Turchi: «Unico modo di fare opposizione
è invocare la sfiducia di chi governa»
Ma il caso Troiani non è un fatto privato

CIVITANOVA - Solidarietà del consigliere di maggioranza dopo la mozione di sfiducia della minoranza al presidente del Consiglio, indagato per lesioni e violenza privata ad una donna. Per la ragazza invece assenza bipartisan di manifestazioni di sostegno. Nota di redazione sul ruolo della stampa

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Pierpaolo Turchi, consigliere comunale della civica Civitanova Unica

 

di redazione CM 

«Sembra che l’unico modo di fare opposizione di cui la minoranza dispone sia quello di invocare sfiducia per uno o l’altro degli esponenti che governano la città. Ora è il turno di sfiduciare il presidente del consiglio Fausto Troiani, dato in pasto all’opinione pubblica, per una denuncia, tutta da verificare (in realtà la procura ha chiuso le indagini, ndr), da parte di una donna e per la quale, ad oggi, non ha ricevuto nessun atto». Così il consigliere Pierpaolo Turchi, della lista Civitanova Unica, che sostiene la maggioranza, sulla vicenda di Troiani, per cui la procura ha chiuso le indagini per lesioni personali e violenza privata su di una donna di 34 anni con cui, secondo quando denunciato dalla ragazza e accertato dalla procura, aveva avuto una relazione.

Ieri la minoranza ha presentato una mozione di sfiducia per Troiani, e secondo Turchi: «Da Micucci fino alla Squadroni hanno già dichiarato colpevole Troiani, inneggiando alla sua revoca e suggerendo anche il sostituto. Nessun giudice lo ha dichiarato colpevole. E nessun processo è in corso. Quanto alla questione Boldrini, invece, il suo avvocato presenterà appello». Turchi dice che il suo intervento non è per sostenere un amico «o un rappresentante autorevole del Consiglio comunale di Civitanova, ma per palesare la mia convinzione garantista dalla quale sono sempre stato animato. La mia posizione sarebbe la stessa per chiunque si trovasse in condizioni analoghe fosse anche un esponente del giustizialismo di opposizione. È per questo che condivido quanto affermato dal sindaco Ciarapica quando respinse con fermezza la richiesta di sospensione dell’assessore Cognigni. Strumentalizzare una vicenda privata (che però coinvolge un personaggio pubblico, ndr) in modo mediatico, è uno squallido modo di fare politica che fortunatamente non mi appartiene. Considero la lectio magistralis di etica e morale della minoranza frutto di un precoce abbaglio, figlio di una volontà ormai conclamata di voler a tutti i costi colpire Fausto Troiani. Sono certo che la magistratura farà il suo corso e chiarirà questa triste vicenda. Confido nel buon senso di tutti ed esprimo la mia solidarietà a Fausto Troiani».

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Fausto Troiani, presidente del Consiglio comunale

E’ intervenuta anche la lista di Troiani, Vince Civitanova: «Siamo sicuri che la magistratura farà chiarezza su tutto. Una cosa però ci dispiace: l’esposizione al “pubblico ludibrio” a cui per primo è stato esposto Troiani. E quindi, visto che Troiani ad oggi non è stato raggiunto da nessun atto e ha appreso della vicenda solo dai giornali, caro avvocato Carnevali (il riferimento è all’avvocato Paolo Carnevali, legale della 34enne, ndr), lei che tutti gli atti li aveva dall’inizio, ci aiuti a capire chi ha dato e perché questa notizia alla stampa esponendo così al “pubblico ludibrio” anche la sua assistita come dalla stessa lamentato?».

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Nota di redazione – Va poi sottolineato che di solidarietà, a una donna che ha denunciato di essere stata picchiata con uno schiaffo di una violenza tale da perforarle il timpano da un uomo con cui dice aveva una relazione (fatto che è sostenuto anche dalla procura a seguito della chiusura delle indagini), non è stata espressa non solo da chi sostiene il presidente del consiglio comunale, ma nemmeno dalla minoranza che nella conferenza stampa di ieri ha proposto la mozione di sfiducia. 

C’è poi un’altra questione, quella dei processi mediatici. I giornali si sono limitati a riferire della chiusura delle indagini che coinvolgono un esponente politico che ricopre la seconda carica istituzionale del Comune, dopo quella del sindaco. È doveroso farlo, punto. A meno che qualcuno non ritenga che la stampa debba omettere simili informazioni. Visto che la stampa, spesso accusata di fare processi mediatici, si è limitata a riportare i fatti, ci si chiede: chi è che vuole fare i processi sulla stampa? Per riepilogare. La procura ha chiuso le indagini per violenza privata e lesioni, dunque ritenendo vi siano elementi validi per sostenere l’accusa in giudizio, cosa che non ha ritenuto per la violenza sessuale, sempre denunciata dalla donna. Su quella ha chiesto l’archiviazione, ma in questi casi la parte offesa può impugnare e a quel punto viene fissata una udienza davanti al gip che valuta se archiviare definitivamente, se chiedere vengano fatte ulteriori indagini, oppure invitare il pm ha formulare il capo di imputazione. Chi ha reso noto che era stata chiesta l’archiviazione per l’accusa di violenza sessuale è stato lo stesso Troiani. Che da una parte dichiara di non aver ancora ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini, dall’altra però dice di sapere che per uno dei reati per cui si stava indagando in quella stessa indagine il pm ha chiesto l’archiviazione. Quindi non c’è nessuna volontà di esporre al pubblico ludibrio alcuno, ma solo quella di raccontare fatti. E’ la chiusura delle indagini che riguardano, ripetiamo, la seconda carica istituzionale di un Comune, non è può essere derubricata a fatto privato. E’ un fatto che riguarda tutta la collettività e va raccontato.

Infine, va ribadito che la vicenda giudiziaria di Troiani viaggia su un binario parallelo e distinto dalla vicenda politica. Se, infatti, dal punto di vista giudiziario Troiani è e resta innocente fino a un’eventuale condanna passata in giudicato, dal punto di vista politico è più che lecito interrogarsi sull’opportunità che continui a ricoprire il ruolo di presidente del Consiglio.  «I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore», recita l’articolo 54 della Costituzione. Da qui ognuno è libero di fare le sue valutazioni, dal punto di vista politico.

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