Bineta Sene
di Cristian Trevisti
Bineta Sene, 34enne di origini senegalesi, vive a Macerata da quando aveva 5 anni e lavora come assistente sociale. Finalmente il 28 giugno, dopo un iter burocratico durato ben cinque anni, è diventata una cittadina italiana.
Il dibattito politico italiano è infiammato dallo ius scholae, la possibilità di fare richiesta di cittadinanza per chi sia arrivato in Italia prima di aver compiuto 12 anni e porti a termine un percorso scolastico di 5 anni. L’esperienza di Bineta è molto rappresentativa in questo senso.
«Dell’esperienza in Senegal mi ricordo poco – dice – però so di aver avuto un forte legame con mio nonno: stavo sempre con lui, non riuscivo proprio ad allontanarmene».
Inizialmente Bineta si è trovata a disagio in Italia e dà la colpa alla mentalità provinciale che affligge alcune piccole realtà. «Sono stata sempre una bambina poco socievole – racconta, tradendo un po’ di tensione – i vicini di casa della mia famiglia sono stati la mia fortuna. Questi erano molto gentili, mi facevano sempre bei regali e, poco per volta, sono riusciti a conquistare la mia fiducia».
Anche se la realtà sociale in cui è cresciuta Bineta è stata molto accogliente, a scuola ha subito spesso attacchi e battute razziste che, col passare degli anni, sono diventate sempre più violenti. Spesso il comportamento dei suoi compagni di classe la riduceva in lacrime.
«Comunque, mi sono sempre impegnata per dare fiducia al prossimo – dice con un sorriso – e ancora oggi ho amicizie ben salde, iniziate quando avevo solo 14 anni».
«In questi 30 anni l’Italia si è trasformata completamente, anche grazie al suo meraviglioso patrimonio culturale e paesaggistico: il Bel Paese è conosciuto in tutto il mondo per il mare, le montagne, la sua tradizione enogastronomica e la musica pop» riflette, percorsa da un moto d’orgoglio verso il Paese che l’ha cresciuta.
Nel 2009 Bineta si è iscritta all’Università di Bologna. Nel 2017, poi, ha deciso di affrontare il sistema lento e complesso della burocrazia per ottenere la cittadinanza, conseguendola nel giro di cinque anni. Alla domanda ora che finalmente sei una cittadina italiana, come ti senti? risponde, con un sorriso splendente: «Ne sono super felice».
Congratulazioni
In bocca al lupo per tutto, te lo meriti
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Tanti, tanti auguri. Anche se sarebbe dovuto essere più facile.
nella storia umana il PD e Lega non c’erano, eppure odio e razzismo vi sono sempre stati, la manipolazione a fini elettorali è chiara, anzi cristallina. Se per questa donna c’hanno messo un lustro per dargli la cittadinanza Italiana i diretti responsabili si vede che devono agire così e in questi tempi, d’altra parte anche farsi una lastra o esame medico richiede tempi bizzarri in molti ospedali.
Sono felice per la ragazza. Mi dispiace però per la non accoglienza nelle scuole della nostra provincia! Io ho insegnato per 42 anni in varie scuole medie del maceratese e non ho mai assistito a fenomeni di razzismo fra i ragazzi! Il lavoro dei docenti per favorire l’integrazione è stato diffuso e senza sosta ed ho visto sempre ottimi risultati! La ragazza è stata proprio sfortunata!