Spazio pubblicitario elettorale

Acqua, i comitati bocciano la linea Parcaroli
«La montagna ha partorito un mostricino»

IL COORDINAMENTO dei movimenti per l’acqua bene comune il cui portavoce è Massimo Rossi critica la proposta del presidente della Provincia sulla gestione del servizio idrico, ritenendola antieconomica e contro la legge: «La frammentazione verrebbe semplicemente ridotta nella parte che concerne l'affidamento, lasciando sostanzialmente invariata quella della parte operativa, cioè delle tante aziende che inviano le bollette agli utenti»

- caricamento letture

acquedotto-e1690480604571-325x214di Luca Patrassi

A parole tutti d’accordo per la gestione pubblica del servizio idrico, nei fatti (un esempio lo si è aviuto alcuni giorni fa con l’ultima assemblea di Unidra a Tolentino con alcuni sindaci dell’area montana maceratese che sono usciti dall’aula pensando  erroneamente di far mancare la maggioranza ai fautori della linea Parcaroli) si continua ad andare di rinvio in rinvio, in apparenza verso la messa a gara del servizio in Aato 3. L’assemblea dei sindaci di Aaato 3 è stata rinviata al prossimo 7 marzo. Oggi si registra una nota del Coordinamento marchigiano dei movimenti per l’acqua bene comune il cui portavoce è Massimo Rossi, già presidente della Provincia di Ascoli e già esponente di Rifondazione comunista. Un intervento, quello dei comitati, che contesta la linea Parcaroli e sembra sposare la linea di Fratelli d’Italia e del presidente dell’Aato 3 Alessandro Gentilucci per la scelta di una società formata esclusivamente dai Comuni. Operazione 100% Comuni contestata dalle società di gestione, da molti Comuni e dai tecnici per le difficoltà operative legate al fatto che per rendere operativa una società comunale occorrerebbe una immediata disponibilità di 150/200 milioni di euro per liquidare le spettanze delle varie società di gestione e muovere i primi passi, cifra che non è evidentemente nelle disponibilità dei municipi e nemmeno sembra occupare i pensieri finanziatori delle banche.

Ecco comunque cosa sostiene il Coordinamento. «Da troppo tempo l’Assemblea d’Ambito Territoriale Ottimale 3 – si legge nella nota inviata a cura di Massimo Rossi – non fa passi avanti nella direzione di costituire un’unica società pubblica di gestione idonea per legge ad ottenere l’affidamento diretto (“in house”) di tale servizio fondamentale per il benessere dei cittadini e la prosperità delle loro comunità. Le principali cause di tale grave ritardo sono riconducibili all’ostinata volontà “trasversale” di diversi sindaci di conservare nei fatti (ed in contrasto con la normativa vigente) l’attuale assetto delle proprie società multiservizi che attualmente gestiscono il servizio idrico nei rispettivi territori. Così ci esprimevamo in occasione dell’invito alla conferenza di un mese fa, nel corso della quale abbiamo anche ribadito le nostre raccomandazioni. Ma, poiché non consideriamo l’autoreferenzialità una virtù, ci occupiamo in questi giorni di una “proposta altrui”, dalla quale si evince che la suddetta volontà è realmente ostinata».

Parcaroli_GiornoDellaMemoria_FF-5-325x217

Il presidente della Provincia Sandro Parcaroli

La proposta lanciata alcune settimane fa dal presidente della Provincia Sandro Parcaroli nel mirino dei comitati: «Dal protocollo d’intesa tra le Società coinvolte nell’attuale gestione, al vaglio degli Enti Comunali chiamati alla sottoscrizione, risulta infatti che la frammentazione della gestione verrebbe semplicemente ridotta nella parte che concerne l’affidamento, lasciando sostanzialmente invariata la frammentazione della parte operativa, quella delle tante aziende che inviano le bollette agli utenti nel medesimo territorio ottimale. Il “mostricino” che si consegnerebbe alla comunità avrebbe le seguenti caratteristiche inappropriate alle peculiarità del servizio idrico integrato ovvero economicamente sconvenienti per l’utenza: la compagine societaria affidataria, società “di secondo livello” denominata SI Marche+, sarebbe composta principalmente da aziende operative anche in settori diversi dal servizio idrico, dove un deficit di competitività tende ad essere “compensato” con il servizio idrico gestito in monopolio. Il cosiddetto “controllo analogo”, per altro concepito come “una pezza formale” d’adeguamento al requisito di legge, non si estende alle società operative (quelle “di primo livello”). E comunque la tipologia di azioni riservate ai Comuni con partecipazione diretta in SI Marche+ prevede meno prerogative di quella delle azioni riservate alle società operative. Non c’è obbligo di reinvestire nella gestione del servizio idrico gli eventuali utili di esercizio. Anzi, l’adozione del cosiddetto “sistema dualistico” è particolarmente indicata per assetti in cui ai soci che non hanno il controllo della società rimane poco più che l’opportunità d’incassare dividendi. (Nello specifico… fare profitti sull’acqua.). E comunque, trattandosi di una soluzione a 2 livelli, gli utili sono prevedibilmente prerogativa delle società di primo livello, non di SI Marche+. Non c’è inoltre divieto di cedere a soggetti privati le quote in mano agli enti comunali».

I comitati in questione propongono anche una lettura giuridica: «Ci sono le incompatibilità giuridiche, che si evincono chiaramente da un semplice raffronto con pareri legali già da tempo agli atti dell’Aato 3. La legge dispone che in ciascun ambito ottimale sia affidato il servizio ad un unico soggetto gestore. L’idea che l’affidamento ad un singolo soggetto, SI Marche+, sia sufficiente a soddisfare tale disposizione lasciando alle società operative, nella loro attuale forma, l’effettiva gestione nei vari territori è palesemente irragionevole. Legge e giurisprudenza dispongono che un Comune non può detenere partecipazioni a società di capitali diverse per lo svolgimento del medesimo servizio, indipendentemente dalla circostanza che la partecipazione sia diretta o indiretta. (Per intendersi… la partecipazione ad una società che possiede quote di un’altra società col medesimo scopo “conta per 2”). Del resto evitare il mantenimento di tanti consigli di amministrazione anziché uno soltanto per gestire un ambito definito per legge “ottimale” appare un razionale proposito del legislatore. Per non parlare del fatto che nel protocollo in argomento non si accenna minimamente alla necessità della liquidazione dell’importante quota di capitale privato presente nella società operativa Astea affinché la stessa possa mantenere la sub concessione del segmento di Servizio attualmente svolta, come presuppone la maldestra ipotesi in questione. E’ ovvio che permanenza della partecipazione privata andrebbe palesemente ad inficiare l’affidamento in house eventualmente ottenuto dal nuovo gestore SI Marche+. Siamo quindi di fronte ad un protocollo che, in particolare per le incompatibilità giuridiche, non porterà ad un legittimo affidamento “in house”. Una proposta di tal genere sembra pertanto disvelare soltanto una volontà dilatoria dei proponenti. Non si spiegherebbe altrimenti la sostanziale equivalenza tra i contenuti del protocollo ora in esame e quelli della mozione presentata dagli attuali proponenti nell’agosto scorso ma poi ritirata in sede assembleare il 16 Novembre 2023. Se si fa eccezione per qualche dettaglio, per esempio SI Marche+ al posto di MergerCo si ripropone sostanzialmente la stessa strada nonostante il parere legale richiesto e pagato con denaro pubblico che ne affermava l’assoluta impraticabilità. In questo scenario inquietante sarebbe almeno di qualche sollievo che i sindaci, in rappresentanza dei loro concittadini, traessero le proprie determinazioni con la dovuta coerenza e responsabilità».

 

«Servizio idrico, basta perdere tempo: tutti contrari alla privatizzazione. E’ ora di dimostrarlo»

Servizio idrico, i sindaci con Parcaroli. La soluzione per uscire dallo stallo: Spa con Comuni e società di gestione

«Acqua pubblica, dai sindaci solo parole: c’è qualcuno mosso da secondi fini»

Aato3, le società di gestione cercano l’intesa. Piano finanziario per l’ambito idrico: incarico a una società di Bologna

Acqua, i sindaci esclusi contro Parcaroli: «Basta perdere tempo, il 31 gennaio si decida»

Servizio idrico, intesa in Provincia: sì alla gestione pubblica, ora il piano tecnico. Passa la proposta del sindaco di Cingoli

Società di gestione del servizio idrico “Fuoco amico” contro Parcaroli, Gentilucci va all’attacco

 



© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page

Quotidiano Online Cronache Maceratesi - P.I. 01760000438 - Registrazione al Tribunale di Macerata n. 575
Direttore Responsabile: Gianluca Ginella. Direttore editoriale: Matteo Zallocco
Responsabilità dei contenuti - Tutto il materiale è coperto da Licenza Creative Commons

Cambia impostazioni privacy

X