Francesco Fiordomo, allora sindaco uscente, passa la fascia tricolore a Bravi dopo l’elezione a primo cittadino nel 2019, prima di diventare assessore nella sua giunta
Bravi, ma non troppo. Il sindaco uscente di Recanati, Antonio Bravi, stavolta tira fuori gli artigli e dà un ultimatum ai “fuggitivi” Francesco Fiordomo e Michele Moretti. «Dimettetevi entro questa settimana o provvederò io a revocare le deleghe». Il messaggio è chiaro dopo la candidatura a sindaco ufficializzata sabato dall’assessore ai lavori pubblici ed ex sindaco Francesco Fiordomo che, sostenuto da cinque liste civiche, ha creato un evidente spaccatura nel centrosinistra. Nella nuova squadra di Fiordomo c’è anche Michele Moretti, assessore all’urbanistica. Gongola Emanuele Pepa, attorno al quale si è compattato tutto il centrodestra, mentre Antonio Bravi non sembra voler restare a guardare.
Michele Moretto, attuale assessore all’urbanistica
«L’amarezza che ha suscitato in me la candidatura a sindaco di Francesco Fiordomo è molto grande e mi coinvolge dal punto di vista personale e amministrativo – scrive Bravi. Per 15 anni abbiamo lavorato fianco a fianco: per i dieci anni nella sua sindacatura ho ricoperto la carica di assessore e poi vicesindaco, sempre lealmente nei confronti suoi e dei colleghi di giunta; in questi ultimi 5 anni, a ruoli invertiti, mi sono impegnato con la stessa modalità di confronto e collaborazione con tutti i consiglieri di maggioranza, attuando il programma che insieme abbiamo elaborato e affrontando anche le gravi emergenze con lo stesso criterio di collegialità. Su tutte le delibere di Giunta e di Consiglio la maggioranza ha sempre votato compatta: ricordo a me stesso l’appassionato intervento a favore pronunciato da Francesco in Consiglio Comunale sulla proposta di Bilancio 2024 poi approvata da tutti i consiglieri. Nel contempo, sin dal giorno successivo alla mia elezione, ho lavorato per riunire anche tutte le forze riformiste della città che facevano riferimento a Graziano Bravi, per superare steccati che i cittadini non hanno mai compreso; devo la mia elezione, infatti, anche a quegli elettori. Ho sempre inteso che per impegnarsi nell’amministrazione si debba agire solo per il bene della città, anche sacrificando le proprie personali aspettative, ma l’amico Francesco non mi ha dato la possibilità di confrontarci su questo e si è arrivati ad un esito che ancora una volta divide e non unisce. Pensavo fosse automatico che, insieme all’annuncio di candidatura, sarebbe arrivata la rinuncia spontanea, da parte di coloro che intendono percorrere una strada diversa, alle deleghe assessorili loro affidate. Non comprendo infatti con quale spirito e con quale obiettivo potrebbero restare in Giunta. Purtroppo questo non si è verificato; resto convinto che in questo momento abbastanza concitato ci si debba muovere nella massima chiarezza verso i cittadini recanatesi, senza sterili polemiche. Se tra gli assessori, che esercitano la funzione sulla base di un accordo programmatico e di un rapporto fiduciario con il sindaco, uno si propone in alternativa alla mia ricandidatura e l’altro lo sostiene, è evidente che non si condividono né il mio modo di esercitare la carica, né le basi programmatiche; ferma restando la legittimità della decisione di candidarsi, il senso di responsabilità comporterebbe la rinuncia alle deleghe assessorili: è presumibile infatti che si proporranno programmi, progetti e obiettivi diversi da quelli finora portati avanti insieme e senza mai un dissenso; su questi mi auguro che ci confronteremo civilmente nel corso della campagna elettorale. Perciò ritengo che i due assessori Francesco Fiordomo e Michele Moretti che intendono seguire altre strade debbano, nel corso di questa settimana, rimettere le deleghe che ho loro affidato, dando in questo modo sostanza politica e chiarezza amministrativa alla loro decisione. Qualora ciò non avvenisse provvederò, con grande dolore e rammarico a revocarle personalmente pronto ad affrontare tutte le conseguenze del gesto con coraggio e dignità».
(m. z.)
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Fiordomo, “Quousque tandem…”.
“Non mi è stata data la possibilità di confrontar-mi (con loro)”.
Capisco l’amarezza del Sindaco Bravi ma deve considerare che il buon Fiordomo, molto probabilmente, ha una sua idea diversa della città, un programma innovativo e migliorativo, ideali da valorizzare, diritti da tutelare, economie di scala da rendere più floride ecc.
In poche parole un Sindaco, specie con le nuove regole, prende almeno il doppio di un assessore e con sti chiari de luna non è poco!!
Per il Sig. Ponzelli. Insomma, come sempre, ‘pecunia non olet’.