Claudio Maria Maffei
di Claudio Maria Maffei*
In un commento al mio articolo di domenica scorsa il medico Casoni, primario del reparto di Medicina interna dell’ospedale di Cingoli dal 1999 al 2012, si è sentito offeso dalle mie parole circa la mancanza dei requisiti per essere considerato ospedale della struttura sanitaria di Cingoli. La sua reazione merita un commento perché espressione di una vita professionale spesa in quell’ospedale assieme a tanti altri operatori. Sgombriamo subito il campo da possibili equivoci.
L’ospedale di Cingoli
Quello che io ho affermato discende da un decreto ministeriale del 2015 che prevede per un “piccolo” ospedale requisiti che quello di Cingoli non ha più da anni: un reparto per acuti di Medicina generale, una attività di Chirurgia generale a ciclo breve, una attività di Pronto soccorso in collegamento con il Dipartimento di emergenza e accettazione (Dea) della stessa area e alcuni servizi di supporto (laboratorio analisi e radiologia). Questi ospedali sono definiti di area disagiata per via della distanza da altre strutture ospedaliere “vere e proprie”, e cioè devono essere distanti almeno 60 minuti dal più vicino ospedale con Pronto soccorso. Si tratta di requisiti che l’ospedale di Cingoli non ha più da anni, come non li avevano più tanti ospedali delle Marche molto più grandi di quello di Cingoli che pure sono stati riconvertiti. Ad esempio Treia e Recanati per non andare troppo lontano. Ma anche Chiaravalle, Loreto, Fossombrone. Saltamartini da sindaco portò la neve sotto la Regione e strappò l’impegno della Regione stessa a riconoscere per Cingoli lo status di ospedale di area disagiata. Ma con la neve non si fanno i reparti e non si trovano gli operatori e quindi Cingoli ha di ospedaliero solo un reparto di post-acuzie che costringe ad avere la guardia medica nelle 24 ore utilizzando anche personale di altri ospedali. Ma non ha i requisiti previsti dalla normativa per un ospedale anche nella sua versione più piccola, che è poi quella degli ospedali di area disagiata.
Il camion di neve a palazzo Raffaello per la proteste sull’ospedale di Cingoli
Chiarito questo c’è ancora qualche altro punto da chiarire. Il primo è che sia un tempo che oggi gli operatori dei cosiddetti piccoli ospedali erano e sono professionisti di valore, a Cingoli come nelle altre decine di ospedali delle Marche riconvertiti. In questi ospedali c’erano ad esempio punti nascita molto attivi (vedi Recanati) o reparti chirurgici di richiamo (vedi a suo tempo l’ospedale di Treia). Anche oggi chi lavora in queste strutture periferiche ha passione, competenza ed esperienza. Ma lavora in strutture diverse con meno tecnologia e complessità organizzativa e con pazienti diversi con meno problemi acuti, ma con molti più problemi cronici. Un secondo punto da chiarire è che la riconversione dei piccoli ospedali è stata la necessaria premessa per avere ospedali per acuti con specialità una volta assenti e con una organizzazione che garantisce le urgenze nelle 24 ore. Trasformare Treia, Recanati e Cingoli (nei limiti in cui si è riuscito a farlo in quest’ultimo caso) è stato necessario ad esempio per avere a Macerata un ospedale dotato delle principali specialità e di un Dipartimento di emergenza e accettazione di primo livello.
Terzo e ultimo punto da chiarire: oggi il processo di concentrazione delle attività ospedaliere deve proseguire investendo sulla integrazione tra ospedali vicini (ad esempio tra Macerata e Civitanova Marche), cosa che Saltamartini non vuole fare perché il suo obiettivo è il consenso e non la migliore sanità possibile. Quindi la Giunta fa finta che l’Area Vasta 3, futura Azienda sanitaria territoriale di Macerata, potrà continuare ad avere tre ospedali di primo livello (Macerata, Civitanova Marche, Camerino/San Severino) che però è insensato promettere perché vorrebbe dire tre cardiologie, tre terapie intensive, tre ortopedie e così via, cosa che tutte le persone serie sanno oggi essere impossibile oltre che contro la normativa. Quindi, per concludere, va dovuto il massimo rispetto per la grande storia dei piccoli ospedali delle Marche. Ma oggi gli ospedali sono organizzazioni diverse che richiedono meno strutture più complesse ed è un bene per tutti che sia così.
*Medico e dirigente sanitario in pensione
«Le Ats verso la nascita, col neo: come saranno organizzati gli ospedali?»
Il consenso la priorita'.
Che poi potrebbe già ora non essere così ...
Filippo Saltamartini quando si passerà dalle parole ai fatti? Perché fin'ora solo promesse irrealizzabili e intanto in provincia la sanità pubblica è al collasso
Luca Terence Tombesi bella domanda! purtroppo secondo me non si passerà ai fatti e da come si comporta neanche gli interessa altrimenti lo avrebbe già fatto!
Marino Menchi credo sia piuttosto ovvio
In mezzo a questo grande chiacchierare, noi di Tolentino abbiamo il diritto di un ospedale con i requisiti di legge! Che si aspetta ancora? Basta chiacchiere : il silenzio assordante del post- elezioni è solamente vergognoso ed è uno schiaffo a chi ha diritto e bisogno di difendersi!
Letto lintervento odierno del dr. Maffei, ricordo che già in un suo articolo del 7 Agosto 2022, il medesimo articolista scrisse che lOspedale di Cingoli non dovrebbe nemmeno esistere. Magari secondo le normative attuali, non certo rispetto a quelle vigenti al tempo in cui il sottoscritto vi lavorava! Infatti Filippo Saltamartini è stato Sindaco di Cingoli dal 2009 al 2019 ed almeno finché sono stato primario io (e parallelamente Sindaco lui dal 2009 al 2012), il nosocomio aveva eccome funzione ospedaliera come altri similari. Lepisodio dello scarico della neve in Regione risale al 2019, quando in effetti la funzione ospedaliera era stata riconsiderata. Sarebbe dunque bastato che il dr. Maffei avesse specificato i periodi con precisione, per scongiurare unestensione delle sue opinioni al periodo in cui la struttura di Cingoli veniva considerata ospedale come altre (in unepoca in cui anche lex Assessore regionale Cataldo Modesti parimenti oggi intervenuto con un commento mi pare considerasse ospedale pure la struttura sanitaria di Matelica). Per quanto riguarda la situazione attuale, il sottoscritto è perfettamente daccordo circa limpossibilità di definire ospedali certe strutture, tantè che negli ultimi anni del mio servizio a Cingoli sostenni formalmente che i medici di famiglia potessero servirsi per i loro ambulatori dei locali situati al piano terra della medesima struttura sanitaria, esistendone le capacità logistiche; tutto ciò in quanto ho sempre ritenuto fondamentale la collaborazione tra i medici di reparto e quelli di famiglia. Il Presidente della Regione (Gianmario Spacca) ed il suo Assessore alla Sanità, il giorno dellinaugurazione delledificio recuperato post sisma, definirono la struttura cingolana come un esempio di funzionalità allinterno della sanità delle Marche. Coerentemente con la mia visione di servizi sanitari, ritenni tuttavia non necessaria linstallazione di una T.A.C. a Cingoli, per il semplice fatto che un servizio del genere presuppone la presenza di anestesisti e di personale dedicato (quantomeno per dodici ore al giorno, così da effettuare esami con e senza mezzo di contrasto), cosa che non era possibile implementare in quel dato momento storico.
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analisi ineccepibile
Condivido l’analisi. Vorrei chiedere al dott. Maffei cosa pensa dell’ospedale Camerino-San Severino M.
Quando fecero la legge per chiudere i piccoli ospedali il signor Saltamartini faceva parte di quel governo di centrodestra di San Silvio Berlusconi poi quando venne eletto sindaco di cingoli fece quella farsa di portare e scaricare neve davanti alla sede della regione tra l’altro senza che nessuno avessero denunciato il fatto come hanno fatto loro contro quelli alluvionati e qualche bene informato ancora dicono che la colpa è del PD e non devono più nemmeno parlare fatevi una domanda ogni tanto altro che cantare soli vittoria e raccontare menzogne
Letto l’intervento odierno del dr. Maffei, ricordo che già in un suo articolo del 7 Agosto 2022, il medesimo articolista scrisse che l’Ospedale di Cingoli “non dovrebbe nemmeno esistere”. Magari secondo le normative attuali, non certo rispetto a quelle vigenti al tempo in cui il sottoscritto vi lavorava! Infatti Filippo Saltamartini è stato Sindaco di Cingoli dal 2009 al 2019 ed almeno finché sono stato primario io (e parallelamente Sindaco lui dal 2009 al 2012), il nosocomio aveva – eccome – funzione ospedaliera come altri similari. L’episodio dello scarico della neve in Regione risale al 2019, quando in effetti la funzione ospedaliera era stata riconsiderata. Sarebbe dunque bastato che il dr. Maffei avesse specificato i periodi con precisione, per scongiurare un’estensione delle sue opinioni al periodo in cui la struttura di Cingoli veniva considerata “ospedale” come altre (in un’epoca in cui anche l’ex Assessore regionale Cataldo Modesti – parimenti oggi intervenuto con un commento – mi pare considerasse “ospedale” pure la struttura sanitaria di Matelica). Per quanto riguarda la situazione attuale, il sottoscritto è perfettamente d’accordo circa l’impossibilità di definire “ospedali” certe strutture, tant’è che negli ultimi anni del mio servizio a Cingoli sostenni formalmente che i medici di famiglia potessero servirsi – per i loro ambulatori – dei locali situati al piano terra della medesima struttura sanitaria, esistendone le capacità logistiche; tutto ciò in quanto ho sempre ritenuto fondamentale la collaborazione tra i medici di reparto e quelli di famiglia. Il Presidente della Regione (Gianmario Spacca) ed il suo Assessore alla Sanità, il giorno dell’inaugurazione dell’edificio recuperato post sisma, definirono la struttura cingolana come un esempio di funzionalità all’interno della sanità delle Marche. Coerentemente con la mia visione di servizi sanitari, ritenni tuttavia non necessaria l’installazione di una T.A.C. a Cingoli, per il semplice fatto che un servizio del genere presuppone la presenza di anestesisti e di personale dedicato (quantomeno per dodici ore al giorno, così da effettuare esami con e senza “mezzo di contrasto”), cosa che non era possibile implementare in quel dato momento storico.
Ringrazio il dott. Tonietto Casoni per le ulteriori precisazioni. Ha ragione lui quando dice che quando si parla dei vecchi ospedali bisogna specificare bene a quali anni ci si riferisce. Fino alla prima decade di questo secolo e anche fino a qualche anno dopo i piccoli ospedali hanno svolto un ruolo fondamentale nelle Marche. Io cito sempre l’esempio della Medicina Interna di Fossombrone diretta da Prof. Pedini, perchè da Direttore Sanitario di quella ASL del tempo ebbi la fortuna di conoscerlo personalmente e di collaborarci. Poi la sanità cambia e con lei cambia il ruolo degli ospedali, come lo stesso dott. Casoni ha confermato. Quindi un grazie a lui non formale per avermi dato la possibilità di chiarire meglio il suo pensiero. Quanto al ruolo di Camerino/San Severino ci tornerò senz’altro.