di Matteo Zallocco
La sala della Biblioteca della Società Filarmonica fa da cornice al quadro politico del centro destra maceratese che stamattina si è riunito al gran completo per illustrare il pensiero politico ed elettorale in vista dell’appuntamento dell’aprile 2010 con le elezioni comunali di Macerata. Chi sarà il candidato sindaco? A l’unica domanda dei giornalisti a fine conferenza stampa è arrivata una risposta comune: la scelta sarà fatta dopo le ferie e sarà frutto di un confronto programmatico. Dovrà essere un candidato forte capace di tenere unita la coalizione (come è stato Franco Capponi per le provinciali, ha osservato qualcuno) e non ripetere gli errori passati. “L’unica certezza – rispondono in coro – è che da noi le primarie non si faranno”.
Se ne erano già andati (causa altri impegni) Fabio Pistarelli e Giulio Conti (nelle foto), i due maggiori indiziati a correre per la poltrona di sindaco. Il nome del vice-coordinatore provinciale del Pdl circola da un po’ di tempo mentre l’onorevole Conti da diversi mesi ha reso pubblica la sua autocandidatura. Sarà una scelta importante per entrambe le coalizioni perché l’esito delle recenti elezioni provinciali fa pensare che sarà una lotta molto combattuta e non più una passeggiata per il centro sinistra, come successo quattro anni fa complici anche gli errori strategici del centro destra. Da sinistra il nome del candidato uscirà dalle primarie: l’assessore Massimiliano Bianchini e il capogruppo in consiglio comunale Romano Carancini sembrano i più probabili, ma si fanno anche altri nomi come quelli di Angelo Sciapichetti e Bruno Mandrelli.
“A Macerata soffia un vento di centro destra” hanno sttolineato più volte nel corso della conferenza i coordinatori comunali del Pdl Gianni Menghi e Riccardo Sacchi: “A dimostralo sono le recenti elezioni provinciali. Il centrosinistra ora rischia di perdere anche il capoluogo e alzerà le barricate e noi vogliamo iniziare a confrontarci con la città fin d’ora. Siamo fiduciosi e consapevoli che per vincere questa partita ci sarà bisogno della partecipazione di tutti”.
Fabio Pistarelli ha detto che “la vittoria alle provinciali è solamente la prima fase. Ora puntiamo alle regionali e alle comunali. I gruppi consiliari divranno essere sempre più coesi per affrontare i problemi che il centro sinistra non prende in considerazione o la fa dal punto di vista sbagliato”.
Giulio Conti ricorda che “l’ultima volta abbiamo perso molto male. C’è bisogno di tutti in questa alleanza e il primo passo deve arrivare da Franco Capponi che dovrà trovare spazio in giunta a tutti i gruppi che hanno contributio alla vittoria in Provincia, comrpesi La Destra e la Lega”.
“Noi siamo certi che saremo rappresentati a livello provinciale – dice Pierpaolo Simonelli, esponente de La Destra – e faremo di tutto per essere nella coalizione che vincerà le elezioni comunali di Macerata”.
Luigi Rapaccini (Lega Nord) ha espresso la sua soddisfazione per il risultato ottenuto alle provinciali: “Ci aspettavamo molto meno – ammette – e ciò significa che a Macerata è arrivato il vento del nord e la gente ci vota perché questo Governo sta facendo bene. Ci siamo anche noi per le comunali, l’mportante sarà non ripetere gli errori del 2005 quando si è perso troppo tempo e si è scelta una candidatura che non ha portato da nessuna parte”. Concetto, quest’ultimo, ribadito anche da Uliano Salvatori, consigliere comunale che in queste elezioni provinciali ha corso per la lista civica “Una forza per cambiare”.
Sono intervenuti anche Paolo Cotognini (segretario comunale dell’Udc) e Ivano Tacconi, capogruppo in Consiglio comunale dell’Udc, che ha esteso lo slogan filo conduttore della conferenza, “L’unione fa la forza”. “Macerata dovrà iniziare a collaborare con i paesi vicini – ha detto Tacconi – a partire dai centri più grandi, Civitanova e Recanati. E non chiudersi in sè stessa come ha fatto in questi anni l’attuale amministrazione Meschini”.
Ma è inutile nascondere che tutto gira intorno a un quesito: chi sarà il candidato sindaco del centro destra?
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Le primarie in casa della destra non si fanno perchè “gli uomini della provvidenza” vengono sempre scelti dai soliti noti e catapultati dall’alto.
Insomma il vecchi vizio di “imporre” i programi, i candidati e le scelte la destra lo ha nel proprio DNA.
L’elettore, per la destra, non deve partecipare, non deve pensare, non deve chiedere: deve belante recarsi al seggio a votare (non colui che ha scelto, ma) colui che è stato imposto….
Non vorranno mica, magari con la scusa che d’inverno è freddo, ri-proporre il fez per i bambini dell scuole???
A Gianfranco Cerasi – il problema del centrodestra a Macerata non è mai stato “il vizio di imporre programmi, candidati e scelte” ma la difficoltà a scegliere e a farlo in modo credibile, in un contesto spesso inquinato da personalismi, divisioni, litigiosità. Primarie? Personalmente, mai avuto pregiudizi, anzi. Ma le primarie sono il coronamento di un sistema di valori e regole che oggi non esiste né a livello nazionale né locale. Sennò sono come mi pare sia avvenuto col Pd un teatrino oppure un campo nuovo per vecchie battaglie di partito e di corrente.
Caro Gianni.
O torni al “centralismo democratico” del vecchio PCI dove, una volta decisa la linea politica, non erano previste differenti opinioni o idee difformi da quello che decidevano i vertici…
Oppure è nel gioco della politica che vi siano talvolta personalismi, idee differenti, gruppi che la pensano in modo non sempre totalmente uguale, divisioni…
Questo è il sale della democrazia: l’unità degli obiettivi nella diversità delle idee.
Comprendo benissimo però che in un partito dove il “proprietario-padrone-allenatore- giocatore” paga e decide tutto è ben difficile un confronto, anche serrato, su idee e programmi e che pertanto, seguendo la linea imposta dal leader maximo con i capelli plasticati, tutto si limita a individuaismi e personalismi e piccoli giochi di bottega.
Tu sai benissimo che io, nei confronti di tante scelte del centro sinistra, sono critico e non mi piacciono certi individualismi e personalismi (alle provinciali NON ho votato), ma almeno da questa parte c’è discussione, ci sono idee (condivisibili o meno), c’è un progetto…..
Da voi, per quanto riguarda l’ideologia, programmi e scelte, spesso c’è un vuoto pneumatico.
Caro Gianfranco, sei troppo liquidatorio, quest’idea che nel centrosinistra ci siano le idee e nel centrodestra il vuoto pneumatico è fuori della realtà, per la mia analisi e per la mia esperienza. Quanto al centralismo democratico, non scherziamo. Io mi riferivo a talune derive inconcludenti e rissose, non criticavo in astratto la dialettica vivace e accesa delle idee, delle persone e dei gruppi…
Caro Gianni,
Avete a livello nazionale dei programmi che restano “nature morte” in quanto poi, nei fatti concreti, belli-capelli è più interessato al potere fine a se stesso che a realizzarli.
A livello locale non mi pare che, a parte una sterile oppozione (anche il più torno è capace di dire “questo non va”), la vostra fase progettuale si limita a discussioni molto fumose e generiche.
E non è solo un fatto di politica, organizzazione o personalismi (molto più accentuati da voi -nel partito azienda con il padre padrone- che nel centro sinistra): il retroterra culturale, il cosiddetto background, è molto più limitato nella destra che a sinistra.
Anche perchè con il progresso sociale ed economico delle Nazioni le varie destre (negli ultimi 300 anni) hanno sempre avuto poco a che fare.
Del resto anche i “padri nobili” delle destre sono spesso riciclati da altre provenienze (qui da noi vi siete impossessasti di Don Sturzo e di De Gasperi che con Berlusconi e il berlusconiosmo hanno veramente pochissimo a che fare).
Anche in merito alla vostra presunta “vicinanza” con il pensiero cattolico agite sul binario della doppia moralità: il cattolicesimo (con i suoi riti e le sue regole) deve valere per tutti ma poi le “pecorelle che sbagliano” sono prprio coloro che fanno a gara ad essere cattolici….
…. I vostri leader hanno partecipato entusiasti al Family Day, così tanto entusiasti che avevano tutti 2 FAMIGLIE!
(tra l’altro Casini era al di fuori del novero della Chiesa anche nel primo matrimonio, visto che prima di sposarsi aveva convissuto)
I nobili ideali, le altre discussioni sulla politica, i progetti di avanzamento economico e sociale restano ben poco a sinistra….Ma non mi sembra che a destra la situazione sia meglio, anzi con l’avvento di Silvio (mentre a sinistra si annaspa per non affogare) a destra è da un pezzo che si scava nella mediocrità..