Matteo Ricci a Cingoli mostra la lanternina da minatore del nonno
di Leonardo Giorgi
«Se andiamo a chiedere a dieci persone a caso se la sanità è migliorata nelle Marche negli ultimi cinque anni, in quanti rispondono di sì? Uno, forse? Sono sicuro che almeno nove persone invece i problemi con la sanità li hanno avuti e si rendono conto che, nonostante questi continuano a incolpare chi c’è stato prima, in cinque anni hanno solo peggiorato le cose». Colonna sonora dei White Stripes, camminata veloce per l’arrivo con un po’ di ritardo, l’occhio che ogni tanto va verso lo schermo all’interno dello chalet Arena delle luci per seguire i risultati di uno Juve-Inter non povero di emozioni. Emozioni che Matteo Ricci vuole provare a suscitare anche a Cingoli, notoriamente poco vicina al centro sinistra, che oggi pomeriggio ha accolto il tour dei “Comizi d’amore” – questo il nome ufficiale, che ricorda lo storico documentario di Pier Paolo Pasolini – del candidato governatore del Pd.
Presenti i candidati consiglieri Irene Manzi, Clara Maccari, Leonardo Catena e Romano Carancini
Nonostante il Balcone delle Marche sia per forza legato a Filippo Saltamartini, ex sindaco del comune e attuale assessore alla Sanità in Regione, un pubblico abbastanza folto ha applaudito le invettive del candidato del centrosinistra. Insieme a lui i candidati consiglieri Clara Maccari, Leonardo Catena e Romano Carancini, che hanno salutato il pubblico sottolineando l’importanza storica della prossima tornata elettorale del 28 e 29 settembre. Il tema della sanità – introdotto con forza anche dal consigliere comunale e uomo del Pd, Raffaele Consalvi – è stato il primo portato sul banco da Matteo Ricci.
«Mi dispiace dire questo di Saltamartini, voi lo conoscete bene – sottolinea Ricci – ma quando tre anni fa invece di cacciarlo gli hanno messo un sottosegretario e poi hanno dato pure la delega dell’edilizia sanitaria a un altro assessore, siamo diventata l’unica regione con tre assessori alla Sanità che, però, non fanno per uno. Vi pare normale?».
Poi, Ricci si affida alla sua storia personale, tirando fuori dalla valigia di scena che porta con sé in ogni comizio prima una lanternina da minatore («per mio nonno, che per mantenere la famiglia partì dalle Marche per lavorare in Belgio, in miniera, mille metri sotto terra»), poi un foglio A4 con una prenotazione del Cup («qualcosa di impossibile ormai, ne saprete qualcosa, sapete quanto è difficile avere a che fare con la sanità oggi, a meno uno non si possa permettere di pagare privatamente»), uno scarpone («l’abbronzatura che ancora ho è perché abbiamo fatto tutte le spiagge da Gabicce a San Benedetto ad agosto per portare il nostro programma, ma lo scarpone sta qui a rappresentare che stiamo andando in tutte le aree interne, che meritano di rinascere»), la maglietta della Vis Pesaro, col numero 7, di quando il giovane Ricci giocava a calcio.
Dal pubblico un paio di interventi polemici, entrambi sul tema della Sanità, a cui però Ricci ha dato spazio, anche con un po’ di ironia: «Vi ha mandato Saltamartini? Comunque deve finire questa storia che la sinistra ha governato per vent’anni in Italia e in Regione. In Italia venticinque anni c’è stato Berlusconi e qui da noi Spacca ha preso decisioni che hanno influenzato almeno un ventennio della nostra storia. Toglietevi dalla testa di dare sempre colpa alla sinistra e non prendervi le vostre responsabilità. È per questo che vinceremo noi».
Matteo Ricci ieri sera a Civitanova. Con lui Ivo Costamagna
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Oltre a Cingoli, ieri sera Matteo Ricci ha fatto tappa anche a Civitanova. Circa 300 persone presenti all’incontro ospitato dallo stabilimento Galliano sul lungomare nord. Una serata definita «straordinaria» dagli organizzatori, per «la presenza di molti giovani». Ricci ha incontrato i balneari sulle concessioni demaniali, i candidati della lista Avanti (socialisti, liberali, Volt, +Europa, civici) e i cittadini, concludendo con un intervento centrato su sanità, lavoro, casa e ricostruzione delle aree interne. «Ora serve una mobilitazione casa per casa – ha detto – per cambiare marcia nelle Marche».
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