Le celebrazioni a Potenza Picena
«Fascismo, nazismo, antifascismo, resistenza, partigiano: non pronunciare nessuno di questi termini nel giorno del 25 aprile trasforma una carica istituzionale in una caricatura istituzionale». E’ il duro attacco che arriva dall’ex deputato dem Mario Morgoni nei confronti della sindaca di Potenza Picena Noemi Tartabini dopo le celebrazioni per la festa della Liberazione che si sono tenute oggi in città.
L’intervento della sindaca Noemi Tartabini
La mattinata promossa dall’amministrazione comunale e dall’Anpi Potenza Picena ha visto la deposizione di due corone di alloro, una sulle stele di Piazza Matteotti e l’altra sul monumento di Piazza Douhet, e di due mazzi di fiori nelle vie intitolate ai partigiani Mariano Cutini e Mariano Scipioni. Presenti alla cerimonia le principali autorità civili, militari, le associazioni combattentistiche e d’arma, le Pro Loco, la protezione Civile, il Gonfalone del Comune, la Croce Rossa e la banda cittadina. Il ricordo, nelle parole della sindaca e del presidente dell’Anpi, Luca Manzi, è andato alla figura di Lucio Pastocchi, ultimo partigiano potentino scomparso solo un mese fa. Alla cerimonia in piazza Matteotti era presente sua moglie, la signora Dina.
«Questa ricorrenza – ha detto la sindaca – si ritrova a fare i conti, anno dopo anno, con un progressivo venir meno di coloro che il 25 aprile lo vissero e lo resero possibile. Tanti, anche giovanissimi, che combatterono per la libertà e la pace. Da figli e da nipoti abbiamo ascoltato i loro racconti. E oggi abbiamo un compito importantissimo: quello di trasmettere tutto questo ai nostri ragazzi, che dovranno continuare a difendere con convinzione la libertà conquistata e la pace».
La deposizione della corona d’alloro
Ed è proprio sulle parole della sindaca che Morgoni punta il dito. «Il presidente Mattarella ha detto oggi a Cuneo: “Una Repubblica fondata sulla Costituzione, figlia della lotta antifascista”. Parole – ha aggiunto l’esponente dem, che i giovani del Pd vorrebbero come candidato sindaco – chiare sul significato e sul valore del 25 aprile. Parole chiare che non abbiamo avuto l’opportunità di ascoltare – se non dal presidente dell’Anpi Luca Manzi – nella celebrazione del 25 aprile a Porto Potenza. Qui la sindaca Tartabini ha parlato genericamente di libertà ma le sue parole potevano essere riferite indifferentemente al valore della libertà nell’antica Grecia, nella Francia della rivoluzione del 1789 o alla libertà propugnata nel Risorgimento italiano. La sindaca sa bene invece che il 25 Aprile non è la festa del concetto di libertà ma è la ricorrenza della liberazione del nostro paese dalla dittatura fascista. Nonostante ciò alcune parole sono state accuratamente evitare nel suo discorso: fascismo, nazismo, antifascismo, resistenza, partigiano. Non pronunciare nessuno di questi termini nel giorno del 25 aprile trasforma una carica istituzionale in una caricatura istituzionale. Vale per la sindaca quello che vale per il presidente del Senato La Russa: la storia non si cambia, si studia».
È possibile che avete sempre da rompere i zebedei!!!! Sempre a cercare il fascismo in ogni dove eppure lo hanno sconfitto 70 anni fa
Marco Micozzi ao strano, scritto da uno che condivide la meloni con un cuore nero su un post. Ora e sempre, piazzale Loreto nel cuore
Paolo Alessandrini poi a testa in giù vengono meglio in foto
Liberi un caxxo!!
Poteva essere di qualsiasi partito e invece...
W la libertà
<< su proposta del presidente del Consiglio Alcide De Gasperi, il 22 aprile 1946, il Re Umberto II emanò un decreto: A celebrazione della totale liberazione del territorio italiano, il 25 aprile 1946 è dichiarato festa nazionale >>
Giovanni Chinelli Tempo sprecato, esiste solo le fazioni e le contrapposizione. Poi ci sono asini che più erba mangiano più asini diventano, pazienza.
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…ma nooo, la parola libertà, del sindaco Noemi Tartabini, era riferita alla libertà che ci fu in Russia dopo la rivoluzione d’ottobre e che c’è tutt’oggi, suvvia, lo avevano capito tutti!!! “La storia non si cambia (a meno che non siano state raccontate delle cose non vere), si studia”, vero, ma si studia tutta!!! La storia, o è tutta o non è!!! gv
Vallesi dice che la storia va studiata tutta , e ha ragione , ma lui non l’ha studiata per niente . Per rinfrescargli la memoria gli ricordo che il PCI non e’ stato promotore di una rivoluzione comunista in Italia ma protagonista della guerra di liberazione contro il nazifascismo , poi ha svolto un ruolo essenziale nell’ elaborazione della carta costituzionale dell’ Italia democratica e infine ha dato un contributo fondamentale per il
progresso materiale, sociale e civile di milioni di lavoratori .
Inoltre, rammento a Vallesi che mentre il PCI rompeva con il
PCUS , in Italia era vivo e vegeto un partito di orientamento neofascista, il
MSI – di cui il partito della premier e’ l’erede- . Nel 1970 un ex presidente di quel partito , la buonanima di Junio Valerio Borghese organizzo’ un colpo di stato per rovesciare le istituzioni democratiche , un golpe che a dispetto delle intenzioni dei promotori e per fortuna degli italiani si rivelò un tragicomico fallimento .
La storia è un universo sterminato di cui si può studiare solo un’infinitesima parte. Chi alla storia di Elly Schlein preferisse quella di Simone Weil scoprirebbe che questa geniale ragazza, la mente più alta e più pura dell’antifascismo, nel 1937 viaggiò attraverso le campagne e i quartieri operai dell’Italia fascista, incontrando costantemente persone buone, gentili, equilibrate e felici.
”Che popolo meraviglioso è il popolo italiano” scriveva.
Chissà cosa scriverebbe oggi se potesse tornare a viaggiare in Italia… verrebbe da pensare che il fascismo presente, dei papaveri di oggi, sia peggiore di quello degli anni trenta.
Visto che si invoca la Storia – effettivamente magistra vitae – sarebbe bene ricordare, quale opportuno monito, che Togliatti brindò all’intervento dei carri armati sovietici del 4 novembre 1956 per schiacciare la rivolta popolare in Ungheria. Evidentemente tanto per lui quanto per i suoi epigoni quelli di libertà e pace erano e sono concetti a dir poco ‘flessibili’. Bene, anzi benissimo, dunque, ha fatto il Sindaco Tartabini ad evitare i distinguo – eufemisticamente stucchevoli – solitamente dispensati dalla ‘intellighenzia’ radical chic sinistroide.
Ma sta sindaca qui non è quella allergica a “Bella ciao”? Ma perché da qualche anno la festa della Liberazione dal nazifascismo, questo è e niente altro, deve diventare una buffonata perché sempre infiltrata da personaggi che con il fascismo, ah quello non esiste più, allora diciamo con il neo fascismo ci vanno a colazione ,pranzo e cena. Ma perché fischiare Sgarbi o Donzelli? Sta gente qui andasse a festeggiare il loro 25 aprile da un’altra parte invece di tramutare una festa in una farsa. E non solo loro! È poi basta con sto stantio comunismo dittatoriale? Chi è che l’ha visto in Italia? Nessuno e pure tutti a tirarlo fuori come se fossimo appena usciti da questa feroce dittatura che è vero che c’è stata con Stalin in Russia e anche dopo e che tuttora non è che si capisce bene come stanno messi, quale sia la sua posizione politica, sempre che si possa inquadrare in uno dei nostri partiti ma non mi sembra. È anche vero che sanguinarie dittature comuniste o così chiamate hanno imperversato altrove ma non in Italia dove invece abbiamo non solo inventato ma anche fatto conoscere il violento regime fascista in tutto il mondo e ogni tanto c’è qualche tentativo di restaurarlo e poi sembrerebbe sempre all’ombra degli Stati Uniti che prima hanno combattono il fascismo in Europa e poi lo hanno sponsorizzato altrove. Ma questo è un altro discorso. Ma mi chiedo: “ Una festa non la sapete organizzare? “ Non mi sembra che manchino associazioni che vede sta gente come fumo negli occhi e allora fatela , la festa, in un prato, in un giardino, lungo le vie del paese o della città come a Milano dove non credo che si saranno fatti vedere in tanti sti rompi colleoni che si invitano da soli o con il benestare di qualche minghione di presidente o imperfetto rappresentante di partito che si mescola con costoro in una festa dove c’è anche chi guarda e dice ma perché ci sono anche loro, chi li ha invitati? Che sia una festa veramente e non come visto accentuata quest’anno, con una smisurata presenza di militari che sembrava avessero sbagliato festeggiamento. Ma fate meno saluti, inchini e preparate stand gastronomici. Una festa questo è sennò cambiategli nome e mettetegliene uno più schematico. In fondo anche ricordare una serie di eccidi nazifascisti non vedo perché non debba avere i suoi momenti di convivialità dove augurarsi un mondo migliore. Ho visto le foto della festa di Civitanova dove sindaco e tanti altri rappresentanti, forse stonati non hanno cantato Bella Ciao e mi sono chiesto che cacc.h.io ci stavano a fare lì? Nessuno li obbligava e se ieri ha piovuto o lo farà oggi su Civitanova saranno gocce di ipocrisia perché ne hanno trasudata talmente tanta da formare un nuvolone e pure untuoso: non frenate nelle curve. E poi leggo commenti di chi dice che la destra è stata votata, è vero ma che lavori bene e che abbia riconquistato il suo ruolo in Europa dove non conta una mazza e allora mi chiedo: ma che tipo di allucinogeni prenda costui.
La “sindaco” Tartabini, così come i suoi fratelli camerati, non riesce a pronunciare queste parole perchè semplicemente non può. Il 25 Aprile è la Festa della Liberazione dal nazifascismo, non dal comunismo e questo naturalmente dà molto fastidio a tutti i fascisti d’Italia (nazionali e locali) e a tutti i fascioleghisti da sempre. Il 25 Aprile non è la loro festa, non lo è stata e non lo sarà mai, è solo la nostra festa, la festa degli antifascisti, dei veri antifascisti punto.
ORA E SEMPRE RESISTENZA CONTRO VECCHI E NUOVI FASCISMI. CONTRO LA VERGOGNOSA RISCRITTURA DELLA STORIA DA PARTE DEI FASCISTI D’ITALIA AL GOVERNO, MELONI, BENITO LA RUSSA, VALDITARA… CONTRO LA ALTRETTANTO VERGOGNOSA PROPAGANDA RAZZISTA DEI VARI PIANTEDOSI, LOLLOBRIGIDA.
PARTIGIANI SEMPRE
Per par condicio ricordiamo che quando Berlinguer morì (era l’11 giugno 1984) Almirante si recò a Via delle Botteghe Oscure per dargli l’ultimo saluto. La realtà infatti è molto più complessa di quanto non immaginino i politici, che schematizzano sempre: fascismo = tutto male, comunismo = tutto bene (o viceversa).
Mostrare disprezzo per Simone Weil è grande vergogna… lei aveva studiato e compreso Tucidide, l’importanza del dialogo degli ateniesi e dei melii… ” Poiché voi sapete tanto bene quanto noi che, nei ragionamenti umani, si tiene conto della giustizia quando la necessità incombe con pari forze su ambo le parti; in caso diverso, i più forti esercitano il loro potere e i piú deboli vi si adattano.”
Come i fascisti nel momento del potere si macchiarono di eccidi, così fecero i partigiani quando ebbero potere…
https://it.wikipedia.org/wiki/Eccidio_di_Schio
…leggendo qualche commento (che non commento, poiché non ne vale la pena, credo…), presumo che le pubblicazioni de “L’Almanacco Paperino”, compresi gli “Speciali” mensili, sono riprese e questo vuol dire che l’editoria gode di ottima salute, anche se poi bisogna pur valutare non solo che si legga, ma quel che si legge e si studia e questo fa la vera differenza!!! gv
Non so quanti di costoro che parlano di antifascismo hanno conosciuto i comandanti dei gruppi partigiani, il loro pensiero, le loro speranze. Di sicuro se vivessero oggi quei partigiani si sentirebbero traditi da questa casta politica inetta ed arraffona. E come non dare ragione a Florindo Pirani, nome di battaglia “Vittorio” delle Bande Nicolò, che la guerra partigiana la fece davvero, quando urlava di fronte al Comandante Augusto Pantanetti, al vicecomandante Enzo Berardi e ad altri del Gruppo: “Compagni, ci hanno tradito! C’è da ripigliare il mitra”… Infatti il mitra lo avrebbe scaricato sugli antifascisti di allora, come su quelli di oggi che hanno tradito la Costituzione Italiana nata dalla Resistenza; Costituzione tradita soprattutto da quelli che la dovrebbero rispettare, mentre invece la infrangono sostenendo guerre fasciste, nel senso di “dittature”, che con l’Italia, con la democrazia e con la libertà nulla hanno a che fare.
Se Fratelli d’Italia, la Lega e Forza Italia mandano armi per una guerra di stampo nazista con la quale nulla abbiamo da spartire fin dalla Seconda Guerra Mondiale ad oggi, nel contempo queste forze filo-naziste sono sostenute da altri del centro e dalla cosiddetta Sinistra.
Invece di guardare al passato, guardiamo al presente e al futuro. Gli Italiani vogliono “il burro”, non “i cannoni”. Vogliono vivere, non soffrire e morire per una politica che non è la loro e nella quale li sta infilando il governo Meloni, lacchè degli anglo-americani e della élite finanziaria europea. Con gli Italiani che ormai stanno perdendo la loro ultima fiducia nella democrazia e in questa casta di intoccabili, dalla Sinistra alla Destra.
ognuno di noi crede d’essere nella ragione, ecco perchè finiremo tutti in guerra prima o poi.