Chi è stato il maceratese più famoso di tutti i tempi? Se poniamo questa domanda a un campione di 100 abitanti, molto probabilmente tutti, o quasi, risponderebbero Padre Matteo Ricci. Cosa ha fatto la città per ricordare quotidianamente la sua figura? A questa domanda invece solo i veri appassionati delle opere ricciane sapranno rispondere. Noi di CM abbiamo intervistato il Prof. Filippo Mignini, presidente dell’Istituto Matteo Ricci, proprio per capire quali iniziative verranno proposte da qui al 2010, data storica, che indica i 400 anni dalla morte di questo grandissimo personaggio.
Mignini, come e quando è nato questo progetto?
“L’Istituto Matteo Ricci è stato costituito formalmente alla fine del 2001 da 6 soci (Provincia di Macerata, Comune di Macerata, Diocesi, Regione Marche, Fondazione Carima e l’Università degli Studi di Macerata), con l’intento di mettere a frutto tutto quello che di buono negli anni precedenti era stato fatto individualmente dalla Provincia di Macerata. Dal 2006 con l’uscita della Fondazione Carima, sono rimasti 5 soci”.
L’idea centrale era quella di preparare qualcosa di speciale per il 2010?
“Certamente la preparazione del quattro-centenario dalla morte di Padre Matteo Ricci era importante e anno dopo anno abbiamo pianificato al meglio gli obiettivi da seguire per arrivare pronti a questa importante ricorrenza. Ricordo, anche se molti non lo sanno, che abbiamo attivato una serie di iniziative di carattere storico-scientifico, che avesse dei connotati promozionali della figura di questo grande concittadino e soprattutto abbiamo puntato a porre le opere in primo piano, perché potessero essere la chiave di volta per capire la figura ricciana. Negli ultimi anni l’Istituto Matteo Ricci ha portato avanti anche il “Progetto Scuole”, ovvero un concorso per scuole primarie e secondarie che ha impegnato i ragazzi tramite elaborati di vario genere sulla figura e le opere di Ricci. L’edizione di quest’anno è stata aperta a 6 Regioni dell’Italia Centrale e a dicembre avverranno le premiazioni dei vincitori”.
Allo stato attuale quali sono gli obiettivi del prossimo biennio?
“Innanzitutto entro il 2010 saranno tradotte tutte le opere cinesi di Ricci (per la prima volta in 400 anni). Alcune opere già sono state tradotte, altre sono in stampa e le ultime dovrebbero essere completate tra la fine del 2009 e l’inizio del 2010. Insomma per il grande appuntamento saremo in grado di proporre a tutti qualcosa di unico e esclusivo”.
E a livello promozionale?
“Già nel 2003 abbiamo presentato un ciclo di mostre a Macerata, che ha avuto un notevole successo di pubblico (circa 10000 visite, soprattutto di turisti). Nel 2005 abbiamo curato un altro ciclo di mostre al Vittoriano (Roma) e a Berlino, supportato da interviste ed iniziative che potessero garantire un livello di visibilità accettabile. Per il prossimo futuro ci saranno altri cicli di mostre (Roma- Maggio 2009, Cina- fine 2009/inizio 2010), che hanno l’obiettivo di portare a conoscenza tutte le opere ricciane. A livello internazionale ci sarà un convegno nel 2010, in concomitanza con i 400 anni dalla morte di Ricci, mentre per Macerata è in fase avanzata un progetto che oserei dire storico”.
Di cosa si tratta?
“E’ prematuro fare previsioni, comunque dal 2010 ci sarà una mostra permanente a Macerata, con un palazzo interamente dedicato a Padre Matteo Ricci. Insomma dopo 400 anni la città ricorderà quotidianamente questa figura che in Cina definivano “uomo strano”, cioè fuori dal comune. La “Ricci Memoria” è l’aspetto più significativo per la città di Macerata: il cittadino maceratese non ha ancora preso coscienza della grandezza del personaggio e tutti noi speriamo di farlo avvicinare all’ “uomo strano”, che affascina e diviene automaticamente simpatico, nel senso letterale del termine. Tramite il percorso ricciano per le vie di Macerata e la “Ricci Memoria”, tutti potranno sentirsi vicini al più grande concittadino della storia”.
La ringraziamo di questa anteprima. Il Comune di Macerata vi sta aiutando?
“Certamente. Devo ringraziare il Comune per gli sforzi fatti sinora e per quelli che verranno fatti da qui al 2010. Credo che per Macerata avere un’iniziativa così qualificata e storicamente rilevante sia un aspetto importante: potrà portare più gente in città, dagli appassionati ai curiosi che vorranno avvicinarsi a Padre Matteo Ricci. Dal punto di vista turistico e di visibilità sarà un banco di prova stimolante e comunque positivo”.
Lei ha scritto il libro “Matteo Ricci. Il Chiosco delle Fenici”. Chi è stato per lei Padre Matteo Ricci?
“Un personaggio straordinario, che ha letteralmente conquistato la Cina. Un individuo, che in quel momento storico si presenta come Ambasciatore d’Europa (inventando una realtà europea che allora neanche esisteva) davanti all’Imperatore e riesce a colpirlo a tal punto da essere mantenuto a spese dell’erario per far sì che non si allontanasse da Pechino, la dice lunga sulla sua grandezza. Per i cinesi dell’epoca Ricci era la Fenice: questa è la testimonianza più efficace che ci permette di capire la sua vita straordinaria”.
Tommaso Venturini
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DUE INCONTRI DEDICATI A PADRE MATTEO RICCI
Padre Matteo Ricci, “il Saggio d’Occidente”, sempre più protagonista nella natìa Macerata. Ad un mese ormai dall’insediamento della Commissione diocesana istituita per le celebrazione in occasione del IV Centenario dalla morte, la Diocesi di Tolentino – Recanati – Cingoli – Treia, in collaborazione con l’Università degli Studi di Macerata, promuove due importanti incontri dedicati alla figura dell’illustre gesuita, nato nel capoluogo marchigiano il 6 ottobre 1552 e morto a Pechino l’11 maggio del 1610.
Il primo appuntamento è fissato per sabato 22 novembre ed avrà come relatori padre Robert Danieluk, gesuita polacco della Curia Generalizia della Compagnia di Gesù ed esperto conoscitore di P. Matteo Ricci in quanto Direttore dell’Archivio Romano dove vengono custoditi numerosi scritti del sacerdote maceratese, che presenterà il tema «P. Matteo Ricci nell’Archivio dei Gesuiti», mentre mons. Sandro Corradini, della Congregazione per le Cause dei Santi e originario di Camerino, interverrà su «Il Processo di canonizzazione del Servo di Dio P. Matteo Ricci». La figura di Lì Madou, così come veniva e viene tuttora chiamato tra i cinesi, rappresenta «un vero e proprio anello di congiunzione tra l’Occidente e l’Oriente, tra l’antica ed elevata civiltà cinese ed il cristianesimo», per adoperare le parole del card. Crescenzio Sepe e la questione relativa alla canonizzazione di questo “Gesuita d’eccezione” rappresenta senza dubbio uno degli aspetti più rilevanti, grazie alla sua paziente opera di inculturazione della fede in Cina.
«Per poter pienamente apprezzare l’eccezionalità di un personaggio come P. Matteo Ricci – sottolinea mons. Corradini – occorre conoscerne la grande dimensione morale e l’anelito missionario: per tale ragione quindi è fondamentale riscoprire l’eredità culturale lasciata nei suoi scritti e in particolare nell’epistolario. Già da vari decenni si è tentato di avviare un processo e la Diocesi di Macerata ha contribuito ad offrire delle prove riconosciute. Il cammino di canonizzazione si presenta molto arduo e dovrà poggiare ora, attraverso una valutazione affidata ai confratelli contemporanei, su “segni” attendibili, in grado di accertare la continuazione della fama di “esemplare uomo di Dio e della Chiesa” che Padre Matteo conquistò con la propria opera di evangelizzazione».
Venerdì 28 novembre, invece, sarà la volta della prof.ssa Elisa Giunipero (Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano), relatrice de «La Chiesa cattolica in Cina dal 1949 al 1966», a cui seguirà l’intervento del prof. Ren Yanli, dell’Accademia Cinese delle Scienze sociali di Pechino, su «Cattolicesimo in Cina: problemi e prospettive». Entrambi gli incontri ricciani si svolgeranno alle ore 18 nella sede della Camera di Commercio di Macerata (in via Tommaso Lauri, 7), da cui sono patrocinati. Ad introdurli sarà S.E. mons. Claudio Giuliodori, Vescovo di Macerata e Presidente della Commissione diocesana per le Celebrazioni, assieme al prof. Edoardo Bressan, docente di storia contemporanea all’Unimc.
Ricordare la figura di Padre Matteo Ricci è importantissimo ci mancherebbe altro solo che in questa faccenda ci hanno messo il naso troppe persone.
Francwsco Ciccarelli