di Luca Patrassi
Lavori alla riscoperta della parte storica della città ed altri lavori alla scoperta di non è ben chiaro cosa. Il Pnrr sta vivendo a Macerata una fase di grande splendore e di chiaroscuri anche in relazione al fatto che sono stati attivati cantieri per un centinaio di milioni di euro. L’amministrazione comunale a guida Parcaroli rivendica il merito di aver vinto bandi nazionali ed aver fatto arrivare fondi di consistenza mai vista in città.
Per farsi un’idea per una qualunque amministrazione i decenni passati era inimmaginabile ipotizzare 2/3 milioni di euro disponibili all’anno per investire in opere pubbliche ed ora appunto si naviga oltre i cento. Tra i cantieri aperti per effetto dei bandi vinti ce ne è uno che risponde ad una “visione” dell’architetto Silvano Iommi: la riapertura parziale del vicolo che, sul lato di corso della Repubblica, era chiuso dalla celebre ed indimenticata sartoria Pietrarelli.
Ad inquadrare la situazione è appunto l’assessore all’Urbanistica ed architetto Silvano Iommi. «Dopo estenuanti (ma ormai consueti) stop and go dei lavori iniziati a fine 2023 – osserva con una qualche punta di malizia l’amministratore comunale – si sta procedendo verso la riapertura di quello che si chiamerà Ponte dell’oratorio –già sartoria Pietrarelli – lungo il corso della Repubblica, a cui lo storico locale Libero Paci dedicò alla fine degli anni ’90 un suggestivo articolo intitolato “il vicolo scomparso”.I lavori finanziati con il Pnrr (bando sulla rigenerazione urbana), con circa 800mila euro sono quelli relativi alla prima fase di un progetto di bonifica igienico-sanitaria e recupero funzionale più ampio che comprenda l’insieme delle superfici sotterranee che si affacciano su ambo i lati del primitivo vicolo». un richiamo al Seicento: «Il tracciato dell’antico vicolo, già presente nelle mappe seicentesche della città, collegava la vecchia strada di San Francesco (oggi via Gramsci), con la “Strada Nova” (XVII sec.), poi rinominata Strada di San Filippo (oggi Corso della Repubblica). Il vicolo fu chiuso probabilmente tra il 1871 e il 1875 quando le due famiglie gentilizie, dei Bourbon del Monte e dei Pellicani-Palmucci, si unirono accorpando anche i loro due palazzi adiacenti con unica facciata monumentale, trasformando il vicolo in una chiostrina privata. Nel corso del Novecento ,e in particolare negli ultimi trenta anni, questo spazio interstiziale ha subito un forte degrado divenendo una vera e propria bomba ecologica nel cuore del centro storico».
L’azione del Comune: «Oggi il Comune, dopo aver acquisito l’ex negozio Pietrarelli, i locali al piano terra sul lato ovest del vicolo e sottoscritto una convenzione decennale con la confinante società Filarmonica per il futuro uso pubblico dei suoi locali seminterrati sul lato est, ha potuto bonificare la zona rifacendo le fognature, i sottoservizi e la pavimentazione del vicolo, installare una rete di protezione dall’invasione dei volatili, effettuare lavori di consolidamento e recupero funzionale degli spazi ipogei già di proprietà». Il risultato (quasi) finale dei lavori: « Il lavoro che oggi arriva a conclusione con questa prima fase sulla base di un progetto complessivo elaborato dall’architetto Giuseppe Rinaldesi e realizzato da Lopercolo Costruzioni srl, non costituisce solo l’avvio di un processo virtuoso di risanamento urbano ma apre anche una prospettiva per una rinnovata e più civile rifunzionalizzazione degli infiniti spazi ipogei della città».
Vicolo Pietrarelli, avanzano i lavori: «Presto sarà parzialmente fruibile»
Bellissimo
Grazie PNRR, grazie conte, grazie Europa
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