«I campi da padel via a fine estate»
Il Tar dà ragione alla Soprintendenza

CIVITANOVA - Oggetto del contendere le strutture realizzate sul lungomare sud: il Surf Club aveva chiesto di poterle fare diventare fisse, il tribunale amministrativo ha confermato come corretto il diniego formulato da Soprintendenza e Comune

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Uno dei campi da padel finito nell’occhio del ciclone

di Marco Pagliariccio

I campi da padel sul lungomare sud devono essere smontati alla fine di ogni stagione estiva, bene ha fatto la Soprintendenza a dire no al Surf Club sulla richiesta di trasformarli in strutture fisse. Lo ha stabilito il Tar Marche, rispondendo al ricorso presentato dall’associazione sportiva in merito, appunto, al parere contrario che avevano formulato la Soprintendenza e al diniego dell’autorizzazione paesistica firmato invece del Comune.

La vicenda è arcinota, essendo finita al centro di un’aspra battaglia politica e legale, e riguarda la realizzazione dei due campi da padel sul lungomare Piermanni. L’associazione aveva realizzato delle strutture amovibili sia nell’estate 2021 che in quella 2022, ma aveva presentato una richiesta per fare in modo di poterli far restare fino alla scadenza della concessione demaniale, senza dover essere montati e smontati ad ogni stagione. Ma la Soprintendenza aveva espresso parere negativo in quanto «il litorale potrebbe subire ulteriori compromissioni da una probabilità di interventi analoghi, alterando così nella loro sommatoria il quadro paesistico complessivo».

Il Tar ha considerato come condivisibile tale posizione facendo anche riferimento a un precedente analogo accaduto in Puglia, sul quale si era espresso nei mesi scorsi il Consiglio di Stato.

«Anche volendo sostenere, e ovviamente dimostrare, che il lungomare di Civitanova abbia minor pregio paesaggistico dell’area costiera salentina, va osservato che proprio per il fatto di risultare già in parte compromesso con le strutture fisse e permanenti citate in ricorso, ovvero chioschi, ristoranti, chalet, attività commerciali, servizi pubblici, esso è bisognevole di maggiore protezione al fine di evitare ulteriori compromissioni – ribatte il tribunale amministrativo – per quanto la ricorrente tenda a sminuire l’impatto paesaggistico delle due strutture in oggetto, stiamo comunque parlando di un’occupazione che si sviluppa anche in verticale, definendo così un volume, pari a 400 metri quadrati più aree accessorie circostanti, verosimilmente occupate dal pubblico che assiste alle manifestazioni di un certo rilievo, aventi anche carattere internazionale».

Il Tar controbatte anche a un confronto con i campi da padel in spiaggia realizzati a Senigallia, esempio che il Surf Club ha portato a suffragio delle sue tesi. «Questo non costituiva un impianto ex novo ma sostituiva un esistente campo da beach nell’ambito di un complesso di opere per la manutenzione di uno stabilimento balneare – sottolinea la sentenza – inoltre, sempre a Senigallia, era stato emesso parere di compatibilità paesaggistica negativo per analoga iniziativa di altro stabilimento balneare».

La vicenda era già finita sui banchi del Tribunale amministrativo dorico con il ricorso presentato un anno da dall’associazione Civitasvolta, che gestisce la Biblioexpress a pochi passi dalla concessione del Surf Club.

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