dell’anagrafe canina).
2) Lottare contro la rabbia, vaccinando e controllando i cani vaganti ed inselvatichiti.
3) Avviare prima un’indagine conoscitiva sulla popolazione canina vagante nel territorio, per valutarne l’entità numerica, le caratteristiche, le zone di insediamento (collaborazione fra ASL e Comuni; questionari ai proprietari e ricerche in campo).
4) Attuare poi opportuni piani di controllo.
Perché procedere con ordine?
Perché ci sono punti critici e vincoli:
• è difficile identificare il vero colpevole fra lupo e cani vaganti (ove coesistono)
• non è noto il numero reale di cani nel territorio
• non è nota la proporzione esatta fra cani vaganti senza un padrone e cani di proprietà
• la legge tutela i diritti ed il benessere di tutti gli animali (cani vaganti ed inselvatichiti, lupo)
• i programmi di indennizzo sono complicati da definire: devono essere efficienti
Rimborso eventuale dei danni?
I danni provocati al patrimonio zootecnico da cani vaganti e inselvatichiti sono risarcibili, come i danni provocati da altri animali predatori (Lupo, Orso) secondo quanto stabilito dalla legge vigente.
Riferimenti normativi
In Italia
Legge 14 agosto 1991, n. 281, (attuazione e modifiche)
Legge 20 luglio 2004 n. 189
Non conosco bene la materia ma sono d’accordo col sig. Ventrone; alcuni anni fa in Sicilia un gruppo di cani inselvatichiti (un branco di almeno 5-6 cani) si lanciò addosso alla macchina dove eravamo e ricordo che fummo costretti ad alzare i finestrini ed ad andarcene via molto velocemente. Tra l’altro era a Scicli, dove mi pare una bambina venne azzannata, non ricordo se mortalmente, da uno di questi branchi.
Credo che ci siano gli strumenti legislativi per risarcire il proprietario del cavallo, com’è giustissimo che sia. Tuttavia la notizia di lupi nelle nostre montagne non può che farmi piacere; una volta ne incrociai uno sopra Serravale del Chienti, alla vista dei fari si ributtò subito nella macchia. Credo che siano molto schivi come animali e di certo un patrimonio per le nostre montagne e per l’ambiente in generale!
Come ha scritto Fulvio penso anche io che siano stati cani inselvatichiti piuttosto che lupi che difficilmente si avvicinano alle zone abitate: al limite questo potrebbe succedere durante l’inverno se c’è abbondanza di neve e se i lupi hanno difficoltà ha trovare prede nel loro habitat naturale. Pur essendo un assiduo frequentatore dei nostri Sibillini non sono mai riuscito ad avvistare lupi ne di giorno ne di notte in nessuna stagione: invece sono stato spesso avvicinato da branchi di cani inselvatichiti alla ricerca di cibo. Cani che sono abituati al contatto con l’uomo e alle incursioni in zone antropizzate. Però gridare “al lupo al lupo!!!” fa più effetto.
Il lupo, come l’orso, è fondamentale nella catena alimentare; entrambi sono grandi predatori che hanno il compito di tenere sotto un certo limite il numero delle prede.
Purtroppo l’equilibrio si è rotto e i pochi lupi vengono accusati quasi sempre ingiustamente di questi fenomeni dovuti perlopiù ai cani che, per fame e per maggiore dimestichezza con l’uomo, attaccano gli indifesi animali domestici.
Sono d’accordo con Fulvio Ventrone. La campagna di allarmismo avviata da Coldiretti contro il lupo è tecnicamente ingiustificata e molto pericolosa per una specie non solo protetta dalla normativa nazionale e comunitaria, ma anche simbolo di un ambiente integro e in grado di valorizzare il territorio dal punto di vista turistico. Il discorso della sicurezza pubblica è addirittura ridicolo: la Coldiretti è in grado di citare almeno un caso documentato di persona aggredita da lupi in Italia? Naturalmente, anche gli allevatori vanno tutelati, mediante indennizzi equi e rapidi e incentivi per la protezione degli animali (es. recinzioni elettrificate). Certo, ben poco si può fare per chi sceglie di allevare il proprio bestiame allo stato brado: è un metodo che riduce i costi di gestione, ma proprio per questo in Appennino, dove il lupo c’è da sempre, deve mettere in conto dei maggiori rischi di perdite per predazione. In ogni caso, il fenomeno del randagismo (o vagantismo) canino è ben più serio e grave, anche nei confronti della sicurezza pubblica: questo è il vero problema che le istituzioni (ASUR, Prefettura e Comuni) dovrebbero affrontare.
Ironia:
Non v`e` nome migliore del presidente della coldiretti per fermare questi attacchi selvatici come li avete chiamati
Si che si adoperi lui in persona.
Il nome gia` spaventa. FRANCESCO FUCILI.
Si Si che fucili pure tutti i selvatici.
AHHAHAHAAH
Sorry
Per non dire poi dell`amico POMPONIO
Senza dimenticare il sigor CARAFFA che se cadrebbe nel RIOFREDDO una volta riempitosi potrebbere annegare o prendere un`indigestione.
Questo articolo e` troppo simpatico.
Scusate ma non potevo tralasciare di scherzarci sopra.
mi associo a Ventrone.
Sono d’accordo con Ventrone ed inoltre la prova è nella foto.
Il lupo porta via la preda, non la lascia sul posto. La porta nella tana dove, sicuramente ci sono anche gli altri elementi del branco che possono sfamarsi.
Il cane rinselvatichito (che gira in branchi di gran lunga più feroci dei lupi) uccide per uccidere e non solo per mangiare.
Dalla foto si vede che il puledro è stato solo sgozzato e non mangiato…pertanto è chiaro che sono stati i cani rinselvatichiti e non i lupi.