I consiglieri di opposizione Stefania Monteverde e Narciso Ricotta
Farmacie comunali, riparte la polemica e non poteva andare diversamente dopo la pubblicazione degli utili dell’ultimo triennio. L’opposizione chiede di mantenere la gestione pubblica, ma di cambiare rotta sul fronte della gestione e dell’azione sociale. Il capogruppo del Pd Narciso Ricotta commenta: «La gravità della situazione e della gestione delle farmacie emerge dal fatto che questi presìdi, che sono in punti strategici della città, non sono paragonabili sia come servizi resi che come redditività alle farmacie private. Un buon amministratore si farebbe una domanda, quale destino dare? Efficientarle ai fini di una maggiore redditività che dia proventi alle casse del Comune oppure dare una funzione sociale che si distingua dalle strutture private con servizi come scontistica per le fasce sociali deboli, la consegna a domicilio per gli anziani, prestazioni infermieristiche per chi è in difficoltà. Diversamente ci si chiede quale sia la funzione di queste farmacie nate come servizio ai cittadini quando non c’erano i privati: ora se non ci si connota con servizi del tipo citato non ha senso mantenere questi presidi. L’Apm è una azienda pubblica che dovrebbe sviluppare la sua funzione sociale, ricordo la battaglia che ho dovuto fare per i tamponi in periodo Covid, servizio che davano tutti i privati ad esclusione di Apm. Ci sono da rivedere completamente funzione e gestione».
Altra analisi a firma di Macerata Bene Comune rappresentata in Consiglio da Stefania Monteverde: «Le tre farmacie comunali fanno in 3 anni appena 67mila euro di utili. In tutto il mondo sono una risorsa e fanno profitti, solo a Macerata sono un problema. Chi gestisce le farmacie comunali? È l’Apm che fa un milione e 579mila di utili con parcheggi e idrico. Si potrebbe dire: facile fare azienda se sei in regime di monopolio, più complesso quando sei in concorrenza. Ma la gestione delle farmacie non brilla. Del resto, in questi anni di Covid le farmacie comunali non hanno neanche garantito il servizio dei tamponi che ogni farmacia privata ha offerto, rinunciando a servizi, clienti, guadagni. Che fare? Contrari a qualsiasi privatizzazione, che le svenderebbe per trenta denari. Darle invece a chi può farne una risorsa per il territorio. Per noi le farmacie devono ampliare i servizi socio-sanitari delle Ircer Villa Cozza, rimanendo così risorse pubbliche nell’Azienda Pubblica dei Servizi alla Persona del nostro territorio. Siamo sicuri che la gestione più attenta produrrebbe profitti vantaggiosi anche per la nostra casa di riposo. Sarà la nostra proposta al Consiglio comunale».
(L. Pat.)
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Non so perché ma tutto quello che è pubblico funziona male.Basta guardare i regimi comunisti dove tutto era pubblico come sono finiti.Siccome i nostri politici sono filo americani al 200% seguiamo gli americani in tutto per tutto anzi se fosse per me farei un referendum per fare diventare L’Italia uno Stato dell’Unione così ciao Unione europea con tanti saluti a tutti.
Ma una farmacia comunale deve essere valuta in base agli utili o ad altro (ad esempio reperibilità dei farmaci)?