Piano del 2017 – Aree gialle potenzialmente idonee, aree azzurre potenzialmente non idonee, arancio non idonee. La linea puntinata rossa delimita ad est la media-bassa valle del Chienti e Potenza, dove è concentrata oltre l’80% della popolazione
di Luca Patrassi
Il sito di contrada Botonto, primo nella graduatoria provinciale stilata dai tecnici della Università Politecnica delle Marche, è al centro del dibattito e a prendere posizione è l’assessore all’Urbanistica Silvano Iommi che contesta i criteri adottatti ed evidentemente anche gli esiti.
«La Regione con delibera 128 dell’aprile 2015 ha approvato il piano di gestione dei rifiuti contenente la definizione dei criteri per l’individuazione delle aree non idonee alla localizzazione degli impianti di smaltimento e di recupero dei rifiuti. Più specificatamente, al capitolo 12 della relazione del Piano, vengono forniti gli indirizzi per la definizione e l’applicazione dei criteri localizzativi secondo le prescrizioni vincolanti della normativa vigente. Nel quadro delle competenze istituzionali in materia la legge nazionale stabilisce che la Regione elabora i criteri e le Provincie sono tenute ad individuare le zone non idonee alla localizzazione delle discariche».
La cronistoria secondo Iommi: «E’ in tale contesto normativo (dove l’Ata3 è il soggetto procedente e la Provincia il soggetto competente) che nel dicembre 2016 la Provincia approva il Piano delle macro-localizzazioni delle aree idonee e non idonee a ricevere un impianto di smaltimento di Rsu, inviandolo nel 2017 agli uffici Ambiente dei comuni affinché potessero fare le loro osservazioni. Nella planimetria allegata alla suddetta trasmissione del 2017 le aree individuate come non idonee (azzurre e arancioni) sono quelle vincolate dalle vigenti normative della pianificazione sovra comunale di settore (Ppar, Pai, Ptc). In quell’anno di avvio della prima fase procedurale, tranne Appignano, nessuno fece osservazioni al Piano provinciale che pure già evidenziava anche in mappa macroscopiche contraddizioni. Escludendo i parametri socio-economici e culturali, ed assumendo quasi esclusivamente parametri codificati dalle strumentazioni pianificatorie, ancorché ponderati con i piani locali, si è arrivati alla inquietante conclusione che la maggior parte delle aree idonee per le discariche coincidono le zone “macro-dorsali” più antropizzate e storicamente stratificate del territorio provinciale, cioè le medie e basse valli del Chienti e del Potenza, con al centro la città capoluogo, e un modesta porzione della “sinclinale Camerte”».
L’assessore Silvano Iommi
L’esito contestato: «Certamente l’intera questione della gestione rifiuti – rileva ancora Iommi – è tra le più complesse da affrontare, tuttavia quella matrice metodologica adottata all’origine ha finito per ricadere a cascata nelle successive fasi di sviluppo del procedimento, sino ad influenzare l’esito stesso dell’algoritmo posto a base dell’incredibile odierna graduatoria che vede contrada Botonto a Macerata al primo posto tra i 23 siti ritenuti idonei per la futura discarica. Ora non serve a nessuno fare facili speculazioni politico-elettorali, serve invece aspettare l’esito della Valutazione ambientale strategica del piano di localizzazione, per il quale si è conclusa solo la fase preliminare (scoping). Durante l’iter della Vas, quindi, sarà necessario fare osservazioni legate alla sostenibilità ambientale e sociale andando oltre la mera applicazione dei criteri vincolistici».
Gli aspetti che l’assessore Iommi propone di considerare e che finora sarebbero stati esclusi: «Nel valutare il peso dato ai criteri aggiuntivi alcuni aspetti molto importanti da considerare dovranno essere: la presenza nei dintorni di un prestigioso seminario diocesano (Redemptoris Mater), la residenzialità ed eventuali colture di pregio, quali il biologico, che si sono aggiunte dal novembre 2023 quando la Regione ha comunicato al Comune di Macerata le superfici che risultano nel loro elenco. In questo scenario sarà importante anche il contributo conoscitivo e le eventuali osservazioni che vorrà presentare, insieme al Comune, il Comitato civico dei residenti. A tale scopo il Comune predisporrà una scheda tecnica per convogliare le varie osservazioni da parte di cittadini, comitati in modo da fare il massimo degli sforzi per raggiungere un obiettivo per nulla scontato». Pare di capire che all’interno dell’amministrazione comunale ci siano esponenti pronti a prendere in considerazione anche l’ipotesi di un ricorso al Tar.
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Vogliono discaricare i maceratesi?
Cioè, amministrate Macerata, la Provincia e la Regione da cinque anni e perfino le vostre politiche sono colpa di chi c’era prima? Ma dai! Prendetevi le vostre responsabilità!